FIAMMETTA BORSELLINO Rassegna stampa settembre 2022

 

30/09/2022 LECCO NOTIZIE La Staffetta della Legalità a Lecco, Fiammetta Borsellino: “Dobbiamo essere liberi”

 

Fiammetta Borsellino e Don Walter Magnoni

All’istituto Maria Ausiliatrice una nuova piantina d’ulivo proveniente da via D’Amelio a Palermo

“Nel tempo libero mio padre parlava ai ragazzi perché solo cultura può farvi dire no alla mafia, la cultura vi fa pensare con la vostra testa”

LECCO – Un ponte che unisce Palermo all’Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco nel segno della legalità. Nella mattinata di oggi, 30 settembre, gli studenti lecchesi dell’Ima hanno accolto con grande calore la Staffetta della Legalità. Nel trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, infatti, la Federazione Agroalimentare e Ambientale della Cisl ha deciso di organizzare una speciale iniziativa per unire simbolicamente le città di Palermo e Lecco. In via D’Amelio, a Palermo, luogo dell’attentato dove perse la vita il Giudice Paolo Borsellino insieme a cinque agenti della scorta, un anno dopo la strage venne piantato un ulivo proveniente da Betlemme. Ancora oggi quell’albero è un simbolo forte della giustizia e della lotta alle mafie, tant’è che la Fai ha deciso di piantumarne un ramo. La nuova piantina, ottenuta con una tecnica che si chiama “margotta” e realizzata dagli operai agricoli e forestali dell’orto botanico di Palermo, è partita il 26 settembre per una vera e propria Staffetta della Legalità. A trasportare l’ulivo attraverso l’Italia sono stati i mezzi della campagna “Tutele in movimento”, che il sindacato ha messo in campo per assistere i braccianti contro il caporalato in tutti i territori, specialmente nelle periferie e nelle aree interne. Il nuovo ulivo ha fatto tappa in Calabria, poi in Basilicata e in Lazio per giungere in Vaticano il 28
settembre ed essere benedetto da Papa Francesco; il 29 settembre è arrivato a Milano e oggi è stato piantato nel giardino dell’istituto Maria Ausiliatrice di Lecco al termine di una mattinata di riflessione che ha visto ospiti Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, e la nipote Chiara Corrao. Centinaia di studenti, stamattina, hanno potuto ascoltare le loro esortazione a farsi promotori attivi di una cultura della legalità: “Questo ulivo è un simbolo di resistenza che deve rappresentare il viaggio di ognuno di noi, con tutte le sue difficoltà e le fatiche – ha detto Fiammetta Borsellino ai ragazzi -. E non dobbiamo cedere alle scorciatoie perché poi richiedono sempre un prezzo da pagare e invece noi dobbiamo essere liberi da questa schiavitù. Ognuno di noi deve contribuire al bene comune: senza il nostro aiuto chi combatte in prima linea muore perché viene lasciato solo. Mio padre ha concepito il suo lavoro come una missione in cui ha messo tantissima umanità, la stessa che vi invito a mettere nel vostro impegno di studenti: è la cultura che può farvi dire no alla mafia perché la cultura vi fa pensare con la vostra testa”. Chiara Corrao, nipote di Rita Borsellino, sorella di Paolo, fa parte della generazione di chi è venuto dopo: “Noi non c’eravamo – ha detto ai ragazzi – ma se guardo questo ulivo penso alle difficoltà che dovrà affrontare e spero che da parte vostra possa ricevere tanto affetto. Noi non c’eravamo ma ci siamo ritrovati con questa ferita aperta e dobbiamo cercare di capirla e metabolizzarla. Paolo Borsellino l’ho immaginato dai racconti di chi l’ha conosciuto, l’ho immaginato tante volte e in alcuni momenti della mia vita sentivo di averlo accanto a me…”. All’incontro hanno partecipato i vertici locali e nazionali della Fai-Cisl a partire dal Segretario Generale Onofrio Rota che, affidando l’ulivo ai ragazzi di Maria Ausiliatrice, ha ricordato come il sindacato sia parte integrante della vita quotidiana di tutti. La direttrice Suor Francesca Robustelli ha sottolineato come la scuola ha accolto con orgoglio l’iniziativa: “Un evento che è andato al di là di ogni aspettativa – ha detto -. Questa ‘margotta’ rappresenta un ponte tra Palermo e Lecco nel segno della legalità, per il bene comune, a difesa della vita e perché ognuno di noi possa essere costruttore di pace e dialogo. Noi ci siamo!” Don Walter Magnoni, responsabile delle Comunità Pastorale “Beata Vergine di
Lourdes” di Lecco, ha invitato i ragazzi a riflettere sul significato di simbolo: “Se guardiamo l’etimologia, simbolo vuol dire tenere insieme – ha detto -. Sono contento che sia stata scelta Lecco per piantare questa margotta perché anche le periferie sono importanti e perché Lecco è un simbolo per la sua storia di illegalità”. E proprio alla storia di Lecco ha fatto riferimento anche il sindaco Mauro Gattinoni: “Avevo la vostra età quando andavamo a mangiare alla pizzeria Giglio o quando fuori da quel locale fighissimo che era Wall Street si potevano ammirare auto pazzesche. E invece erano le basi lecchesi della ‘Ndrangheta che aveva messo il vestito più bello per fare colpo. Infiltrazioni mafiose che, purtroppo, ci sono ancora oggi e portano i nostri cognomi; infiltrazioni mafiose che hanno il loro ultimo anello nello spaccio di stupefacenti. Ognuno di voi può contribuire a una cultura della legalità e questa mattinata di scuola è tra le più importanti dell’anno”. Il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, infine, ha ricordato l’organizzazione eccezionale che ha portato a questa giornata: “Parlare di legalità può sembrare scontato ma non è mai abbastanza. Iniziative come questa non vogliono sviluppare la cultura dell’antimafia, ma bensì la cultura della legalità per il rispetto di tutte le regole”. Parole che hanno fatto riflettere i giovani studenti, perché il fare memoria possa cambiare in meglio il futuro. E l’ulivo dell’istituto Maria Ausiliatrice accompagnerà nella crescita centinaia di ragazzi che, attraverso un simbolo, potranno sviluppare gli anticorpi necessari contro le lusinghe delle mafie e sviluppare una cultura di legalità.

