Ritrovata l’auto permutata con una 500 e 10 mila euro

 

VIDEO ritrovamento

VIDEO della rimozione


Messina Denaro, l’auto del boss ripresa dalle telecamere del Comune di Campobello due giorni prima dell’arresto


25.1.2023 Il concessionario di Messina Denaro: «Valutai la sua auto 10mila euro. Il giorno dell’arresto mi tremavano le gambe»

 

Giovanni Tumminello, il concessionario di Palermo presso il quale Matteo Messina Denaro ha acquistato la sua auto: «Entrò in concessionaria con occhiali e cappello, ma era tranquillo. Parlò anche di filosofia, faceva battute, mi disse che da giovane aveva avuto una macchina sportiva potente» Accendere la tv e riconoscere nelle immagini dell’ultimo boss stragista di Cosa nostra l’insospettabile cliente che, un anno prima, si era rivolto a lui per acquistare una macchina.  Una vicenda che ha segnato profondamente Giovanni Tumminello, concessionario d’auto di Palermo da cui il boss Matteo Messina Denaro ha comprato l’auto con la quale negli ultimi mesi si spostava. 

Quando ha capito che l’uomo che si era presentato nel suo autosalone era in realtà il capomafia trapanese?
«Il 16 gennaio, data che non scorderò mai. Intorno alle 11, mentre lavoravo, ho visto la notizia dell’arresto del capomafia in tv. Quando hanno mostrato l’immagine della carta di identità e rivelato il nome falso che Messina Denaro usava, Andrea Bonafede, mi sono quasi sentito male. Sono andato dall’impiegato che lo aveva incontrato per primo. Ci siamo guardati e in un attimo ci siamo resi conto che l’anonimo cliente al quale, un anno fa, avevamo venduto una Giulietta, in realtà era un superlatitante. Ho continuato a lavorare, pur con grande inquietudine. Ma confesso che alla fine della giornata, in auto da solo, mi tremavano le gambe».
Come ricorda l’Andrea Bonafede che conobbe?
«Un uomo normale. Entrò con occhiali e cappello, ma faceva freddo, era gennaio e non mi sembrò strano. Non era particolarmente elegante, né griffato. Ci propose la permuta con una Fiat 500 che, disse, apparteneva alla madre e chiese di vedere una Giulietta che aveva notato sul nostro sito. Fu tutto ordinario. Io valutai la sua macchina, che, tra parentesi, era pulitissima e tenuta benissimo: ricordo che profumava. Gli dissi che gli avrei dato 10mila euro. Lui acconsentì. I giorni dopo ci scambiammo dei messaggi su whatsapp. Un profilo comune il suo, senza foto. Poche parole, mi confermò l’interesse per la macchina».
Ma come è Messina Denaro?
«Ricordo una persona gentile, educata. Gli regalai un tagliando, mi ringraziò. Volle che gli spiegassimo bene il funzionamento della Giulietta. Chiacchierammo un’oretta nella mia stanza (alla parete ci sono decine di calendari dei carabinieri ndr) in attesa che la macchina arrivasse in concessionaria. A me sembrò addirittura colto. Fece citazioni storiche, non ricordo a che proposito ma venne fuori Garibaldi, parlò anche di filosofia. Certi clienti si dilungano su cose personali o discutono di auto, lui no. Mi disse solo che da ragazzo aveva avuto una macchina sportiva potente». 
Come avvenne il pagamento?
«Il 10 gennaio mi fece un bonifico bancario con l’intera somma. Disse che l’intestataria del contratto doveva essere sua madre, ma che data l’età non poteva portarla a Palermo. Sbrigammo tutte le pratiche e, avuti i documenti, è andato via con la Giulietta». 
È sempre venuto solo?
«Sì».
Le è apparso guardingo, preoccupato?
«Al contrario: mi è sembrato tranquillo, faceva battute, gli ho offerto il caffè. In questi giorni ho riguardato tutti i documenti che ho consegnato agli inquirenti con i quali, attraverso il mio avvocato, Giuseppe Seminara, mi sono messo in contatto appena ho capito chi fosse il cliente». 
Cosa le ha lasciato questa esperienza?
«Da una settimana non ho più una vita. Sono passato sui media da un fiancheggiatore di un capomafia, a quello che l’ha fatto arrestare. Ecco, quel che vorrei ora è riprendere un’esistenza normale. Non ho nulla da rimproverarmi. Era impossibile capire chi fosse. Messina Denaro sembrava davvero un uomo qualunque». CORRIERE DELLA SERA 


