REPORT OMCOM SU CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E/O MAFIOSA SVIZZERA

 

REPORT OMCOM SVIZZERA 2019

 
 

 

REPORT SU CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E/O MAFIOSA IN SVIZZERA 2019

A cura di Salvatore Calleri, Yoghi e Pier Paolo Santi

PROLOGO

Se si apre il calendario atlante DE AGOSTINI si ottengono i dati fondamentali.
La Svizzera è una Repubblica federale con una superficie pari a 41 291 kmq ed una popolazione stimata in 8 482 152 abitanti. La capitale è Berna che ha 133 759 ab. (2017) con un agglomerato urbano 415 500 ab. (2016).
La moneta adottata è il franco svizzero (100 centesimi).
La Svizzera ha un indice di sviluppo umano notevole pari a 0,939 (2° posto).
Il Presidente della Confederazione è Alain Berset (SP), dal 1°-I-2018.
Consiglio Nazionale: seggi in base alle elezioni del 18-X-2015: SVP (Unione democratica di centro, populista di destra), 65; SP (Partito socialdemocratico), 43; FDP (I Liberali), 33; CVP (Partito popolare cristiano-democratico), 27; Verdi, 11; GLP (Partito verde-liberale), 7; BDP (Partito borghese democratico), 7; altri, 7
La Svizzera è membro del Consiglio d’Europa, EBRD, EFTA, OCSE, ONU, OSCE, osservatore OAS, WTO

Geografia

La Svizzera fa pienamente parte della cosiddetta area della Europa centrale.
Confina a N con la Germania, a E con l’Austria e il Liechtenstein, a S con l’Italia, a W con la Francia. Il territorio è prevalentemente montuoso.
In esso si possono individuare tre grandi regioni: le Alpi, il cosiddetto Altopiano svizzero e il Giura.
Il settore alpino si estende su quasi il 60% del territorio ed è attraversato dai corsi superiori del Rodano, del Reno (che raccoglie le acque dell’Aare e del Reuss), del Ticino e dell’Inn. Nelle Alpi Pennine, a S del Rodano, si trovano i massicci del Monte Rosa (4635 m), del Weisshorn e del Cervino: a S del Reno, le Alpi Lepontine (Rheinwaldhorn, 3402 m); a E del passo dello Spluga, le Alpi dei Grigioni (Retiche) che culminano nel Bernina (4050 m). Infine a N del Rodano e del Reno si trovano le Alpi Bernesi, con gli imponenti massicci del Finsteraarhorn (4274 m) e dello Jungfrau. Da queste si passa all’altopiano, che si allarga per 150 km tra i laghi di Costanza e di Ginevra. A NW, l’altopiano si innalza bruscamente nel Giura.

Ordinamento dello Stato

La Svizzera è una repubblica federale composta da 26 stati, che corrispondono ai Cantoni omonimi (a eccezione dei semicantoni di Basilea città e Basilea campagna, che formano il Cantone di Basilea; Ausser-Rhoden e Inner-Rhoden, quello di Appenzell; Obwalden e Nidwalden, quello di Unterwalden), dando luogo alla ripartizione tradizionale in 23 cantoni. Ogni stato è dotato di Assemblea (Gran Consiglio) e Governo (Consiglio di Stato) propri.
In base alla Costituzione del 29-V-1874, più volte modificata, il potere legislativo è esercitato dall’Assemblea federale, formata dal Consiglio nazionale (200 membri eletti con mandato di 4 anni a suffragio diretto) e dal Consiglio degli stati (46 membri, ogni Cantone elegge due rappresentanti, ogni semicantone uno). L’Assemblea federale elegge il Consiglio federale, composto di 7 membri responsabili dell’attività di governo; fra di essi, ogni anno, viene scelto il Presidente della Confederazione che ha poteri prevalentemente di rappresentanza. La riforma costituzionale approvata con referendum nel 1999 ha integrato il testo del 1874 con l’enunciazione dei diritti fondamentali dei cittadini, tra cui quelli di sciopero e di serrata.
Il 9-II-2014 è stata approvata tramite referendum una modifica alla Costituzione per limitare il numero di stranieri nel paese, rimettendo in discussione l’adesione agli accordi UE di Schengen e Dublino.

Difesa

La Svizzera è neutrale e non fa parte di organizzazioni internazionali di difesa. Dal 2001, tuttavia, le forze armate possono partecipare a missioni di pace all’estero in ambito ONU: la prima si è svolta nel 2002 con l’invio di un contingente in Kosovo. Il servizio militare è obbligatorio e si svolge in più fasi: 18-21 settimane di addestramento per le reclute, seguite da brevi corsi di aggiornamento fino ai 30 anni di età.

