Matteo Messina Denaro e la figlia Lorenza

20.5.2023 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗶𝗻𝗮 𝗗𝗲𝗻𝗮𝗿𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘀𝗼𝗿𝗲𝗹𝗹𝗲: 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗲𝗻𝘁𝗼. 𝗘 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗱𝗶𝗰𝗲: “𝗧𝗶 𝗱𝗮𝗿𝗼̀ 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗴𝗻𝗼𝗺𝗲”

Lirio Abbate su Repubblica 
Il vetro blindato divide Matteo Messina Denaro dalle tre sorelle che sono andate a trovarlo per la prima volta dopo l’arresto, nel carcere dell’Aquila.
Ci sono Rosalia (che poche settimane dopo verrà arrestata per mafia), Bice e Giovanna. U siccu le rassicura sulla sua strategia, e con un filo di voce, quasi sussurrando, ma facendosi capire con l’aiuto del labiale, ripete: “Non mi pento”.
Le tre donne di famiglia che dal trapanese hanno intrapreso il viaggio, prima in aereo e poi da Roma in auto con autista e vetri oscurati, sono arrivate davanti a lui anche per avere una conferma, non che ne dubitassero, ma sentirlo da lui, guardandolo in faccia per queste donne ha un altro sapore.
D’altro canto, questa sua linea l’aveva già chiarita ai pm che lo hanno incontrato la prima volta in cella, affermando che non avrebbe collaborato, salvo fare lunghe e tortuose dichiarazioni in cui si discolpa di ogni omicidio, strage o delitto in cui è stato condannato definitivamente.
Sostenendo pure che lui non è nemmeno affiliato a Cosa nostra e quindi dice di non essere un uomo d’onore.
Scarica ogni responsabilità sul padre, Francesco Messina Denaro, amico di Riina. Questo modo di fare rientra nel personaggio mafioso che racconta bugie e non vuole “sporcare” il blasone dei Messina Denaro, tradendo Cosa nostra.
𝐔𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐯𝐢𝐯𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐦𝐢𝐭𝐨
Il boss è consapevole che se parlasse potrebbe cambiare la storia del paese e a chi glielo fa notare in cella, U siccu si limita a sorridere, e non risponde.
Come se volesse vantare questo invisibile potere. È un personaggio che vive nel suo mito. Il tumore lo sta corrodendo e lui vuole andare via senza tradire nessuna delle persone che per trent’anni lo hanno coperto e favorito. E lo hanno aiutato a nascondere il suo ricco bottino.
Un tesoro a cui il procuratore della Repubblica di Palermo Maurizio de Lucia e il suo aggiunto Paolo Guido stanno dando la caccia.
Ma ha fatto male i conti, i complici, quelli dai colletti bianchi, sono già nel mirino degli inquirenti.
In questi mesi sono emerse tracce importanti che vengono sviluppate dagli investigatori, utili a svelare la ricchezza di Messina Denaro e le persone che lo hanno aiutato ad investire e riciclare.
È il lato grigio di questa inchiesta a cui i magistrati arrivano attraverso elementi che potrebbero essere la chiave del forziere.
𝐈𝐥 𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚 𝐃𝐞𝐧𝐚𝐫𝐨: 𝐟𝐫𝐞𝐝𝐝𝐨 𝐞 𝐬𝐩𝐢𝐞𝐭𝐚𝐭𝐨, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐫𝐢𝐛𝐞𝐥𝐥𝐞
La detenzione gli ha portato via le maschere che negli anni di latitanza ha indossato, e ora mostra il suo vero volto: avido, prepotente, senza alcun interesse per le persone che sono finite in cella a causa sua, compresa la sorella Rosalia e le amiche del boss di Campobello di Mazara.
Nonostante ciò, lui si sente sicuro: “non mi tradisce nessuno”. È un capomafia diverso rispetto ai vecchi corleonesi Riina, Provenzano e Bagarella.
U siccu non è stato il capo di Cosa nostra ma il capo della mafia di Trapani ed ha accumulato ricchezze pensando solo a sé stesso.
I sentimenti non fanno parte della sua natura. Lo ha dimostrato il 26 aprile scorso, nel giorno del suo compleanno, quando è andato a trovarlo in carcere la figlia Lorenza, di 26 anni.
Ufficialmente è la prima volta che si incontrano. In latitanza non l’avrebbe mai cercata per parlarle.
Adesso ha davanti una ragazza che ha insistito per andarlo a trovare. Lui è seduto dietro il vetro della sala colloqui.
Lei è emozionata. Lui non lascia intravedere alcuna commozione, è freddo anche quando Lorenza lo chiama papà.
In meno di un’ora di colloquio il boss le rinfaccia alcuni comportamenti che lei ha avuto quando era adolescente.
Il modo con il quale il boss ricostruisce gli episodi del passato è come se l’avesse sempre controllata a distanza. E con tono freddo, ma pacato, chiede se ha ricevuto i regali che in questi anni le ha fatto recapitare, lamentandosi però di non aver mai avuto un segnale di “ringraziamento”, un assenso o un rigetto per i “pensieri” che ha donato. Lorenza gli fa capire che erano regali costosi, afferma di averli presi, non li ha mostrati ma non li ha rivenduti. Li ha conservati.
Avrebbero tante cose da dirsi padre e figlia, ma il tempo nella sala colloqui è tiranno ma basta a Lorenza per non nascondere la gelosia di figlia per un’altra ragazza di Campobello di Mazara di cui ha parlato suo padre in messaggi e lettere.
Parlano di una quasi coetanea cresciuta in una famiglia mafiosa, presa come esempio in lettere e messaggi scritti da Messina Denaro, il quale adesso prova con toni pacati ad aggirare la storia e si raccomanda di non dare retta a quello che legge sui giornali o sente in televisione.
La figlia lo ascolta e poi gli spiega che ha riallacciato i rapporti familiari con le zie, le tre sorelle di suo padre, con le quali aveva avuto forti discussioni in passato, dopo la sua decisione di lasciare la casa dei Messina Denaro, dove è stata costretta a vivere per diciotto anni con la mamma. Un modo per dirgli che è rientrata nella famiglia.
Alla fine dell’incontro il boss la guarda in faccia e le dice che se vorrà il cognome di Messina Denaro all’anagrafe, lui non si opporrà. E adesso è una decisione che spetta solo a Lorenza.

