«Sarà necessario – sottolinea il questore – svolgere un’attenta azione di intelligence e di contrasto per evitare che si inseriscano nella vita economica e sociale della provincia, in particolare in previsione degli impegni legati all’Expo»
COMO – Il questore preferisce non giocare a nascondino con le parole. E davanti a una platea di politici, imprenditori, amministratori, colleghi di altre forze di polizia annuncia: in provincia di Como la mafia c’è. O, per usare le parole di Massimo Mazza pronunciate durante la festa della polizia: «Recenti fatti di sangue e indagini condotte dalla squadra mobile confermano la presenza nel nostro territorio di elementi legati alla criminalità di stampo mafioso». Personaggi pericolosi sui quali «sarà necessario – sottolinea il questore – svolgere un’attenta azione di intelligence e di contrasto per evitare che si inseriscano nella vita economica e sociale della provincia, in particolare in previsione degli impegni legati all’Expo».
Ecco qui, dunque, la conferma ai mille campanelli d’allarme lanciati in passato vuoi dalla Commissione antimafia, vuoi dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro che soltanto un paio di mesi fa sentenziò: la mafia a Como è più forte che in passato, perché si è infiltrata nel tessuto sociale e punta agli appalti pubblici.
In particolare preoccupano tutte quelle società, magari passate da recenti difficoltà finanziarie, se non addirittura da dissesti economici o concordati e poi rivitalizzate da nuove forze, che si occupano di movimento terra. Si tratta, per la criminalità organizzata, di un settore che assicura enormi introiti. Di fatto – secondo gli inquirenti – quelle società infiltrate dalla malavita e legate al movimento terra si occupano di far sparire i rifiuti da scavo, che dovrebbero essere smaltiti seguendo precise indicazioni e con determinati costi (consentendo quindi un risparmio), utilizzandoli per riempire terrapieni (è successo, ad esempio, per i lavori Tav nella tratta Milano-Torino) e fondamenta nei cantieri di grandi opere pubbliche andando a risparmiare sui materiali da utilizzare in quegli stessi cantieri.
Non a caso l’appuntamento con l’Expo 2015, e le relative commesse miliardarie in opere pubbliche, spaventa. Al punto da aver spinto il ministro Roberto Maroni a istituire il comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere e dal gruppo centrale interforze per l’Expo Milano 2015 (Gicex), un gruppo interforze costituito presso il Dipartimento della pubblica sicurezza.
Il questore di Como, durante il suo intervento alla festa della polizia, promette: «Massima attenzione per evitare l’infiltrazione della malavita organizzata nel tessuto sociale».
LA PROVINCIA Domenica 16 Maggio 2010 Schiani