Genova, quartiere Rivarolo, tanti negozi storici in tempo di crisi e troppe slot machine. Gli scout di Genova 51 sono protagonisti sociali, nel perfetto stile Agesci: umiltà, azione e gioco di squadra. Sono Scout, ma anche e soprattutto ragazzi e ragazze dall’adolescenza all’etá matura, che insieme ai tanti adulti, lavoratori e impiegati, pensionati e commercianti sono preoccupati dalla crisi sociale ed economica, ma anche dalla deriva che talune aree del lavoro e del territorio possano prendere ricattate dalla criminalità organizzata. Una lezione popolare e sociale sui rischi della contaminazione mafiosa. Da decenni infatti i clan, anche a Rivarolo, fanno affari più o meno riservati con imprenditori, politici locali, professionisti disponibili, in una zona grigia spesso molto ampia e tollerata. Sin dagli anni Ottanta, in tutta la Liguria mafia di Riesi, ‘ndrine calabresi, famelici camorristi e uomini di Cosa Nostra, di varia caratura intenti a fare soldi e a comprarsi con i “piccioli” il consenso sociale. Pesci grossi e pesci piccoli, da cannucci, altri piranha travestiti da acciughe fino al clan di Gino il Mitra, alias Luigi Abbate della Kalsa di Palermo, con un’insolita alleata: la riservatezza ligure si é trasformata, in pochi ma utili casi in un’arma sussidiaria, diventando omertà. Non per tutti. A voce alta hanno sempre denunciato e operato in direzione opposta e contraria il Sindacato (la Filca Cisl, poi il Siulp e via via altre categorie) e associazioni come Libera e ovviamente gli Scout, che della pedagogia sociale di comunità ne hanno fatto una condizione quotidiana.”Abbiamo fatto il nostro dovere ogni giorno nei cantieri e nei posti di lavoro, ma ci siamo convinti per evidenza e per necessità che fosse urgente allargare la bilateralità storica alla società e alle istituzioni in questo tempi di crisi”, cosí Paola Bavoso Segretario Generale della Filca Cisl genovese e “antenna sensibile” del Progetto San Francesco sul territorio “Quindi abbiamo chiesto al gruppo degli Scout di Genova 51 di fare un patto sociale e di iniziare una nuova pagina di responsabilità sociale per lo sviluppo e per il lavoro”, conclude la Bavoso, insieme a tutti i suoi operatori genovesi, presenti alla serata di Rivarolo. Poi, in un’affollata serata, ritrovando i giovani angeli del fango che il 23 maggio scorso erano con il Progetto San Francesco a Palermo per ricordare la strage di Capaci vent’anni dopo, si é celebrata la promessa di lavoro: un percorso ligure di azioni a sostegno della legalità nel lavoro e nella societá in vista della prossima tappa a Firenze, insieme per il decennale di Terra Futura. Un girotondo a protezione del quartiere, un abbraccio a difesa del territorio, delle grandi opere pubbliche se utili, del lavoro vero se libero, della democrazia se all’altezza della povera gente. Un’altra tappa