SACRA CORONA UNITA

 

La Sacra Corona Unita (SCU) è un’organizzazione criminale italiana di connotazione mafiosa che ha il suo centro in Puglia, prevalentemente attiva nel Salento e che ha trovato degli accordi criminali con organizzazioni criminali dell’est europeo. Per la sua specificità emerge e si distacca dalle altre mafie italiane.

Ha raggiunto il suo apice tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta del XX secolo. Successivamente all’intervento dello Stato, e a un gran numero di arresti, è stata indebolita e marginalizzata, per poi perseguire a partire agli anni dieci del XXI secolo, una strategia di mimetizzazione e di infiltrazione nel tessuto imprenditoriale, alla ricerca del massimo consenso in tutti gli strati della società, come denunciato più volte da Cataldo Motta, procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce[2].

Storia

Il nome di questa organizzazione trova radici nella classica anti cultura mafiosa.[3]

  • Sacra: Perché al momento dell’affiliazione il nuovo membro viene “battezzato” o “consacrato”.
  • Corona: Nelle processioni si usa il rosario.
  • Unita: Per ricordare la forza di una catena fatta di tanti anelli.

Origini

Nel 1981 il boss camorrista Raffaele Cutolo, affidò a Pino Iannelli e Alessandro Fusco il compito di fondare in Puglia un’organizzazione di diretta emanazione della Nuova camorra organizzata che prese il nome di Nuova camorra pugliese (Società foggiana).

Questa associazione prese piede soprattutto nel foggiano a causa della vicinanza territoriale e dei contatti preesistenti tra esponenti della malavita locale e i camorristi campani.

Come risposta al tentativo di Cutolo di espandersi in Capitanata, la ‘Ndrangheta diede vita alla Sacra Corona Unita, associazione malavitosa di stampo mafioso formata da esponenti locali.

Pare sia nata la notte di Natale del 1981, ma verosimilmente altre fonti danno come data di fondazione il 1º maggio 1983, allorquando il mesagnese Giuseppe Rogoli[4] detto Pino, già affiliato al clan della ‘ndrangheta Bellocco di Rosarno, chiesto e ottenuto il permesso al capobastone Umberto Bellocco, fondò la prima ‘ndrina pugliese all’interno del carcere di Trani, dove era detenuto. Attualmente Pino Rogoli è rinchiuso nel carcere di Viterbo dove sta scontando tre ergastoli.

Nel 1987 Rogoli affidò a Oronzo Romano e Giovanni Dalena la costituzione di un’altra ‘ndrina nel sud barese chiamata La Rosa, sempre con il consenso della ‘ndrangheta. L’attività di gestione degli enormi flussi di denaro derivanti dalle attività illecite fu affidata a Nicola Murgia che fu per questo motivo soprannominato “il cassiere” dalla Direzione Investigativa Antimafia.

Il braccio destro di Rogoli fu Antonio Antonica, primo affiliato di Rogoli a causa dell’antica amicizia nonché personaggio di spicco della malavita mesagnese.[5]

Antonica

A causa dello stato di detenzione di Rogoli, Antonio Antonica era stato nominato responsabile unico delle attività illecite che si svolgevano nell’area brindisina. Antonica ebbe il compito anche di nominare alcuni capi zona della provincia di Brindisi. Con le prime scarcerazioni il numero degli affiliati aumentò e ognuno pretendeva la sua parte di guadagno.

Antonica sentiva il peso dell’organizzazione tutto sulle sue spalle ed ebbe una discussione con Rogoli che gli negò il permesso di trafficare droga.

Antonica, così, preferì abbandonare Rogoli e creare un clan contrapposto. Questo comportò l’inizio di una guerra lunga tre anni di conflitti e sgarri che portò alla sua uccisione.[6]

Proliferazione

Iniziò la rifondazione della Sacra corona unita partendo dalle modalità di affiliazione, con regole più rigide e severe. Così nel carcere di Trani nacque la Nuova sacra corona unita il cui statuto sarebbe stato firmato oltre che da Rogoli, da Vincenzo Stranieri di Manduria[7] da Alberto Lorusso e da Mario Papalia legato a Cosa nostra.[8]

Nel 1987 la Sacra corona unita era composta dalle famiglie più rappresentative del brindisino guidate da Salvatore Buccarella, Alberto Lorusso, Giovanni Donatiello, Giuseppe Gagliardi e Ciro Bruno[9](pentito morto in carcere nel 2019[10]) e da qualche propaggine nella provincia di Taranto.

