Paolo Borsellino, un eroe semplice – Tesi di laurea

di Roberto Rossetti – 26 gennaio 2014

INTRODUZIONE

LO SCOPO DELLA TESI
Questa tesi intende raccontare la vita del magistrato Borsellino attraverso la descrizione dell’uomo Paolo. Sono qui presentati il lato professionale e quello umano, e vengono analizzati i legami che tra di essi si generano. L’immagine pubblica e quella privata sono fortemente legate tra di loro e danno vita ad una personalità forte e semplice allo stesso tempo.
Questo scritto si suddivide nei seguenti capitoli: 1. Paolo Borsellino. L’uomo; 2. Paolo Borsellino. Il magistrato; 3. I processi Borsellino, l’agenda rossa, le nuove
indagini; 4. Paolo e gli altri; 5. Le immagini; Conclusione e Bibliografia.
Il primo capitolo si apre con una descrizione biografica di Borsellino dalla sua nascita fino al matrimonio con la moglie Agnese; seguono due sotto capitoli che analizzano l’uomo dal punto di vista caratteriale e del suo aspetto fisico. Il secondo capitolo, invece, ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera professionale: la scelta per la magistratura civile, il passaggio da civile a penale, gli anni del pool antimafia e il maxi processo, il trasferimento a Marsala, la strage di Capaci, i cinquantasette giorni che separano le due stragi, Capaci e Via D’Amelio, il giorno della morte di Paolo, ed infine i funerali degli agenti di scorta e del giudice. Il terzo capitolo riporta in ordine cronologico i tre processi Borsellino nei rispettivi gradi di giudizio: primo grado, appello e cassazione per un totale di nove sentenze. Seguono: un sotto capitolo relativo all’agenda rossa, oggetto balzato agli onori della cronaca in questi ultimi tempi; un altro sotto capitolo relativo alle indagini e al processo attualmente in corso presso il tribunale di Caltanissetta in merito ad una presunta trattativa tra parti deviate dello Stato e la mafia. Il quarto capitolo sposta l’attenzione sugli elementi più importanti che circondano il giudice e con i quali egli si rapporta quotidianamente: la famiglia, la scorta, la città di Palermo, l’amico e collega Giovanni Falcone ed i pentiti. Tutti questi aspetti vengono analizzati insieme e non separatamente in quanto essi non solo sono legati in modo indissolubile a Borsellino, ma sono anche fortemente collegati tra di loro. Il quinto capitolo comprende una raccolta di fotografie tratte dall’album della famiglia Borsellino, dai siti internet e dai testi che espongono la figura del magistrato. Il ventaglio di immagini presentate varia da quelle inedite, poiché appartenenti all’album privato di famiglia, sino a quelle ormai ampiamente note e facenti parte della memoria collettiva. Nel capitolo conclusivo si riassumono ed evidenziano i punti fondamentali che sono stati trattati e analizzati e sui quali si è operato per argomentare l’intento di questa tesi.

IL MATERIALE UTILIZZATO
Il materiale utilizzato per redigere questa tesi si suddivide in fonti primarie e fonti secondarie. Le prime sono: l’agenda personale del giudice, l’ultima sua lettera, l’intervista a Salvatore Borsellino e l’intervista al Comandante Marco Passarelli; mentre le seconde sono: testi prodotti da storici, testi non istituzionali, film e filmati.