10.5.2023 Messina Denaro incontra per la prima volta la figlia mai riconosciuta

Lorenza Alagna nel supercarcere de L’Aquila

La figlia mai riconosciuta va in carcere ad incontrare il padre, il super boss Matteo Messina Denaro. Lorenza Alagna, 26 anni, alla fine il passo lo ha fatto. Forse, chissà, anche per le condizioni del padre mai conosciuto, alle prese con un tumore aggressivo. Nonostante le notizie di stampa filtrate non certo lusinghiere, la giovane ha quindi deciso di varcare la porta del super carcere de L’Aquila. Cosa si siano detti i due resta top secret. Così come i sentimenti contrastanti che con ogni probabilità avranno toccato i cuori di entrambi.

Lorenza Alagna è figlia di Franca Alagna, la donna con cui Messina Denaro l’ha concepita. La giovane non ha mai rinnegato il padre ma la sua indipendenza e libertà sì. Tanto che aveva deciso di tenere all’anagrafe il cognome della madre, quasi a voler imprimere quella distanza dall’allora superlatitante. Tutti atteggiamenti che evidentemente non sono mai piaciuti al boss di Castelvetrano. E non ne faceva mistero nei pizzini. Ma in realtà ci sono anche altri scritti che fanno emergere come Messina Denaro fosse combattuto interiormente.

Indicata come “sciacqualattuga”

In un pizzino indicava la figlia non riconosciuta una “sciacqualattuga”. Un termine con cui metteva in evidenza la scarsa considerazione che aveva per la figlia naturale Lorenza Alagna. Passaggio che viene fuori dall’inchiesta dei carabinieri del Ros che hanno analizzato l’enorme mole di pizzini e lettere trovate nei covi dell’ex primula rossa di cosa nostra. In una lettera indirizzata alla sorella Giovanna, parlando di Martina Gentile, la figlia della maestra Laura Bonafede arrestata anche lei per favoreggiamento, il boss riferendosi in codice alla figlia naturale usava appunto il termine “sciacqualattuga”.

