Francesca Laura Morvillo, coniugata Falcone (Palermo, 14 dicembre 1945 – Palermo, 23 maggio 1992), una magistrata e accademica italiana, moglie del giudice Giovanni Falcone e, insieme a lui e tre uomini della scorta, uccisa da Cosa Nostra nella strage di Capaci. È l’unica magistrata assassinata in Italia[1].
Una famiglia e una vita in magistratura Nata a Palermo il 14 dicembre 1945, il 26 giugno 1967 si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo dopo un corso di studi eccellente (solo in tre esami ottenne il trenta senza lode[1]), con una tesi dal titolo “Stato di diritto e misure di sicurezza” (relatore il professor Giovanni Musotto), riportando il massimo dei voti e la lode accademica[2]. La qualità del risultato raggiunto le fa meritare il conferimento del premio “Giuseppe Maggiore” per la migliore tesi nelle discipline penalistiche per l’anno accademico 1966/1967[2].
Come il padre Guido, sostituto procuratore a Palermo[3] e il fratello Alfredo poi, decide di entrare in magistratura. Nel corso della carriera ricopre le funzioni di giudice del tribunale di Agrigento, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, di Consigliere della Corte d’Appello di Palermo e di componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura[2]. Francesca Morvillo e il marito e collega Giovanni Falcone, entrambi in toga.
Francesca Morvillo insegnò anche presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ateneo palermitano, in quanto docente di Legislativa del minore nella Scuola di Specializzazione in Pediatria[3].
Nel 1979, dopo un primo matrimonio conclusosi con la separazione, Francesca Morvillo conobbe Giovanni Falcone, all’epoca giudice istruttore presso il tribunale di Palermo; nel 1983 iniziarono a convivere nella casa di via Notarbartolo[1]. Ottenuti i rispettivi divorzi[2], si sposarono nel maggio 1986 con una riservata cerimonia civile officiata da Leoluca Orlando; uno dei testimoni fu il giudice Antonino Caponnetto[1]. Dal 1989 il fratello Alfredo Morvillo iniziò a lavorare insieme a Falcone[4].
L’ultimo impegno professionale di Francesca Morvillo fu il 22 maggio 1992 all’Ergife Palace Hotel di Roma, come componente della commissione d’esame ad un concorso per l’accesso in magistratura[2].
La strage di Capaci Il pomeriggio del 23 maggio 1992, sull’autostrada A29 Palermo-Trapani, nei pressi dello svincolo di Capaci, una carica di circa 400kg di tritolo, posizionata in un cunicolo di scolo sotto il manto stradale, fa saltare l’autostrada dove viaggiavano le tre Fiat Croma blindate che accompagnavano Giovanni Falcone e sua moglie di ritorno da Roma: la loro autovettura si schianta conto la colonna di detriti che si alza a seguito dell’esplosione.
Francesca Morvillo, ancora viva dopo l’esplosione e lo schianto, viene trasportata prima all’ospedale Cervello e poi trasferita al Civico, nel reparto di neurochirurgia, dove però muore sotto i ferri intorno alle 23 a causa delle gravi lesioni interne riportate. Il suo orologio si era fermato all’ora dell’esplosione, le 17:58[5]. Venne tumulata insieme al marito nella cappella della famiglia Falcone, al Cimitero di Sant’Orsola.
Non più presente Falcone, traslato il 3 giugno 2015 al Pantheon di Palermo (ovvero la Chiesa di San Domenico), la mattina dell’11 gennaio 2016 con una piccola cerimonia viene traslata a cura del Comune di Palermo in una cappella del Cimitero di Santa Maria dei Rotoli[6].
