MARIA CONCETTA CACCIOLA, testimonianza e suicidio

 

 

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Maltrattamenti in famiglia, arrestato il padre di Maria Concetta Cacciola

La scorsa notte i carabinieri hanno arrestato a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, Michele Cacciola di 57 anni, padre della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola che fornì elementi di conoscenza sulla potente cosca Bellocco di Rosarno, morta nell’agosto del 2011 per avere ingerito acido muriatico.
L’uomo era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica di Palmi e deve scontare 2 anni e 2 mesi di reclusione per concorso in maltrattamenti in famiglia ai danni della figlia, poi morta tragicamente. Dopo le formalita’ di rito l’uomo e’ stato condotto nella Casa Circondariale di Palmi.

14.7.2015


Maria Concetta Cacciola(Rosarno, 30 settembre 1980 – Rosarno, 20 agosto 2011)  collaboratrice di giustizia, vittima innocente di ‘ndrangheta.

Figlia di Michele Cacciola, e nipote del boss Gregorio Bellocco, capo famiglia di Rosarno, la sua era una potente famiglia di ‘ndrangheta, tanto che il fratello Giuseppe seguì le orme familiari, come da regole dell’organizzazione.
Il matrimonio con Salvatore Figliuzzi Maria Concetta iniziò a frequentare a 13 anni Salvatore Figliuzzi, che la sposò più tardi solamente per poter entrare a far parte della ‘ndrina dei Bellocco.
A seguito dell’arresto del marito, fu costretta, insieme ai suoi tre figli, ad una vita priva di libertà, come imposto dalle regole del clan. Tuttavia, Maria Concetta iniziò una relazione sentimentali con un uomo conosciuto su internet.
Appena la cosa divenne di dominio pubblico, venne selvaggiamente picchiata dal padre e dal fratello per aver disonorato la famiglia.
La decisione di collaborare a seguito del furto del motorino subito dal figlio più grande, l’11 maggio 2011 andò in questura e, di fronte al Maresciallo, lanciò un disperato appello di aiuto, che la portò a collaborare con la giustizia, nella speranza di regalare ai figli un futuro diverso dal suo e da quello della sua famiglia. Costretta a separarsi dai figli, che lasciò alle cure di sua madre, venne trasferita sotto protezione a Cassano, a Bolzano e infine a Genova.
Il ritorno in famiglia Da Genova, per nostalgia dei figli, Maria Concetta chiamò la madre, rivelandole dove si trovava. Fu così che i genitori andarono a riprenderla a Genova per riportarla in Calabria e durante il viaggio il padre cercò di capire cosa avesse rivelato alla magistratura.
Capendo di essere in pericolo, chiamò gli uomini del Servizio di Protezione affinché la andassero a prendere a casa di una cugina della madre da cui si erano fermati per la notte.
Maria Concetta tornò così a Genova, ma nel periodo successivo i genitori fecero pressioni su di lei per farla tornare a Rosarno, facendo leva sull’amore e la lontananza dei figli.
Così l’8 agosto, Maria Concetta tornò a Rosarno e dodici giorni dopo venne trovata morta nel bagno per aver ingerito acido muriatico.
Dopo tre giorni i genitori di Maria Concetta si presentarono alla Procura di Palmi, presentando un esposto in cui accusavano le autorità di aver indotto al suicidio la figlia, costringendola a collaborare con l’inganno, producendo agli atti una lettera e un’audiocassetta di Maria Concetta nelle quali ritrattava tutto quello che aveva dichiarato agli inquirenti, affermando di averlo detto solo per vendicarsi del padre e del fratello.
Indagini e Processi  Le indagini hanno dimostrato che sia la lettera che l’audiocassetta erano state estorte. Per l’omicidio di Maria Concetta, sono stati arrestati il padre, Michele Cacciola e il fratello, Giuseppe Cacciola. Alla madre, Anna Rosalba, sono stati concessi gli arresti domiciliari. WIKIMAFIA


‘Ndrangheta, indusse la figlia a suicidarsi con l’acido – Arrestata la madre di Maria Concetta Cacciola

I carabinieri di Rosarno hanno arrestato Anna Rosalba Lazzaro, di 52 anni, madre di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia deceduta dopo aver ingerito acido muriatico. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un’ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Reggio Calabria per un’espiazione pena di 3 anni ed 8 giorni di reclusione. La donna è stata condannata, insieme al marito Michele Cacciola ed al figlio Giuseppe, per maltrattamenti ai danni di Maria Concetta per indurla a ritrattare le accuse fatte ai magistrati della Dda contro la sua famiglia ed i Bellocco. Maria Concetta era nipote del boss Gregorio Bellocco, cognato di suo padre. Dopo avere iniziato a testimoniare, la donna era stata trasferita in una località protetta dove era rimasta fino al 10 agosto 2010, quando decise di tornare a Rosarno per rivedere i figli rimasti a casa dei nonni in attesa del trasferimento. Il 20 agosto Maria Concetta morì per ingestione di acido muriatico.IL QUOTIDIANO DEL SUD 29 OTT. 2016  Anna Rosalba Lazzaro


 

 a cura di Claudio Ramaccini  Direttore Centro Studi Sociali contro la mafia – Progetto San Francesco