Le lettere mai spedite

Nei covi però trovate anche lettere ami spedite che dovevano esesre indirizzate proprio alla figlia biologica. Con termini amorevoli si rivolgeva a lei e le diceva di stare lontana da “certi mondi” pericolosi. A fare da contraltare, poi, i pizzini inviati alla sorella. “Io ho cresciuto una figlia che non è mia figlia biologica (parlando della figlia di Laura Bonafede, ndr), ma per me è mia figlia. Mi ha dato l’amore di una figlia, mi ha voluto bene e mi vuole bene. Ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile”.



Matteo Messina Denaro, un manoscritto per la figlia

C’è anche un manoscritto tra le cose che i Carabinieri del Ros hanno trovato nell’ultimo covo del capo mafia Matteo Messina Denaro. Nella casa di Campobello di Mazara, dove ha abitato fino al giorno del suo arresto, avvenuto lo scorso 16 gennaio.
Nell’abitazione che è intestata ad Andrea Bonafede, arrestato per aver prestato la propria identità al capo mafia castelvetranese, i Carabinieri in mezzo ad alcuni libri hanno trovato un manoscritto che hanno scoperto essere stato destinato da Matteo Messina Denaro alla figlia Lorenza, avuta dalla sua relazione con Francesca Alagna. Sopra un appunto, sempre vergato a mano dal boss, con scritto “da dare a Lorenza quando sarà pronta a leggere, quando sarà avulsa dal condizionamento di terze persone“.
Ancora una volta torna la figura della figlia nella storia dell’ex latitante, accusato di omicidi e stragi. Alla figlia si era già riferito nella famosa corrispondenza che aveva avuto con l’ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino. A Vaccarino, scrivendo di Lorenza, confidava che «solo da lei accetterò l’unico giudizio». Sul manoscritto stanno lavorando gli investigatori dei Carabinieri, così come su altri documenti rinvenuti in queste settimane.
Pare che documenti, “pizzini“, siano venuti fuori durante delle perquisizioni a casa di familiari dell’ex latitante, nascosti in una intercapedine. Ci si interroga invece negli ambienti investigativi su delle foto trovate nel portafoglio del boss. Oltre a quella del nipote Gaspare Allegra, deceduto nel marzo 2021, in un incidente nelle montagne lombarde della Grigna, nel portafoglio teneva anche alcuni suoi ritratti fotografici giovanili.
Il Matteo Messina Denaro “giovane”, le istantanee di quei primi giorni da capo mafia, segnati da grande spavalderia e spregiudicatezza. E dal sangue dei primi morti ammazzati.

Messina Denaro, legale figlia boss: “Lorenza non ha mai rinnegato padre”

 

La figlia del boss Matteo Messina Denaro Lorenza Alagna “non ha mai rinnegato il padre”. A scriverlo in una nota è il legale della giovane donna, l’avvocato Franco Lo Sciuto. Lorenza Alagna, che ha preso il cognome della madre, è “figlia naturale di Matteo Messina Denaro”, come conferma lo stesso legale, e vuole “rivendicare la incontestabilità e legittimità di ogni scelta personale e intima, siccome attinente alla sfera dei rapporti con il di lei padre, mai rinnegato”.
“Si smentisce in modo categorico tutto ciò che è stato pubblicato falsamente, stante che, Lorenza Alagna mai ha rilasciato alcuna dichiarazione che potesse indurre a ritenere la sussistenza della volontà in capo alla suddetta di rinnegare ogni contatto con il di lei padre a seguito dell’avvenuto arresto, con la doverosa precisazione che mai e poi mai sono intervenuti contatti con il predetto fin dalla nascita”.
“A seguito dell’arresto di Matteo Messina Denaro, il bailamme massmediatico innescatosi non ha risparmiato la di lui figlia, Lorenza Alagna. Sono state diffuse attraverso i mezzi di informazione a tiratura nazionale e di divulgazione online, sin dai giorni immediatamente successivi all’arresto e con ritmo sempre più incessante ed insistente, notizie destituite di ogni fondamento, riguardanti una presunta manifestazione di volontà da parte di Lorenza Alagna atta a rinnegare ogni contatto con il di lei padre”.
“Appare doveroso sottolineare che Lorenza si è sempre astenuta da ogni contatto con i giornalisti, quand’anche gli stessi si siano installati quotidianamente sotto casa a presidio dell’abitazione ed alla ricerca di dichiarazioni scoop in modo da alimentare il vortice mediatico – prosegue il legale – L’avere allontanato in modo risoluto l’assalto mediatico di taluni giornalisti sotto casa è condotta inequivoca, insuscettibile delle fuorvianti interpretazioni ribaltate nelle testate nazionali. La sfera del rapporto padre-figlia è intangibile ed insindacabile, e, come tale, deve rimanere rigorosamente riservata”. “Non possono, pertanto, tollerarsi indebite intromissioni nella sfera di detti rapporti, le cui dinamiche devono restare estranee alle cronache ed alle critiche da parte di giornalisti, sociologi, opinionisti, mass-mediologi e di tutte quelle figure che, a vario titolo, dispensano sapere e giudizi sui mass-media. Ogni ulteriore intervento sul punto dovrà ritenersi indesiderato, inopportuno e fonte di sicuro turbamento per Lorenza”. “Si fa invito – conclude – alla solerte insegnante di letteratura italiana, che richiama con passione contatti di natura scolastica con Lorenza Alagna e con l’intera classe di liceali, limitatisi, per inciso, a un mese di supplenza durante i 5 anni di liceo, ad astenersi dalla divulgazione di racconti e commenti in travisamento di fatti sulle testate nazionali, verosimilmente dettati dall’irrefrenabile ed incontrollabile smania di apparire sulle prime pagine dei giornali e delle tv di stato. Le indebite interferenze ad oggi rilevate, hanno persino attinto la sfera dei rapporti riguardanti il nucleo familiare costituito da Lorenza e dal di lei compagno”. ADNKRONOS 21.1.2022