 


Lecco: all’istituto Maria Ausiliatrice si conclude la staffetta della legalità con Fiammetta Borsellino

“Questa margotta è segno di legalità, di trasparenza, di amore verso il prossimo. Rappresenta la speranza di dare vita ad un mondo migliore”. Sono state parole perentorie quelle che Daniele Cavalleri, segretario Fai CISL Lombardia, ha utilizzato nel descrivere la margotta riposta nel vaso lì vicino. Prelevata dall’ulivo posto dove fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino, quella margotta è stata la protagonista di una staffetta per la legalità organizzata dalla Federazione Agroalimentare e Ambientale della CISL in occasione del trentennale delle stragi di Capaci e Via d’Amelio. Dopo aver ricevuto la benedizione del Pontefice a Roma ed essere passata per Milano, la piccola pianticella è stata posizionata nel giardino dell’istituto Maria Ausiliatrice qui a Lecco. Di fronte a Cavalleri, assiepati sugli spalti del palazzetto in cui di solito fanno educazione fisica, c’erano gli studenti, coloro che da ora in poi dovranno trasferire nei loro comportamenti quotidiani i valori che questo ulivo rappresenta. Erano centinaia, delle medie e delle superiori. Il loro ruolo a sostegno della legalità è fondamentale.

“Quello che piantiamo oggi è un seme che, crescendo, aiuterà tutti ad abbracciare i valori della legalità. La mafia non appartiene solo a realtà lontane. È presente anche qui, nella nostra regione” ha sottolineato Enzo Mesagna, segretario CISL Lombardia. “A Lecco la criminalità organizzata ha soprattutto il volto dello spaccio di stupefacenti. Sono le persone che potrebbero avvicinarvi magari in stazione, rotelle di un ingranaggio molto più grande. Dovete segnalare simili incontri, parlandone per esempio con i professori o con i vostri genitori. Con il vostro comportamento potete contribuire davvero a migliorare la comunità” ha aggiunto Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco. “Queste iniziative non sono finalizzate a stimolare nella popolazione una cultura antimafia ma una cultura della legalità. L’opposizione al malaffare, alla violenza, all’oppressione passa per ogni comportamento improntato al rispetto delle regole e al rispetto degli altri. Se ci si impegna in questo senso è più difficile che manifestazioni come la mafia si riescano ad affermare” ha spiegato il Prefetto Sergio Pomponio. Dopo le autorità, è arrivato il turno di don Walter Magnoni responsabile non solo della Comunità Pastorale “Beata Vergine di Lourdes” di Lecco ma anche della pastorale sociale del lavoro dell’arcidiocesi. “Sono contento che si sia scelto di piantare questa margotta a Lecco, un po’ periferica rispetto a Milano. Le periferie sono luoghi strategici, dove è fondamentale far crescere la legalità” ha evidenziato. “Don Bosco sosteneva la necessità di essere buoni cristiani e onesti cittadini. Ecco, noi cerchiamo di spronare i nostri giovani ad essere costruttori di pace e di dialogo, a impegnarsi per un mondo migliore. Eventi come questo rappresentano un incoraggiamento a proseguire lungo questa via” ha aggiunto suor Francesca Robustelli, direttrice di IMA. La proiezione di un video con immagini e testimonianze raccolte durante i quattro giorni del viaggio che ha portato l’ulivo sulle sponde del lago ha introdotto la parte emotivamente più intensa della mattinata.
