Giuseppe Monticciolo (San Giuseppe Jato, 23 giugno 1969) killer di punta dei corleonesi appartenente alla famiglia di Giovanni Brusca (anche se ufficialmente era un muratore), è stato arrestato il 20 febbraio 1996 ed è subito divenuto collaboratore di giustizia. Accusato di numerosi omicidi, tra cui anche quello di Giuseppe Di Matteo, è stato condannato a 20 anni di carcere, ma dopo 5 gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Attualmente vive in una località segreta sotto protezione.collaboratore di giustizia italiano.
La morte di un ragazzo perbene: Fabio Mazzola, ucciso per una telefonata alla donna di un boss Quando Cosa nostra ammazza per gelosia: era la sera del 5 aprile del 1994, 25 anni fa esatti. Il giovane fu “eliminato” a 27 anni su ordine di Giuseppe Monticciolo, una testa calda che ottenne dai suoi capi il permesso di eliminare l’ex rivale in amore per difendere “l’onorabilità” della moglie
Ucciso per una telefonata di pochi minuti alla fidanzata di un boss mafioso. E’ morto così 25 anni fa esatti Cosimo Fabio Mazzola in una sera di un altro 5 aprile, quello del 1994. La vittima aveva 27 anni. Ucciso come un boss, nonostante fosse un bravo ragazzo, completamente estraneo ai quadri criminali. Mazzola stava rincasando nel suo appartamento di San Cipirello a bordo della sua Fiat Tipo rossa. Poi l’agguato, ad opera di un commando guidato da Enzo Brusca.
Cosimo Fabio viene ucciso per “gelosia”. La sua colpa? Era stato fidanzato con Laura Agrigento, figlia del capomafia Giovanni, e andata poi in sposa – su volere del padre – al mafioso Giuseppe Monticciolo, una testa calda che aspira a diventare uomo d’onore. E che chiede e ottiene dai suoi capi, i fratelli Enzo e Giovanni Brusca, il permesso di eliminare l’ex rivale in amore per difendere “l’onorabilità” della moglie. Una sentenza di morte che viene eseguita la sera di 25 anni fa.
Fabio e Laura erano stati costretti a interrompere la loro relazione per volontà del boss Giovanni Agrigento. Mazzola si fece da parte, comprendendo il rischio cui andava incontro. Una decisione sofferta anche per Laura, che per un po’ però manifesta rimpianti per la storia interrotta, nonostante il successivo fidanzamento con Monticciolo. Che per indenterci è tra i responsabili (insieme a Giovanni Brusca) del sequestro e della brutale uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santo, assassinato per costringere il padre a ritrattare.
A spiegare come sono andate le cose è stato nove anni dopo, nel 2003, Enzo Brusca. Confessò di aver ucciso personalmente Cosimo Fabio Mazzola perché aveva osato telefonare alla fidanzata di Giuseppe Monticciolo. Mazzola, secondo il pentito, voleva riallacciare la relazione con la donna. Tesi sempre smentita dai familiari della vittima che hanno sostenuto che non fosse Fabio a telefonare, ma Laura a cercarlo”.
Stato-mafia: pentito Giuseppe Monticciolo, “ordine nel ’93 era votare ‘panza a terra’ Forza Italia” 19 Febbraio 2016 LA SPIA “Mangano si recava a Milano per incontrare dei politici. E nel ’93 la direttiva era chiara: votare ‘panza a terra’ Forza Italia che doveva risolvere i problemi di Cosa nostra: il 41 bis e la confisca dei beni ai mafiosi, che dovevano essere annullati”.
Lo ha detto il collaboratore di giustizia Giuseppe Monticciolo interrogato, tra tanti ‘non ricordo’, dai pm nel processo Stato-mafia in trasferta nell’aula bunker di Milano.
“Giovanni Brusca mi ha comunicato questa direttiva – ha aggiunto – e mi sono occupato di informare i capi famiglia, da Monreale a Camporeale, dicendo loro che bisognava votare per Forza Italia”.