Lettera di Giovanni Falcone alla nipote del giudice Terranova

 
Il giudice Falcone ne riceveva di lettere, il più delle volte erano minacce, ma spesso e volentieri gli scrivevano persone per bene, magari per sfogarsi o per solidarietà.
Una di queste fu la signora Geraldina Piazza, nipote del giudice Cesare Terranova (ucciso il 25 settembre 1979 assieme al suo collaboratore Lenin Mancuso), che dopo l’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prese carta e penna e scrisse al giudice.
Il dr. Falcone, quando le parole lo colpivano, preferiva rispondere di proprio pugno, così fece esattamente 40 anni fa, quell’11 febbraio del 1983 era venerdì.
Scrisse, tra l’altro: “le sue parole mi hanno realmente commosso”, e se l’ha scritto lo era veramente.
Fu anche profetico: “Naturalmente, non ci si deve illudere: la lotta sarà lunga e difficile ed è prevedibile che sarà versato il sangue di altri fedeli servitori dello Stato, colpevoli di aver compiuto il proprio dovere, in un contesto in cui non tutti si comportano allo stesso modo”. Infatti dopo mesi uccisero il capitano D’Aleo e poi ci fu la strage Chinnici.
Infine scrisse anche parole di ottimismo: “In questa difficilissima situazione le espressioni di solidarietà e di adesione che Lei ha sentito di rivolgermi, non soltanto costituiscono un conforto e uno stimolo, ma costituiscono la migliore conferma dell’esistenza di una parte sana della società, che respinge con sdegno qualsiasi tipo di connivenza con la mafia, autentica vergogna nazionale”.