” “Vidi una scena apocalittica. Inciampai anche su resti umani. Alla fine mi ritrovai davanti all’auto blindata del giudice Borsellino ma senza sapere che fosse la sua”. Lo ha riferito il giornalista Felice Cavallaro, ripercorrendo cio’ che accadde il 19 luglio 1992, quando arrivo’ in via D’Amelio.Deponendo davanti al Tribunale di Caltanissetta, nell’ambito del processo sul depistaggio delle indagini sulla morte del giudice Paolo Borsellino e che vede imputati tre poliziotti, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Il giornalista ha detto di aver visto vicino alla macchina, l’ex pm, allora parlamentare, Giuseppe Ayala. “Un giovane delle forze dell’ordine in borghese – ha detto Cavallaro rispondendo alle domande dell’avvocato Fabio Repici – prese la borsa che si trovava nel pianale tra il sedile anteriore e quello posteriore e stava per darla a me. Forse pensava che io fossi uno della scorta di Ayala o un agente. Poi pero’ arrivo’ un ufficiale dei carabinieri in divisa e il mio ricordo e’ che Ayala gli fece porgere la borsa o gliela diede lui stesso. Escludo che si trattasse del capitano Arcangioli la cui immagine con la borsa in mano ho rivisto molti anni dopo”. STAMPA LIBERA