I giovani dell’istituto Fausto Melotti di Cantù e Lomazzo a Cermenate. Passione politica e impegno civile, strumenti contro le mafie

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7.6.2013

Giovani e studenti con le loro docenti a Cermenate con il Progetto San Francesco e Cantù Rugiada. Il Sindaco Mauro Roncoroni ha aperto le porte dell’aula consiliare del Comune di Cermenate ospitando i giovani e studenti dell’Istituto Statale d’Arte Fausto Melotti di Cantù e ai ragazzi di Cantù Rugiada, associazione culturale canturina che alle ultime amministrative ha portato in maggioranza quattro componenti, oggi consiglieri comunali.”Siamo sempre pronti a spalancare le porte ai giovani, la politica e la passione civile sono e devono essere espressioni dello stesso spirito di servizio per il bene comune. Servono nuove energie ma non tutto ciò che è giovane può anche essere buono: servono capacità e merito oltre che senso civico. Il Progetto San Francesco è stato ed è una grande opportunità per legare le istituzioni con il mondo del lavoro, i giovani con la complessa macchina amministrativa, proprio come stiamo facendo oggi verso un appuntamento estivo di creatività e di formazione festosa contro le mafie” così Mauro Roncoroni dando il benvenuto e aprendo i lavori. Michele Bianchi e gli altri ragazzi di Cantù Rugiada hanno dimostrato che “non bastano le politiche giovanili per rappresentare i giovani, anzi servono patti tra generazioni e culture, tra lavoro e legalità per traghettare le nuove generazioni verso un nuovo modo di fare politica sul territorio, sapendo dosare passione e mitezza dei toni”. Una nuova tappa per la formazione territoriale e popolare per i giovani del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco.


 ARHIVIO NEWS

 

 

3.5.2013

GIOVANI E STUDENTI CREATIVI CON IL PSF CONTRO LE MAFIE

 

Il percorso di cultura della giustizia e di lotta alle mafie nel mondo del lavoro avrà come esito, in una prima fase, il gemellaggio con Monasterace in Calabria e con Nuova Cooperazione Organizzata di Casal Di Principe nel casertano, dove avrà luogo un laboratorio di lavoro e conoscenza da portare poi come modello in Lombardia.
Intanto “i giovani liberi e forti” di Cantù stanno progettando un tavolo speciale, tutto dedicato a Padre Puglisi per il ventesimo anniversario del suo assassinio e che sarà proprio chiamato “donpino”.
Un pezzo unico e di alto design, oltre che di alto valore sociale, a sottolineare il senso del territorio, noto nel mondo quale distretto del design italiano d’alta gamma nell’area d’alta gamma.
Perché se è vero che le mafie si combattono bene con il lavoro delle procure e delle forze investigative, per vincerle serve  liberare il lavoro dalla pesantezza dei ricatti e della disonestà condotta di tutti quegli imprenditori che cercano il patto con il clan.
 
Nella foto alcuni dei ragazzi e studenti dell’Istituto Fausto Melotti di Cantù, una squadra pacifica e creativa che da mesi lavora con il PSF
 
 
 
 