Medaglia d’oro al valor civile«Giovane Consigliere della Corte d’Appello di Palermo, consorte del giudice Giovanni Falcone, pur consapevole dei gravissimi pericoli cui era esposto il coniuge, gli rimaneva costantemente accanto sopportando gli stessi disagi e privazioni, sempre incoraggiandolo ed esortandolo nella dura lotta intrapresa contro la mafia. Coinvolta, insieme al Magistrato, in un vile e feroce agguato, sacrificava la propria esistenza vissuta coniugando ai forti sentimenti di affetto, stima e rispetto verso il marito, la dedizione ai più alti ideali di giustizia.[7][8]» — Capaci, 23 maggio 1992
Alla memoria di Francesca Morvillo è stato dedicato il Centro di Prima Accoglienza per i Minorenni, la cui intitolazione fu stabilita dal Ministero di Grazia e Giustizia con decreto del 23 giugno 1992[3]. Nel 2019 il Comune di Milano le ha intitolato una via.[9]
Giovanni e Francesca e la storia di un biglietto d’amore
Francesca Morvillo: la bomba, il biglietto, l’amore per Falcone
“Ho sentito il bisogno di raccontare la storia di Francesca Morvillo. Da sempre abbiamo raccontato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come era sacrosanto che fosse. Ma cosa sappiamo della dottoressa Morvillo, oltre al fatto che era la moglie di Falcone?”. Felice Cavallaro, inviato del ‘Corriere della Sera’, come spiega lui stesso, ha voluto saldare un debito con la memoria con il suo nuovo libro: ‘Francesca, storia di un amore in tempo di guerra’ (ed. Solferino). Ed è sempre lui a guidarci nel sentiero semplice e tragico, oltre i ruoli e le circostanze, del legame che univa un uomo e una donna, filtrato, soprattutto, attraverso gli occhi di lei.
“Francesca Morvillo – dice Cavallaro – è stata una protagonista della lotta alla mafia, combattuta accanto ai magistrati del pool, non solo per la vita blindata e i rischi, ma anche perché, con Giovanni Falcone suo marito, rileggevano insieme gli atti giudiziari di notte, per esempio. E, se c’era una retata in programma, il giudice si portava i fascicoli a casa, magari per rivederli con sua moglie. Era preparatissima. Magistrato, figlia, sorella e moglie di magistrati. Una ragazza che si diploma giovanissima, che si laurea in tre anni e vince il concorso. Ma si impegna anche nel doposcuola a Borgo Vecchio e insegna ai figli dei carcerati, ai bambini che hanno il papà detenuto e che stanno per strada. E lì si trova davanti alla sofferenza e al dolore di quelle famiglie”.
Una vita che verrà spezzata nelle sue ipotesi future. Il 23 maggio del 1992, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani muoiono nell’attentato di Capaci. “Una esistenza segnata dall’impossibilità di essere normali – continua Cavallaro -. Progetti una vacanza? Un omicidio e sei nel gorgo del dolore. La scorta che accompagna i movimenti, il non potere uscire fuori a cenare da soli… Un sogno di normalità che si era realizzato soltanto nelle ultime settimane, a Roma. E quando qualcuno tenta la carneficina all’Addaura, con la bomba, lei torna nella casa di via Nortarbartolo e scrive un biglietto: “Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita”. Un grido di infinito amore, nell’infinita guerra contro la mafia.
Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, un uomo e una donna. Di loro, Giuseppe Ayala, che era amico di entrambi, narrava: “Se non fosse successo quello che sappiamo, sarebbero invecchiati insieme, felici. Si amavano moltissimo. Non si scambiavano mai effusioni in pubblico. Infatti, io, talvolta, protestavo: ‘E datevelo un bacio’. Loro sorridevano, un po’ imbarazzati. Ma ricordo le occhiate, gli sguardi che testimoniavano, oltre l’amore, una sintonia e una comunanza assolute”. Ma non ci fu il tempo di invecchiare. Non ci fu nemmeno un attimo in più. Roberto Puglisi LIVE SICILIA
FRANCESCA MORVILLO, CHI È MOGLIE GIOVANNI FALCONE/ “Per proteggerla faceva di tutto”
Magistrato e accademica italiana, Francesca Morvillo è stata tra le cinque vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992
Magistrato, moglie di Giovanni Falcone e vittima di mafia: Francesca Morvillosarà ricordata il 23 maggio dall’Università di Palermo. Lei e il marito sono protagonisti del libro di Felice Cavallaro, “Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra“. La loro relazione ha una sintesi nel biglietto che la donna scrisse la notte dell’attentato, quando Falcone decise di restare solo nella villa sul mare. La sua frase restò scolpita su un foglio ritrovato dopo la strage di Capaci: «Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca».
