Europa parte civile. Basta stragi di mafia nel Mediterraneo

lampedusa 2013

 

lampedusa 2013

 

LETTRA APERTA al Vicepresidente Vicario del Parlamento europeo Gianni Pittella

 

Oltre ogni ragionevole indignazione umanitaria, molto prima del dolore umano di tutti coloro più o meno sensibili, lontani dai titoli dei quotidiani, noi chiediamo all’Europa, alle sue istituzioni democratiche e parlamentari, di costituirsi parte civile presso la corte penale internazionale. Questa ennesima strage di migranti, di persone giovani e di bambini, non è più possibile iscriverla nel novero delle altre precedenti, considerate quale risultato umanitario della questione transfrontaliera.

Da ieri il Mediterraneo ha urlato a tutti noi, istituzioni e mondo del lavoro, un’altra natura degli eventi. Il numero delle vittime impone un’altra verità, un’altra e ben differente prospettiva. Frontex quale dispositivo istituzionale internazionale condiviso può continuare ad essere uno strumento politico utile, ma da ieri tutti siamo chiamati a riconoscere la natura stessa di questa strage.

Come per altre sentenze giudiziarie riguardanti stragi nel mondo del lavoro – Thyssen Krupp ed Eternit come esempi – gli effetti mortali e le vittime sono stati direttamente collegati a gravi inadempienze delle proprietà e del management, cause e mandanti che devono essere urgentemente rintracciati anche per questa strage di Lampedusa. Le iniziali inadempienze sono della politica di quadro generale, certo anche nazionali ma soprattutto deficitarie e miopi sul piano internazionale.

Si noti la difficoltà diplomatica di molti esponenti istituzionali   – delle polemiche di parte non è necessaria alcuna nota, sono e restano macabre speculazioni plebee – nel riconoscere la causa d questa ultima strage di Lampedusa. Molti autorevoli esponenti indicano certi complessi progetti di governance e individuano la lotta agli scafisti quali possibili soluzioni. Peccato che a ragion veduta di tali dichiarazioni, e a causa di questi numeri tremendi, sembra allargarsi il fossato che separa le istituzioni europee e nazionali dagli europei e dagli italiani: per favore, non si continui oltre a parlare di lotta agli scafisti senza la decisione comunitaria di lottare le mafie che assumono gli scafisti, che commerciano in speranze e sogni dei disperati che di là si indebitano e pagano per passare di qua del mare, basta indicare la luna e parlare del dito.

Occorrono azioni a largo raggio, condivise con le parti sociali, nate nel mondo del lavoro e che crescano nella politica parlamentare e istituzionale internazionale: si combattano le mafie, si vincano e si condannino i colpevoli, siano essi boss, caporali, passeur, scafisti o imprenditori che per interesse e negligenza cultuale assumono lavoratori al nero, commercino con le mafie e che incentivino così facendo la solidarietà criminale della zona grigia.

Il Parlamento europeo si costituisca parte civile per indicare e contribuire a far condannare i colpevoli, per indicare ai cittadini europei l’origine politica ed economica di queste stragi, divenendo così più forti e coerenti con le ragioni fondative di solidarietà e di pace del sistema istituzionale europeo.

Questa è una strage di mafia dove sono morti uomini e donne che nella forza della disperazione avrebbero voluto trovare un lavoro in Europa, passando dall’Italia attraverso la sua unghia nel mare di Lampedusa. Questa è una strage di mafia che assassinerà nel tempo altre vittime, siano essi parenti dei caduti od anche, per trasmissione dell’odio e del rancore, semplici altri passanti da queste rotte.

Accanto al Parlamento Europeo ci saranno il sindacato e questa Associazione – certamente con altre – per sottolineare una visione federale che si radica nell’autonomia dalle ideologie, non flettendo mai rispetto ai valori di pace e di rispetto delle persone e del creato. Questa vergognosa strage ha dei mandanti e sono tutti rintracciabili nelle mafie e nella zona grigia dei professionisti dai piedi d’argilla che non denunciano e che fanno affari con clan, e per questo occorre trovare i colpevoli e assicurare loro giustizia.

In questa strage sono morti anche dei bambini e delle mamme incinte, a loro e solo a loro deve essere consegnata la nostra sofferente indignazione e a loro sempre spetta il cocente e simbolico giudizio nei nostri confronti, colpevoli già da adesso per distrazione sociale e per viziata ignoranza culturale.

Infine nel giorno del Santo di Assisi, oggi San Francesco, vada a tutte le vittime di Lampedusa e del lavoro la nostra preghiera di pace e di perdono: pace per i defunti e perdono per noi.  

Centro Studi Sociali conto le mafie – Progetto San Francesco