Lettera di un’insegnante al PSF

 
Relazione sugli incontri presso l’Istituto “F. Melotti”di Cantù e Lomazzo

Per il Progetto “Crescere con Legalità”

Abbiamo ricevuto molte lettere da parte degli insegnanti e degli studenti incontrati in questi anni. In un’azione duplice, per dare gambe alla responsabilità sociale contro le mafie e per fare incontrare il sindacato europeo coi giovani, in Toscana, Liguria, Calabria e Lombardia il PSF è stato invitato a costruire diversi percorsi di informazione e formazione popolare nelle scuole. Ad oggi oltre 3000 studenti, in poco più di due anni, e centinaia di insegnanti sono entrati “in contatto” con il nostro Progetto, e per ringraziare loro per il patto di energia, impegno e cultura oggi pubblichiamo una lettera di Rita Marrandino, professoressa dell’Istituto Fausto Melotti di Cantù (CO), a rappresentanza delle altre, per noi contratti con il futuro del nostro lavoro.

 
 
 
 
 
Relazione sugli incontri presso l’Istituto “F. Melotti”di Cantù e Lomazzo
Per il Progetto “Crescere con Legalità”
Effettuato grazie all’intervento del Dott. Alessandro De Lisi del Progetto San Francesco Centro Studi Sociali Contro le Mafie

In questi giorni si sta concludendo la prima fase del progetto “Crescere con Legalità” che ha visto coinvolti, con il Dott. Alessandro De Lisi, gli studenti delle classi quarte della sede di Cantù e della classe quarta e quinta della sede di Lomazzo.

Gli incontri si sono tenuti in orario curricolare, il progetto, approvato dal Collegio Docenti è parte integrante dell’offerta formativa della scuola per il corrente anno scolastico.

Nel nostro istituto nei primi tre anni sono proposti agli studenti progetti che indagando vari ambiti, lavorano su tematiche connesse con l’adolescenza, fornendo una possibilità d’incontro e di dialogo su temi importanti per la crescita personale.

Proporre un progetto sui temi della legalità mi è parso la normale e naturale continuazione del lavoro svolto negli anni precedenti, necessario per fornire informazioni precise ed adeguate agli studenti, nel momento in cui si avvicina il tempo in cui dovranno operare scelte che definiranno la loro identità non solo a livello personale.

 Parlare di legalità a scuola non è casuale ne marginale, aiutare i nostri giovani a costruire una propria responsabilità sociale è importante e necessario, fondamentale per chiedere legalità e il rispetto delle regole elementi necessari quando si troveranno a confrontarsi con il mondo del lavoro o con le altre innumerevoli scelte proprie dell’età adulta.

 Il progetto ha voluto quindi, dare inizio ad una riflessione su questi temi, analizzando i fatti della realtà odierna indagandone contemporaneamente le radici storiche che li hanno generato.

Fin dal primo incontro gli studenti sono stati attenti, coinvolti in quello che il relatore volta per volta svelava, la storia, gli episodi, alcuni conosciuti altri no, che aprivano porte su dimensioni di cui fino ad allora, molti di loro avevano sentito parlare solo al telegiornale e vivevano come qualcosa di lontano, non facente parte della loro realtà, qualcosa di folcloristico al massimo buono per uno sceneggiato televisivo.

La conoscenza storica del fenomeno, le informazioni precise è dettagliate hanno determinato un’attenzione, un ascolto, che non poteva che essere il risultato di una nuova consapevolezza. Dopo questi tre incontri, sicuramente i ragazzi che hanno partecipato, non potranno vedere alcune realtà nello stesso modo in cui le guardavano prima, non potranno dire di non sapere o di non conoscere. La porta su questo fenomeno è stata aperta, uno snodo è stato creato, ora c’è un prima è un dopo.

La seconda fase del progetto prevede che si formi un gruppo di studenti interessati, che vogliano continuare il lavoro con incontri pomeridiani al di fuori dell’orario scolastico. Quando ho strutturato il progetto temevo per la fattibilità di questa seconda fase, i nostri studenti hanno già due pomeriggi di lezione e siamo arrivati agli ultimi mesi dell’anno scolastico, i più pesanti. Prevedevo di formare un gruppo di dieci, dodici ragazzi non di più, invece, fin dalla presentazione della seconda fase, un numero consistente di studenti si è dichiarato disponibile a continuare l’esperienza. Va segnalato inoltre l’interesse suscitato negli insegnanti che accompagnavano le classi, alcuni dei quali hanno chiesto di partecipare agli incontri insieme agli studenti. Alcune classi, inoltre, hanno deciso, con i loro docenti, di iniziare la progettazione per alcuni elementi decorativi e di arredo per la sede del Centro Studi Sociali contro le Mafie di Cermenate.

Per l’Istituto “F. Melotti ” la Coordinatrice del progetto

Rita A. Marrandino