16.4.2013 
 
Dalla Chiesa a Lomazzo: «Nel contrasto alla mafia troppa ignoranza e superficialità»
Martedì 16 aprile si è svolto a Lomazzo un incontro pubblico con Nando dalla Chiesa e Martina Panzarasa, autori del libro Buccinasco – La ‘ndrangheta al Nord. Si è trattato dell’evento conclusivo del progetto Crescere con la legalità, organizzato dal comune di Lomazzo e dall’Istituto d’Arte Fausto Melotti, percorso che ha avuto come oggetto diversi incontri degli studenti con appartenenti alle forze dell’ordine, giornalisti ed esperti del fenomeno mafioso, al fine di fornire una corretta conoscenza del fenomeno e trasmettere la giusta importanza del valore della legalità come fattore di coesione e di sviluppo sociale e democratico. Ragazzi e ragazze dell’Istituto erano presenti in sala, insieme a moltissimi cittadini e cittadine che hanno partecipato molto attivamente all’incontro, tra cui il sindaco Giovanni Rusconi, che ha introdotto la serata portando il saluto dell’amministrazione comunale. Gli autori hanno innanzitutto spiegato perché hanno deciso di scrivere un libro su Buccinasco: la cittadina dell’hinterland milanese è diventata nel corso degli anni uno dei simboli della presenza, sempre più forte, della ‘ndrangheta in Lombardia, tanto da essere soprannominata la “Platì ” (il paese dell’Aspromonte da cui proviene il numero maggiore di immigrati) del Nord . Buccinasco e i comuni limitrofi (Corsico, Rozzano, Trezzano sul Naviglio) sono il regno delle famiglie Barbaro-Papalia, il cui potere è impressionante. È stato a lungo loro, per esempio, il monopolio del movimento terra nell’hinterland sud-ovest di Milano. La loro fama criminale è ben nota agli abitanti della zona, che a lungo ne hanno subito le vessazioni. Tanto che durante il processo Cerberus, che ha riguardato specificamente i fatti di quell’area, i testimoni, nell’esporre i fatti e rispondere alle domande della corte, sono finiti, come si legge nell’ordinanza del Tribunale di Milano, “in condizione di totale confusione” o di “vero e proprio terrore”, arrivando a negare i fatti anche sotto minaccia di conseguenze penali per la loro reticenza. Molti sapevano dunque, ma non chi avrebbe dovuto sapere. Come ad esempio gli amministratori locali. «Sono sempre rimasto sorpreso – ha detto Nando dalla Chiesa – dal fatto che anche i bambini sapevano chi fossero certi personaggi a cui bisognava evitare di dare fastidio, ma purtroppo non lo sapevano gli amministratori». L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulla forte presenza della ‘ndrangheta in tutta la Lombardia, in particolare nella bassa comasca. Anche questa infatti è una zona che già da parecchi anni ha fatto la conoscenza della criminalità organizzata calabrese. Come evidenziato, per esempio, dalle inchieste che, già negli anni Novanta, hanno portato ai famosi processi Count down e Fiori di San Vito.
Del resto il Progetto San Francesco, primo Centro studi europeo contro le mafie, ha sede in una villetta confiscata alla ‘ndrangheta a Cermenate e altri immobili appartenenti alle cosche calabresi sono stati sequestrati proprio nel comune di Lomazzo.
Dalla Chiesa e Martina Panzarasa hanno anche sottolineato l’importanza di avere istituito un corso di Sociologia della criminalità organizzata presso l’Università degli studi di Milano. Perché la conoscenza delle mafie è fondamentale per il loro contrasto, ma spesso in materia prevale ancora l’ignoranza. «Tutti capiscono – ha fatto notare dalla Chiesa – che nello sport per sconfiggere il tuo avversario lo devi conoscere nei minimi dettagli. Invece nel contrasto alla mafia spesso prevalgono ancora l’ignoranza e la superficialità. E frequentemente anche chi ha coraggio e determinazione manca di appropriati strumenti di conoscenza». [ Massimo Brugnoli, per ecoinformazioni]

 


8.4.2013

 

Abbiamo ricevuto molte lettere da parte degli insegnanti e degli studenti incontrati in questi anni. In un’azione duplice, per dare gambe alla responsabilità sociale contro le mafie e per fare incontrare il sindacato europeo coi giovani, in Toscana, Liguria, Calabria e Lombardia il PSF è stato invitato a costruire diversi percorsi di informazione e formazione popolare nelle scuole. Ad oggi oltre 3000 studenti, in poco più di due anni, e centinaia di insegnanti sono entrati “in contatto” con il nostro Progetto, e per ringraziare loro per il patto di energia, impegno e cultura oggi pubblichiamo una lettera di Rita Marrandino, professoressa dell’Istituto Fausto Melotti di Cantù (CO), a rappresentanza delle altre, per noi contratti con il futuro del nostro lavoro.  