Giustizia

Il sistema giudiziario è basato su quello continentale, con influenze del diritto consuetudinario.
Molto frequente il ricorso a referendum come strumento di democrazia diretta a livello sia federale, sia cantonale.

Energia e industria.

Quasi il 60% dell’energia elettrica prodotta è di origine idrica. La quota rimanente è fornita in gran parte dai reattori nucleari di Beznau (I e II), Gösgen, Mühleberg e Leibstadt; nel 2017 un referendum ha sancito il graduale abbandono del nucleare a vantaggio di fonti rinnovabili.
La Svizzera possiede un avanzato comparto industriale malgrado la scarsità di materie prime. Ciò vale in particolare per l’industria meccanica: rinomati sono gli strumenti di precisione (Ginevra, Neuchâtel, Sciaffusa) e i macchinari elettrici (Baden, Oerlikon, Ginevra, Basilea, Berna); fama internazionale ha l’orologeria, che ha i principali centri a Ginevra, Sciaffusa e specialmente nel Giura. L’elettrometallurgia ha nell’alluminio la sua principale applicazione (impianti a Chippis, Steg e Martigny nel Vallese, che lavorano allumina d’importazione).
L’industria chimica e quella farmaceutica sono concentrate a Basilea, mentre l’elettrochimica è presente nel Vallese. Nell’industria tessile, grande rilievo ha il cotonificio (Svizzera orientale); il setificio nei cantoni di Zurigo e Basilea. Diffuso è pure il lanificio: centri importanti della filatura sono Derendingen, Bürglen, Sciaffusa. Pregiata è la produzione artigianale di pizzi e merletti. A Emmenbrücke, Widnau-Heerbrugg, Rorschach, Steckborn, Ems vi sono fabbriche di fibre tessili artificiali e sintetiche. L’industria della carta è concentrata nel Giura, nelle Alpi e nell’Oberland. L’industria della gomma produce isolanti e pneumatici (Pratteln). A Langenthal si producono ceramiche.

Finanza e banche

La Banca Nazionale Svizzera, indipendente dal governo federale, svolge le funzioni di banca centrale. Il sistema bancario è uno dei più sviluppati al mondo. Le banche svizzere controllano una quota considerevole del mercato mondiale dei patrimoni affidati in gestione all’estero. Nel paese operano oltre 300 banche e istituzioni finanziarie (le due maggiori sono Credit Suisse e UBS). Zurigo è sede della principale borsa del paese. A causa delle pressioni internazionali, la Svizzera ha stipulato accordi con numerosi altri paesi per la tassazione dei non residenti. A partire dal 2018, inizia l’applicazione dello scambio automatico di informazioni bancarie con i paesi dell’UE e con altri paesi esteri.

Forze di Polizia

Essenzialmente le Forze di Polizia si possono dividere in 2 tipologie: la FEDPOL ossia la Polizia Federale e la Polizia Cantonale.
La FEDPOL ha poteri di coordinamento e si occupa di intelligence e contrasto al crimine organizzato.

LA SVIZZERA NEI REPORT ANTIMAFIA SVIZZERI

La Fedpol per diversi anni ha pubblicato dei report molto interessanti che rappresentano un elemento importante per capire quanto succede in Svizzera.

ESTRATTO RAPPORTO FEDPOL 2009

Gruppi criminali della CSI e della Georgia

SITUAZIONE

Marcata presenza in Svizzera
…Nel nostro Paese vi è una forte presenza di rappresentanti di gruppi criminali della CSI e della Georgia che sfruttano soprattutto la piazza finanziaria per riciclare i proventi di attività illegali.

Riciclaggio di denaro
Con il sostegno di avvocati e fiduciari svizzeri i gruppi criminali gestiscono strutture che presubilmente vengono usate per riciclare denaro. Il denaro incriminato proviene principalmnte da reati economici, quali la truffa in materia fiscale o l’appropriazione indebita a danno dello Stato, e viene trasferito attraverso vari Paesi affinché il percorso dalla fonte all’avente diritto economico non sia più ricostruibile.
In Svizzera si sono stabilite numerose imprese della CSI attive nel commercio di materie prime. Ciò comporta un notevole rischio di riciclaggio di denaro, poiché il settore delle materie prime della CSI è noto per la sua vicinanza alla criminalità organizzata ed è caratterizzata da strutture poco trasparenti.
Strutture.
Non sempre i gruppi criminali della CSI sono caratterizzati da un’organizzazione gerarchica che segue il modello tradizionale…

Bande di ladri georgiani
Alla pari di altri Stati dell’Europa occidentale, negli ultimi anni anche la Svizzera ha ddovuto fare i conti con bande di ladri della Georgia. Gli indizi raccolti inducono a supporre che queste bande agiscono in tal modo per appropriarsi di un nuovo campo di attività. Secondo le informazioni ottenute finora questi gruppi sono organizzati in modo rigorosamente gerarchico.

