21 luglio 1992 Il quotidiano Corriere della Sera riporta che nelle settimane precedenti il giorno della strage un residente in via D´Amelio aveva notato movimenti “strani” nel palazzo di fronte a quello della famiglia Borsellino ed aveva deciso di telefonare alla polizia:
Il cronista del Corriere della Sera ricorda poi come proprio in quel palazzo al n°68 di via D´Amelio fosse stato scoperto nel dicembre 1989 un covo della famiglia mafiosa dei Madonia dove era stato rinvenuto fra l´altro un registro del pizzo. Ma dopo la perquisizione nessuno si era piú preoccupato di controllare l´appartamento e via D´Amelio. Infine il giornalista cita come tra i possibili moventi dell´attentato gli ultimi colloqui tra il Paolo Borsellino e quattro collaboratori di giustizia:
Un’esecuzione micidiale forse collegata ai quattro pentiti sui quali il giudice lavorava. Uno a Caltanissetta dove era stato annunciato l’attentato contro due investigatori. Uno a Palermo con buone informazioni sulle cosche locali. Uno a Milano con un quadro sulle trame finanziarie. E uno in Germania dove Paolo Borsellino sarebbe tornato oggi, come aveva detto sabato a un suo collega senza commentare la sentenza del giudice Barreca che aveva appena assolto tre mafiosi: “Ne parleremo al ritorno. Ma adesso so tutto sulla mafia di Palma di Montechiaro. Ho capito cosa c´e’ dietro l’omicidio Saetta, l’agguato al maresciallo Guazzelli e l’omicidio Livatino.” [123]