Alla lunga proprio il gran numero di cosche contribuirà ad un altro periodo di tensione all’interno dell’organizzazione tra brindisini e leccesi. Lo schieramento brindisino della Sacra corona unita, con Salvatore Buccarella e Giovanni Donatiello[11], è stato quello che dimostrò nel corso degli anni una maggiore compattezza, finché non è stato colpito da una pesante offensiva giudiziaria.

La Sacra Corona Unita dopo la rifondazione era presente in città provinciali della provincia di Brindisi e Taranto a: Mesagne, Oria, Ostuni, Carovigno, Torre Santa Susanna, Latiano, Francavilla Fontana, Ceglie Messapica, Villa Castelli (città dove la “SCU” ha avuto membri importanti), Grottaglie.

Il contrasto

L’Operazione Salento inizia il 10 maggio 1995 e termina il 3 novembre 1995, prendono parte 1.713 soldati dell’esercito italiano. L’operazione, nata principalmente per fronteggiare l’immigrazione clandestina, ebbe risultati molto positivi anche nella lotta alla SCU. Queste sono state le attività svolte:

 

  • 10 pattugliamenti in profondità;
  • 767 controlli di autoveicoli;
  • 10 fermi di persone sospette.

Le pene inflitte agli affiliati furono numerose e severe tanto da decapitare quasi del tutto l’organizzazione.

Con l’Operazione Primavera condotta in Puglia tra il 28 febbraio 2000 ed il 30 giugno 2000 si mette fine al contrabbando di sigarette e generi di monopolio quasi in maniera definitiva, rendendo questa attività del tutto marginale se non inesistente.

Le attività di contrasto alla Sacra Corona Unita continueranno fino ai giorni nostri, collocando l’Organizzazione ai margini del panorama mafioso italiano ed internazionale.

Gli anni 2000

Negli ultimi anni sono emersi numerosi nuovi personaggi, dai soprannomi coloriti, che hanno concentrato sul racket, sul contrabbando di sigarette e sulla droga, le principali attività criminali. Alcuni di loro hanno fondato la Sacra corona libera. Ultimamente qualche membro di rilievo della SCU ha deciso di collaborare con le forze di polizia italiane, determinando così l’arresto di alcuni esponenti dell’organizzazione.

Secondo la Direzione investigativa antimafia[12], oggi la criminalità organizzata pugliese “si presenta disomogenea, anche in ragione della persistente pluralità di consorterie attive, molto diversificate nell’intrinseca caratura criminale e non correlate da architetture organizzative unificanti”.

Nel 2008 viene assassinato Peppino Basile, consigliere provinciale dell’Italia dei Valori, impegnato in costanti denunce sulle infiltrazioni mafiose a Ugento (Le)[13].

Secondo il rapporto della Direzione investigativa antimafia, analizzando l’andamento delle segnalazioni sul sistema SDI di fatti -reato ex art. 416 bis codice penale– si nota una notevole diminuzione nella regione delle denunce di tali fattispecie delittuose, che si attestano al numero di 3. L’interpretazione di questo trend, da leggere sinergicamente con gli andamenti dei dati delle associazioni a delinquere non connotate da profili mafiosi (47), deve tenere in adeguato conto il positivo risultato storico di un’incisiva attività delle forze di polizia nel corso degli anni, il cui risultato giudiziario ha conseguito la detenzione di molti elementi apicali dei maggiori gruppi criminali. Il 23 aprile 2011 è stato arrestato ad Oria colui che aveva preso le redini dell’organizzazione dai capi storici (Giuseppe Rogoli e Salvatore Buccarella), il latitante Francesco Campana.[14][15] Con l’arresto di Campana, che segue a poca distanza l’operazione Last Minute del 28 dicembre 2010, con la quale furono arrestati 18 tra capi e promotori della Sacra corona unita, si ritiene di aver inflitto un durissimo colpo alla criminalità organizzata locale.

