FIAMMETTA BORSELLINO – Rassegna stampa Aprile 2022

 

BERGAMO INCONTRA FIAMMETTA BORSELLINO Fiammetta Borsellino porterà la sua testimonianza a 250 alunni di diversi istituti superiori della città, concludendo così il percorso «Parole dedicate. Gli studenti incontrano i testimoni della memoria e dell’impegno civile sui temi della Legalità e della Costituzione», a cura del Centro di Promozione della Legalità per la provincia di Bergamo (con l’Istituto Superiore “Giulio Natta” come capofila), Ufficio Scolastico Territoriale in collaborazione con il Comune di Bergamo.

2 maggio alle 15, al giardino dei Giusti in via Galgario a Bergamo si terrà la cerimonia di piantumazione dell’ulivo e svelamento della targa in memoria delle stragi mafiose in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, le donne e gli uomini della scorta.

Insieme all’Assessora alla Pace e all’Educazione alla Cittadinanza Marzia Marchesi ci sarà anche Fiammetta Borsellino che in mattinata alle 10.45 incontrerà nell’auditorium della scuola gli studenti dell’I.S.I.S Giulio Natta.Fiammetta Borsellino porterà la sua testimonianza a 250 alunni di diversi istituti superiori della città, concludendo così il percorso «Parole dedicate. Gli studenti incontrano i testimoni della memoria e dell’impegno civile sui temi della Legalità e della Costituzione», a cura del Centro di Promozione della Legalità per la provincia di Bergamo (con l’Istituto Superiore “Giulio Natta” come capofila), Ufficio Scolastico Territoriale in collaborazione con il Comune di Bergamo. ECO DI BERGAMO 30.4.2022


Trent’anni fa le stragi mafiose di via d’Amelio e Capaci: Bergamo incontra Fiammetta Borsellino

La figlia del magistrato ucciso a Palermo parteciperà alla piantumazione di un ulivo e allo svelamento di una targa nel giardino dei Giusti

A svelare la targa posta nel giardino dei Giusti in memoria delle stragi mafiose, in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, le donne e gli uomini della scorta, ci sarà anche Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso il 19 luglio del 1992 a Palermo, nella strage di via D’Amelio.

Lo svelamento della targa commemorativa e la cerimonia di piantumazione di un ulivo nel parco in via del Galgario sono in programma lunedì 2 maggio alle 15, in occasione del trentesimo anniversario degli attentati di stampo mafioso avvenuti in via D’Amelio e a Capaci. Oltre a Fiammetta Borsellino interverrà anche l’assessore alla Pace e all’Educazione alla cittadinanza Marzia Marchesi.
La cerimonia sarà preceduta nella stessa mattinata, alle 10.45, da un incontro con gli studenti nell’auditorium dell’istituto superiore Giulio Natta che verrà trasmesso in streaming sul canale YouTube del Comune di Bergamo.


Fiammetta Borsellino racconterà la propria testimonianza a 250 alunni provenienti da differenti scuole superiori della città, concludendo così il percorso “Parole dedicate. Gli studenti incontrano i testimoni della memoria e dell’impegno civile sui temi della legalità e della Costituzione”. Un’iniziativa curata dal Centro di promozione della legalità per la provincia di Bergamo, insieme all’istituto superiore Natta (in qualità di capofila) e all’Ufficio scolastico territoriale, in collaborazione con Palazzo Frizzoni.  PRIMA BERGAMO 30.4.2022


Trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio: Bergamo incontra Fiammetta Borsellino  Fiammetta Borsellino arriva a Bergamo. La figlia del magistrato Paolo, assassinato da Cosa Nostra il 19 luglio 1992, sarà in città lunedì 2 maggio: l’appuntamento è alle 15 al giardino dei Giusti in via Galagario.
Interverrà alla cerimonia di piantumazione dell’ulivo e svelamento della targa in memoria delle stragi mafiose in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, le donne e gli uomini della scorta. Accanto a lei ci sarà l’assessora alla pace e all’educazione alla cittadinanza Marzia Marchesi.  BERGAMO NEWS 30.4.2022


Fiammetta Borsellino racconta suo padre Paolo Fiammetta Borsellino a Pordenone: l’importanza di testimoniare contro le mafie  Le sue parole:  E’ importante testimoniare, collaborare, fare attenzione perchè le mafie esistono ancora e operano là dove c’è il denaro.  

