Nell’ambito dell’evento lodigiano, esposto in Questura il pannello raffigurante le stragi di CAPACI e VIA D’AMELIO
La mostra fotografica racconta alcuni dei momenti salienti che hanno caratterizzato il lavoro di chi, da sempre, è in prima linea per mettere in campo le tecnologie più avanzate al servizio dell’ordine e della sicurezza pubblica.
foto di Letizia Marzorati
I pannelli espositivi permettono di compiere un viaggio attraverso gli eventi principali della storia d’Italia, attraverso documenti e fotografie che fermano il tempo. Due installazioni al termine del percorso espositivo sono dedicate a fatti di grande rilevanza storica accaduti nel territorio delle Questure di Milano e Lodi. Qui la modalità di racconto varia; le immagini, sempre tratte dagli archivi della Polizia Scientifica delle due Questure, sono presentate con stampe in grande formato. Fotografie della Strage di Piazza Fontana piuttosto che del primo deragliamento in Italia, nelle campagne Lodigiane di un treno ad Alta Velocità, assumono, oltre che valore di documento, anche valore di linguaggio fotografico di un settore della Fotografia molto particolare, ovvero quello della fotografia che ha come compito principale quello di “restituire la realtà” di un fatto come prova al servizio di chi, successivamente, dovrà giudicare e attribuire responsabilità penali. Raccontare con la fotografia e, in questo caso, documentare per sempre cio che è accaduto. Il Festival della Fotografia Etica vuole rendere omaggio a questo genere fotografico e a chi quotidianamente, al servizio del Paese, si adopera nel realizzarlo.
FRAMMENTI DI STORIA
Si chiama “Frammenti di storia” la mostra fotografica, esposta nel cortile della Questura di Lodi, organizzata dalla polizia e inserita nel Festival della fotografia etica. Un viaggio, prodotto dal Ministero dell’Interno, attraverso gli eventi principali della storia d’Italia (anche le stragi di Capaci, Via D’Amelio, piazza Fontana). Scatti della polizia scientifica “il nostro reparto più antico, nato nel 1903″ ha ribadito il questore Nicolino Pepe, appassionato di arte, davanti a autorità e forze dell’ordine” e che continua a confrontarsi e migliorarsi, con le nuove tecnologie, “seguendo i principi di sempre: sulla scena del crimine si procede dall’esterno verso l’interno, da destra a sinistra, dal basso verso l’altro, dal generale al particolare” ha spiegato Luigi Rinella, direttore del servizio, prima della visita guidata. Passeggiata sulle magiche note dell’Ensemble di sassofoni della banda musicale della polizia di Stato (Morricone, Nuovo cinema paradiso). La collezione di immagini riassume anche la cronaca lodigiana degli ultimi anni, come la ricostruzione dello schianto del Frecciarossa a Livraga, nel 2020. Non mancano immagini della scientifica a lavoro. “Il Festival della fotografia etica è uno strumento di conoscenza con riflessioni, su tematiche sociali ad alto profilo valoriale – ha ribadito Aldo Mendichi, coordinatore del Festival con Alberto Prina – Preciso che la fotografia etica non esiste. L’etica è il fine”. Paola Arensi. IL GIORNO