Le fonti primarie.
La copia dell’agenda personale del giudice Palo Borsellino è stata fornita dallaredazione 19luglio1992.com, grazie alla gentile concessione del fratello di Paolo, Salvatore. L’agenda è comunemente nota come “agenda grigia”, ed è relativa all’anno 1992. Su di essa il magistrato era solito appuntare le spese sostenute, i rendiconti mensili e l’attività giornaliera svolta. Di questa fonte sono state analizzate con particolare attenzione le pagine a partire dal 23 maggio 1992, per capire come sia cambiata la vita del magistrato in relazione alla morte dell’amico e collega Giovanni Falcone. Per comprendere l’importanza e l’attendibilità di questo diario si ricorda che esso è stato presentato in tutti i processi Borsellino uno, bis e ter e in quello attualmente in corso presso il tribunale di Caltanissetta.
L’ultima lettera redatta da Borsellino è stata reperita sul sito 19luglio1992.com. La mattina del 19 luglio 1992 alle ore cinque Paolo compone questo scritto per rispondere alla preside di un liceo di Padova, la quale poneva al giudice una serie di domande inerenti al suo lavoro. Questa lettera rappresenta una sorta di testamento morale in quanto al suo interno il magistrato racconta e spiega: il motivo per cui è rimasto a Palermo e il senso di questa decisione; la scelta per la carriera nella magistratura civile; il passaggio da civile a penale; che cos’è la mafia; cos’è la DIA; soprattutto il giudice esprime il suo ottimismo verso i giovani e il loro approccio critico nei confronti del fenomeno mafioso. Si precisa che questa lettera non è completa, in quanto Borsellino non risponde a tutti i quesiti posti dalla docente. L’intervista al fratello di Paolo, Salvatore, è avvenuta il 17 maggio 2013 a Milano presso la sede della sua agenzia Teleware. Questo incontro ha permesso di raggiungere un elevato grado di conoscenza dell’uomo Borsellino e della sua personalità, oltre che di apprendere numerosi particolari relativi alla sua vita. Partendo dai ricordi dell’infanzia che lo legano a Paolo, Salvatore ha raccontato tutta la vita del fratello: i momenti felici e quelli più difficili, la scelta della magistratura, l’impegno profuso nel lavoro, l’amore per la propria famiglia e per i suoi figli, il dolore per la perdita del padre e per quella di Falcone. Con l’acquisizione di questi elementi, non rintracciabili nei testi delle biografie, si è delineata con maggiore chiarezza la figura dell’uomo Paolo, giungendo così a tratteggiare con estrema precisione alcuni punti del suo carattere e del suo aspetto fisico. Anche per quanto riguarda l’attività di magistrato, Salvatore ha consentito, attraverso i racconti e le confidenze del fratello, di inquadrare meglio lo stretto rapporto che Paolo aveva con Giovanni, con i suoi colleghi e con i ragazzi della scorta. Si può affermare che siano stati ampiamente raggiunti gli scopi prefissati per questa intervista. Il 1 agosto 2013 presso il comando centrale della stazione dei Carabinieri di Mondovì (CN) ha avuto luogo l’intervista al Comandante Marco Passarelli. In questo incontro il Comandante ha raccontato gli anni 1993 e 1994 trascorsi come carabiniere nella città di Palermo. Passarelli ha spiegato cos’era la mafia di quegli anni, come essa agiva e si strutturava sul territorio. Egli ha tracciato un filo temporale tra gli anni novanta ed oggi, raccontando come ai nostri giorni opera l’organizzazione mafiosa Cosa Nostra, come essa ricicla il denaro ottenuto tramite illeciti e quali siano i suoi interessi al nord. Inoltre il Comandante ha contribuito a chiarire il rapporto tra la mafia e le altre organizzazioni criminali; come avvengono i controlli per accertare la presenza o l’infiltrazione di organizzazioni mafiose sul territorio provinciale di Cuneo. Anche in questo caso si può affermare che siano stati ampiamente raggiunti gli scopi prefissati per questa intervista.

Le fonti secondarie.
I testi storiografici comprendono gli scritti di Nicola Tranfaglia, Giuseppe Carlo Marino ed Enrico Deaglio. La consultazione di queste opere ha consentito di acquisire una conoscenza ad ampio raggio sul fenomeno mafioso in Sicilia. Ciò ha permesso di focalizzare l’attenzione su alcuni punti fondamentali, quali: cosa sia la mafia e quali siano state le sue origini, come essa si sia radicata nel tessuto sociale siciliano, chi siano stati i suoi principali esponenti e come si sia evoluta nel corso del tempo. L’insieme di questi elementi ha permesso di costruire il contesto entro il quale presentare e analizzare l’uomo e il magistrato Borsellino.
I testi non istituzionali, invece, sono di autori e generi diversi e per questo sono stati suddivisi a seconda degli argomenti trattati; essi esaminano da diverse angolazioni e da diversi punti di vista la figura di Paolo. Queste opere raccolgono gli scritti di giornalisti, amici, colleghi, parenti e di tutti coloro che hanno conosciuto direttamente o indirettamente il giudice: queste persone hanno riportato ricordi personali e aneddoti sul magistrato, i suoi pensieri, i suoi modi di dire, le sue azioni e le sue idee. In certi testi sono rintracciabili anche alcune sue citazioni dirette e alcuni suoi discorsi in pubblico. Questi testi sono stati utili per descrivere l’uomo Paolo. Numerosi sono poi gli scritti che trattano dell’attività di Borsellino: gli anni del pool e del maxiprocesso; lo stretto rapporto con Falcone; le stragi e i 57 giorni intercorsi tra di esse; ma anche il rapporto con gli uomini della scorta e con i pentiti. Sono stati visionati i film prodotti da RAI e Mediaset sulla vita di Paolo Borsellino. Queste produzioni si accomunano nel presentare il dolore di Paolo per la perdita dell’amico Giovanni, la sua volontà e rabbia nel continuare il proprio lavoro nonostante i rischi sempre più incombenti di un’altra possibile strage contro di lui, il suo rapporto con la famiglia, evidenziando l’amore per la moglie e l’affetto per i figli. Tuttavia queste due pellicole presentano una differenza sostanziale: il film della RAI copre un arco temporale che inizia il 23 maggio, giorno della strage di Capaci, etermina il 19 luglio, giorno della strage di Via d’Amelio. Il film di Mediaset invece si estende per un arco temporale più ampio, facendo iniziare la storia nel 1980, il giorno in cui venne ucciso il Comandante Basile a Monreale per terminare il 19 luglio. Sono stati presi in esame varie tipologie di filmati e di video. Essi sono stati reperiti quasi tutti tramite il sito internet youtube.it. In questa tesi vengono presentate: le interviste a Paolo Borsellino, tra le quali le più famose sono quella del TG5 e quella di un’emittente francese; il filmato dell’incontro di Paolo alla Biblioteca Comunale di Palermo; le interviste al giudice e collega Antonino Caponnetto e all’amica Rosaria Schifani; un documentario speciale sui ragazzi della scorta; la lettera della moglie Agnese dedicata al marito; un altro documentario sul maxiprocesso; un’edizione speciale della RAI sulla vita di Paolo e sul suo rapporto con Falcone.