Ma la sua figura è ricostruita anche dall’autore Girolamo Lo Verso, nel libro di memorie “Quando Giovanni diventò Falcone“. La descrive come una donna «accogliente, gentile, tranquilla e piena di modestia». Il marito «faceva di tutto per proteggerla. Anche costringendola a una vita da separati». Quando stavano insieme erano accompagnati sempre dagli agenti della scorta. Un amore difficile, accettato senza riserve da Francesca Morvillo sino al sacrificio estremo. (agg. di Silvana Palazzo)
CHI E’ FRANCESCA MORVILLO
Moglie di Giovanni Falcone e celebre magistrato, Francesca Morvillo è stata una delle cinque vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992, attentato firmato da Cosa Nostra. L’accademica morì in ospedale in tarda serata a causa delle ferite riportate in seguito all’esplosione e purtroppo il suo è un triste primato: è stata l’unica magistrato donna assassinata in Italia.
Nata a Palermo nel 1945, Francesca Morvillo si laureò all’Università degli Studi della sua città in Giurisprudenza. Decise dunque di intraprendere la strada “della legge” esattamente come il padre Guido (sostituto procuratore a Palermo) e il fratello Alfredo, entrando a fare parte della magistratura. Nel corso della sua carriera ha ricoperto diversi incarichi, a partire dal periodo da giudice del tribunale di Agrigento, senza dimenticare gli incarichi di sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, di Consigliere della Corte d’appello di Palermo e di componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura.
FRANCESCA MORVILLO, MAGISTRATO E MOGLIE DI GIOVANNI FALCONE
Con un passato anche da insegnante alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo, Francesca Morvillo proseguì con successo la carriera da magistrato. Per quanto riguarda la vita privata, si separò dal primo marito nel 1979 e conobbe Giovanni Falcone al tribunale della città siciliana, lui all’epoca era giudice istruttore. L’amore andò avanti a gonfie vele e nel 1983 iniziarono a convivere. Il matrimonio arrivò nel 1986, dopo aver ottenuto i rispettivi divorzi, e tra i testimoni ci fu il giudice Antonino Caponnetto, grande amico di Falcone. L’ultimo impegno professionale di Francesca Morvillo risale al 22 maggio 1992, il giorno prima della strage di Capaci: l’accademica era tra i componenti della commissione d’esame ad un concorso per l’accesso in magistratura. Il resto, purtroppo, è storia: Cosa Nostra fece esplodere un ordigno sull’autostrada A29 Palermo-Trapani e causò cinque vittime. Oltre a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, morirono i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco
Note
- ^ a b c d Maria Falcone, Francesca Barra, Giovanni Falcone un eroe solo, Editore Bur – ISBN 8858649605
- ^ a b c d e Consiglio superiore della magistratura, Nel loro segno (pubblicazione fuori commercio in occasione del “Giorno della memoria”)
- ^ a b c Maria Teresa Ambrosini, per Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Biografia Archiviato il 10 agosto 2014 in Internet Archive., su fondazionefalcone.it
- ^ Laura Anello, L’altra storia, Sperling & Kupfer editori, 2012 – ISBN 8873396232
- ^ Andrea Accorsi, Daniela Ferro, Gli attentati e le stragi che hanno sconvolto l’Italia, Newton Compton, 2013 – ISBN 8854153176
- ^ Traslata ai Rotoli la salma del giudice Francesca Morvillo, su Live Sicilia. URL consultato il 12 luglio 2017.
- ^ Francesca Morvillo Medaglia d’oro al valor civile, su Presidenza della Repubblica. URL consultato il 30 maggio 2010.
- ^ Medaglia d’oro al valor civile, su quirinale.it. URL consultato il 12 marzo 2020.
^ A Muggiano una piazza dedicata a Francesca Morvillo
Dall’ARCHIVIO CSM
Francesca Laura Morvillo Uno sguardo d’insieme al percorso professionale.
