E traccia anche uno scenario. “Potrebbe rivelare i complici esterni delle stragi del ’92 e ’93, ma si tratta di persone talmente pericolose che non lo farà – aggiunge Scarpinato -. La mia preoccupazione è che passi nell’opinione pubblica l’idea che la mafia sia stata sconfitta e che si smantelli il 41 Bis“.
L’ex procuratore, che si è formato nel pool antimafia di Falcone e Borsellino, spiega anche come si costruisce una latitanza perfetta. “I mafiosi non ostentano mai la loro ricchezza. Al contrario, si mostrano umili, non hanno mai avuto macchine lussuose, l’ostentazione del lusso è controproducente”. E contesta l’idea che possano esserci retroscena nella fase della cattura. “L’operazione dei Ros è inappuntabile, non c’è alcun aspetto oscuri. È lui che si è comportato in modo strano, usando cellulari e prendendo l’identità di un altro uomo di mafia. C’è qualcosa che non funziona, ma non nelle indagini, quanto all’interno della mafia”.
“Salvatore Baiardo è il portavoce della mafia, parla in tv e annuncia che Matteo Messina Denaro verrà arrestato e nonostante questo lui resta dov’era. C’è qualcosa che non va”. Ha aggiunto Scarpinato che però respinge l’ipotesi di un Matteo Messina Denaro “venduto” da unpezzo dell’organizzazione che dirigeva. “No, assolutamente. – dice l’ex Pg di Palermo – Ha cominciato a commettere una serie di errori da principiante, per cui era inevitabile che prima o poi venisse catturato. Non è che Matteo Messina Denaro non era più il capo, è che c’è una struttura che va al di là di Matteo Messina Denaro che dice ‘è chiusa, è finita, quetso è il momento in cui tu ti devi fare arrestare. E anche Matteo Messina denaro deve obbedire”.