- GIOVANNI BRUSCA: “Borsellino nel mirino di un fucile di precisione” AUDIO
- NEL MIRINO di COSA NOSTRA dall’’84 (Audio deposizione G. Brusca)
IL RACCONTO DI BRUSCA durante l’incidente probatorio, all’udienza del 6 giugno 2012, Giovanni Brusca fa risalire l’intenzione di Salvatore Riina di eliminare il Dott. Borsellino al 1979-80, spiegando: «Totò Riina lo voleva uccidere prima quando fu del cognato, poi quando fu del Capitano Basile… ». Sul punto, Giovanni Brusca ha reso le seguenti dichiarazioni:
- P.M. DOTT. MARINO – Senta, mentre il Dottor Borsellino?
- TESTE BRUSCA – Il Dottor Borsellino invece le esternazioni di Salvatore Riina che voleva uccidere… in quanto lo voleva uccidere cominciano con la vicenda del cognato Leoluca Bagarella del Capitano Basile.
- P.M. DOTT. MARINO – E perché?
- TESTE BRUSCA – Perché mi aveva chiesto di poterlo più di una volta avvicinare per ottenere un trattamento di favore, insabbiare in qualche modo le indagini, per poterlo scagionare dall’accusa.
- P.M. DOTT. MARINO – Ma ci furono tentativi di contattare il Dottor Borsellino all’epoca?
- TESTE BRUSCA – Sì, allora… l’ho detto, allora ci sono stati dei tentativi e ci fu un rifiuto totale.
- P.M. DOTT. MARINO – Ma lei ricorda chi e in che maniera si fecero questi tentativi, se l’ha mai saputo?
- TESTE BRUSCA – Guardi, ora non mi ricordo chi lui… a chi lui abbia incaricato, però di solito si comincia da dove è nato, le amicizie, le amicizia di scuola… un po’ conoscendo la città di Palermo si cerca di vedere con chi si può avvicinare. Ripeto, io conosco le esternazioni che lui si è rifiutato di fargli questa cortesia, però con che soggetti abbia…
- P.M. DOTT. MARINO – E lei da chi lo apprende?
- TESTE BRUSCA – Da Riina.
- P.M. DOTT. MARINO – Da Riina direttamente?
- TESTE BRUSCA – Sì, perché in quel momento io sono una delle persone più vicine con Leoluca Bagarella. Sono vicino a lui, conosco dove abita, ci vado a casa tutti i comuni, quindi sono quasi a disposizioni… no sono, sono a disposizione… tolgo questo quasi, ero a disposizione sua ventiquattro ore su ventiquattro ore. La mia… allento un pochettino quando vengo tratto in arresto per le dichiarazioni di Buscetta, ma fino a quel momento gli facevo da autista, lo andavo a prendere, lo accompagnavo da Michele Greco quando andava a Mazara, ci dormivo a casa… tutti i giorni. Difficilmente io avevo qualche momento libero».
Il Brusca chiarisce inoltre che, in epoca anteriore al “maxiprocesso”, le ragioni poste alla base della intenzione di eliminare il Dott. Borsellino si ricollegano al suo intransigente rifiuto di ogni condizionamento e alla sua mancanza di ogni “disponibilità” rispetto alle vicende giudiziarie riguardanti BAGARELLA e l’omicidio del Capitano Basile («Il Dottor Borsellino sì, ma nella sua qualità di Giudice… ancora non era successo il maxiprocesso, non era successo… successivamente poi si sono aggiunti gli altri elementi, però fino a quel momento era perché non si era messo a disposizione, credo per il fatto di Bagarella e qualche altro fatto che in questo momento non mi ricordo. (…) Del Capitano Basile… c’era qualche altra cosa che non si era messo a disposizione»). Nella medesima deposizione, Giovanni Brusca dichiara che l’intenzione di uccidere il Dott. Borsellino aveva radici lontane nel tempo e ad essa erano interessati i Madonia, proprio in relazione all’omicidio del Capitano Basile, per il quale era imputato Giuseppe Madonia, fratello di Salvatore Mario Madonia.