La sezione raccoglie i seguenti documenti:
- verbali di immissione in possesso:
- uditore giudiziario a Palermo (22 gennaio 1970)
- giudice del tribunale di Agrigento (10 marzo 1971)
- sostituto procuratore della procura della repubblica presso il tribunale per i minorenni di Palermo (27 gennaio 1972)
- consigliere della corte di appello di Palermo (11 luglio 1988)
- parere per la nomina ad aggiunto giudiziario (Consiglio giudiziario di Palermo, 9 ottobre 1972)
- parere per la nomina a magistrato di tribunale (Consiglio giudiziario di Palermo, 17 marzo 1975)
- parere per la nomina a magistrato di appello (Consiglio giudiziario di Palermo, 21 marzo 1983)
- parere per l’idoneità alla ulteriore valutazione ai fini della nomina a magistrato di cassazione (Consiglio giudiziario di Palermo, 26 marzo 1990) e altri atti relativi alla nomina a magistrato di cassazione
- rapporto informativo del Presidente della III Sezione penale della Corte di Appello di Palermo (7 febbraio 1990)
- parere per il cambio funzioni (Consiglio giudiziario di Palermo, 11 ottobre 1990)
- statistiche allegate al parere per la nomina a magistrato di appello (1983)
- statistiche allegate al parere del 26 marzo 1990
- domande di trasferimento
- alla Procura presso il Tribunale per i minorenni (1971)
- al posto di consigliere corte appello Palermo (con allegate statistiche) (1990)
- a uffici giudiziari aventi sede a Roma (1991).
Nata a Palermo il 14 dicembre 1945, entra in magistratura giovanissima, seguendo le orme del padre (anch’egli magistrato a Palermo), nominata con DM 15 gennaio 1970.
Trascorre l’intera carriera in Sicilia, scegliendo un percorso orientato al servizio della giustizia e dei più deboli.
Svolge il periodo di uditorato a Palermo, per essere poi destinata, in prima assegnazione, al Tribunale di Agrigento (dove prende servizio il 10 marzo 1971). Già il 26 novembre 1971 effettua la scelta che ne segnerà la vita lavorativa: presenta domanda (poi accolta dal CSM) per essere trasferita alla Procura presso il Tribunale dei Minorenni di Palermo, con funzioni di sostituto, dove arriva il 27 gennaio 1972 e resta fino al 1988, allorquando chiede ed ottiene il trasferimento alla Corte di appello di Palermo, con funzioni di consigliere.
Nel marzo 1991 presenta varie domande di trasferimento per uffici giudiziari aventi sede a Roma. Nella domanda, scrive a mano, su foglio protocollo, la ragione: “l’esigenza di raggiungere la sede richiesta per mantenere l’unità del nucleo familiare dato che il proprio coniuge Giovanni Falcone, anch’esso magistrato, è stato destinato al Ministero di Grazia e Giustizia con l’incarico di direttore generale degli affari penali”.
Corona tale aspirazione ottenendo, pochi giorni prima della strage (la decisione del CSM è datata 11 maggio, il decreto ministeriale di nomina è del 12 maggio 1992), il prestigioso incarico di componente della Commissione giudicatrice del concorso per esami a 300 posti di uditore giudiziario, indetto con d.m. 30 dicembre 1991. Incarico che, forse, le costò la vita ma che ha lasciato un segno positivo sui tanti giovani che a quel concorso hanno partecipato
Le eccezionali qualità professionali.
Il percorso professionale è caratterizzato da impegno e capacità professionali di assoluto rilievo.
Le valutazioni periodiche sono sempre positive, secondo i tempi previsti dalla legge: 7 dicembre 1972 nomina a aggiunto giudiziario a decorrere dal 15 gennaio 1972; 1 luglio 1970 nomina a magistrato di tribunale a decorrere dal 15 gennaio 1975; 21 luglio 1983 nomina a magistrato di appello dal 15 gennaio 1983; 4 luglio 1990 idoneità alla nomina a magistrato di cassazione a decorrere dal 15 gennaio 1990. Mai un ritardo, dunque: la regolarità delle scansioni temporali è il primo segno della impeccabilità dell’intera vita professionale di Francesca Morvillo.
Ma la lettura più interessante è quella dei rapporti informativi e pareri, che sebbene in una prosa burocratica, fanno emerge la figura di un magistrato profondamente preparato e competente.
Nel parere relativo alla “idoneità ad essere ulteriormente valutata ai fin della nomina a magistrato di cassazione” (del 26 marzo 1990) il Consiglio giudiziario di Palermo, nel sintetizzare le precedenti valutazioni ricevute da Francesca Morvillo, usa i seguenti aggettivi: “eccellente” relativamente alla preparazione, “pronto e sagace” relativamente all’intuito. Ne loda infine “l’equilibrio, la riservatezza, la facilità di eloquio”.
