Dalla Chiesa a Lomazzo: “Nel contrasto alla mafia troppa ignoranza e superficialità

(…)  Del resto il Progetto San Francesco, primo Centro studi europeo contro le mafie, ha sede in una villetta confiscata alla ‘ndrangheta a Cermenate e altri immobili appartenenti alle cosche calabresi sono stati sequestrati proprio nel comune di Lomazzo.

Martedì 16 aprile si è svolto a Lomazzo un incontro pubblico con Nando dalla Chiesa e Martina Panzarasa, autori del libro Buccinasco – La ‘ndrangheta al Nord. Si è trattato dell’evento conclusivo del progetto Crescere con la legalità, organizzato dal comune di Lomazzo e dall’Istituto d’Arte Fausto Melotti, percorso che ha avuto come oggetto diversi incontri degli studenti con appartenenti alle forze dell’ordine, giornalisti ed esperti del fenomeno mafioso, al fine di fornire una corretta conoscenza del fenomeno e trasmettere la giusta importanza del valore della legalità come fattore di coesione e di sviluppo sociale e democratico.

Ragazzi e ragazze dell’Istituto erano presenti in sala, insieme a moltissimi cittadini e cittadine che hanno partecipato molto attivamente all’incontro, tra cui il sindaco Giovanni Rusconi, che ha introdotto la serata portando il saluto dell’amministrazione comunale. Gli autori hanno innanzitutto spiegato perché hanno deciso di scrivere un libro su Buccinasco: la cittadina dell’hinterland milanese è diventata nel corso degli anni uno dei simboli della presenza, sempre più forte, della ‘ndrangheta in Lombardia, tanto da essere soprannominata la “Platì ” (il paese dell’Aspromonte da cui proviene il numero maggiore di immigrati) del Nord . Buccinasco e i comuni limitrofi (Corsico, Rozzano, Trezzano sul Naviglio) sono il regno delle famiglie Barbaro-Papalia, il cui potere è impressionante. È stato a lungo loro, per esempio, il monopolio del movimento terra nell’hinterland sud-ovest di Milano. La loro fama criminale è ben nota agli abitanti della zona, che a lungo ne hanno subito le vessazioni. Tanto che durante il processo Cerberus, che ha riguardato specificamente i fatti di quell’area, i testimoni, nell’esporre i fatti e rispondere alle domande della corte, sono finiti, come si legge nell’ordinanza del Tribunale di Milano, “in condizione di totale confusione” o di “vero e proprio terrore”, arrivando a negare i fatti anche sotto minaccia di conseguenze penali per la loro reticenza. Molti sapevano dunque, ma non chi avrebbe dovuto sapere. Come ad esempio gli amministratori locali. «Sono sempre rimasto sorpreso – ha detto Nando dalla Chiesa – dal fatto che anche i bambini sapevano chi fossero certi personaggi a cui bisognava evitare di dare fastidio, ma purtroppo non lo sapevano gli amministratori».

L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulla forte presenza della ‘ndrangheta in tutta la Lombardia, in particolare nella bassa comasca. Anche questa infatti è una zona che già da parecchi anni ha fatto la conoscenza della criminalità organizzata calabrese. Come evidenziato, per esempio, dalle inchieste che, già negli anni Novanta, hanno portato ai famosi processi Count down e Fiori di San Vito. Del resto il Progetto San Francesco, primo Centro studi europeo contro le mafie, ha sede in una villetta confiscata alla ‘ndrangheta a Cermenate e altri immobili appartenenti alle cosche calabresi sono stati sequestrati proprio nel comune di Lomazzo. Dalla Chiesa e Martina Panzarasa hanno anche sottolineato l’importanza di avere istituito un corso di Sociologia della criminalità organizzata presso l’Università degli studi di Milano. Perché la conoscenza delle mafie è fondamentale per il loro contrasto, ma spesso in materia prevale ancora l’ignoranza. «Tutti capiscono – ha fatto notare dalla Chiesa – che nello sport per sconfiggere il tuo avversario lo devi conoscere nei minimi dettagli. Invece nel contrasto alla mafia spesso prevalgono ancora l’ignoranza e la superficialità. E frequentemente anche chi ha coraggio e determinazione manca di appropriati strumenti di conoscenza».

[ Massimo Brugnoli, per ecoinformazioni]

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