Tre interventi che sono entrati nel cuore dei presenti. “Il sindacato è vero impegno civile. Noi come Fai poi rappresentiamo un settore molto importante. Ci sono tanti lavoratori che vivono in veri e propri ghetti e ogni giorno vanno a lavorare nei campi senza alcuna tutela adeguata” ha esordito Onofrio Rota, segretario generale Fai Cisl. L’emozione nella sua voce è salita lenta ma inesorabile. “Sapete, in Puglia, vicino a Foggia, c’è un ghetto che si chiama Borgo Mezzanone. Ogni giorno seimila braccianti vanno a lavorare illegalmente. Cerchiamo di aiutarli, di portarli fuori da quella situazione così difficile. Un giorno una baracca ha preso fuoco. Una ragazza nigeriana è rimasta coinvolta”. Improvviso silenzio, la platea ha colto l’emozione e ha sostenuto il segretario con un intenso applauso. “La ragazza è morta il giorno dopo a seguito delle ustioni riportate. Un fatto gravissimo. Noi ci siamo attivati per cercare di capire chi fosse questa donna. Abbiamo scoperto che, oltre a lavorare nei campi, era costretta a prostituirsi. Le abbiamo dato un nome: Hope, speranza. Dopo mesi siamo riusciti anche a darle una degna sepoltura”. Di nuovo un applauso da parte dei ragazzi. “Questa storia ha rafforzato ulteriormente il nostro impegno civile a favore di coloro che soffrono” ha concluso Onofrio Rota. Probabilmente ancora più emozionata del segretario della Fai Cisl, Chiara Corrao, nipote di Rita Borsellino, ha esordito salutando i presenti e ricordando come non abbia lasciato i banchi delle superiori poi da così tanto. “L’ulivo di via d’Amelio è carico di simboli. Arriva dalla Terra Santa ed è stato voluto con forza da Maria Pia Lepanto, madre di Paolo Borsellino nonché mia bisnonna. Voleva sostituire alla guerra, la pace. Voleva sostituire la vita alla morte non solo di suo figlio ma anche di tutti i ragazzi della scorta. Uno dei suoi primi pensieri dopo l’esplosione è stato andare proprio dalle loro famiglie”. Sentire parlare una giovane ragazza come loro ha catturato l’attenzione anche dei più distratti nelle ultime file.
Tra i ragazzi non parlava nessuno nonostante fossero lì da più di un’ora. “Per tanto tempo mi sono chiesta che diritto avessi io di parlare di legalità. Fiammetta e i suoi fratelli hanno sentito la carne che si lacerava, hanno vissuto l’aprirsi della ferita. Noi nipoti in quella ferita ci siamo trovati e l’abbiamo dovuta capire”. La genuinità nella voce di Chiara Corrao metteva in risalto l’intensità delle sue parole. “Per me legalità è mettersi in cammino, lasciarsi guidare dall’incontro con le persone senza perdere di vista i propri valori. Legalità è poter stare bene insieme, poter vivere secondo la legge” ha ricordato la giovane. “Quell’albero si è nutrito della resistenza all’oppressione che noi non abbiamo vissuto. Della forza di persone che sono scese in strada e hanno saputo dire di no. Spero che anche qui la margotta possa nutrirsi di tanto affetto. Abbiatene cura”. Un nuovo grande applauso ha salutato la nipote di Rita Borsellino ed ha accolto l’ultimo attesissimo intervento previsto per la mattinata. “Mio padre concepiva il suo lavoro come una missione di responsabilità. Credo che il coinvolgimento umano nel lavoro faccia la differenza e lui di umanità ce ne metteva tantissima. È una cosa che vale anche per voi quando studiate” ha esordito Fiammetta Borsellino. “La criminalità organizzata si nutre del consenso giovanile, senza i giovani non saprebbe dove andare. Sono i ragazzi come voi le principali vittime del commercio di stupefacenti. È proprio per questo che mio padre dedicava qualsiasi momento libero a parlare con i ragazzi”.

