La crisi nasconde la giustizia. Bruxelles per il welfare della Legalitá contro l’assistenzialismo dei clan.

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La crisi non molla. Anzi, come un’infezione in una ferita grave, peggiora complessivamente lo stato di salute sociale dell’Europa intera. Il castelletto dei principali fattori di sfiducia e di preoccupazione diffusi tra i cittadini dell’eurozona vede in cima la paura di perdere il lavoro, la sfiducia nella politica per riconosciuta bassa qualità della classe dirigente di opporre proposte storiche ed il proliferare dei ricatti economici. Certo si potrebbe continuare, ma per dovere di sintesi fermiamo a questi timori l’elenco.

 

Dopo il rischio, scongiurato nella notte, del prelievo forzoso nei conti correnti dei ricchi di Cipro si aggiunge un’inquietante sfumatura di grigio al disastro sociale della crisi: i soldi non puzzano mai, nemmeno quelli dei russi evasori o almeno allegri esportatori di valuta. Cioè è stato meglio salvare le banche cipriote piuttosto che prelevare dalle tasche più fortunate dei benestanti, in vista di un risanamento del sistema bancario e sociale dell’isola del Mediterraneo.

 

Nel teatro della cronaca di guerra in tempo di crisi si può dire che almeno per i poveri lavoratori ciprioti c’è la speranza di piangere con un occhio. In questo strano welfare finanziario – ammortizzatori comunitari per le banche piuttosto che investimenti per il lavoro – salta all’attenzione un altro rischio diffuso.

 

La crisi copre la giustizia, facendo scivolare verso posizioni in ombra le priorità strategiche per il recupero della competitività comune: lotta alla corruzione, all’eversione fiscale e alla criminalità organizzata sembrano essere diventati temi di nicchia. Purtroppo l’OCSE e i maggiori istituti di analisi economica ricordano alla politica che questi freni non sono più sostenibili sia in termini democratici e sia in termini industriali.

 

Nella contrattazione sociale del lavoro la gigantesca massa di denaro grigio delle mafie preme sulle pareti dell’economia sana e in crisi, aprendo squarci difficilmente sanabili. Se questi soldi mafiosi dovessero entrare in circolo definitivamente , sarebbe impossibile sanare la comunità dal contagio, e non basterebbero né manifestazioni e nemmeno veglie di preghiera a San Gennaro, protettore delle cause perse.

 

In questo scenario non si può immaginare alcuna piattaforma sociale della giusta programmazione del lavoro, a partire dalle indispensabili connessioni europee di ogni singolo e nazionale welfare state. Allora occorre recuperare la giusta distanza tra i doveri urgenti della politica e della società civile e le cause endemiche che hanno peggiorato una crisi di sistema e non solamente economica. Questo per ricordare che gli unici attori finanziari superdotati di denaro contante (sporco e ripulito) in questo momento, sono i clan e la rete delle mafie temporaneamente associate tra loro.

 

Pertanto non si può trattare con Tizio senza stare attenti a Caio, ovvero serve una politica di welfare straordinario della legalità, appianando così le discrepanze tra diritti e doveri di ciascuno, lavoratore od imprenditore, e da questo ripartire per lo sviluppo.

 

Vogliamo ricordare anche che il Sindacato italiano ha una lunga tradizione di azioni e battaglie europee, non foss’altro che la Filca Cisl, le costruzioni e affini, esprimono in Domenico Pesenti il vertice del sindacato europeo del settore e Marco Bentivogli della Fim Cisl ha lottato per portare la fusione in un unico grande sindacato europeo dei metalmeccanici, l’Industriall. Questo a scopo di inventario degli strumenti sindacali e sociali di cui è possibile disporre, ma che lasciao comunque le ombre fin troppo buie.

 

Con tutte queste preoccupazioni ma anche con “un’obbligatorio e necessario ottimismo” il Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco ha accettato l’invito dell’associazione per il sociale del sindacato dei bancari, Fiba Cisl Social Life, di andare a Bruxelles per chiedere ufficialmente la presenza del Vice Presidente Vicario dell’Europarlamento Gianni Pittella a Firenze.

 

Infatti il prossimo maggio a Firenze sarà l’occasione di fare il punto a Terra Futura, decennale edizione della storica manifestazione nata dal Social Forum, e per tale appuntamento non bastava una speranza, ma era ed è necessaria un’alleanza per la legalità: il Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco con Fiba Cisl Social Life saranno insieme alla Fondazione Trame di Lamezia Terme (produttore del più importante festival in Europa di libri contro le mafie) e con Nuova Cooperazione Organizzata di San Cipriano d’Aversa e di Casal di Principe, cuore sociale contro “Gomorra”. Una sfida umile e fervente, un post it a sostegno contro la paura della politica di essere adulta e al servizio dei poveri senza voce.

 

ADL