Lotta al malaffare, tante iniziative in ordine sparso

di Lionello Mancini

…E poi ci sono le realtà culturali, giovanili, sindacali che fertilizzano il territorio, impegnano ragazzi, sollecitano amministrazioni (es. Libera, Sodalitas, Progetto San Francesco).

di Lionello Mancini

 

La Procura di Milano, in stretta sinergia con quella di Reggio Calabria, elabora strategie, indaga, colpisce. A ciò si aggiunge il sequestro dei beni mafiosi, delicato iter in cui l’apposita sezione del Tribunale meneghino è particolarmente esperta e chirurgica, nonostante i bisturi arrugginiti forniti dalla legge.Il Tribunale nel suo insieme rivendica una piena sinergia amministrativa, economica e sociale con istituzioni e società civile, agendo di conseguenza: avvia tavoli, promuove confronti e miglioramenti, accetta il fundraising per raggiungere gli obiettivi. Ancora: Assolombarda è impegnata con decisione sul fronte della legalità e così i costruttori di Assimpredil; Palazzo Marino si è dotato di una commissione antimafia e lo stesso sindaco Pisapia si avvale di uno staff di esperti in materia; la Prefettura coordina la sorveglianza nazionale sui lavori dell’Expo, mentre 63 manager lombardi si sono specializzati nella gestione delle aziende confiscate, le università della regione promuovono ricerche, summer school, corsi specializzati. E poi ci sono le realtà culturali, giovanili, sindacali che fertilizzano il territorio, impegnano ragazzi, sollecitano amministrazioni (es. Libera, Sodalitas, Progetto San Francesco).  L’elenco, parziale, sembra costituire una risposta pragmatica alle preoccupazioni ribadite dagli inquirenti sull’assenza di anticorpi al contagio mafioso di territori, politica ed economia, emerso dalle inchieste. È innegabile che, negli anni, il livello di attenzione è salito, è ormai chiaro come corruzione, malgoverno e criminalità organizzata si nutrano a vicenda e cresce l’area di impegno fattivo, rispetto a quanti sventolano bandiere per convenienza o propaganda.  Eppure manca qualcosa. Come in quel gioco che consiste nell’unire in un disegno qualche decina di punti dislocati apparentemente a caso, anche in questo Nord ricco di segnali di attenzione (e di allarme), manca un tratto di penna che faccia emergere il disegno di un’azione unitaria, coordinata e perciò efficace. La situazione attuale, densa di iniziative, segna un passaggio normale e necessario, in cui ciascun comparto si esprime con tempi e modi propri; normali anche le diffidenze reciproche (alcune, peraltro, fondate) che però vanno superate; i tempi di elaborazione e di azione sono diversi, come gli ambiti nei quali maturano riflessioni e decisioni. A tutti i soggetti è richiesta la capacità di comprendere questa fase e di viverla con fiducia, perché lo sforzo di ciascuno ha un valore intrinseco, tutti sono necessari anche se non è ancora chiaro chi, come e quando avrà il compito di tracciare la linea che darà vita al disegno compiuto. In questa fase di attivismo spontaneo, hanno pari dignità gli incontri nelle scuole e le manette; l’impegno delle imprese e il sequestro dei beni; i corsi di formazione per amministratori giudiziari e i raduni dei boyscout. Il disegno arriverà, come è arrivato anni fa in Sicilia, quando hanno saputo trovare fiducia reciproca gli industriali, i giovani di Addiopizzo, i commercianti, i magistrati, i poliziotti. Ma occorre crederci e non mollare né denigrare il lavoro altrui. Anzi, coltivare la certezza che il disegno sarà tanto più compiuto e dettagliato, quanti più saranno i punti da unire per comporlo.

Sole 24 ore 26.11.2012

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