Il teste AGNESE PIRAINO BORSELLINO

Udienza del 23 maggio 1995. 

P.M. dott.ssa PALMA: – Il dott. Borsellino che tipo di metodo di lavoro insegnava ai suoi uditori, ai suoi magistrati? Cioe’ come si muoveva? Come riteneva che fosse giusto fare il magistrato? In che modo? 

TESTE PIRAINO A : – ” Soprattutto nel campo del suo lavoro, io mi ricordo che diceva ai suoi colleghi: “Non bisogna essere depositari di verita’, non bisogna fare lo sgambetto perche’ altrimenti si muore”, ed allora bisogna… ed allora vorrei fare un’osservazione a proposito di cio’: mio marito diceva sempre che la mafia non uccide soltanto per vendetta; allora, premesso che la strage di via D’Amelio sia stata fatta anche per vendetta, perche’ malgrado lui fosse stato sempre rispettoso nell’amministrare le regole della Giustizia, dunque rigoroso nel somministrare Giustizia, rispettoso, voglio dire, verso tutti gli uomini, anche verso coloro che avevano ucciso, io mi chiedo se la strage di via D’Amelio e’ stata anche un’azione preventiva, per evitare cioe’ di colpire sia uomini di Cosa Nostra sia uomini insospettabili delle Istituzioni che ne assicuravano contiguita’ ed immunita’. Dunque potrebbe essere sia vendetta, anche se ricordando le parole che diceva mio marito ed avendo visto, ed e’ sotto gli occhi di tutti, che lui aveva il massimo rispetto verso tutti gli uomini ed ha rispettato sempre in maniera scrupolosa la Legge, pero’ puo’ darsi anche, questo e’ un pensiero che faccio io, che il tutto sia stato organizzato come azione preventiva. “