VALUTAZIONE

…Con l’eccezione delle bande di ladri georgiani, in Svizzera i gruppi criminali della CSI operano raramente nel settore della criminalità comune e quindi spesso le loro attività non sono percepite dal pubblico…

Gruppi criminali dell’Europa sud-orientale

SITUAZIONE

Rete capillare
In Svizzera vivono circa 320000 persone provenienti dai Paesi dell’ex Jugoslavia e dall’Albania…

Gruppi di etnia Albanese
I gruppi criminali di etnia albanese che operano in Svizzera sono organizzazioni con strutture flessibili simili a clan. Dispongono di una rete che si estende in vari Paesi europei ed anche in Asia e America. Si adattano rapidamente a nuove condizioni, quali ad esempio mutamenti inatto sui mercati o nuove tattiche d’intervento della polizia. Sentenze giudiziarie pronunciate in Svizzera hanno più volte confermato che all’interno di questo fenomeno esistono strutture che rientrano nella fattispecie dell’organizzazione criminale. I gruppi criminali di etnia albanese dominano tuttora il mercato svizzero dell’eroina e, seppure in misura minore, sono attivi anche nel traffico di cocaina. Pur occupandosi soprattutto del traffico di stupefacenti, alcuni gruppi sono dediti anche alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti. In effetti, nel 2009 i kosovari erano tra le persone che più spesso sono entrate clandestinamente in Svizzera con l’aiuto di passatori.

Gruppi serbi e montenegrini
Nell’anno in esame i gruppi criminali serbi e montenegrini hanno confermato il loro ruolo importante nel settore del traffico illecito di stupefacenti. Questi gruppi criminali sono strutturati in modo da suddividersi il lavoro, sono organizzati a livello sovraregionale e usufruiscono di un’ampia rete di relazioni internazionali. In Svizzera il potenziale violento di questi gruppi è notevole.
Non esitano a risolvere i conflitti con la forza, incuranti del fatto che potrebbero essere danneggiate persone non coinvolte. Oltre che nel traffico illecito di stupefacenti, operano anche nella tratta di esseri umani e nel traffico di migranti e commettono scassi e furti in serie, soprattutto di veicoli di lusso. Di solito agiscono in maniera oltremodo professionale. Nel maggio 2009, in occasione di un tentativo di rapina a una gioielleria di Losanna, sono stati ad esempio arrestati due membri della banda «PinkPanther» che agisce a livello internazionale. «PinkPanther» è un gruppo criminale violento proveniente dall’ex Jugoslavia (soprattutto serbi e montenegrini) che negli ultimi dieci anni ha svaligiato più di 120 gioiellerie in tutto il mondo.

Turismo criminale
Come negli anni precedenti, in alcuni Cantoni si sono registrate attività criminali di autori stranieri che non avevano un domicilio fisso in Svizzera. Questi cosiddetti turisti del crimine hanno per lo più commesso reati contro la proprietà o operato nel settore dell’accattonaggio illegale. Provenivano soprattutto dallaRomania, dalla Bulgaria e dagli Stati dell’exJugoslavia, come pure dagli Stati dell’ex Unione Sovietica.

VALUTAZIONE

Notevole influsso sulla Svizzera
Le condizioni politiche ed economiche in parte sfavorevoli nell’Europa sud-orientale continuano a influire fortemente sulla situazione della criminalità in Svizzera. Dal punto di vista organizzativo, tecnico e dell’organico, i gruppi criminali dell’Europa sud-orientale sono in grado di influenzare fortemente la criminalità in Svizzera. Pur concentrando le loro attività soprattutto sul traffico illecito di stupefacenti o sui reati contro la proprietà, tendono continuamente a estendere il loro campo d’azione ad altre attività criminali lucrative. Sempre più spesso operano in settori quali la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, la truffa e il riciclaggio di denaro. Anche in futuro queste reti flessibili, complesse e,nella maggior parte dei casi, transfrontaliere, continueranno a occupare in misura notevole le autorità di perseguimento penale svizzere.