23.1.2023 – Messina Denaro, ecco i passaggi di proprietà della Giulietta: il “viaggio” da Bolzano a Torino, poi a Palermo

L’ultimo acquirente che risulta ancora attuale proprietario è una signora di 85 anni, madre di Andrea Bonafede

A chi apparteneva l’auto di Matteo Messina Denaro? E soprattutto, qual è la sua provenienza? «La Giulietta Alfa Romeo di cui aveva le chiavi Matteo Messina Denaro al momento del suo arresto ha attraversato in un lungo viaggio tutta l’Italia, passando di proprietà tre volte in tre anni». A ricostruire i passaggi dell’auto del boss è ‘Open’. La Giulietta «è stata immatricolata a Bolzano il 18 febbraio 2020 ed acquistata nello stesso capoluogo dell’Alto Adige tre settimane dopo, il 6 marzo 2020, dalla compagnia di noleggio Avis Budget Italia spa Fleet co, utilizzata dai loro clienti per circa un anno e mezzo. Il 25 novembre 2021 Avis ha venduto la Giulietta a Fca Italy, sede di Torino, che ne ha registrato ufficialmente il possesso il 15 dicembre dello stesso anno.

L’acquisto però - riferisce il quotidiano online – doveva essere su commissione, perché Fca appena ottenuto il certificato di proprietà, ha rivenduto la vettura il giorno successivo (16 dicembre 2021) a Giovanni Tuminiello, titolare di ‘Autopronta’, salone per la vendita di auto usate di Palermo, in via Amba Alagi». «Anche in questo caso l’acquisto della Giulietta deve essere avvenuto su commissione, perché l’auto non è mai stata esposta nel sito del salone per la vendita al pubblico, ed è stata rivenduta il 12 gennaio 2022, il giorno dopo avere ottenuto dalla motorizzazione il certificato di proprietà.

La madre di Bonafede

L’ultimo acquirente che risulta ancora attuale proprietario è una signora di 85 anni, Giuseppa Cicio, madre di Andrea Bonafede, l’uomo di cui Messina Denaro aveva rilevato l’identità e a quanto pare non solo quella» Ma la donna «non ha mai saputo nulla di quell’ auto, e a detta del genero sarebbe ancora ignara dell’arresto del boss di Cosa Nostra e dell’implicazione del figlio nella vicenda». «Gli inquirenti insospettiti da questa girandola di passaggi di proprietà durati solo il tempo per avere i documenti necessari alla rivendita, sospettano che il titolare dell’autosalone fosse a conoscenza anche della destinazione reale della Giulietta, ma non ci sono ancora prove. L’unica certezza è che la vettura aveva tutti i documenti in regola. L’auto – si legge ancora su ‘Open- è infatti assicurata dalla Iptiq Emea P&C del Lussemburgo con copertura che scade il 26 maggio 2023. La compagnia assicuratrice è il braccio esclusivo per le assicurazioni solo digitali on line del gruppo Swiss Re».

La concessionaria: «Acquistata con metodi tracciati»

«La macchina è stata acquistata con metodi tracciati come previsto dalla legge». Così il poprietario della concessionaria dalla quale Matteo Messina Denaro ha acquistato la sua Giulietta un anno fa ha risposto ai giornalisti del TgUno, Tg3 e Giornale Radio Rai che gli chiedevano come il boss allora latitate avesse pagato il veicolo. La macchina era intestata alla madre del geometra Andrea Bonafede che ha prestato l’identità al capomafia. IL MESSAGGERO 

 


23.1.2023 Messina Denaro, nel covo anche abiti femminili. Il concessionario: “Auto comprata in modo tracciato, non in contanti”

