Giovedì 19 gennaio, alle 17, il Salone monumentale della Biblioteca Passerini Landi ha ospitato la presentazione del libro “Paolo Borsellino per amore della verità” (Sperling & Kupfer), con l’autore Piero Melati – giornalista che seguì, per “L’Ora” di Palermo, il maxi-processo – e Fabio Trizzino, legale dei figli del giudice vittima della strage di via D’Amelio, che ha rappresentato la famiglia Borsellino in tuttie pagine più buie della storia giudiziaria d’Italia.
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LIBERTÀ 21.1.2022
“Il più grande depistaggio della storia italiana” Il libro sul giudice Borsellino
“La cattura di Matteo Messina Denaro è un evento fondamentale per chi conosce l’impronta che Salvatore Riina ha dato a quella organizzazione, per chi conosce la morfologia della Sicilia, la mimetizzazione che stiamo cercando di combattere. La particolarità del ‘mondo di mezzo’, che ha guardato con favore alla condanna del ‘peccato del fare’, per usare le parole di Sciascia: quando Chinnici prima e Falcone e Borsellino poi hanno iniziato a ‘fare’ sono stati combattuti dal loro stesso ambiente. Chi oggi sminuisce l’arresto del boss forse ignora il lavoro di persone che da tre mesi, da quando si è illuminata la pista per la cattura, non sono mai nemmeno tornate a casa”. Sono le parole di Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino e marito di Lucia, primogenita del magistrato, che è intervenuto nel corso della presentazione del libro “Paolo Borsellino, per amore della verità” insieme all’autore Piero Melati. L’incontro, che rientra nel ciclo dei “Dialoghi su legalità, partecipazione e memoria” promossi dall’amministrazione comunale con il sostegno di Avviso Pubblico,in collaborazione con Libera e Teatro Gioco Vita, si è tenuto giovedì 19 gennaio nel Salone monumentale della Biblioteca Passerini Landi a Piacenza. “La cultura della legalità è un lavoro che mette in relazione tutte le fasce d’età e le provenienze – ha detto l’assessora Serena Groppelli – L’obiettivo di questi incontri è che tutti diventiamo sentinelle di legalità”.
L’esperienza personale e professionale del giornalista Piero Melati si costruisce quando, nel 1986, segue il maxiprocesso a Cosa nostra per “L’Ora” di Palermo. “Tra me e Borsellino non c’era un legame di amicizia, – racconta Melati – ma il primo ricordo che ho di lui risale alla mia giovinezza: partecipai a una manifestazione illegale volta a impedire il comizio di un esponente politico. In seguito fu emesso nei confronti di alcuni di noi manifestanti, e io mi rifugiai a casa di mia sorella per non farmi trovare. Non ci riuscii. Per tre anni mi recai dal giudice Borsellino per farmi rilasciare il permesso a viaggiare.
Qualche anno dopo lo rincontrai: al maxiprocesso di Palermo lui era il giudice, io il cronista giudiziario de ‘L’Ora’. In seguito, per caso, conobbi Fiammetta, la figlia minore di Borsellino, e tra noi nacque un’amicizia. Quando, per il trentennale della strage di via d’Amelio, la casa editrice mi ha proposto di scrivere questo libro, mi sono confrontato con Fiammetta per quanto riguardava la vita del giudice, e con Fabio Trizzino per venire a capo ai nodi del più grande depistaggio della storia italiana”. Quel depistaggio è accuratamente raccontato all’interno del libro.
FABIO TRIZZINO – L’arresto di MATTEO MESSINA DENARO e TRENT’ANNI SENZA VERITÀ su VIA D’AMELIO
PER AMORE DELLA VERITÀ di PIERO MELATI