Auditorium Vendramini affollato, molti i giovani, per ascoltare Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo, vittima della mafia il 19 luglio 1992 a Palermo. Serata organizzata dall’Associazione Aladura e dall’Istituto Vendramini. Un interminabile applauso ha accolto Fiammetta Borsellino all’inizio della serata. Lei ha coinvolto il pubblico con la narrazione della sua scelta di lasciare un lavoro stabile per girare l’Italia e testimoniare i valori trasmessi da suo padre e per i quali ha perso la vita. Testimoniare nelle scuole soprattutto, ma anche andare nelle carceri perché, se pur difficile, è importante che un colpevole si riconosca tale e ricostruisca la propria vita. E’ importante testimoniare, collaborare, fare attenzione perchè le mafie esistono ancora e operano là dove c’è il denaro. Tra la droga, gli appalti. Hanno potentati al nord del nostro Paese. Hanno molti beni. Bisogna combattere il connubio mafia e potere, dove c’è complicità. Bisogna combattere la menzona, altrimenti il Paese non è libero. Grande il ricordo del padre, che viveva tra la gente, che soffriva per quella scorta così giovane che sapeva in pericolo. Che amava la vita, ma che ha anche insegnato ad affrontare la morte. Quella di Fiammetta Borsellino è una memoria operante perché vincano la verità, l’amore e il dialogo.    IL POPOLO 12.4.2022 m.l.g.a.


Pordenone: lunedì 11 aprile al Vendramini Fiammetta Borsellino

Lunedì alle 20.30 incontro aperto al pubblico; nella mattinata incontro con gli studenti del Vendramini 10/04/2022 di Simonetta Venturin. Incontro con FIAMMETTA BORSELLINO Lunedì 11 Aprile ore 20.30 Auditorium Vendramini L’incontro è organizzato dall’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini Cinquantasette giorni dopo la strage di Capaci dove vengono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca e tre agenti della scorta, il 19 Luglio 1992 viene ucciso il magistrato Paolo Borsellino, una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale. In quella tragica giornata Paolo Borsellino, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si reca insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove vive sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo esplode, uccidendo il magistrato e cinque agenti della scorta. Lunedì 11 Aprile alle 20.30 presso l’Auditorium Vendramini di Pordenone, per ricordare Paolo Borsellino a trenta anni da quella terribile data, l’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini propongono l’incontro testimonianza con la figlia Fiammetta Borsellino. Ultima dei tre figli di Paolo Borsellino, Fiammetta aveva 19 anni all’epoca della strage. Successivamente si è laureata in giurisprudenza. Ha lavorato per 17 anni presso l’Amministrazione comunale di Palermo occupandosi dell’attivazione di servizi per tutte le fasce deboli. E’arrivata poi la decisione di lasciare il posto fisso per dedicarsi ad altro, soprattutto per testimoniare il valore della legalità agli studenti. L’impegno faticoso e coraggioso di Fiammetta è molto importante, soprattutto perché “la ricerca della verità sull’assassinio di Paolo Borsellino – come scrive Enrico Deaglio nel libro Il vile agguato – implicava un contributo di onestà, che è stata soffocata. Difficile che si possa recuperare il tempo perduto, perché ormai quella stessa ricerca della verità è strettamente connessa con la ricerca delle ragioni della disonestà di chi doveva cercarla”. Fiammetta non si stanca mai di portare avanti la sua testimonianza: “la lotta alla criminalità organizzata non ha cessato di esistere. Bisogna conoscere i percorsi, gli esempi, le idee, le buone prassi, dare una guida alle generazioni future. Anche le guerre pensavamo non potessero ritornare tra noi. Le organizzazioni criminali si adeguano ai nostri contesti. Dobbiamo dare un faro per il futuro ai giovani, alle forze dell’ordine, a ciascuna persona per liberarsi. Non si è ancora fatta luce su tanti delitti. Tante sono le menzogne. Un Paese che vive nella menzogna non ha futuro”. Paolo Borsellino ci ricorda che non possiamo illuderci di cambiare il mondo: ciò che conta è il nostro costante e faticoso impegno quotidiano a fare il bene, in ogni ambito della nostra vita e in base alle nostre singole forze. Così la nostra vita può diventare esempio per altre persone e il bene essere diffuso e condiviso. Per questo motivo la testimonianza di Fiammetta Borsellino rimane preziosa e veritiera e ci invita ancora una volta a metterci in discussione e a domandarci se stiamo percorrendo la strada giusta. Alla fine noi siamo ciò che scegliamo di essere. IL POPOLO 10.4.2022