Lorenza Alagna, la figlia di Messina Denaro: «Non ho mai rinnegato mio padre e non ho detto che non andrò a trovarlo» La donna parla attraverso una nota del suo legale

«Non ho mai rinnegato mio padre e non ho mai detto che non andrò a trovarlo in carcere». Attraverso le parole dell’avvocato Franco Lo Sciuto parla così Lorenza Alagna, la figlia naturale del boss Matteo Messina Denaro.
«A seguito dell’arresto di Messina Denaro Matteo, il bailamme massmediatico innescatosi non ha risparmiato la figlia, Lorenza Alagna – si legge in una nota del legale -. Sono state diffuse attraverso i mezzi di informazione a tiratura nazionale e di divulgazione online, sin dai giorni immediatamente successivi all’arresto e con ritmo sempre più incessante ed insistente, notizie destituite di ogni fondamento, riguardanti una presunta manifestazione di volontà da parte di Lorenza Alagna atta a rinnegare ogni contatto con il padre».
Per questo «si smentisce in modo categorico tutto ciò che è stato pubblicato falsamente, visto che, la figlia non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione che potesse indurre a ritenere la sussistenza della sua volontà di rinnegare ogni contatto con il padre dopo l’arresto, con la doverosa precisazione che mai e poi mai sono intervenuti contatti con il padre fin dalla nascita».
Secondo i racconti delle agenzie di stampa degli ultimi giorni, Lorenza Alagna sarebbe stata protetta dalla cintura affettiva della famiglia, del compagno Nino e degli amici più intimi, e avrebbe confidato ai parenti di non voler più vedere suo padre. «Dal riserbo familiare emerge che, almeno per ora, la decisione della giovane donna è questa e che quindi non andrà ai colloqui in carcere per vedere il genitore», diceva l’Ansa sabato mattina. Una circostanza smentita dalla stessa figlia del boss.
Lorenza, figlia di Francesca, è l’unica figlia ufficiale del boss arrestato dopo 30 anni di latitanza e fino al 2013 viveva nella casa della nonna paterna con la madre, poi insieme hanno deciso di troncare gli stretto legami e andare a vivere altrove.
La passione del mafioso per le donne è nota. Ha avuto diverse fidanzate anche durante la latitanza, almeno cinque quelle note, e tantissimi flirt. Da una di queste relazioni sarebbe nato un figlio, nei primi anni 2000, di cui però non si ha alcuna certezza. Ai medici della clinica palermitana dov’è stato operato per le metastasi al fegato Messina Denaro aveva raccontato di « avere due figlie che però vivono fuori e di non avere altri parenti». Nei suoi messaggi inviati a un sindaco il boss avrebbe anche raccontato il suo dispiacere per non poter incontrare la figlia.  CORRIERE DELLA SERA 21.1.2023


“Lorenza non ha mai rinnegato il padre. La sfera dei loro rapporti è intangibile”

Lorenza “non ha mai rinnegato il padre”. La figlia di Matteo Messina Denaro affida a un legale, l’avvocato Franco Lo Sciuto, una precisazione ma anche un accorato appello a non avventurarsi nella “sfera intangibile dei rapporti padre-figlia”.

