Intervista a Padre Antonio Garau, Presidente Jus Vitae
Padre Antonio Garau, storico sacerdote di frontiera di Palermo che raccolse l’eredità spirituale di padre Puglisi nell’ambito della lotta al fenomeno mafioso ci ha raccontato un po’ le ragioni che animarono nel 2010 i promotori, fra cui lui, nella la costituzione del Centro Studi sociali contro le mafie – Progetto San Francesco la cui sede, ristrutturata a cura del Centro Studi, è a Cermenate, in provincia di Como, in una villetta confiscata all’ndrangheta e affidata dal comune a Jus Vitae, l’associazione guidata da padre Garau.
“Il Progetto San Francesco – ci racconta padre Antonio – nasce come luogo di dialogo sul fenomeno mafioso. Quando nacque fu profetico: sorse agli albori del progetto Expo, rispetto cui iniziammo subito a mettere in guardia in merito alle possibili infiltrazioni mafiose. Cosa che, come hanno poi riportato le cronache, si è puntualmente verificata”.
In questo senso, impossibile non chiedere a chi vive ogni giorno da attore protagonista la lotta alle mafie se esiste in Italia la percezione del fenomeno mafioso, in un periodo storico in cui la stessa è diventata più affarista che non stragista.
“Sicuramente le stragi di mafia rendevano impossibile a chiunque ignorare la presenza della mafia in Italia. Ma anche oggi, con questi fenomeni ben radicati anche al nord, posso dire che la coscienza della presenza del fenomeno mafioso in Italia è genericamente viva. Il punto, semmai, è costruirsi gli strumenti culturali per capire come vada affrontato e combattuto questo fenomeno”.
Cosa s’aspetta dal Progetto San Francesco ?
“Vogliamo spingere – prosegue padre Garau – sulla possibilità di dialogo rispetto al fenomeno mafioso all’interno dei vari punti di aggregazione della nostra società, come scuole, università, sindacato, ecc. Vogliamo che si parli di impegno sociale, che si guardi all’economia ma nel rispetto delle persone e non solo pensando al profitto. Vogliamo far entrare in contatto i giovani con le realtà presenti sul territorio a difesa dei lavoratori e del lavoro. Vogliamo quindi promuovere un percorso in cui parlare di lavoro coniugato alla legalità, di rispetto della persona e delle regole: un uomo rispettato è un lavoratore più produttivo. Tutto questo ha un risvolto evidente: la salvaguardia della persona, con riflesso sulla famiglia”.
Quale la metodologia adottata?
“Non vogliamo limitarci alla teoria delle cose – precisa padre Antonio Garau – ma lavorare con una metodologia tangibile su progetti verificabili trimestralmente, per sviluppare iniziative che aiutino concretamente le persone e le comunità”.
Un progetto culturale, quello del Centro Studi contro le mafie, che si slega dal contesto partitico del paese.
Il Centro Studi PSF è un progetto che si fonda sui valori della legalità, che sono trasversali”.
A cura Ufficio Stampa Cisl dei Laghi – 7 ottobre 2015