Gigi Petteni – Segretario Generale Cisl Lombardia
dalla Relazione all’11° Congresso della USR CISL Lombardia Progetto San Francesco, mafia, criminalità organizzata e legalità:
(…) E’ una macchina infernale quella del gioco d’azzardo, sulla quale le infiltrazioni della criminalità organizzata non sono più un’ipotesi ma un dato di fatto. Nella battaglia per la legalità e per il contrasto alle mafie nel mondo del lavoro che il Progetto San Francesco ci stimola ad allargare e ad approfondire c’è anche la necessità di conoscere e capire il fenomeno del gioco, per costruire risposte sociali e culturali ad un problema che ha gravi ripercussioni sulle famiglie e le comunità locali.”
(…) Due mesi fa in Lombardia si è votato non solo per le politiche ma anche per eleggere il nuovo Presidente e il nuovo Consiglio regionale. Sono state elezioni anticipate perché un sistema di governo politico amministrativo è andato in frantumi sia per gli scandali grandi e piccoli che hanno segnato il calendario della Giunta e del Consiglio precedenti, ma soprattutto per la scoperta dell’influenza della criminalità organizzata sull’elezione di un assessore, qualcosa che probabilmente molti lombardi non avrebbero mai pensato potesse accadere.
(…) Sono segnali di discontinuità quelli venuti dalla campagna elettorale per la Lombardia, e ricordo con piacere che questo stile di vivere l’istituzione e l’impegno civile lo avevamo visto quasi anticipato, a Cermenate, quando il ministro Maroni consegnò ufficialmente alla Filca Cisl la villetta confiscata alla mafia divenuta sede del Progetto San Francesco e intitolata, alla presenza di Umberto Ambrosoli, alla memoria di suo padre Giorgio.
(…) Esattamente tra due anni e un giorno sarà ufficialmente inaugurato l’expo 2015 “Nutrire il pianeta”. E’ un evento nel quaòe sono state investite risorse ingentissime: oltre 1.150 milioni di euro stanziati soltanto dalle istituzioni locali e dallo Stato. Non possiamo permetterci di sottovalutare l’opportunità di sviluppo rappresentata da questa vetrina mondiale. Non possiamo sopportare oltre le gelosie, le indecisioni gestionali ed i ritardi infratrutturali. Si proceda con decisione, avendo chiara una priorità: porre al centro del “sistema EXPO” il tema della legalità.
(…) C’è bisogno di una svolta vera per offrire una vera prospettiva di ripresa e di nuovo sviluppo: un modello economico più efficiente e sostenibile in grado di creare occupazione, un ‘attenzione nuova alla questione delle risorse, più coesione sociale e territoriale, innovazione per il welfare, rispetto della legalità, un investimento di generosità per rivitalizzare la partecipazione democratica ve la cittadinanza attiva.
(…) “La terza proposta è legata ad utilizzare le ore contrattualmente previste per le assemblee. Perché non costituire con quelle inutilizzate un monte ore per sviluppare nei luoghi di lavoro percorsi di conoscenza sui temi della legalità?”
“Non possiamo delegare a nessuno ciò che ognuno di noi può e deve fare per la costruzione di una cultura della giustizia e della legalità come fattore di coesione e di sviluppo sociale e democratico.”
“La sfida che le mafie mettono in campo è di una violenza inaudita. Una violenza che non fa rumore perché si consuma nella zona grigia dei centri finanziari internazionali, nei paradisi fiscali protetti da anonimato e complicità.”
“Ai controlli e alle azioni di contrasto della criminalità organizzata occorre affiancare comportamenti individuali che non ci facciano complici inconsapevoli. Tutto ciò è possibile se conosciamo, se discutiamo, se prendiamo coscienza del problema, se facciamo della legalità una battaglia da portare in ogni luogo di lavoro.”
(…) Ripartiamo dunque dagli obiettivi comuni. I dati sulle difficoltà del lavoro e sulle ricadute sociali della crisi sono drammatici: lavoriamo insieme per un “patto per lavoro”, per un rapporto più deciso e innovativo con il mondo delle imprese, per azioni comuni su legalità e integrazione.
(…) Obiettivi comuni, i nostri, sui quali dobbiamo saper coinvolgere il mondo del sociale organizzato. Penso al terzo settore, all’associazionismo sulle questioni ambientali, per la legalità; penso alle Acli che da sempre considero cugini di primo grado della Cisl, penso al mondo cooperativo e a quella risorsa di confronto e di elaborazione rappresentata dalle commissioni diocesane per la Pastorale sociale e del lavoro.
(…) Nelle scelte di trasparenza rientra anche una proposta che potrebbe simbolicamente essere assunta dal futuro consiglio generale alla sua prima riunione: un codice etico di responsabilità per dirigenti e operatori, un codice vincolante, per cui ogni comportamento difforme abbia come inevitabile conseguenza il collocarsi fuori dall’organizzazione.