In ordine alla preparazione e capacità, il parere del 1990 usa questi termini: “vivido ingegno, qualificata preparazione giuridica, grande equilibrio, scrupolosa e puntuale attività, encomiabile operosità e diligenza, pregevolezza nelle motivazioni, gentilezza di modi, innata riservatezza”. Relativamente alla diligenza, vengono aggiunti: “notevole impegno, massima efficienza, zelo, spirito di servizio, tempestività e puntualità nel deposito dei provvedimenti”. Un modello, in pochi aggettivi.
Come ovvia conseguenza, il parere si concludeva con i seguenti giudizi: ottima preparazione e capacità, elevata laboriosità, esemplare diligenza, massimo e costante equilibrio.
Il Presidente della Terza Sezione penale, nel rapporto informativo del 7 febbraio 1990 (funzionale alla idoneità alla nomina a magistrato di cassazione), a sua volta, fa luce anche sulla personalità di Francesca Morvillo, che qualifica come “forte, improntata ad immediata individuazione delle scelte e a garbata fermezza nelle decisioni prese”.
Dai freddi numeri delle statistiche (qui, qui e qui) emerge un magistrato che definire, per usare la terminologia “convenzionale”, di “elevatissima produttività” è omologante e riduttivo: nel corso del 1990 ha depositato 768 sentenze, ben oltre la media dei colleghi.
L’impegno quale magistrato minorile.
La sezione raccoglie i seguenti documenti:
- documentazione relativa alle esperienze in materia di minori antecedenti all’ingresso in magistratura
- parere per la nomina ad aggiunto giudiziario (Consiglio giudiziario di Palermo, 9 ottobre 1972)
- parere per la nomina a magistrato di tribunale (Consiglio giudiziario di Palermo, 17 marzo 1975)
- parere per la nomina a magistrato di appello (Consiglio giudiziario di Palermo, 21 marzo 1983)
- nota di elogio del Procuratore presso il Tribunale dei minorenni di Palermo (8 luglio 1988)
- statistiche allegate alla domanda per il posto di consigliere corte appello palermo (1988) e statistiche relative alla nomina a magistrato di appello (1983)
- parere relativo all’idoneità alla ulteriore valutazione ai fini della nomina a magistrato di cassazione (Consiglio giudiziario di Palermo, 26 marzo 1990)
- atti relativi all’incarico presso la commissione di sorveglianza sugli atti di archivio della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Palermo.
L’impegno nella materia minorile è la cifra distintiva di 17 anni di vita professionale di Francesca Morvillo.
Il primo dato che emerge è che la scelta di esercitare le funzioni in tale settore appare la naturale prosecuzione di un’attenzione all’infanzia e ai giovani iniziata ben prima di entrare in magistratura. In forza della propria naturale inclinazione, già durante gli studi universitari, nonostante la giovane età, Francesca Morvillo si dedicava (volontariamente e gratuitamente) all’insegnamento presso alcuni istituti per l’infanzia e presso un centro di assistenza per i figli dei detenuti, distinguendosi per la “capacità di comprendere la psicologia dei minori” (come le attesta l’Opera diocesana di Monreale) e per la “innata sensibilità e spiccata, matura conoscenza delle complesse e delicate esigenze della psicologia minorile” (come attesta il Procuratore di Palermo). Per sviluppare tali attitudini, peraltro, ha anche frequentato un corso – autorizzato dal Ministero della Pubblica istruzione – di “fisiopatologia dello sviluppo fisico e psichico del fanciullo”.
Efficaci nel descrivere l’approccio di Francesca Morvillo alle delicate funzioni di sostituto procuratore presso la Procura per i Minorenni sono le parole utilizzate dal parere del Consiglio giudiziario di Palermo del 26 marzo 1990: “le sue doti umane, non disgiunte dal necessario rigore, sono servite sia a mitigare l’asprezza della pena che a ricondurre sulla retta via minori disadattati e dalla condotta irregolare. Il suo intuito e la sua sensibilità sono stati di grandissimo ausilio nella istruzione delle pratiche […] aventi per oggetto l’infanzia abbandonata con tutti i delicati problemi sociali che comporta tale cura”. Prosegue l’estensore del parere affermando che le “doti giuridiche e umane […] hanno avuto modo di rifulgere nel preminente interesse dei minori”. Altre parole sarebbero state, forse, superflue. Nello stesso senso, l’encomio del Procuratore per i minorenni di Palermo del 8 luglio 1988.
