Nei giorni scorsi alcuni famigliari di vittime delle stragi di terrorismo e di mafia si sono costituiti in coordinamento ponendo al primo punto del loro programma :
“individuare e mettere in evidenza il disegno comune che lega tutte le stragi avvenute nel nostro Paese, teso a determinarne un cambiamento di ordine politico attraverso la cosiddetta strategia della tensione”.
Ne consegue che secondo i sottoscrittori del programma costitutivo le stragi di mafia che hanno avuto come obiettivo i magistrati Chinnici, Falcone e Borsellino, per citarne solo alcune, rientrerebbero di conseguenza anch’esse nel suddetto disegno comune che legherebbe tutte le stragi avvenute nel nostro Paese volto a determinare un cambiamento di ordine politico.
Chinnici, Falcone e Borsellino non sarebbero dunque morti per le loro inchieste ma bensì per provocare la destabilizzazione degli equilibri politici del Paese ???
AGI 18 Dicembre 2024
Fare fronte comune tra le associazioni delle vittime delle stragi, del terrorismo e delle mafie che hanno insanguinato il nostro Paese è “una necessità ormai ineludibile per arrivare alla piena verità e alla giustizia”. Nell’amara consapevolezza che “c’è ancora tanta strada da percorrere”.
Questa la premessa della scelta di dar vita ad un Coordinamento “con l’obiettivo di poter svolgere di concerto un’attività divulgativa e informativa e vigilare affinché non si dimentichi”.
“Fino a oggi – rivendicano le associazioni dei familiari – abbiamo tenuto sempre alta l’attenzione, seguito processi lunghissimi, commissioni parlamentari e vigilato sui depistaggi, le falsificazioni e le mistificazioni. Questo continueremo a fare ma insieme, perché ormai è chiaro che la storia dello stragismo ha evidenti collegamenti comuni e continui e che in tutte queste vicende, sempre, pezzi dello Stato sono stati responsabili di depistaggi, azioni criminali e manomissioni”.
In concreto, il neo Coordinamento si propone di:
- “individuare e mettere in evidenza il disegno comune che lega tutte le stragi avvenute nel nostro Paese, teso a determinarne un cambiamento di ordine politico attraverso la cosiddetta strategia della tensione”;
- “concordare iniziative atte a contrastare qualsiasi ipotesi di depistaggio e mistificazione dei fatti e, in particolare, bloccare il tentativo di riscrivere la storia del Paese sottovalutando, se non addirittura ignorando, le responsabilità dell’eversione nera nelle stragi, anche in quelle comunemente dette di mafia”;
- “censire, raccogliere e mettere a disposizione le fonti documentali sulla recente storia d’Italia, in particolare sui terrorismi e le mafie”;
- “digitalizzare la documentazione giudiziaria e renderla consultabile da parte di tutti”;
- “avviare interlocuzioni con le istituzioni dello Stato al fine di dare attuazione alle nostre proposte”;
- “organizzare iniziative divulgative per valorizzare il patrimonio di conoscenze accumulato nel tempo ed evitare falsificazioni e mistificazioni”.
Per sviluppare e sostenere le attività del Coordinamento “è essenziale mettere in comune gli archivi delle associazioni aderenti, in modo da supportare la ricerca e continuare a lavorare per la verità e la giustizia. In particolare, per quanto attiene alla attività di inventariazione e digitalizzazione degli atti e dei documenti, il Coordinamento si farà parte attiva per ampliare il censimento delle fonti già avviato da anni e confluito nel portale della Rete degli Archivi per non dimenticare memoria.cultura.gov.it”.
È una esigenza, questa, fortemente avvertita da parte delle varie associazioni e familiari singoli, “essendo innegabile il fatto che vi sia in Italia una carenza di fonti documentali relativi al periodo che va dal dopoguerra a oggi, in specifico per i temi legati ai terrorismi e alle mafie, alla violenza politica, ai movimenti e alla criminalità organizzata. La difficoltà nel reperimento delle fonti, le polemiche, l’uso pubblico e politico della storia hanno condizionato notevolmente la riflessione storiografica, che dovrebbe invece essere uno dei motori di ricerca della verità e, di conseguenza, della divulgazione e della conservazione della memoria”.
Le varie direttive di declassifica sul caso Moro, sulle stragi dal 1969 al 1984, su Gladio e P2 “hanno avviato un percorso di trasparenza e una riflessione sulla centralità della conservazione della documentazione sui gravi crimini che hanno attraversato la nostra democrazia”.
Le firme sotto l’atto di nascita del Coordinamento sono di
- Flora Agostino, sorella di Antonino Agostino;
- Nunzia Agostino, sorella di Antonino Agostino;
- Nino Morana, nipote di Antonino Agostino;
- Salvatore Borsellino, presidente associazione Agende Rosse;
- Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino;
- Pina Catalano, sorella di Agostino Catalano;
- Tommaso Catalano, fratello di Agostino Catalano;
- Brizio Montinaro, fratello di Antonio Montinaro;
- Brizia Donata Montinaro, sorella di Antonio Montinaro;
- Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi;
- Marcello Loi, fratello di Emanuela Loi;
- Angela Manca, madre di Attilio Manca;
- Gianluca Manca, fratello di Attilio Manca;
- Annunziata Mormile, sorella di Umberto Mormile;
- Stefano Mormile, fratello di Umberto Mormile;
- Luigi Dainelli, presidente Associazione familiari strage via dei Georgofili;
- Federico Sinicato, presidente associazione piazza Fontana
- Franco Sirotti, fratello di Silver Sirotti, vittima della strage Italicus
- Sergio Amato, figlio di Mario Amato;
- Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime strage di Bologna
- Paola Caccia, figlia di Bruno Caccia;
- Rosaria Manzo, presidente Associazione vittime strage sul treno rapido 904;
- Manlio Milani, presidente Associazione familiari strage piazza della Loggia;