Con lui nei guai anche l’ex assessore Cesare Pravisano. Avrebbero partecipato a un vertice dei clan
Lomazzo (Como) – Rapporti con i boss della ‘ndrangheta: nel filone lombardo della maxi inchiesta coordinata dalle Dda di Milano, Reggio Calabria e Firenze, è indagato anche l’ex sindaco di Lomazzo Marino Carugati. Con lui è finito nei guai anche Cesare Pravisano, un ex assessore della sua giunta. Entrambi, a quanto è stato riferito, avevano già patteggiato una condanna per bancarotta.
A illustrare il presunto coinvolgimento dell’ex primo cittadino nell’inchiesta che ha rifilato un duro colpo alla cosca Molè è stato il procuratore aggiunto della Dda milanese Alessandra Dolci, nel corso della conferenza stampa organizzata in procura a Milano per presentare i risultati dell’indagine. Il magistrato ha messo in luce i “rapporti” tra il clan, attivo in Lombardia soprattutto tra le province di Varese e Como, ed “ex pubblici amministratori”, ossia i due indagati.
Stando a quanto spiegato dagli inquirenti, per descrivere i dettagli dell’inchiesta “cavalli di razza” condotta per il filone lombardo dalla Squadra mobile milanese e dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Como, Carugati e Pravisano, avrebbero preso parte anche a una “riunione” degli uomini del clan Molè a Gioia Tauro nel 2010.
In quella riunione, come chiarito dal pm Pasquale Addesso, si sedettero al tavolo anche alcuni “imprenditori estorti” e accettarono “di fare entrare la ‘ndrangheta a cui interessava investire”. Nel 2019 Carugati, 79 anni, e Pravisano, ex funzionario di banca, erano stati arrestati (e poi avevano patteggiato una pena) in un’inchiesta della Procura di Como su un “sistema di bancarotta” sempre con l’ombra della ‘ndrangheta.
«Una sinergia – ha detto il procuratore capo di Como, Nicola Piacente – che ha portato a risultati considerevoli, in linea con l’orientamento di questa Procura. Non ultimo il sequestro di 13 milioni di euro, arrivando così a colpire l’accumulo criminale di capitali». Le contestazioni, da un lato, ruotano attorno a Massimiliano Ficarra, 50 anni, commercialista di Gioia Tauro onnipresente nel Comasco, e all’ex funzionario di banca Cesare Pravisano, 61 anni di Lomazzo: dal 2010 avrebbero creato un sistema di frode che passava attraverso consorzi e cooperative creati e poi volutamente destinati al fallimento. Dall’altro lato compare invece l’attività del commercialista comasco Bruno De Benedetto, 52 anni, legato a Ficarra, accusato di due episodi di turbativa d’asta nelle gare per l’affido del ristorante Spiaggia e del Lido di Villa Olmo, ma anche di reati inerenti il fallimento del ristorante Pane e Tulipani.
«Dalle indagini – ha detto il sostituto procuratore Pasquale Addesso – è emersa la pervicacia criminale degli stessi soggetti, già destinatari di provvedimenti che non hanno avuto un effetto deterrente. Abbiamo indagato su dieci anni di queste condotte». In carcere sono finiti anche l’ex sindaco di Lomazzo, Marino Carugati, 77 anni, ritenuto socio d’affari di Pravisano, l’ex assessore all’Istruzione di Fino Mornasco Luciano De Lumè, 63 anni, coinvolto nel fronte delle cooperative. Domiciliari per il commercialista comasco Paolo Lanzara, 51 anni. IL GIORNO 16.11.2022