Assediata dai cronisti, protetta dalla cintura affettiva della famiglia materna, la ragazza (che non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione) ha deciso di intervenire dopo che questa mattina un’agenzia di stampa aveva attribuito a generiche fonti familiari la sua decisione di non andare a trovare il padre detenuto nel carcere de l’Aquila. 
“Sono state diffuse attraverso i mezzi di informazione a tiratura nazionale e di divulgazione online, sin dai giorni immediatamente successivi all’arresto e con ritmo sempre più incessante ed insistente, notizie destituite di ogni fondamento, riguardanti una presunta manifestazione di volontà da parte di Lorenza Alagna di rinnegare ogni contatto con il padre – scrive l’avvocato Lo Sciuto in una nota – Si smentisce in modo categorico tutto ciò che è stato pubblicato falsamente. Lorenza Alagna mai ha rilasciato alcuna dichiarazione che potesse indurre a ritenere la volontà di rinnegare ogni contatto con il padre a seguito dell’avvenuto arresto, con la doverosa precisazione che mai e poi mai sono intervenuti contatti con lui fin dalla nascita”. “La sfera del rapporto padre-figlia è intangibile e insindacabile, e, come tale, deve rimanere rigorosamente riservata – continua il legale – Non possono, pertanto, tollerarsi indebite intromissioni nella sfera di questi rapporti, le cui dinamiche devono restare estranee alle cronache ed alle critiche da parte di giornalisti, sociologi, opinionisti, mass-mediologi e di tutte quelle figure che, a vario titolo, dispensano sapere e giudizi sui mass-media. Ogni ulteriore intervento sul punto dovrà ritenersi indesiderato, inopportuno e fonte di sicuro turbamento per Lorenza”.

L’attacco all’ex insegnante

Poi una forte critica a una docente del liceo di Castelvetrano frequentato da Lorenza, che in questi giorni ha rilasciato dichiarazioni ad alcune tv. ” Si invita la solerte insegnante di letteratura italiana, che richiama con passione contatti di natura scolastica con Lorenza Alagna e con l’intera classe di liceali, limitatisi, per inciso, ad un mese di supplenza durante i 5 anni di liceo, ad astenersi dalla divulgazione di racconti e commenti in travisamento di fatti sulle testate nazionali, verosimilmente dettati dall’irrefrenabile ed incontrollabile smania di apparire sulle prime pagine dei giornali e delle tv di stato. Le indebite interferenze ad oggi rilevate, hanno persino attinto la sfera dei rapporti riguardanti il nucleo familiare costituito da Lorenza e dal di lei compagno”. Lorenza Alagna vuole “rivendicare la incontestabilità e legittimità di ogni scelta personale e intima attinente alla sfera dei rapporti con il padre mai rinnegato”.


Lorenza, figlia di Francesca, è l’unica figlia ufficiale del boss arrestato dopo 30 anni di latitanza e fino al 2013 viveva nella casa della nonna paterna con la madre, poi insieme hanno deciso di andare a vivere altrove. Francesca, che porta il cognome materno,  abita a Castelvetrano e il 14 luglio 2021 ha partorito un bimbo che non si chiama come il nonno.

