VIA D’AMELIO – A “Non é l’Arena”…

 

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io, parlando in maniera veloce…   Era un modo di dire velocemente

ADNKRONOS 13.2.2023

GIORNALISTA AMURRI, ‘LEGALE FAMIGLIA BORSELLINO OFFENSIVO E DIFFAMATORIO’ =
“Non querelo l’avvocato Trizzino per le sue dichiarazioni nei miei confronti solo per rispetto della famiglia della moglie. Il tono che ha usato nei miei confronti mi sembra alquanto inappropriato, offensivo e anche diffamatorio. Io non contribuisco a nessun depistaggio. Si possono anche avere opinioni diverse, ma l’avvocato dovrebbe pesare le parole e avere rispetto del loro significato. A partire dal mio nome e cognome, senza dire ‘la Amurri’, con tono dispregiativo“.
A dirlo all’Adnkronos è la giornalista Sandra Amurri, dopo le dichiarazioni rese oggi dall’avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino, nonché legale della famiglia del giudice ucciso, dopo l’intervento della cronista ieri sera a ‘Non è l’Arena’.
“Quanto detto ieri sera da Sandra Amurri nella trasmissione di Giletti sull’incontro tra Liliana Ferraro con Paolo Borsellino a Fiumicino il 28 giugno 1992 è assolutamente falso. Sarei tentato di dire che il depistaggio continua”, ha detto Trizzino.
“Entrando nel merito – dice oggi Sandra Amurriio, parlando in maniera veloce per rispettare i tempi televisivi, ho detto che l’incontro in aeroporto tra Paolo Borellino e Liliana Ferraro era stato il 28 giugno e non il 25 ma la sostanza non cambia. Quella che lui chiama interlocuzione, cioè che Liliana Ferraro ha comunicato a Fiumicino a Borsellino, che rientrava da un convegno, che il capitano De Donno le aveva comunicato che era iniziata una interlocuzione con Ciancimino, quindi tra il colonnello Mori del Ros e Cosa nostra. Oggi la chiamiamo trattativa”. “Borsellino rispose: ‘Non ti preoccupare, ci penso io’ – dice ancora Sandra Amurri – Non ho attribuito alla Ferraro la frase ‘Dovranno passare sul mio cadavere’. Era un modo di dire velocemente, per dire che Borsellino non si è mostrato per niente sorpreso a questa eventualità.  Invito l’avvocato Trizzino ad andare a riascoltare il link di Fiammetta Borsellino, intervistata da Andrea Purgatori alla presenza di Santoro.  Il titolo è proprio questo: ‘Mai mio padre avrebbe accettato una trattativa’. Poi, tutta quell’altra storia che Trizzino tira fuori sul dossier Mafia e appalti è un altro discorso. Cosa c’entra con ciò che ho detto io? Io non lo querelo e non uso le sue offese, per il rispetto che ho per la famiglia Borsellino di cui è un membro acquisito. Per il resto, accetto qualunque confronto civile e non in questi termini, sia chiaro”.

 

 


 


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audizione Liliana Ferraro febbraio 2011

 


“Il procuratore Giammanco, come ha gia` riferito il dottor Vigna alla Commissione, continuava tuttavia a respingere le richieste di Borsellino.
Paolo mi spiego che probabilmente se la stessa richiesta l’avessi formulata io al procuratore, considerato il mio ruolo al Ministero e la possibilita` che avevo di informare non solo il ministro Martelli ma anche il Ministro dell’interno, forse Giammanco si sarebbe convinto.
Decisi di chiamare imme
diatamente Palermo da una cabina telefonica nell’atrio dell’aeroporto, in quanto i cellulari non funzionavano, per avvertire il procuratore Giammanco che il giorno dopo avevo assolutamente bisogno di parlare con lui; cosa che feci l’indomani mattina trovando nel procuratore molta resistenza.
Al termine di una lunga e vivace conversazione il procuratore passo`a una risposta piu`possibilista, ma da adottare qualche giorno dopo perche´
aveva in corso, mi disse, una sorta di redistribuzione del lavoro tra i magistrati della procura.
Fu in occasione della telefonata dalla cabina dell’aereoporto che incontrammo, Paolo e io, alcune persone e l’allora Ministro della difesa Ando.
Ritornati nella saletta, il dottor Borsellino mi fece altre domande sulle attivita` di Giovanni nell’ultimo periodo e volle che gli raccontassi cio` che sapevo sulla cosiddetta indagine sugli appalti.
Era un rapporto contenente spunti di attivita` investigativa in relazione a una rete di appaltiin Sicilia che aveva diramazioni con grandi aziende anche sul continente e che, a giudizio del ROS che l’aveva redatto, se adeguatamente sviluppata avrebbe potuto portare all’accertamento delle attivita` economiche svolte 
da cosa nostra in Sicilia e nel resto del Paese.”