Traffico di droga in Lombardia: la Finanza sequestra un tesoro da 16 milioni al clan di Bartolo Bruzzaniti

 

Tra questi 11 fabbricati e 22 terreni tra le provincie di Milano, Como, Novara, Reggio Calabria e Varese, 12 auto e due società riconducibili a soggetti legati al clan calabrese


‘Ndrangheta e narcotraffico: maxi sequestro di terreni, case, auto e società – quicosenza

 

Undici immobili, tra Milano, Como, Novara, Reggio Calabria e Varese, 22 terreni in Calabria e nel Varesotto, dodici auto e una società del settore del movimento merci e una ditta individuale di prodotti alimentari, entrambi con sedi in provincia di Varese. Sono i beni, per un valore di 15,8 milioni di euro, sequestrati dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e dai finanzieri dello Scico in un proseguimento dell’inchiesta della Dda di Milano che ha portato a maggio ad un‘ordinanza a carico di 40 persone, tra cui Bartolo Bruzzaniti, latitante, e il super narcotrafficante della camorra Raffaele Imperiale, collaboratore di giustizia Indagine con al centro una “associazione”, vicina alle cosche di ‘ndrangheta, “finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti”, che si “approvvigionava, tramite broker internazionali di origine campana, di sostanza stupefacente importata dall’Olanda”. E riforniva, spiegano gli investigatori, “vari gruppi criminali dislocati in diverse aree del territorio nazionale (Milano, Buccinasco, Cornaredo, Caronno Pertusella, Reggio Calabria, Genova, Roma)”. Tra cui anche un gruppo con base a Quarto Oggiaro, quartiere popolare di Milano.


Il clan Bruzzaniti e il tesoro del narcotraffico: sequestrati terreni, auto, case e società

Beni per 15,8 milioni di euro. L’inchiesta della Dda di Milano con 40 indagati già a maggio. Un gruppo aveva base a Quarto Oggiaro

 

“Questo sono io con crediti e debiti”. È una delle tante chat decriptate dai finanzieri del Comando provinciale di Milano nel proseguimento dell’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia che il mese scorso ha portato a 40 misure cautelari contro due gruppi criminali per traffico di droga. Tra i destinatari dell’ordinanza Bartolo Bruzzaniti, di 48 anni, latitante in Costa d’Avorio, “broker della droga“ tra i più quotati della Lombardia, legato secondo gli inquirenti alla cosca di ’ndrangheta dei Morabito, e i “broker internazionali“ campani Raffaele Imperiale, estradato nel 2022 da Dubai e ora collaboratore di giustizia, e Bruno Carbone.
Adesso si va avanti, con il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Milano finalizzato, a vario titolo, alla confisca obbligatoria e alla cosiddetta “confisca allargata”: in particolare 11 immobili tra Milano, Como, Novara, Reggio Calabria e Varese, 22 terreni in Calabria e nel Varesotto, 12 auto più una società del settore del movimento merci e una ditta individuale di prodotti alimentari, entrambe con sedi in provincia di Varese, sono stati sequestrati dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e dai finanzieri dello Scico, Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, nel proseguimento dell’operazione “Money delivery“. Beni per un valore complessivo di oltre 15,8 milioni di euro. In questo modo viene colpita anche sul piano patrimoniale l’associazione a delinquere vicina alle cosche di ’ndrangheta che stando alle indagini riunisce soggetti appartenenti a un sodalizio di Africo (nel Reggino) che si approvvigionava, tramite broker internazionali di origine campana, di sostanza stupefacente importata dall’Olanda rifornendo vari gruppi criminali a Milano, Buccinasco, Cornaredo, Caronno Pertusella, Reggio Calabria, Genova, Roma ma non solo. Tra questi, anche uno con base a Quarto Oggiaro.
Le investigazioni economico-finanziarie svolte hanno consentito di quantificare il profitto del reato di traffico di stupefacenti in oltre 15 milioni di euro e di accertare la riconducibilità ad alcuni associati di molteplici beni, di valore “sproporzionato” rispetto al reddito dichiarato o all’attività economica svolta.
Un esempio su tutti: dalle indagini emerge “una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e le disponibilità patrimoniali, palesemente sintomatica “dell’effettiva capacità“ dell’indagato di poter disporre di risorse economiche e finanziarie del tutto ingiustificate, verosimilmente derivanti dall’ingente traffico di stupefacenti, tali da garantire a moglie e figli (oltre che a se stesso) di condurre costantemente un tenore di vita notevolmente elevato“. In altri casi, le “spese annuali” accertate che a volte superano 36mila euro sono di persone ufficialmente “disoccupate”.
Questa operazione arriva a un mese e mezzo di distanza dagli arresti dello scorso 3 maggio (38 persone erano finite in carcere), che hanno smantellato il sodalizio internazionale dedito al traffico di droga. Secondo i pm della Dda milanese, l’associazione a delinquere era in grado di movimentare 300 chili di cocaina al mese e di stoccarla per breve tempo nel magazzino di una ditta di oggetti per la casa, affittato a una ditta di traslochi, e vendere le partite ai nomi più noti del panorama criminale d’Italia che gestiscono le piazze di spaccio, a cominciare dal clan Flachi della Comasina. I carichi di droga sequestrati nel corso dell’anno e mezzo di indagini, tra cui coca, hashish e ketamina, sono stimati in un valore di 21 milioni di euro.