“Un Paese che vive nella menzogna non ha futuro, diamo un faro ai giovani”

Fiammetta Borsellino, figlia del Giudice ucciso dalla Mafia, sarà al Vendramini l’11 aprile
Sarà a Pordenone lunedì 11 aprile presso l’Auditorium Vendramini la dott.ssa Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, ucciso a Palermo nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992. Alle ore 20.30 incontrerà il pubblico, al mattino parlerà con gli alunni del Vendramini. L’incontro è organizzato dallo stesso Istituto e dall’Associazione Aladura. Fiammetta Borsellino è l’ultima dei tre figli del Magistrato Paolo Borsellino. Aveva 19 anni all’epoca della strage. Successivamente si è laureata in giurisprudenza. Ha lavorato per 17 anni presso l’Amministrazione comunale di Palermo occupandosi dell’attivazione di servizi per tutte le fasce deboli. E’ arrivata poi la decisione di lasciare il posto fisso per dedicarsi ad altro, soprattutto per testimoniare il valore della legalità agli studenti, dalle quinte elementari alle superiori. Non si ferma mai anche se è stanca. Abbiamo interpellato Fiammetta Borsellino telefonicamente. Molto gentile si è messa a nostra disposizione.

Ci salutiamo con un arrivederci a lunedì 11 a Pordenone. Gli incontri in presenza per lei sono molto importanti e per fortuna, sottolinea, ne ha potuti fare tanti.  06/04/2022 di Maria Luisa Gaspardo Agosti


Pordenone: lunedì 11 aprile al Vendramini la testimonianza di Fiammetta Borsellino

 Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, ucciso a Palermo nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992, incontra la città di Pordenone lunedì 11 alle 20.30, prima parlerà con gli alunni del Vendramini. L’incontro è organizzato dallo stesso Istituto e dall’Associazione Aladura. 

07/04/2022 di Maria Luisa Gaspardo Agosti


 

 Lunedì 11 aprile, all’Auditorium Vendramini di Pordenone, a trenta anni dall’omicidio, l’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini propongono l’incontro testimonianza

 
Cinquantasette giorni dopo la strage di Capaci dove vengono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca e tre agenti della scorta, il 19 Luglio 1992 viene ucciso il magistrato Paolo Borsellino, una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.

In quella tragica giornata Paolo Borsellino, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si reca insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove vive sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo esplode, uccidendo il magistrato e cinque agenti della scorta.

Lunedì 11 Aprile alle 20.30 presso l’Auditorium Vendramini di Pordenone, per ricordare Paolo Borsellino a trenta anni da quella terribile data, l’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini propongono l’incontro testimonianza con la figlia Fiammetta Borsellino.

Ultima dei tre figli di Paolo Borsellino, Fiammetta aveva 19 anni all’epoca della strage. Successivamente si è laureata in giurisprudenza. Ha lavorato per 17 anni presso l’Amministrazione comunale di Palermo occupandosi dell’attivazione di servizi per tutte le fasce deboli. 

E’arrivata poi la decisione di lasciare il posto fisso per dedicarsi ad altro, soprattutto per testimoniare il valore della legalità agli studenti.

L’impegno faticoso e coraggioso di Fiammetta è molto importante, soprattutto perché “la ricerca della verità sull’assassinio di Paolo Borsellino – come scrive Enrico Deaglio nel libro Il vile agguato – implicava un contributo di onestà, che è stata soffocata. Difficile che si possa recuperare il tempo perduto, perché ormai quella stessa ricerca della verità è strettamente connessa con la ricerca delle ragioni della disonestà di chi doveva cercarla”.

