I processi dell’omicidio Chinnici


Le tappe della vicenda processuale relativa all’omicidio di Rocco Chinnici e della sua scorta

Dodici sentenze, l’omicidio di un giudice – Antonino Saetta – reo di essere stato intransigente e rigoroso anche nel processo di appello del cd. Chinnici I, le ombre legate alla sentenza pronunciata nel secondo giudizio di rinvio a Messina e l’ultimo capitolo nisseno sono gli atti che compongono la vicenda processuale relativa alla strage di via Pipitone Federico:

  • Corte assise Caltanissetta  24 luglio 1984 (pres. Antonino Meli): per la strage di via Pipitone  verranno condannati all’ergastolo Michele e Salvatore Greco (ritenuti i mandanti della strage e latitanti all’epoca del processo) Pietro Scarpisi e Vincenzo Rabito verranno invece condannati a 15 anni di reclusione per associazione mafiosa;
  • Corte assise appello Caltanissetta 14 giugno 1985 (presidente Antonino Saetta): il giudice del gravame confermerà l’ergastolo per i fratelli Greco (ancora latitanti) inasprendo le pene per Pietro Scarpisi e Vincenzo Rabito: 22 anni di reclusione;
  • Corte di cassazione 3 giugno  1986 (presidente Corrado Carnevale): nel giudizio di legittimità il il rappresentante della Procura Generale (Antonino Scopelliti) chiederà la conferma della sentenza di appello, ma la prima sezione penale, presieduta dal giudice Corrado Carnevale addurrà l’esistenza di vizi procedurali in particolare nell’impiego delle testimonianze dei pentiti ed annullerà la sentenza della Corte d’assise di appello di Caltanissetta;
  • Corte assise Catania 1 luglio 1987  (presidente Giacomo Grassi): il giudice di rinvio confermerà in toto la sentenza emessa dalla Corte d’assise di appello di Caltanissetta. In aula è presente anche Michele Greco (detto il papa) la cui latitanza era stata interrotta da pochi giorni dall’arresto dello stesso;
  • Corte Cassazione 18 febbraio 1988 (presidente Zucconi Galli Fonseca): le sezioni unite penali, nonostante le richieste di conferma della Procura, annulleranno la sentenza impugnata limitatamente al reato di strage rinviando per nuovo giudizio alla Corte di assise di appello di Messina;
  • Corte assise appello Messina 21 dicembre 1988 (presidente Beppe Recupero); nel secondo giudizio di rinvio i fratelli Greco (tra l’altro già condannati nel maxiprocesso a Cosa Nostra) vengono assolti dal reato di strage e condannati soltanto per associazione mafiosa;
  • Corte Cassazione 9 gennaio 1990  (presidente Raffaele Dolce): la quinta sezione della Corte di Cassazione confermerà la sentenza dei giudici di Messina e rinvierà alla Corte di assise di appello di  Reggio Calabria per la ridefinizione della pena per i fratelli Greco (che verranno condannati a 8 e 6 anni in data 6 novembre 1990);
  • Corte di Cassazione 26 giugno 1991 (presidente Stanislao Sibilia): rigettando i ricorsi degli imputati confermerà la sentenza della Corte di assise di appello di Reggio Calabria;
  • Corte assise Caltanissetta  14 aprile 2000 (presidente Ottavio Sferlazza): le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia nel 1995 consentono alla Procura di Caltanissetta di chiedere il rinvio a giudizio di 19 persone nell’ambito del cd. “Chinnici bis” (procedimento penale a carico di  “Riina Salvatore + 18). La sentenza n.14/2000 della Corte di assise di Caltanissetta condannerà all’ergastolo per la strage di via Pipitone Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Raffaele e Stefano Ganci, Antonio e Francesco Madonia, Salvatore Buscemi, Antonino Geraci, Giuseppe Calò, Salvatore e Giuseppe Montalto, Vincenzo Galatolo, Matteo Motisi e Giuseppe Farinella;
  • Corte assise appello Caltanissetta 24 giugno 2002 (presidente  Antonio Maffa) confermerà la sentenza applicando alcune riduzioni di pena;
  • Corte di cassazione 21 novembre 2003 (presidente Renato Fulgenzi) rigettando i ricorsi degli imputati confermerà la sentenza della Corte di assise di appello di Caltanisseta del 24 giugno 2002.