Mafia e Finanza, l’Italia faccia di più

Dopo la denuncia di Roberto Saviano l’appello di Piero Grasso. E ora Berlino trema

di Salvo Palazzolo

PALERMO – Le prime audizioni della nuova commissione antimafia europea confermano l’analisi di Roberto Saviano. “Le mafie italiane si sono mosse con grande disinvoltura in questa fase di crisi economica”, spiega il presidente Sonia Alfano: “Di recente, la ‘ndrangheta ha riciclato 28 milioni di euro in poche ore, acquistando un intero quartiere in Belgio”. I commissari di Strasburgo sono appena tornati dalla Serbia, adesso stanno programmando la loro prima visita in Italia, fissata per fine ottobre: andranno a Palermo, Roma e Milano, per ascoltare non solo magistrati e investigatori, ma anche rappresentanti del sistema bancario e del mondo imprenditoriale.

“Il parlamento europeo vuole conoscere il modello Italia di lotta alla mafia, che tanti risultati ha dato sul fronte del contrasto all’ala militare delle organizzazioni criminali”, spiega Sonia Alfano. “Ma le audizioni sono mirate anche a capire perché l’Italia sia in ritardo sulla legislazione riguardante il riciclaggio e la corruzione. Ad esempio, continua a non essere previsto il reato di autoriciclaggio”.

Di riforme parla anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: “Ad ogni audizione a cui vengo invitato ricordo che in occasione del pacchetto sicurezza voluto dall’allora ministro Maroni tutte le forze politiche firmarono all’unanimità un ordine del giorno. Ci si impegnava a migliorare le normative su riciclaggio, voto di scambio, concorso esterno e collaboratori di giustizia. Nulla è stato fatto”. Il

procuratore nazionale invoca “nuovi strumenti” per la lotta al riciclaggio. Non bastano più solo le segnalazioni delle operazioni sospette: ne arrivano 40.000 all’anno da parte del sistema bancario. “Ma sono spesso irrilevanti”, spiega Grasso. “Sono invece pochissime le segnalazioni che arrivano dagli intermediari finanziari: evidentemente, società fiduciarie e commercialisti non vogliono perdere clienti”.

Il procuratore nazionale sostiene che la lotta al riciclaggio passa soprattutto dai sequestri ai boss: “Negli ultimi anni, sono stati messi i sigilli a beni per 40 miliardi di euro. Si può fare di più, con strumenti che rafforzino le indagini patrimoniali”.
Di riforme nell’antimafia si parla ormai anche oltralpe. Dice la Alfano: “Il mio obiettivo è la realizzazione di un codice unico antimafia europeo, che preveda il reato di associazione mafiosa, il 41 bis e le confische”. Di recente, un’apertura è arrivata anche dalla Germania, da sempre dubbiosa sul reato di associazione mafiosa configurato in Italia. “Il capo della polizia di Berlino – spiega il presidente Alfano – ci ha detto che la situazione di infiltrazione delle mafie nella loro economia non è più sostenibile”.

(La Repubblica 28 agosto 2012)