CISL Lombardia e Legalitá

Petteni

 

Petteni

 dalla Relazione all’11° Congresso della USR CISL Lombardia  29.4.2013

(…) E’ una macchina infernale quella del gioco d’azzardo, sulla quale le infiltrazioni della criminalità organizzata non sono più un’ipotesi ma un dato di fatto. Nella battaglia per la legalità e per il contrasto alle mafie nel mondo del lavoro che il Progetto San Francesco ci stimola ad allargare e ad approfondire c’è anche la necessità di conoscere e capire il fenomeno del gioco, per costruire risposte sociali e culturali ad un problema che ha gravi ripercussioni sulle famiglie e le comunità locali.”

(…) in  Lombardia  si  è  votato  non  solo  per  le  politiche  ma  anche  per  eleggere  il  nuovo  Presidente  e  il  nuovo  Consiglio  regionale.  Sono  state  elezioni  anticipate  perché  un  sistema  di  governo  politico  amministrativo  è  andato  in  frantumi  sia  per  gli  scandali  grandi  e  piccoli  che  hanno  segnato  il  calendario  della  Giunta  e  del  Consiglio  precedenti,  ma  soprattutto  per  la  scoperta  dell’influenza  della  criminalità  organizzata  sull’elezione  di  un  assessore,  qualcosa  che  probabilmente  molti  lombardi  non avrebbero mai pensato potesse accadere.

(…) Sono  segnali  di  discontinuità  quelli  venuti  dalla  campagna  elettorale  per  la  Lombardia,  e  ricordo  con  piacere  che  questo  stile  di  vivere  l’istituzione  e  l’impegno  civile  lo  avevamo  visto  quasi  anticipato,  a  Cermenate,  quando  il  ministro  Maroni  consegnò  ufficialmente  alla  Filca  Cisl  la  villetta  confiscata  alla  mafia  divenuta  sede  del  Progetto San  Francesco  e  intitolata,  alla  presenza  di  Umberto  Ambrosoli,  alla  memoria  di  suo  padre  Giorgio.

(…) Esattamente tra due anni e un giorno sarà ufficialmente inaugurato l’expo 2015 “Nutrire il pianeta”. E’ un evento nel quale sono state investite risorse ingentissime: oltre 1.150 milioni di euro stanziati soltanto dalle istituzioni locali e dallo Stato. Non possiamo permetterci di sottovalutare l’opportunità di sviluppo rappresentata da questa vetrina mondiale. Non possiamo sopportare oltre le gelosie, le indecisioni gestionali ed i ritardi infratrutturali. Si proceda con decisione, avendo chiara una priorità: porre al centro del “sistema EXPO” il tema della legalità.

(…) C’è bisogno di una svolta vera per offrire una vera prospettiva di ripresa e di nuovo sviluppo: un modello economico più efficiente e sostenibile in grado di creare occupazione, un ‘attenzione nuova alla questione delle risorse, più coesione sociale e territoriale, innovazione per il welfare, rispetto della legalità, un investimento di generosità per rivitalizzare la partecipazione democratica ve la cittadinanza attiva.

(…) “La terza proposta è legata ad utilizzare le ore contrattualmente previste per le assemblee. Perché non costituire con quelle inutilizzate un monte ore per sviluppare nei luoghi di lavoro percorsi di conoscenza sui temi della legalità?”

“Non possiamo delegare a nessuno ciò che ognuno di noi può e deve fare per la costruzione di una cultura della giustizia e della legalità come fattore di coesione e di sviluppo sociale e democratico.”

“La sfida che le mafie mettono in campo è di una violenza inaudita. Una violenza che non fa rumore perché si consuma nella zona grigia dei centri finanziari internazionali, nei paradisi fiscali protetti da anonimato e complicità.”

“Ai controlli e alle azioni di contrasto della criminalità organizzata occorre affiancare comportamenti individuali che non ci facciano complici inconsapevoli. Tutto ciò è possibile se conosciamo, se discutiamo, se prendiamo coscienza del problema, se facciamo della legalità una battaglia da portare in ogni luogo di lavoro.”

(…) Ripartiamo dunque dagli obiettivi comuni. I dati sulle difficoltà del lavoro e sulle ricadute sociali della crisi sono drammatici: lavoriamo insieme per un “patto per lavoro”, per un rapporto più deciso e innovativo con il mondo delle imprese, per azioni comuni su legalità e integrazione.

 (…) Obiettivi  comuni,  i  nostri,  sui  quali  dobbiamo  saper  coinvolgere  il  mondo  del  sociale  organizzato.  Penso  al  terzo  settore,  all’associazionismo  sulle  questioni  ambientali,  per  la  legalità;  penso  alle  Acli  che  da  sempre  considero  cugini  di  primo  grado  della  Cisl,  penso  al  mondo  cooperativo  e  a  quella  risorsa  di  confronto  e  di  elaborazione  rappresentata  dalle  commissioni  diocesane  per  la  Pastorale  sociale  e  del  lavoro.

(…) Nelle  scelte  di  trasparenza  rientra  anche  una  proposta  che  potrebbe  simbolicamente  essere  assunta  dal  futuro  consiglio  generale  alla  sua  prima  riunione:  un  codice  etico  di  responsabilità  per  dirigenti  e  operatori,  un  codice  vincolante,  per  cui  ogni  comportamento  difforme  abbia  come  inevitabile  conseguenza  il  collocarsi  fuori  dall’organizzazione.