Relazione sugli incontri presso l’Istituto “F. Melotti”di Cantù e Lomazzo
Per il Progetto “Crescere con Legalità”
Effettuato grazie all’intervento del Dott. Alessandro De Lisi del Progetto San Francesco Centro Studi Sociali Contro le Mafie
In questi giorni si sta concludendo la prima fase del progetto “Crescere con Legalità” che ha visto coinvolti, con il Dott. Alessandro De Lisi, gli studenti delle classi quarte della sede di Cantù e della classe quarta e quinta della sede di Lomazzo.
Gli incontri si sono tenuti in orario curricolare, il progetto, approvato dal Collegio Docenti è parte integrante dell’offerta formativa della scuola per il corrente anno scolastico.
Nel nostro istituto nei primi tre anni sono proposti agli studenti progetti che indagando vari ambiti, lavorano su tematiche connesse con l’adolescenza, fornendo una possibilità d’incontro e di dialogo su temi importanti per la crescita personale.
Proporre un progetto sui temi della legalità mi è parso la normale e naturale continuazione del lavoro svolto negli anni precedenti, necessario per fornire informazioni precise ed adeguate agli studenti, nel momento in cui si avvicina il tempo in cui dovranno operare scelte che definiranno la loro identità non solo a livello personale.
Parlare di legalità a scuola non è casuale ne marginale, aiutare i nostri giovani a costruire una propria responsabilità sociale è importante e necessario, fondamentale per chiedere legalità e il rispetto delle regole elementi necessari quando si troveranno a confrontarsi con il mondo del lavoro o con le altre innumerevoli scelte proprie dell’età adulta.
Il progetto ha voluto quindi, dare inizio ad una riflessione su questi temi, analizzando i fatti della realtà odierna indagandone contemporaneamente le radici storiche che li hanno generato.
Fin dal primo incontro gli studenti sono stati attenti, coinvolti in quello che il relatore volta per volta svelava, la storia, gli episodi, alcuni conosciuti altri no, che aprivano porte su dimensioni di cui fino ad allora, molti di loro avevano sentito parlare solo al telegiornale e vivevano come qualcosa di lontano, non facente parte della loro realtà, qualcosa di folcloristico al massimo buono per uno sceneggiato televisivo.
La conoscenza storica del fenomeno, le informazioni precise è dettagliate hanno determinato un’attenzione, un ascolto, che non poteva che essere il risultato di una nuova consapevolezza. Dopo questi tre incontri, sicuramente i ragazzi che hanno partecipato, non potranno vedere alcune realtà nello stesso modo in cui le guardavano prima, non potranno dire di non sapere o di non conoscere. La porta su questo fenomeno è stata aperta, uno snodo è stato creato, ora c’è un prima è un dopo.
La seconda fase del progetto prevede che si formi un gruppo di studenti interessati, che vogliano continuare il lavoro con incontri pomeridiani al di fuori dell’orario scolastico. Quando ho strutturato il progetto temevo per la fattibilità di questa seconda fase, i nostri studenti hanno già due pomeriggi di lezione e siamo arrivati agli ultimi mesi dell’anno scolastico, i più pesanti. Prevedevo di formare un gruppo di dieci, dodici ragazzi non di più, invece, fin dalla presentazione della seconda fase, un numero consistente di studenti si è dichiarato disponibile a continuare l’esperienza. Va segnalato inoltre l’interesse suscitato negli insegnanti che accompagnavano le classi, alcuni dei quali hanno chiesto di partecipare agli incontri insieme agli studenti. Alcune classi, inoltre, hanno deciso, con i loro docenti, di iniziare la progettazione per alcuni elementi decorativi e di arredo per la sede del Centro Studi Sociali contro le Mafie di Cermenate.
Per l’Istituto “F. Melotti ” la Coordinatrice del progetto
Rita A. Marrandino
 