| 21 Gennaio 2023

Lo aveva già detto nei giorni scorsi che lei non esisteva e non voleva sapere nulla del padre, ultimo stragista catturato dal Ros a Palermo. La figlia di Matteo Messina Denaro sembra irremovibile, non torna indietro sulla sua decisione di rinnegarlo. Non vuole saperne di andare a incontrare il padre al colloquio in carcere che del resto non ha mai conosciuto. Un’opportunità cui il mafioso, dopo l’arresto e 30 anni di latitanza, deve aver pensato: in alcuni fogli sequestrati nel suo covo a Campobello di Mazara ha scritto “Perché Lorenza non vuole vedermi? Perché è arrabbiata con me?”.
Lorenza Alagna, 27 anni, protetta dalla cintura affettiva della famiglia materna, del compagno Nino e degli amici più intimi dopo aver letto i giornali online pieni delle foto e degli articoli sul padre, ai suoi parenti ha detto che non vuole vederlo. Dal riserbo familiare emerge che, almeno per ora, la decisione della giovane donna è questa e che quindi non andrà ai colloqui in carcere. Lorenza, è l’unica figlia ufficiale del boss, e fino a circa 10 anni fa viveva nella casa della nonna paterna con la madre, Francesca Alagna, poi insieme hanno deciso di troncare gli stretti legami e andare a vivere altrove. Lorenza, che porta il cognome materno, abita a Castelvetrano, ha un bambino. Ai medici della clinica palermitana dov’è stato operato per le metastasi al fegato Messina Denaro aveva raccontato di “avere due figlie che però vivono fuori e di non avere altri parenti”.
Nel 2005 l’ex primula rossa della mafia trapanese aveva scritto ad Antonino Vaccarino, morto nel maggio 2021, politico dei misteri coinvolto in affari di mafia, massoneria, spionaggio, condannato per droga e in primo grado per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale con l’aggravante mafiosa: “… veda io non conosco mia figlia non l’ho mai vista, il destino ha voluto così, come posso sperare io in una favola? Nel dire ciò non sto piagnucolando non ne sono il tipo e poi ho già razionalizzato il tutto, voglio solo dire che, se ho ancora qualcosa da sperare, è che se anche la vita ha tolto a me per dare a mia figlia mi sta bene e, se così è, quello che mi è rimasto è ancora tanto e spero che si prenda tutto da me per darlo a lei. Se io le dovessi dire cosa si prova nel non conoscere i propri figli non saprei cosa dirle, posso però affermarle, con assoluta certezza, che essere genitore padre o madre che sia, e non conoscere i propri figli è contro natura”. Vaccarino avrebbe collaborato coi servizi segreti, intrattenendo col boss mafioso un rapporto epistolare tramite nomi in codice: lui si definiva “Svetonio”, Messina Denaro “Alessio”. L’obiettivo sarebbe stato quello di far costituire il capomafia.


Lorenza Alagna, chi è la figlia di Matteo Messina Denaro

Lorenza Alagna è la figlia di Matteo Messina Denaro. E’ nata nel 1996 dalla relazione del boss mafioso con Francesca Alagna e ha preso il cognome della madre. Oggi vive nel centro di Castelvetrano con il compagno e con il figlio. Messina Denaro avrebbe anche un secondo figlio di cui si sa poco: sembra che si chiami Francesco e che sia piuttosto giovane (nato tra il 2004 e il 2005).

Un rapporto difficile

Lorenza è nata il 17 dicembre 1996. Durante l’infanzia ha vissuto in casa della nonna, poi ha scelto di andare via e prendere il cognome della madre.  “Non voglio saperne niente”, avrebbe detto ai cronisti che l’hanno raggiunta dopo l’arresto del boss. Sembra che Messina Denaro non abbia mai incontrato la figlia, nonostante ne avrebbe scritto nei suoi diari, nelle lettere e in alcune intercettazioni.

 


La figlia di Messina Denaro ai parenti: “Non vado al colloquio in carcere con mio padre”


Lorenza Alagna nei diari di Messina Denaro: «Perché mia figlia è arrabbiata con me?»

Scrisse di non avere mai visto la figlia. Lo scrisse in un «pizzino» inviato dieci anni fa a un sindaco in contatto con i servizi segreti. Forse poi Matteo Messina Denaro la sua Lorenza, oggi 26enne mamma di un bel maschietto, l’ha incrociata. 