Struttura

«Giuro su questa punta di pugnale bagnata di sangue, di essere fedele sempre a questo corpo di società di uomini liberi, attivi e affermativi appartenenti alla Sacra corona unita e di rappresentarne ovunque il fondatore, Giuseppe Rogoli»

(1. Giuramento)

«Giuro sulla punta di questo pugnale, bagnato di sangue, di essere fedele a questo corpo di società formata, di disconoscere padre, madre, fratelli e sorelle, fino alla settima generazione; giuro di dividere centesimo per centesimo e millesimo per millesimo fino all’ultima stilla di sangue, con un piede nella fossa e uno alla catena per dare un forte abbraccio alla galera.»

(2. Giuramento)

«Giuro su questa punta di pugnale bagnata di sangue, di essere fedele sempre a questo corpo di società di uomini liberi, attivi e affermativi appartenenti alla Sacra corona unita e di rappresentarne ovunque il santo, san Michele Arcangelo»

(3. Giuramento)

La SCU è divisa in 47 clan[16], autonomi nella propria zona ma tenuti a rispettare interessi comuni a tutti i circa 1.561 affiliati[17] della Sacra corona unita. Si tratta quindi di un’organizzazione orizzontale per molti versi simile a quella della ‘Ndrangheta.

Gerarchia

Il primo grado è la “picciotteria”, il successivo il “camorrista”, cui seguono “sgarrista”, “santista”, “evangelista”, “trequartista”, “medaglione” e “medaglione con catena della società maggiore”. Sono gradi di chiara matrice ‘ndranghetista.

Il 16 giugno 2018 si conclude un’operazione contro i clan Mercante-Diomede e Capriati di Bari in cui viene confermato l’uso di questi riti[18].

Otto medaglioni con catena compongono la “Società segretissima” che comanda un corpo speciale chiamato la “Squadra della morte”.

Bisogna specificare che questa piramide[19] di ruoli ha un valore soprattutto simbolico: spesso il potere detenuto dal singolo affiliato non corrisponde in realtà alla sua posizione nella gerarchia formale.

Faide

«Le faide sono incubatrici di violenza e riesplodono quando meno te lo aspetti.»

(Nicola Gratteri “Fratelli di sangue”)

Faida del Gargano

In data 23 giugno del 2004 il blitz «Iscaro-Saburo» portò all’arresto di altre cento persone, presunte affiliate ai clan della faida del Gargano. In data 21 aprile 2009, il presunto boss Franco Romito e il suo autista Giuseppe Trotta vengono crivellati nella loro auto in località Siponto. Sono tre le armi utilizzate per compiere il duplice omicidio; recuperati sull’asfalto 4 bossoli di un fucile calibro 12 caricato a pallettoni, numerosissimi bossoli calibro 7.62 di una mitraglietta e 4-5 di una pistola calibro 9per21. I due sono stati raggiunti da una pioggia di proiettili in più parti del corpo. Franco Romito aveva il volto completamente sfigurato e non aveva più la mano sinistra. Franco Romito potrebbe essere stato ucciso per essere stato per anni, con i suoi familiari, confidente dei Carabinieri e in molte indagini sulla famiglia mafiosa del clan opposto, Libergolis di Monte Sant’Angelo.

