PSF a lezione a Lugano con i Procuratori Prestipino e De Lucia

 

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A Lugano per una lezione sui rischi delle trasformazioni criminali. Il PSF in trasferta in Svizzera per ascoltare Michele Prestipino il Procuratore  Aggiunto della DDA di Reggio Calabria e il Procuratore Aggiunto della DNA Maurizio De Lucia, alla Libera Università degli Studi di Scienze Umane e Tecnologiche. 

“Se in Lombardia esistono e sono state aggredite, da noi e dalla Procura di Milano, 25 locali di
‘ndrangheta oggi è un fatto noto. Tuttavia occorre ricordare che per costituire una locale necessarie 49 persone disponibili e attivi per l’organizzazione mafiosa, pertanto possiamo dire che se la linea della palma sale (la crescita al nord delle mafie come scriveva Sciascia nel 1960) si radica anche la linea del bergamotto.
Quindi se un’organizzazione apparentemente grezza e rozza come la ‘ndrangheta si è così fortemente radicata è anche per la particolarità del modello d’espansione, esportando non soltanto gli interessi e i loro soldi ma anche la struttura organizzativa e il sistema economico. Accade anche in merito alla loro specifica capacità di riprodurre il modello di controllo sociale, attraverso lo strumento più occulto ovvero il suo sistema di relazioni esterne, quelle relazioni sociali che garantiscono ai clan il radicamento sociale che loro auspicano.
Questa straordinaria capacità di riprodurre ovunque il sistema di controllo delle relazioni, tessendo le alleanze con il mondo non mafioso, con politici, imprenditori, professionisti, disponibili e volenterosi sostenitori degli interessi convergenti. Stiamo arrestando pertanto non soltanto ‘ndranghetisti ma anche soggetti esterni ma che hanno fatto affari con i clan, rafforzandone il consenso sociale.
Questo accade ed è accaduto a Milano, a Como, a Buccinasco come a Lugano.
Questo è comunque possibile perché esistono dei tramiti, dei mediatori, dei realizzatori di un processo di conoscenza reciproca a favore del patto criminale.
Famiglie di Palmi sedute comodamente in uno studio di Lugano a parlare di investimenti criminali off shore, due mondi distanti ma legati tra loro da comuni interessi. Nel caso elvetico questo operatore di contatti, il facilitatore, è stato un avvocato italiano, con studio in Calabria e a Como” così a premessa della lezione il Dottor Michele Prestipino, sottolineando sempre i rischi enormi per il mondo del lavoro.
La pattuglia del PSF a Lugano, Battista Villa, Andrea Zoanni, Alessandro de Lisi, Claudio Ramaccini con Gerardo Larghi e Gloria Paolini ha voluto con se anche Maria Teresa Morano della FAI Federazione delle Associazioni Antiracket Italiane. Presente anche Carmine Mussari, assessore del Comune di Cadorago aderente al PSF.
Con Maria Teresa Morano il PSF ha in cantiere vari programmi ed è partner per la Lombardia anche per la Fondazione Trame e del Festival Trame – libri contro le mafie di Lamezia Terme, come sottolinea Alessandro de Lisi, direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco “per difendere le imprese e i lavoratori dai ricatti dei boss, che abitualmente dicono che “chi ha il lavoro ha il potere”, serve conoscere molto bene il fenomeno criminale, i progetti di radicamento sociale e gli strumenti per ottenerlo più innovativi delle mafie.  
Serve anche impegnarsi in proposte strategiche di responsabilità sociale a supporto delle leggi e della magistratura, che da sole non bastano in questa epoca di crisi per bloccare i mafiosi, o meglio non bastano per impedire il dilagarsi della cultura mafiosa, facendo ponti e non frontiere, legando questo territorio con la Calabria, in un ponte di azioni comuni e simmetriche di tipo contrattuale e culturale”.