Borsellino, un anniversario tra i veleni

 

A rinfocolare le polemiche la presa di posizione del ministro Carlo Nordio sul concorso esterno Faraone: «Reputo ingiusto che il capo del governo debba rinunciare a partecipare alla fiaccolata»

 

 

Fabio Geraci GIORNALE DI SICILIA 19.7.2023

Il ricordo di Paolo Borsellino si apre in un clima arroventato, tra divisioni e polemiche che rischiano di «sporcare» il 31° anniversario della strage di via D’Amelio in cui furono uccisi dalla mafia il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Da una parte il coordinamento 19 luglio, composto da numerose sigle e associazioni, che contesta apertamente il presidente del consiglio; dall’altra il premier che deve ripiegare sugli impegni ufficiali per rendere omaggio alla figura di Borsellino. E così niente fiaccolata serale per Giorgia Meloni, che sarà oggi a Palermo, solo per prendere parte alle commemorazioni istituzionali, per il timore di incappare in pesanti proteste da parte di alcuni militanti. A difesa di Meloni si è schierato il deputato di Azione-Italia Viva, Davide Faraone: «Reputo incredibilmente ingiusto che la presidente del Consiglio debba rinunciare a partecipare alla fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino. I rischi per l’ordine pubblico puoi aspettarteli dalla mafia non da chi si professa antimafioso».

La decisione di annullare la presenza alla fiaccolata sarebbe stata decisa per «motivi di ordine pubblico», in realtà a Palazzo Chigi vogliono evitare a tutti i costi le contestazioni che sarebbero state organizzate dopo che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso la sua opinione favorevole all’abolizione del reato di concorso esterno. Meloni ha di fatto frenato l’ipotesi di riforma («Comprendo benissimo sia le valutazioni che fa il ministro Nordio, sempre molto preciso, sia le critiche che possono arrivare, però mi concentrerei su altre priorità») ma queste dichiarazioni probabilmente non sono state sufficienti a placare i malumori. Proprio ieri, da Bruxelles per il vertice Ue-Celac, Meloni ha ricordato nel suo intervento che «il 19 luglio di 31 anni fa la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, che insieme al giudice Giovanni Falcone aveva intentato il più grande processo contro la mafia mai esistito in Italia. Sono stati due martiri della lotta alla mafia e sono anche due dei principali attori ai quali noi dobbiamo gran parte di quello che sappiamo nella lotta contro il crimine organizzato».

Il rischio di subire contestazioni plateali era però talmente concreto che il presidente del Consiglio ha preferito cambiare programma anche se, appena qualche giorno fa, aveva ribadito la sua volontà di confermare l’appuntamento. L’agenda del premier è stata completamente stravolta e prevede solo iniziative istituzionali: stamattina alle 8.45 sarà alla caserma Lungaro per deporre una corona di fiori davanti alla lapide in memoria dei poliziotti trucidati nell’agguato in una cerimonia che – diversamente da quanto annunciato in precedenza – non sarà aperta nemmeno alla stampa. A seguire farà visita alle tombe di Giovanni Falcone nella chiesa di San Domenico e di Paolo Borsellino nel cimitero di Santa Maria di Gesù, quindi presiederà il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura, alla presenza del prefetto Maria Teresa Cucinotta, del capo della procura Maurizio de Lucia e dei vertici delle forze dell’ordine. Non è confermata, invece, la presenza alla messa in suffragio che si terrà oggi alle 11 nella chiesa Santa Maria della Pietà, in piazzetta della Pietà alla Kalsa: alla funzione, che sarà celebrata dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ci sarà il presidente della Regione, Renato Schifani.

Escluso l’incontro tra Meloni e il segretario del partito Democratico, Elly Schlein, che sarà in via D’Amelio con il segretario regionale Anthony Barbagallo, alle 16.58 per il minuto di silenzio nell’ora esatta in cui avvenne lo scoppio dell’autobomba. Nel luogo dell’attentato il segretario Dem sarà assieme a quanti hanno aderito al corteo promosso dalla Cgil e da altre associazioni e movimenti di sinistra con lo slogan «Basta Stato-mafia».

Il serpentone partirà alle 15 dall’albero Falcone, in via Notarbartolo, proprio dalla strada, dove lo scorso 23 maggio nei minuti finali della giornata di commemorazione della strage di Capaci, ci furono gli scontri tra alcuni manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa che respinse chi voleva raggiungere il palco dove Maria Falcone stava parlando per chiudere le celebrazioni. Un episodio che ha creato uno strappo tra il comitato promotore della manifestazione e la questura. Lunedì, durante un colloquio, Salvatore Borsellino ha assicurato al questore Leopoldo Laricchia che non ci saranno incidenti. «Mi ha voluto incontrare – ha spiegato Salvatore Borsellino – perché aveva letto alcune mie dichiarazioni in merito allo scorso 23 maggio. Per me è stata la peggior commemorazione di sempre, mi ha addolorato ed è stata una vergogna vedere ragazzi a cui è stato impedito di partecipare al minuto di silenzio per assicurare tranquillità ad alcuni personaggi. Il questore mi ha riferito che ci sarebbero state delle provocazioni a cui i poliziotti hanno risposto. Questa volta gli ho detto che non ci saranno problemi. Sarò io ad accogliere i giovani del corteo delle associazioni e insieme entreremo in via D’Amelio. Forse all’albero Falcone è mancato questo».