“Paolo Borsellino per amore della verità” Piero Melati Sperling & Kupfer – RECENSIONI

A trenta anni dalla strage di Via D’Amelio è dovere morale cercare di comprendere i depistaggi, i silenzi, le complicità.

Rivivere quel giorno tragico come una storia che ci appartiene tutti.

Risentire il boato che trasformó Palermo in un campo di battaglia.

Partecipare al dolore e alla rabbia dei familiari delle vittime.

Chiederci come mai le indagini sono state “stropicciate”.

Il giornalista Piero Melati ci accompagna in un viaggio scomodo con quella lucidità, competenza e onestà intellettuale che lo contraddistinguono.

Le sue parole sono meditate e ponderate come devono esserlo quando si scrivono pagine di storia.

Riesce a fare luce sui tanti anelli mancanti, sugli antefatti che non sono casuali.

Bisogna riavvolgere il film e dopo anni di parate, discorsi ufficiali, “bugie di regime” avere il coraggio di guardare in faccia la realtà.

Non è più tempo di sentimentalismi e lacrime di coccodrillo.

“Se vogliamo marcare la differenza con gli onori conferiti dai regimi autoritari, elargiti a bella posta per coprirne gli orrori, una democrazia deve ritrovare almeno in un briciolo di verità la sua unica, possibile legittimazione.

Quel briciolo varrà più di ogni mastodontica e vana architettura retorica.”

“Paolo Borsellino per amore della verità”, pubblicato da Sperling & Kupfer, contiene già nel titolo una traccia di lettura.

Tanto si è scritto e dibattuto ma mai si è arrivati al nervo scoperto.

Eccellente la ricostruzione delle concatenazioni storiche ma ciò che emoziona è il tratteggio dell’uomo.

Finalmente dopo un lungo silenzio i figli del magistrato raccontano il padre.

Lo fanno con serietà e amore.

Commuovono le parole di Fiammetta:

“Papà era molto carismatico, sapeva affascinare..”

Un ritratto inedito dove i ricordi si mescolano agli insegnamenti.

Credo che il testo sia indispensabile perché ricorda l’umanità, la ricchezza interiore di una figura che amava la legalità e sempre si è battuto per liberare la sua Sicilia.

Chiediamo verità e giustizia.

Paolo ci ha ricordato “il profumo della libertà.”

Un testamento spirituale che accogliamo, certi che “il passato è  soltanto una possibilità nelle nostre mani.

Come il futuro.”

 

CASALETTORI


“Paolo Borsellino. Per amore della verità”, i troppi lati oscuri di via D’Amelio

“Paolo Borsellino. Per amore della verità”, i troppi lati oscuri di via D’Amelio

 

Paolo Borsellino. Per amore della verità (Sperling&Kupfer, 2022) di Piero Melati è uno dei numerosi libri usciti quest’anno per ricordare le stragi di Capaci e di via D’Amelio a Palermo, in cui perirono a distanza di cinquantasette giorni i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a lungo in prima linea contro la mafia.

L’autore, giornalista prima del quotidiano L’Ora di Palermo, per il quale aveva seguito il primo Maxiprocesso a Cosa Nostra negli anni Ottanta, poi in forze a La Repubblica e al suo supplemento settimanale Il Venerdì, dove si occupa di attualità e cultura, con questo libro non ha voluto scrivere l’ennesima biografia del giudice Borsellino, ma ci racconta soprattutto cosa è accaduto dopo la sua tragica morte. Sono stati ben quattro i processi aperti per ricostruire la dinamica dell’attentato di via D’Amelio e accertarne tutte le responsabilità, ma anche l’ultimo di essi, che si è concluso appena pochi giorni fa, il 13 luglio, con l’assoluzione di alcuni poliziotti accusati di aver depistato le indagini, non è arrivato a fare un po’ di luce su quanto accadde a Palermo trent’anni fa.

Melati ci offre in pochi tratti un ritratto di Borsellino, come magistrato ma soprattutto come uomo, marito e padre, per poi concentrarsi soprattutto sugli avvenimenti degli ultimi anni di vita e delle scelte che portarono esponenti di Cosa Nostra, ma di certo con l’appoggio e la connivenza di qualche insospettabile servitore dello Stato, a decretare la sua condanna a morte.

Il fatto che Paolo Borsellino, esattamente come il suo collega e grande amico Mario Falcone, fosse un personaggio scomodo, in grado di turbare un consolidato intreccio di poteri, emerge soprattutto dalla puntigliosa ricostruzione degli avvenimenti successivi alla sua scomparsa, compreso l’atteggiamento ambiguo tenuto dalle istituzioni nei confronti della famiglia del giudice: la moglie Agnese, scomparsa nel 2013, i tre figli Lucia, Manfredi e Fiammetta, la sorella Rita, europarlamentare per il PD e molto impegnata contro la mafia, venuta a mancare nel 2018.

Melati dà voce soprattutto ai tre figli, che solo negli ultimi anni, dopo la scomparsa della madre, hanno deciso di esprimere pubblicamente, in più occasioni, il disagio causato da anni di interferenze nella loro vita privata e di pressioni esercitate nei loro confronti da molti personaggi autorevoli: si è creato un movimento antimafia, racconta Melati, che col passare del tempo si è rivelato spesso ambiguo o addirittura controproducente nella ricerca di una verità sulle stragi, che appare ancora lontana dall’essere raggiunta e resa accessibile a tutti. Fondamentale rimane, ad esempio, il fatto che il giorno stesso dell’attentato qualcuno abbia fatto sparire l’agenda rossa su cui il giudice annotava pensieri, congetture e ipotesi di lavoro che avrebbero potuto sfociare in nuove indagini e portare all’incriminazione di personaggi eccellenti. Quest’agenda non è mai stata ritrovata, anche se alla famiglia è stata consegnata la borsa che la conteneva insieme ad altri effetti

Con Paolo Borsellino. Per amore della verità Piero Melati, che ha vissuto in prima persona a Palermo gli anni più bui della cosiddetta “guerra di mafia” e che ha avuto occasione di incontrare di persona il giudice in più occasioni, ci offre dunque un resoconto prezioso per ricordarci che, se le cerimonie di commemorazione sono utili per mantenere viva la memoria di tanti fatti che hanno segnato il nostro recente passato, non sono sufficienti per lavare le troppe coscienze ancora macchiate da buone dosi di corresponsabilità in questi fatti, oltre che dall’omertà e dai depistaggi che in questi trent’anni hanno impedito di arrivare alla verità completa sulla morte di Paolo Borsellino.

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