LE INTERVISTE: UNA PORTA PRIVILEGIATA VERSO PAOLO

Prima di procedere con la trattazione del primo capitolo, sono necessari alcuni chiarimenti su due fonti primarie utilizzate: le interviste. L’incontro con Salvatore Borsellino è stato particolarmente toccante per l’affetto e l’accoglienza dimostrati dallo stesso nel giorno del colloquio a Milano. L’intervista che si sarebbe dovuta svolgere secondo gli ordinari canoni di domanda e risposta si è trasformata in un monologo condotto dal fratello del giudice, il cui intento era fornire più informazioni possibili su Paolo, sia che esse fossero di natura privata o professionale. Così per circa ottanta minuti si sono susseguiti ricordi che spaziavano dall’infanzia fino all’ultimo incontro avvenuto tra i due ad Andalo nel 1991. Il lavoro posteriore ha richiesto un’attenta analisi oggettiva dei fatti riportati da Salvatore il quale, durante l’intervista, alternava al dolore per la morte del fratello e alla rabbia perché sentiva di non avere ottenuto giustizia, una forte volontà d’animo nel proseguire in un cammino di testimonianza che potesse mantenere vivo il ricordo del giudice. Le informazioni successivamente estrapolate sono state inserite in modo organico soprattutto nel primo capitolo inerente alla figura dell’uomo Paolo: esse hanno migliorato la messa a fuoco sulla personalità, sul carattere e sui suoi rapporti con la famiglia. Anche con Marco Passarelli più che un’intervista è stata una amichevole conversazione, in cui il Comandante ha raccontato da un punto di vista “istituzionale” quella che era la Palermo degli anni novanta e come agiva l’organizzazione criminale mafiosa nella città. Le informazioni raccolte hanno illuminato uno sfondo ancora poco nitido riguardante i luoghi in cui operava Paolo Borsellino e il modo in cui si è evoluta Cosa Nostra dopo le stragi del 1992. Gli incontri con Salvatore Borsellino e Marco Passarelli sono quindi andati oltre il semplice rapporto intervistatore-intervistato trasformandosi in una disinteressata amicizia, in cui si è sempre dimostrato da parte di entrambi i testimoni una gentile premura nel fornire informazioni dettagliate in risposta alle domande che venivano poste. Questo fatto ha costituito un valore aggiunto facilitando in alcuni casi il lavoro successivo di analisi, fermi restando, naturalmente, nella fase di rielaborazione delle informazioni ricevute, gli accorgimenti ai quali un lavoro di ricostruzione storica non può sottrarsi nell’utilizzare fonti così particolari come quelle orali.

Ringraziamenti.
Un grazie di cuore a Maria, compagna di vita e di studi, perché senza il suo aiuto questa tesi non sarebbe mai stata scritta. Grazie per avermi aiutato nei momenti più difficili di questi tre anni universitari, e per avermi incoraggiato a superare gli ostacoli con coraggio e determinazione.
Un grazie di cuore ai miei genitori, Francesco e Caterina, perché mai mi hanno fatto mancare il loro sostegno e il loro incondizionato appoggio. Un grazie di cuore alla mia relatrice, Daniela Adorni, la quale mi ha saputo guidare, consigliare, motivare e soprattutto ascoltare.
Un grazie di cuore a Salvatore Borsellino, il quale con tanto affetto mi ha aiutato a conoscere Paolo Borsellino.
Infine, un grazie di cuore alla suora che mi ha cresciuto, Agnese, e di cui porto con me ogni giorno i suoi insegnamenti.

Roberto Rossetti

(Università degli studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Storia, Anno accademico 2012-2013)

 

19luglio1992