Anche se lei oggi ripete: non voglio saperne niente. Fate finta di nulla, fate finta che io non esista. Del resto chi ha dato la caccia per un’intera carriera al padrino delle stragi è convinto che si tratti di due vite parallele. Anzi, tre.
Da una parte, il fuggitivo che, pur gravitando sempre fra Trapani, Mazara del Vallo e Castelvetrano, non poteva consentirsi di frequentare la bella ragazza di buona famiglia rimasta incinta, Franca Alagna, inciampata per caso nella rete del boss, con amara sorpresa per i suoi genitori estranei a quel mondo.
Dall’altra, proprio lei, alta, snella, elegante, costretta già in gravidanza a trasferirsi in casa del latitante, guardata a vista dalla madre e dalle quattro sorelle del boss.
Come la piccola Lorenza, cresciuta in questa sorta di soffocante matriarcato, le persiane sempre socchiuse, le foto di Matteo piazzate sul comò del salotto, monito e invito al silenzio.
Raccontano che la signora Franca non sia mai uscita da casa da sola. Seguita sempre da una delle cognate quando era proprio indispensabile. Ma preferibilmente restando sempre tappata dentro.Erano gli anni in cui una professoressa determinata a parlare di legalità, denunciando «i compromessi fra mafia e Stato», scuoteva i suoi ragazzi senza sapere che in classe aveva la figlia del boss. Lo ricorda bene l’insegnante oggi direttrice di un festival di letteratura, Bia Cusumano: «Un giorno, mentre parlavo delle stragi mafiose riferendomi proprio all’allora imprendibile Messina Denaro, Lorenza si irrigidì. “Posso uscire, professoressa?”. Adesso che parliamo di cose importanti? “Devo uscire”. Due minuti dopo un ragazzo mi rivelò di chi era figlia, nonostante il cognome diverso. E allora decisi che bisognava parlare ancora di più, che occorreva scuotere…».
Non si sa quanto abbia pesato quell’incontro con la professoressa, ma a quel punto Lorenza, ormai quasi maggiorenne, la scossa la impresse a se stessa e alla madre. Costringendola a uscire dal guscio, a vivere, a non sopportare quello stato di soggezione. Matura così la scelta di andare a vivere in un altro appartamento. Primo passo verso la conquista di libertà sempre più concrete. Un viaggio in Inghilterra, l’iscrizione all’università con i viaggi in corriera per Palermo, l’incontro con un bravo ragazzo, l’amore che esplode con il frutto di un bel bimbo che oggi ha un anno e mezzo.


22.1.2023 – Parla l’ex professoressa di Lorenza Alagna, figlia di Messina Denaro: «Soffriva, voleva un’adolescenza spensierata»- Corriere TV 

«Sono una docente ormai da 15 anni e vivo ed insegno in una città come Castelvetrano in cui finché il boss Matteo Messina Denaro era ancora latitante, il suo nome non poteva essere neanche pronunciato. Io l’ho sempre pronunciato e ho sempre parlato di mafia e di legalità nelle mie classi. Ovvero ho parlato sempre del coraggio di dire la verità, di non girare lo sguardo altrove e per paura, con un atteggiamento omertoso che non è solo siculo dire: niente so, niente ho visto, niente voglio sapere» . Così Bia Cusumano, professoressa al liceo di Lorenza Alagna, figlia di Matteo Messina Denaro.
« Ho avuto il dono e ancora oggi lo reputo tale di incontrare nella mia carriera di docente Lorenza Alagna. Non sapevo che fosse la figlia di Matteo Messina Denaro proprio perché non porta il cognome del padre ma quello della madre, Franca Alagna. Non ho mai rilasciato dichiarazioni false su di lei, anzi la ricordo come una ragazza studiosa, attenta in classe, ben educata, forte e determinata. Ho ribadito più volte quello che lei stessa una volta mi disse: per voi può essere uno stragista, un criminale, un super boss, per me resta mio padre. Ho letto dentro queste parole tutto il dolore di una giovane ragazza dimidiata tra la consapevolezza di essere figlia di un boss e l’amore inevitabile e imprescindibile per un genitore, chiunque esso sia, anche un mafioso».
«Non ho mai screditato Lorenza come non l’ho fatto mai con nessuno dei mei alunni. In classe lei è stata amata, rispettata, valorizzata come tutti gli altri miei studenti. Su questa vicenda so bene che forze più grandi di Lorenza si muovono e si agitano, se così non fosse non si spiegherebbero i trenta anni di latitanza. Se ognuno avesse fatto il proprio dovere, non ci sarebbero stati tutti questi morti ammazzati che oggi pesano sulle nostre coscienze».
«Chi dice la verità è sempre scomodo alla mafia. Chi ha il coraggio di dire no, altrettanto. Si è passati dalla mafia delle stragi alla mafia del silenzio. Ovvero ad una mafia che vuole zittire, mettere il bavaglio a tutti i costi. Siamo una città sfibrata, logora e massacrata oggi più che mai dai mass media, ma siamo anche una città che può se vuole cambiare vita rinascendo dalle macerie».


La figlia di Messina Denaro, parla l’ex insegnante: “Non l’ho screditata”