Faida del Brindisino

Negli anni dal 1989 al 1991 si scatena nel Brindisino una faida, della quale saranno vittime i maggiori esponenti della società maggiore; sarà calcolata una media di più di cento morti ammazzati, definita come una delle maggiori cause dell’idebolimento dei clan in tutta l’area del brindisino, capeggiata allora dal clan Buccarella (Tuturano)

Faida di Taranto

Nel periodo dal 1988 fino al 1993 i fratelli Modeo diedero inizio a una delle più sanguinose guerre di mala in Puglia. Caratterizzata da una guerra fratricida (si vedevano contrapposti i tre fratelli Modeo contro il maggiore detto “il Messicano”), questa faida coinvolse i clan più importanti del Tarantino con uno spaventoso tasso di omicidi e attentati. La guerra si concluse con l’agguato mortale a “il Messicano”, fondatore del clan, e con l’arresto dei tre fratelli minori, trovati in una masseria bunker. I morti furono ben oltre i cento (circa 170), con coinvolgimenti di innocenti non collegati ai clan (es. strage della Barberia), questo dovuto al clima di tensione in città e soprattutto nel rione Tamburi, con affiliati che avevano il dovere di “sparare a vista” anche in pieno giorno e in presenza di passanti.

Faida del sud Salento

A partire dal 2010 la SCU del sud Salento si arricchisce con lo spaccio di cocaina nelle numerose località balneari in periodo estivo. Il fiume di denaro derivante dallo spaccio, genera una serie di tradimenti interni ai clan. A farne le spese lo storico boss di Gallipoli Salvatore Padovano, detto “Nino Bomba” ucciso dal fratello Rosario Padovano, e Augustino Potenza, boss di Casarano. Nel 2018, Melissano viene insanguinata da due omicidi di mafia, in cui cadono vittime Manuel Cesari, 32 anni, a marzo, crivellato di colpi davanti ad un fast food della cittadina, e Francesco Fasano, 22 anni, a luglio, ucciso con un colpo alla testa e abbandonato per strada. Nel 2019, ad aprile, Mattia Capocelli cade vittima di un agguato a colpi di pistola a Maglie. Nel corso dell’anno, un tentato omicidio sconvolge di nuovo Casarano, in cui la vittima miracolosamente riesce a sopravvivere ad un agguato, in cui furono sparati più di 16 colpi, in pieno centro abitato.[20]

Economia

Secondo recenti dati forniti dall’Eurispes[21], sembra che la Sacra corona unita guadagni:

  • 878 milioni di euro l’anno dal traffico di stupefacenti
  • 775 milioni dalla prostituzione
  • 516 milioni dal traffico di armi
  • 351 milioni dall’estorsione e dall’usura.

Un giro d’affari di circa 2 miliardi e mezzo di euro.

Sacristi principali

  • Vincenzo Stranieri (Manduria, capo co-fondatore)[22]
  • Savinuccio Parisi (capo)[1]
  • Ciro Bruno (Torre Santa Susanna, capo)
  • Andrea Gaeta (capo)[23]
  • Angelo Notarangelo (capo), ucciso[1]
  • Giosuè Rizzi (capo), ucciso[1]
  • Giuseppe de Palma “Boss di origine calabrese” (capo)[1][23]
  • Raffaele de Palma (capo)[24]
  • Matteo de Palma, cognato di Mario Luciano Romito (capo di Manfredonia), uccisi a San Marco in Lamis[25]
  • Vito Di Emidio (gangster)[1]
  • Francesco Locorotondo (capo, catena con medaglione) Crispiano, Lizzano (TA)[26]
  • Cataldo e Giuliano Cagnazzo, (capi della famiglia Cagnazzo) Lizzano (TA).[27]

Clan “Famiglie” principali

  • Provincia di Foggia
  • Clan Libergolis[26]
  • Clan Sabatino[26]
  • Clan Moretti – Pellegrino[26]
  • Clan Francavilla[26]
  • Clan Piarulli – Ferraro[26]
  • Clan Palumbo[26]
  • Clan Gaeta[26]
  • Clan Rizzi[28]
  • Clan Laviano[28]
  • Clan Romito – De Palma[25]
  • Clan Li Bergolis[28]
  • Clan Crisetti
  • Clan Di Claudia[28]
  • Clan Caputo[28]
  • Clan Ferraro[28]

Provincia di Bari

  • Clan Capriati[26]
  • Clan Depalma[1]
  • Clan Strisciuglio[26]
  • Clan Parisi[26]
  • Clan Conte[26]
  • Clan Cipriano[26]
  • Clan Panarelli[26]
  • Clan Montani -Telegrafo[26]
  • Clan Mercante[26]
  • Clan Cassano[28]
  • Clan Muolo[28]
  • Clan Svezia – Laneve[28]
  • Clan Valentini[28]