Il ritmo dell’intervento della dottoressa Borsellino era rapido e deciso, il suo sguardo era fisso verso gli spalti pieni di studenti. “Dopo la morte di mio padre, io e i miei fratelli non ci siamo lasciati sopraffare dalla rabbia, dal dolore e dal desiderio di vendetta. Abbiamo continuato a studiare. La cultura è ciò che vi permette di ragionare con la vostra testa” ha sottolineato la figlia del magistrato ucciso il 19 luglio 1992. Infine, la chiosa: “Questo ulivo è un simbolo di una resistenza che spero possa contraddistinguere il viaggio di ciascuno di voi. Questo ulivo rappresenta la vittoria della vita sulla morte. Puoi uccidere fisicamente una persona ma non puoi uccidere le sue idee. Fare memoria significa riappropriarsi delle testimonianze di chi ha vissuto prima di noi per poter portare avanti i loro valori”. L’ennesimo applauso molto sentito ha sciolto la tensione creatasi nel palazzetto. “Ora procederemo alla piantumazione della margotta” ha annunciato Elena Mattiuzzo, addetta stampa della CISL. Ed è stato proprio nel giardino dell’istituto, sotto una pioggia battente, che si è conclusa questa mattinata di testimonianza. Un seme che si spera possa crescere rigoglioso nel cuore di questi studenti.


 

STAFFETTA DELLA LEGALITÀ, SVOLTA A MILANO LA NUOVA TAPPA DELL’ULIVO DI BORSELLINO

Partita da Palermo, la “margotta” tratta dall’ulivo di Via D’Amelio ha fatto tappa oggi in Piazza Fontana e domani sarà piantata a Lecco: sono intervenuti Luigi Sbarra e altri dirigenti Cisl e Fai-Cisl, familiari del giudice Borsellino, rappresentanti dell’Arcidiocesi e del Comune di Milano