Gruppi criminali dell’Africa occidentale

SITUAZIONE

Attività sui mercati degli stupefacenti
Da circa cinque anni l’Africa occidentale è una delle zone di transito più importanti della cocaina proveniente dall’America del Sud e destinata all’Europa occidentale. Dal 25 al 40 per cento della cocaina contrabbandata dall’America latina in Europa occidentale passa per l’Africa occidentale. Le organizzazioni criminali dell’Africa occidentale, soprattutto quelle nigeriane, operano sui mercati di tutti i tipi di stupefacenti. Negli ultimi anni il numero di cittadini africani arrestati in Svizzera per violazione della legge sugli stupefacenti è notevolmente cresciuto.La maggior parte delle persone arrestate proviene dalla Nigeria, un po’ meno spesso dalla Guinea o dalla Sierra Leone.

Rotte del traffico di cocaina
La cocaina messa in commercio dalle organizzazioni africane giunge in Svizzera passando soprattutto per i Paesi Bassi. Questi ultimi costituiscono, insieme alla Spagna, il centro di smercio della cocaina. Le rotte e i mezzi di trasporto usati per il contrabbando sono molteplici e cambiano continuamente. Nell’anno in esame la rotta più frequente è stata dapprima quella che passa per il confine nord della Svizzera e il contrabbando è avvenuto in treno. Inseguito è stata progressivamente sfruttata l’asse occidentale, dapprima la linea ferroviaria franco svizzera, in seguito in misura maggiore la via stradale. Infine, il contrabbando si è spostato nuovamente al confine settentrionale del Paese, passando tuttavia per via stradale e aerea.

Corrieri dell’Europa orientale e dei Balcani
A partire da giugno è stato constatato un nuovo fenomeno che si è intensificato nella seconda metà dell’anno: le organizzazioni criminali dell’Africa occidentale che si sono installate nei Paesi Bassi, in Spagna e in Svizzera si sono progressivamente servite di corrieri provenienti dall’Europa orientale e dai Balcani. Il motivo di questa evoluzione sono i controlli più frequenti e il crescente numero di arresti in Svizzera in seguito ai quali i trafficanti di droga dell’Africa occidentale hanno avuto difficoltà a reclutare africani come corrieri per la Svizzera. Soprattutto le persone di origine nigeriana si rifiutano ormai di fungere da corrieri.

Truffe, tratta di esseri umani e traffico di migranti

In Svizzera gruppi provenienti dall’Africa occidentale operano anche nei settori della tratta di esseri umani e del traffico di migranti nonché della criminalità economica, in particolare delle truffe dell’anticipo…

VALUTAZIONE

Reti strutturate e modi di operare variabili
I modi di organizzarsi dei gruppi criminali dell’Africa occidentale, in particolare di quelli nigeriani, sono caratterizzati da una struttura gerarchica debole, da una rete flessibile edamodi di operare che cambiano e si evolvono rapidamente. Lo confermano l’impiego di corrieri dell’Europa orientale e il frequente mutamento delle rotte e dei mezzi di trasporto sfruttati per il contrabbando in Svizzera.
Condizioni favorevoli per la criminalità organizzata nei paesi d’origine.
Nonostante i successi registrati, la Svizzera continuerà a dover far fronte al traffico di cocaina organizzato dai gruppi criminali dell’Africa occidentale. Questo soprattutto perché l’Africa occidentale continua a offrire condizioni favorevoli per i gruppi criminali organizzati: instabilità frequente, debolezza delle autorità doganali e di polizia, corruzione. Alla fine del 2009 è stata registrata una perturbazione del traffico di cocaina in Africa occidentale, ma si tratta probabilmente di un fenomeno temporaneo. È molto probabile che grazie al loro alto grado di flessibilità i gruppi criminali troveranno rotte e mezzi di contrabbando alternativi. Ciò è stato constatato già nel novembre 2009, con il ritrovamento nel deserto del Mali di un Boeing 707 bruciato che era stato utilizzato per trasportare in una sola volta varie tonnellate di cocaina dal Venezuela all’Africa occidentale.