Provincia di Brindisi

  • Clan Rogoli – Campana
  • Clan Bruno
  • Clan Buccarella[26]
  • Clan Sabatelli[26]
  • Clan Brandi[26][26]
  • Clan Pasimeni – Vicientino – Vitale
  • Clan Donatiello[28]
  • Clan Soleti[28]
  • Clan Cigliola[28]
  • Clan Leo[28]
  • Clan Bleve[28]
  • Clan Emidio[28]
  • Clan D’Onofrio[28]
  • Clan Nigro – Detto “Scianghedde”[29]

Provincia di Lecce

  • Clan Rizzo[26]
  • Clan Tornese[26]
  • Clan De Tommasi[26]
  • Clan Cerfeda – Briganti[26]
  • Clan Coluccia[26]
  • Clan Padovano[26]
  • Clan Margiotta[30]
  • Clan Scarcella-Albertini[31]
  • Clan Donatiello[28]
  • Clan Buccarella[28]
  • Clan Conte[28]
  • Clan Tolla[28]

Provincia di Taranto

  • Clan Locorotondo[26]
  • Clan Cicala[22]
  • Clan Stranieri[22]

Divisioni interne

Società foggiana

Lo stesso argomento in dettaglio: Società foggiana.

La Società foggiana è un cartello criminale di stampo mafioso, legato alla Sacra corona unita, che ha il suo centro nella città di Foggia e che ha trovato accordi con organizzazioni criminali come la mafia siciliana, la camorra e la ndrangheta[32]. Il foggiano, a causa della vicinanza con la Campania, ha risentito dell’influenza della camorra e della defunta Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. La criminalità, organizzata in “batterie” (Sinesi-Francavilla, Mansueto-Trisciuoglio-Prencipe, Moretti-Pellegrino-Piscopia), è risultata in costante evoluzione ed ha aggregato in una società tutte le espressioni emergenti del territorio, riuscendo ad infiltrarsi nelle aree costiere limitrofe, nelle quali ha progressivamente imposto i propri interessi illeciti nel terziario e nelle costruzioni, in particolare assumendo il controllo del settore delle onoranze funebri[33].

Camorra barese

Lo stesso argomento in dettaglio: Camorra barese.

È un’organizzazione mafiosa operante a Bari e nella provincia, da non confondere con la camorra napoletana. In prevalenza confederazioni tra clan, che come attività primarie continuano ad essere dediti ai reati in materia di stupefacenti, contrabbando ed estorsioni. Fra i clan spiccano gli Strisciuglio e i Telegrafo del quartiere San Paolo, il clan Parisi del quartiere Japigia di Bari (scissosi nel 1990 dalla Sacra corona unita) con a capo il noto boss Savinuccio Parisi[34] e Tonino Capriati (clan sgominato), operante a Bari Vecchia[35], Diomede (Quartiere Libertà), gli emergenti Lorusso e Di Cosola (Carbonara).[36]

Il clan Strisciuglio è egemone a Bari e dintorni; è un’associazione delinquenziale facente capo a Domenico ‘La Luna’ Strisciuglio, operante a partire dal 1997, con finalità di conquista territoriale per l’imposizione di un potere su spazi economici sempre più estesi e con una dilagante attività di violenta sopraffazione collettiva. L’organizzaizione nacque nel 1997, con la disgregazione delle famiglie mafiose dei Di Cosola e Laraspata a seguito rispettivamente dei blitz ‘Conte Ugolino’ e ‘Mayer’ e del conflitto insorto col clan Capriati. Una guerra all’ultimo sangue tra gli Strisciuglio e i Capriati, che “ha avuto la propria epifania con l’omicidio di Giuseppe Capriati ad opera degli Strisciuglio. Da lì un’escalation di violenza per le vie di Bari, nella quale hanno perso la vita innocenti come Michele Fazio[37], con la definitiva vittoria degli Capriati.[38]

Sacra corona libera

Lo stesso argomento in dettaglio: Criminalità in Puglia § Sacra corona libera.