Anche nei precedenti pareri trovava spazio il riconoscimento delle particolari attitudini alla materia: quello del 21 marzo 1983 richiama la capacità di cogliere le “implicazioni socio-psicologiche” dei procedimenti trattati e quello del 17 marzo 1975 dà atto della “specifica preparazione quale magistrato minorile”.
Ancor prima, queste doti in nuce emergevano dal parere del 9 ottobre 1972 per la nomina ad aggiunto giudiziario (parere adottato da un Consiglio giudiziario nel quale sedevano, fra gli altri, Angelo Piraino Leto, suocero di Paolo Borsellino, Rocco Chinnici e Pietro Giammanco, che, peraltro, forse un ulteriore segno del destino, era anche il p.m. di udienza il giorno in cui Francesca Morvillo prese possesso come uditore giudiziario).
Infine, uno sguardo ai prospetti del lavoro svolto (le c.d. statistiche, qui e qui) consente una immediata valutazione dell’abnegazione e dello spirito di servizio che la animava.
L’esperienza in Corte d’Appello.
La sezione raccoglie i seguenti documenti:
- rapporto informativo del Presidente della III Sezione penale della Corte di Appello di Palermo (7 febbraio 1990).
Il mutamento di funzioni dalla Procura minorile alla Corte di appello non modifica i giudizi che vengono espressi sul magistrato.
In proposito, il Presidente della Terza Sezione penale, nel rapporto informativo del 7 febbraio 1990 (funzionale alla idoneità alla nomina a magistrato di cassazione) esordisce con una entusiastica definizione, collocandola “nel quadro dei magistrati più rappresentativi della migliore tradizione dell’ordine giudiziario”, per poi elogiarne la brillante intelligenza, la vasta cultura, l’altissimo livello tecnico professionale. Relativamente al lavoro in Corte, il dott. D’Antoni ammette di fare “incondizionato affidamento sulla sua collaborazione per lo studio di qualsiasi questione”, motivando l’affermazione anche in ragione della costante propensione di Francesca Morvillo ai nuovi orientamenti dottrinali e giurisprudenziali; il contributo in camera di consiglio viene definito sobrio, acuto e proficuo, autorevole ma aperto al confronto. L’eloquio nelle relazioni orali, invece, è “sciolto e fascinoso”.
Quanto al lavoro svolto, il Presidente di sezione non solo le riconosce il fatto di non indulgere al vittimismo o di rivendicare attestati di benevolenza nonostante il considerevole carico di lavoro, ma ne attesta la capacità di redigere pregevoli e impegnative motivazioni, anche in processi con alto numero di imputati.
Le esperienze extragiudiziarie.
La sezione raccoglie i seguenti documenti, relativi a:
- insegnamento di “Legislazione del minore” presso la Scuola di Specializzazione in pediatria della Facoltà di Medicina e Chirugia dell’Università di Palermo (anni 1986-1990)
- nomina come componente supplente della Commissione per gli esami di procuratore legale, presso la Corte di appello di Palermo (1990)
- nomina a componente della Commissione giudicatrice del concorso per esami a 300 posti di uditore giudiziario indetto con d.m. 30 dicembre 1991.
Francesca Morvillo, attesa la competenza maturata nel lungo periodo trascorso presso la Procura minorile, per vari anni (precisamente dal 1986 al 1990) ha tenuto lezioni di “Legislazione del minore” al II anno della Scuola di Specializzazione in Pediatria della facoltà di Medicina dell’Università di Palermo.
Ha inoltre fatto parte, nel 1990, come componente supplente, della Commissione per gli esami di procuratore legale per l’anno 1990, presso la Corte di appello di Palermo.
Infine, come anticipato, la capacità scientifica e professionale l’ha portata ad essere nominata componente della Commissione giudicatrice del concorso per esami a 300 posti di uditore giudiziario, indetto con d.m. 30 dicembre 1991.