Fiammetta non si stanca mai di portare avanti la sua testimonianza: “la lotta alla criminalità organizzata non ha cessato di esistere. Bisogna conoscere i percorsi, gli esempi, le idee, le buone prassi, dare una guida alle generazioni future. Anche le guerre pensavamo non potessero ritornare tra noi. Le organizzazioni criminali si adeguano ai nostri contesti. Dobbiamo dare un faro per il futuro ai giovani, alle forze dell’ordine, a ciascuna persona per liberarsi. Non si è ancora fatta luce su tanti delitti. Tante sono le menzogne. Un Paese che vive nella menzogna non ha futuro”.

Paolo Borsellino ci ricorda che non possiamo illuderci di cambiare il mondo: ciò che conta è il nostro costante e faticoso impegno quotidiano a fare il bene, in ogni ambito della nostra vita e in base alle nostre singole forze. Così la nostra vita può diventare esempio per altre persone e il bene essere diffuso e condiviso.

Per questo motivo la testimonianza di Fiammetta Borsellino rimane preziosa e veritiera e ci invita ancora una volta a metterci in discussione e a domandarci se stiamo percorrendo la strada giusta. Alla fine noi siamo ciò che scegliamo di essere.

 
9 aprile 2022 Il Friuli

Fiammetta Borsellino racconta suo padre Paolo

Lunedì 11 aprile, all’Auditorium Vendramini di Pordenone, a trenta anni dall’omicidio, l’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini propongono l’incontro testimonianza

Cinquantasette giorni dopo la strage di Capaci dove vengono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca e tre agenti della scorta, il 19 Luglio 1992 viene ucciso il magistrato Paolo Borsellino, una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale. In quella tragica giornata Paolo Borsellino, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si reca insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove vive sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo esplode, uccidendo il magistrato e cinque agenti della scorta.
Lunedì 11 Aprile alle 20.30 presso l’Auditorium Vendramini di Pordenone, per ricordare Paolo Borsellino a trenta anni da quella terribile data, l’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini propongono l’incontro testimonianza con la figlia Fiammetta Borsellino.. Ultima dei tre figli di Paolo Borsellino, Fiammetta aveva 19 anni all’epoca della strage. Successivamente si è laureata in giurisprudenza. Ha lavorato per 17 anni presso l’Amministrazione comunale di Palermo occupandosi dell’attivazione di servizi per tutte le fasce deboli.  E’ arrivata poi la decisione di lasciare il posto fisso per dedicarsi ad altro, soprattutto per testimoniare il valore della legalità agli studenti. L’impegno faticoso e coraggioso di Fiammetta è molto importante, soprattutto perché “la ricerca della verità sull’assassinio di Paolo Borsellino – come scrive Enrico Deaglio nel libro Il vile agguato – implicava un contributo di onestà, che è stata soffocata. Difficile che si possa recuperare il tempo perduto, perché ormai quella stessa ricerca della verità è strettamente connessa con la ricerca delle ragioni della disonestà di chi doveva cercarla”. Fiammetta non si stanca mai di portare avanti la sua testimonianza: “la lotta alla criminalità organizzata non ha cessato di esistere. Bisogna conoscere i percorsi, gli esempi, le idee, le buone prassi, dare una guida alle generazioni future. Anche le guerre pensavamo non potessero ritornare tra noi. Le organizzazioni criminali si adeguano ai nostri contesti. Dobbiamo dare un faro per il futuro ai giovani, alle forze dell’ordine, a ciascuna persona per liberarsi. Non si è ancora fatta luce su tanti delitti. Tante sono le menzogne. Un Paese che vive nella menzogna non ha futuro”. Paolo Borsellino ci ricorda che non possiamo illuderci di cambiare il mondo: ciò che conta è il nostro costante e faticoso impegno quotidiano a fare il bene, in ogni ambito della nostra vita e in base alle nostre singole forze. Così la nostra vita può diventare esempio per altre persone e il bene essere diffuso e condiviso. Per questo motivo la testimonianza di Fiammetta Borsellino rimane preziosa e veritiera e ci invita ancora una volta a metterci in discussione e a domandarci se stiamo percorrendo la strada giusta. Alla fine noi siamo ciò che scegliamo di essere. 9 aprile 2022 Il Friuli