La Sacra corona libera, formata da esponenti già appartenuti alla Sacra corona unita. Nasce a causa di contrasti con i vertici della SCU e propone alcune differenze: l’uso di minorenni e l’abolizione dei riti d’iniziazione[39].

Nuova Famiglia Salentina

Filmografia

  • LaCapaGira
  • Mio cognato
  • Le bande
  • Fine pena mai
  • Galantuomini
  • Libera nos a malo
  • Squadra antimafia 2 – Palermo oggi
  • Catene (sitcom, 2000-2010)
  • Marpiccolo

Note

  1. ^ a b c d e f g
  2. ^ Il procuratore di Lecce al Consiglio regionale: «La mafia ha consenso», in La Gazzetta del Mezzogiorno, 30 giugno 2016.
  3. ^ L’ascesa della Sacra Corona Unita e il deliro di diventare la quarta stella
  4. ^ Giuseppe Rogoli costituì la S.C.U. nel 1981, ma solo nel 1983 l’organizzazione assunse valenza operativa con l’affiliazione di Giuseppe Iannelli, Giosuè Rizzi (capo storico della Società foggiana) e Cosimo Cappellari.
  5. ^ Fratelli di sangue di Nicola Gratteri (2007)
  6. ^ Puglia – Splendida terra funestata dalla “quarta mafia”
  7. ^ Na Nazareno Dinoi, Dentro una vita. I 18 anni in regime 41 bis di Vincenzo Stranieri, Reality Book (collana Controluce), 2010.
  8. ^ Il procuratore capo della Repubblica di Napoli, Giovanni Colangelo nel mirino della Camorra e della Sacra Corona Unita?
  9. ^ https://www.deliapolis.it/products/parroco-invita-fedeli-a-messa-boss-chiesa-rimasta-chiusa-parroco-invita-a-messa-boss-papa-mi-riceva-sono-addolorato/
  10. ^ Pentito si uccide in cella (PDF), Le Cronache di Napoli, 9 aprile 2010. URL consultato il 10 settembre 2019 (archiviato il 10 settembre 2019).
  11. ^ Puglia – Splendida terra funestata dalla “quarta mafia”
  12. ^ Rapporto II semestre 2008 Direzione Investigativa Antimafia (PDF), su interno.it.
  13. ^ Marilù Mastrogiovanni, Il Sistema, il Tacco d’Italia Editore, 2009, ISBN 9788896286050.
  14. ^ Preso il capo della Sacra corona unita già condannato a nove anni di carcere, in la Repubblica, 23 aprile 2011. URL consultato il 23 aprile 2011.
  15. ^ Duro colpo alla Sacra Corona Unita – Arrestato il boss Francesco Campana, in Corriere della Sera, 23 aprile 2011. URL consultato il 23 aprile 2011.
  16. ^ Mafiusu, su mafiusu.cabanova.de.
  17. ^ Stime Eurispes
  18. ^ Bari, 104 arresti: ‘Clan infiltrati in economia della città’. Fermato anche imprenditore antiracket, in ilfattoquotidiano.it, 18 giugno 2018. URL consultato il 18 giugno 2018.
  19. ^ Intervista a un affiliato, oggi in carcere Archiviato il 1º maggio 2008 in Internet Archive.
  20. ^ Marilù Mastrogiovanni, Sacra corona unita: la mafia del Salento, in il Tacco d’Italia.
  21. ^ In Puglia la Sacra Corona Unita Una costola della ‘ndrangheta
  22. ^ a b c Nazareno Dinoi, Dentro una vita. I 18 anni in regime di 41 bis di Vincenzo Stranieri, in Controluce, Reality Book, 2010.
  23. ^ a b Domenico Salvatore, Brindisi, catturato il capo dei capi della Sacra Corona Unita, su Mediterraneonline.it, 24 luglio 2011. URL consultato il 24 giugno 2015 (archiviato dall’url originale il 27 aprile 2011).
  24. ^ Nuovo sequestro al clan Di Palma, in TuriWeb, 23 gennaio 2012. URL consultato il 24 giugno 2015.
  25. ^ a b https://www.immediato.net/2017/08/09/e-stata-una-strage-4-morti-sul-gargano-in-un-agguato-a-san-marco-in-lamis/
  26. ^ a b c d e f g h i j k l m n  p q r s t u v w x y z aa Donato De Sena, Mafia, ‘ndrangheta, camorra: la mappa dei clan, su giornalettismo.com, 5 febbraio 2015. URL consultato il 25 giugno 2015.
  27. ^ Taranto, un pentito svela la nuova mappa della Sacra Corona Unita sullo Ionio: “Ecco affari, riti e gerarchie criminali”
  28. ^ a b c d e f g h i j k l m n  p q r s t u
  29. ^ Scu, arrestato latitante: trovato dai carabinieri in una casa di campagna, su BrindisiReport. URL consultato il 28 luglio 2020.
  30. ^ Mafia e droga, raffica di ergastoli, in Corriere della sera, 5 settembre 1997. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall’url originale il 25 giugno 2015).
  31. ^ Marilù Mastrogiovanni, il Tacco d’Italia, in n°65, settembre 2010.
  32. ^ Arresti per traffico di droga a Foggia – Collegamenti con la ‘ndrangheta [collegamento interrotto], in Calabria Notizie, 10 luglio 2008.
  33. ^ Tatiana Bellizzi, Operazione “Osiride”: sigilli per 4 ditte di onoranze funebri, su teleradioerre.it, T.R.E., 18 maggio 2007. URL consultato il 24 giugno 2015 (archiviato dall’url originale il 24 giugno 2015).
  34. ^ Il clan Parisi torna in cella – la Repubblica.it
  35. ^ Bari: sgominato il clan Capriati, 40 arresti – Corriere della Sera
  36. ^ LA «GEOGRAFIA CRIMINALE» DI BARI E AREA METROPOLITANA
  37. ^ Dieci anni senza Michele Fazio così dal dolore è nato il riscatto – Bari – Repubblica.it
  38. ^ Bari, traffico e spaccio di droga in provincia: condannati nove vicini al clan Palermiti, in Repubblica.it, 13 novembre 2018. URL consultato il 14 novembre 2018.
  39. ^ LA SACRA CORONA UNITA