15.3.2013

“Mafie e ControMafie – Nel nostro Paese, a casa nostra

Venerdì 15 marzo 2013 incontro cittadino ad integrazione del progetto di educazione alla legalità in fase di attuazione nelle classi terze della Scuola Media.
Ad integrazione del progetto di educazione alla legalità in fase di attuazione nelle classi terze, il nostro Istituto Comprensivo e il Comune di Lomazzo promuovono un incontro aperto alla cittadinanza venerdì, 15 marzo 2013, alle ore 20.45, presso la sala Garibaldi, in piazza IV Novembre a Lomazzo, con tema: “Mafie e ControMafie – Nel nostro Paese, a casa nostra”.
Relatore : Alessandro De Lisi, direttore nazionale di “Progetto San Francesco


 
13.2.2013
Obiettivo responsabilità sociale, la strada contro le mafie e per il lavoro
Proseguono gli incontri del PSF con i giovani canturini. Ormai sono più di cento i ragazzi dell’istituto d’Arte Melotti di Cantù che, con i loro insegnanti, hanno iniziato il percorso di responsabilità sociale contro le mafie nel mondo del lavoro e nella società. Il patto tra la scuola e il PSF è basato sulla necessità di nuove proposte strategiche contro i clan, contro il populismo e contro la delega di responsabilità che in questo specifico ambito sarebbero un danno ulteriore e grave. Molti ragazzi, vicini a Libera, hanno già fatto percorsi al sud, nelle terre confiscate e oggi chiedono per la Lombardia e per il loro futuro uno sforzo maggiore: proposte sociali, una contrattazione innovativa in vista della battaglia per il lavoro giusto. Fermo restando la condanna comune alle illegalità diffuse, alla criminalità organizzata innanzi tutto, oggi il tema è più ampio ed investe lo strumento della responsabilità sociale come unico sostenibile da chi ha poca o nessuna voce in capitolo per la programmazione del governo del territorio. Per la costruzione di ha vera economia solidale bisogna faticare e guardare lontano, oltre la forma della legalità, costruire insieme e urgentemente nuovi contenuti e nuove occasioni di partecipazione. Un esempio? L’Eternit non era illegale ma ha ucciso, inquinato e offeso uomini, lavoro e comunità e oggi tutti condannano l’amianto per quello che di dannoso e rischioso rappresenta. Succederà lo stesso con i “compro valori” e con le slot machine, vere porte di ingresso legali per i possibili e pericolosi ricatti usurai delle cosche?

Un filo rosso a doppio giro per il “cantiere sociale” antimafia con gli studenti canturini, un percorso a più tappe all’Istituto Statale d’Arte per l’Arredamento Fausto Melotti con il Progetto San Francesco.
Grazie alla volontà del corpo docenti, con in testa Rita Marradino, sono iniziati i dialoghi per la lotta sociale alle mafie nel mondo del lavoro e nel territorio: “Una storia italiana”, ovvero le vicende e le cronache popolari delle mafie e dell’antimafia nel Paese, “Cantiere Lombardia” ovvero la questione delle mafie al nord e infine l’impegno diretto dei giovani con il Progetto San Francesco.
Quest’ultimo appuntamento legherà i giovani canturini in un patto educativo e civico con il Centro Studi Sociali contro le mafie, nel luogo simbolo della villetta di Cermenate confiscata alla ‘ndrangheta, affidata a Jus Vitae di Padre Garau per esclusivo perseguimento delle finalità del Progetto San Francesco. Oltre alle tappe lombarde, il progetto comune vedrà anche i link con le migliori esperienze della Campania e della Calabria, con i ragazzi di Nuova Cooperazione Organizzata di San Cipriano d’Aversa e con Monasterace e il festival Trame di Lamezia Terme.
I prossimi incontri avverranno a Cantù e a Lomazzo, fino all’assemblea pubblica di fine lavori a Cermenate.