L’auto acquistata da Matteo Messina Denaro in una concessionaria di Palermo non è stata pagata in contanti, come fin qui era filtrato, ma in modo tracciato. Ad affermarlo al Tg2 è Giovanni Tumminello, titolare della concessionaria Alfa Romeo dove a gennaio 2022 il boss si presentò sotto la falsa idetnità di Andrea Bonafede, per acquistare la Giulietta rinvenuta nei giorni scorsi a Campobello di Mazara nel garage di pertinenza del figlio di Giuseppe Luppino, l’uomo arrestato insieme al boss davanti la clinica La Maddalena.
“Solo quando ho visto la sua foto dopo l’arresto ho avuto la percezione di essermi trovato davanti a Messina Denaro – ha detto Tumminello al Tg2 – ricordo solo una persona normalissima che non a destato in noi alcun sospetto. Noi vendiamo auto. E nulla di scorretto è stato fatto da parte mia o della mia azienda”, ha precisato il commerciante rivelando che la transazione, (10mila euro la somma di cui si è parlato) si è svolta in modo tracciato.
E nuovi indizi emergono da uno dei nascondigli del boss: nel covo c’erano anche abiti femminili. Segno che il capomafia aveva una relazione con una donna. Gli investigatori hanno trovato i vestiti nel primo covo a vicolo San Vito, a via Cb31. Adesso si cerca di risalire all’identità della donna. Carabinieri all’opera anche col georadar nella casa del figlio di Luppino. LA REPUBBLICA 


21.1.2023   Trovata l’auto di Messina Denaro. Grazie alla Giulietta del boss gli investigatori riuscirono a risalire al primo covo individuato a Campobello di Mazara

 

Proprio grazie alla macchina gli investigatori riuscirono a risalire al primo covo del boss individuato a Campobello di Mazara. Nel borsello trovato al capo mafia dopo l’arresto c’era una chiave. Dal codice della chiave, i pm sono arrivati alla Giulietta, poi gli investigatori hanno ricostruito, grazie un sistema di intelligenza artificiale, gli spostamenti del veicolo del capo mafia risalendo al suo nascondiglio di vicolo San Vito.
Ma solo ora la Giulietta è stata ritrovata. Sul posto c’è il procuratore aggiunto Paolo Guido.  La Giulietta era parcheggiata in una sorta di garage, a poca distanza dalla casa di Giovanni Luppino, l’incensurato che ha accompagnato con la sua auto, una Fiat bravo, Matteo Messina Denaro alla clinica dov’è entrambi sono stati arrestati lunedì.
L’ipotesi investigativa è che il capomafia, il giorno del blitz, sia andato in auto dal suo covo in vicolo San Vito a casa di Luppino – che vive a poca distanza dal luogo in cui la Giulietta è stata scoperta – e che insieme all’autista poi si sia diretto alla casa di cura per le terapie. ANSA


La girandola di passaggi di proprietà della Giulietta di Messina Denaro


Il cellulare ‘aziendale’ di Messina Denaro, comprò auto a Palermo

Un giorno di gennaio 2022 Matteo Messina Denaro sarebbe andato a Palermo, personalmente, per comprare la Giulietta oggi individuata e sequestrata dalla polizia. Lo ipotizzano gli investigatori. Si tratta dell’auto utilizzata dal capomafia nell’ultimo anno di latitanza. I documenti della macchina sono stati trovati nel covo di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara. Si sa pure che fu data in permuta una Fiat 500. La differenza, 10 mila euro, fu pagata dal padrino in contanti. L’auto è intestata all’anziana madre di Andrea Bonafede, Giuseppa Cicio. La rivendita di auto, soprattutto aziendali, si trova nella zona di Corso Calatafimi, non lontano dalla Presidenza della Regione, in piazza Indipendenza. Dunque il latitante si sentiva talmente sicuro da spostarsi fino a Palermo. Alla macchina gli investigatori sono arrivati dal codice della chiave che Messina Denaro aveva nel borsello al momento dell’arresto nei pressi della clinica La Maddalena a Palermo. L’auto è stata individuata nel parcheggio che utilizza il figlio di Giovanni Luppino, l’autista del latitante.  Gli inquirenti ipotizzano che il giorno del blitz il boss si sia recato in auto dal suo covo in vicolo San Vito a casa di Luppino (circostanza da quest’ultimo confermata), e che da lì si sia poi diretto insieme all’autista alla casa di cura per le terapie. Il garage all’aperto si trova in via San Giovanni, la strada dove abita Luppino e dove abitava Messina Denaro prima di trasferirsi in via Cb31. La polizia è risalita al traslocatore che fece anche delle fotografie nella casa. Adesso gli scatti sono in mano alla polizia. Il giorno in cui è arrivato in clinica Luppino sarebbe stato persino più prudente del latitante. Ha spento i telefonini, cosa che non ha fatto Messina Denaro che di cellulari ne possedeva due. Uno intestato a Bonafede e un altro ad un’azienda su cui sono in corso degli approfondimenti.