Bibliografia

  • Maurizio Fiasco, Mafia(s) in the mediterranean and the fight against organised crime in Italy in Organized Criminality – Security in Europe, Fondazione Rosselli, ed. EUROPEAN COMMISSION FORWARD STUDIES UNIT
  • Maurizio Fiasco, Puglia. Il crimine, scenari e strategie, ed. Sapere 2000, 1992
  • Relazione Annuale DNA 2003
  • Monica Massari, Sacra Corona Unita: Potere e Mistero, ed. Laterza, 1998
  • Ottaviano Del Turco, Relazione sullo stato della lotta alla criminalità organizzata nella provincia di Brindisi, (13.07.1999 doc. 31)
  • Mariano Longo, Sacra Corona Unita: Storia, Struttura, Rituali, ed. Pensa Multimedia, 1997
  • Rosario Tornesello, Tacco e Tabacco, ed. Besa, 2009
  • Andrea Apollonio, Sacra corona unita: riciclaggio, contrabbando. Profili penali economici del crimine imprenditoriale, ed. Carocci, 2010
  • Mara Chiarelli, Sacra Corona Unita – I camaleonti della criminalità italiana, Editori Internazionali Riuniti, 2012
  • Andrea Apollonio, Storia della Sacra corona unita. Ascesa e declino di una mafia anomala, Rubbettino, 2016
  • Marilù Mastrogiovanni, Il Sistema, il Tacco d’Italia editore, 2009

Voci correlate

  • Antonio Modeo
  • Criminalità in Puglia
  • Mafia
  • Raffaele Cutolo
  • Nuova camorra organizzata
  • Nuova camorra pugliese
  • Società foggiana
  • Camorra
  • ‘Ndrangheta

WIKIWAND