Si è svolta oggi a Milano la nuova tappa della “staffetta della legalità”, iniziativa della Fai-Cisl che vede protagonista l’ulivo di Via D’Amelio, riprodotto con una potatura denominata “margotta” che ne consentirà la ripiantumazione. L’appuntamento, svolto nella sede dell’Arcidiocesi di Milano, ha visto tra gli altri i contributi di Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia nel 1992, di Luigi Sbarra e altri dirigenti nazionali e regionali della Cisl e della Fai-Cisl, Mons. Franco Agnesi e Rosario Pantaleo, consigliere e Presidente della Commissione antimafia del Comune di Milano.
L’ulivo viaggia in questi giorni sui furgoni della campagna Fai-Cisl “tutele in movimento”, utilizzati per l’assistenza dei braccianti. Partito da Palermo, ieri ha fatto tappa anche in Vaticano, dove è stato benedetto da Papa Francesco al termine dell’udienza in Piazza San Pietro. Domani sarà trasportato e piantato a Lecco, nel giardino dell’Istituto Maria Ausiliatrice, in presenza di oltre 800 studenti. Luigi Sbarra nel suo messaggio ha dato risalto al ruolo del sindacato nel rispondere al bisogno di legalità e giustizia specialmente dove c’è più disagio: “Dove sono radicate paure, povertà, insicurezza sociale, la criminalità trova il suo terreno più fertile per attecchire. Anche i tre morti al giorno sul lavoro che stiamo riscontrando quest’anno, oppure l’elevata precarietà che colpisce soprattutto giovani e donne, sono piaghe da estirpare per non consentire al malaffare di prosperare. Ma il sindacato non deve essere lasciato solo, questa è una battaglia che deve vederci tutti coinvolti: sindacati, imprese, associazioni, istituzioni, società civile”. “Questa iniziativa incarna i nostri valori e rafforza le battaglie quotidiane contro lo sfruttamento nei campi, la concorrenza sleale, le agromafie”, ha detto invece il Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota. Mentre Fiammetta Borsellino ha sottolineato: “Con l’ulivo mandiamo un messaggio di pace e giustizia anziché rabbia e rancore; mio padre accertò il radicamento delle mafie anche al Nord, e il tempo gli ha dato ragione. La staffetta della Fai-Cisl è un esempio positivo di azione collettiva delle organizzazioni sane”. A concludere l’incontro è stato l’intervento del Segretario della Cisl nazionale Giulio Romani, che ha ribadito: “Combattere le mafie vuol dire agire nell’interesse dei lavoratori che rappresentiamo, oggi anche sindacati europei sono in prima linea, ad esempio per estendere la Legge La Torre sulla confisca dei beni della mafia”. FAI CISL

 


6.9.2022 – Montefiore dell’Aso, il 24 settembre Barbara De Luca presenta “Il doblò che arrivò sulla luna”

Sabato 24 settembre, alle ore 17,30, presso il Polo Museale, Barbara De Luca presenterà del libro “Il doblò che arrivò sulla luna” (Spazio Cultura Edizioni).

Il libro, che ha la prefazione di Fiammetta Borsellino, è un viaggio lungo esattamente la distanza al perigeo che separa la Terra dalla Luna, in cui vengono raccontate dalla voce narrante del Doblò le vicissitudini di Barbara e Giorgio, una coppia ormai non tanto giovane, che ha fatto della solidarietà e dell’impegno sociale un vero e proprio stile di vita. Nel corso del viaggio, Doblò, partendo da una visione semplice e lineare della vita, scoprirà le diverse sfumature e complessità che la compongono e una complicità con i due gli darà la certezza di essere un elemento importante nella loro vita, con la consapevolezza che ognuno, a suo modo, può fare la sua parte. Un crescendo di scoperte e pensieri che lo porteranno ad arrivare alla fine del viaggio con un bagagliaio pieno di esperienze e saggezza. Attraverso episodi di “viaggio” a volte divertenti, a volte drammatici, con colpi di scena inaspettati, il libro si prefigge di accompagnare il lettore, con un linguaggio delicato, verso la ricerca di un modo più consapevole ed essenziale di affrontare la propria vita. RIVIERA OGGI