La MAFIA oggi

21/05/2021

Due carte su Cosa Nostra, a quasi trent’anni dalla strage di via D’Amelio.

carta di Laura Canali

MAFIA, DROGA

In occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio (19 luglio 1992), nella quale furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, sono disponibili gratuitamente due carte inedite a colori sulla mafia.

Rispetto a un trentennio fa, sono cambiate alcune cose.

Innanzitutto, la stagione degli attentati è terminata nel 1993 con le bombe a Firenze, Milano e Roma. A essa ha fatto seguito una fase di “inabissamento” voluta da Bernardo Provenzano – al vertice dell’organizzazione criminale siciliana fino al suo arresto nel 2006 – e tuttora in corso.

La nuova strategia caratterizzata dalla rinuncia a clamorosi atti di sangue, lungi dal comportare la scomparsa della mafia, ne ha permesso l’ascesa economica e territoriale anche al di fuori dell’isola originaria. Agli omicidi eccellenti e alle bombe si sono sostituiti incentivi di natura finanziaria: la corruzione di pubblici ufficiali e professionisti, accompagnata da minacce in caso di resistenza. Con l’obiettivo di infiltrare l’economia legale del nostro paese, partecipando a gare d’appalto e a bandi europei. L’epidemia di coronavirus offre ai capitali mafiosi ulteriori possibilità di riciclo ed emersione, stanti i problemi finanziari abbattutisi su negozi e imprese dal 2020.

La mafia è oggi meno potente della ‘ndrangheta, ma conserva un ruolo cruciale nell’economia criminale del nostro paese anche in virtù dei suoi legami internazionali. I rapporti con le storiche famiglie siculo-americane del Canada e della costa orientale degli Stati Uniti sono tenuti in particolare dai mandamenti di Palermo e Trapani, oltre che dalle famiglie di Sciacca. L’area etnea cura invece i contatti con i narcotrafficanti latinoamericani (in particolare con il cartello messicano di Sinaloa, che esporta cocaina dal Sudamerica) e ospita organizzazioni nigeriane coinvolte nello sfruttamento della prostituzione e nello spaccio di stupefacenti.

Le due carte fotografano la differenza tra la Sicilia occidentale, terra di famiglie e mandamenti, e la Sicilia orientale, dove i mandamenti sono meno determinanti. Tra la provincia di Agrigento e quella di Gela è diffusa la stidda, un’altra organizzazione criminale di tipo mafioso pronta ad alleanze funzionali con Cosa Nostra. La stidda è a sua volta proiettata nell’economia legale del Centro-Nord (Roma, Brescia, Milano, Torino), collegata alla ‘ndrangheta in Calabria e in contatto con le sue ramificazioni internazionali in Germania e Belgio.