Gruppi criminali Italiani

SITUAZIONE

Legami internazionali
La ’Ndrangheta calabrese, la Camorra di origine campana, Cosa Nostra di origine siciliana e la Sacra Corona Unita pugliese sono i gruppi criminali più grandi in Italia.Tutti operano su scala internazionale. La’Ndrangheta, ad esempio ,collabora con i trafficanti di cocaina colombiani, la Camorra e lacriminalità organizzata cinese sono alleate nella fabbricazione e distribuzione su scala europea di merce falsificata. La ’Ndrangheta e Cosa Nostra sono entrambe presenti in Italia settentrionale, incluse le regioni di confine con il Ticino e il Vallese, e operano su scala europea, in particolare in Germania, Francia, Spagna e nei Paesi Bassi…

Procedimenti in Svizzera.
Nelle indagini penali svizzere contro la criminalità organizzata italiana, i nomi più citati sono CosaNostra, Camorra e’Ndrangheta, spesso in relazione al traffico di stupefacenti e al riciclaggio di denaro. Nell’ottobre 2009 il Tribunale penale federale ha condannato un trafficante di droga residente inTicino a una pena detentiva di dieci anni per appartenenza a un’organizzazione criminale e per infrazione aggravata alla legge sugli stupefacenti. Il condannato aveva trasportato in un camper con targhe ticinesi più di 200 chili di cocaina boliviana destinata all’Italia, agendo su incarico di un clan della ’Ndrangheta insediatosi a Milano. Nel luglio 2009, in un processo per traffico illegale di più di 200 milioni di stecche di sigarette ad opera di organizzazioni criminali italiane, la Corte penale del Tribunale penale federale ha assolto tutti gli imputati dall’accusa di riciclaggio di denaro e appartenenza a un’organizzazione criminale. Il contrabbando avveniva attraverso il Montenegro ed era destinato soprattutto al mercato nero italiano, inglese e spagnolo. La maggior parte del denaro necessario per l’affare è stata dapprima trasportata in contanti dall’Italia in Ticino, dove è stata trasformata in moneta scritturale da cambisti ivi residenti. Soltanto due dei nove imputati sono stati condannati per sostegno a un’organizzazione criminale, nella fattispecie la Camorra e la Sacra Corona Unita. La Corte penale ha confermato che tutti gli imputati assolti hanno sostenuto la Camorra e la Sacra Corona Unita. Tuttavia le prove non sono state sufficienti per dimostrare che gli imputati assolti erano consapevoli o dovevano ritenere che con la loro attività sostenevano le organizzazioni criminali menzionate. Il Ministero pubblico della Confederazione ha presentato ricorso dinanzi al Tribunale federale di Losanna contro la sentenza della Corte penale delTribunale penale federale.

VALUTAZIONE

Importanza per la Svizzera
Nel nostro Paese i gruppi criminali italiani commettono soprattutto il reato di riciclaggio di denaro.La Svizzera funge tuttavia anche da rifugio per i latitanti e da territorio logistico. In Svizzera è di particolare importanza la ’Ndrangheta. Grazie all’intervento deciso delle autorità italiane, in Italia i gruppi criminali si trovano progressivamente sotto pressione. È pertanto possibile che trasferiscano in misura maggiore le loro attività in Svizzera. Anche rese dei conti e faide negli ambienti mafiosi non si fermano al confine italiano, come dimostrano in maniera impressionante gli omicidi di Duisburgo nel 2007. Per il momento non vi sono indizi secondo cui sarebbero in preparazione siffatte rese dei conti in Svizzera. È tuttavia presumibile che nel nostro Paese vi siano contatti tra clan mafiosi nemici e che potrebbero verificarsi lotte violente simili a quelle di Duisburgo.

Riciclaggio di denaro e territorio di rifugio
Secondo le informazioni attuali, il timore che i gruppi criminali italiani potrebbero infiltrare le autorità e il settore terziario in Svizzera non si è avverato.Tuttavia, a causa della sua vicinanza all’Italia e del suo importante settore finanziario e bancario, per la Svizzera sussiste tuttora il forte rischio di essere sfruttata pe rilriciclaggio di denaro, per affari illecitio come territorio di rifugio…

ESTRATTO RAPPORTO FEDPOL 2010

Gruppi criminali Italiani

SITUAZIONE

Le autorità italiane arrestano 6500 persone
…L’insieme delle norme per la lotta alla criminalità organizzata in Italia è concepito appositamente per combattere la mafia e le autorità italiane vantano una lunga esperienza in questo settore.

I clan presenti in Svizzera operano a livello internazionale
I clan delle organizzazioni mafiose che sono insediati all’estero da generazioni si sono ben adattati alle circostanze sia in Europa sia negli StatiUniti. I clan mafiosi in Svizzera, ad esempio, non controllano in modo capillare un territorio circoscritto, come invece fanno nelle loro zone di origine in Italia e più precisamente a Napoli o in certe località della Sicilia. Vi sono però all’interno delle organizzazioni presenti nel  nostro Paese alcuni indizi di accordi che regolano le competenze regionali. I clan sono inoltre attivi innanzi tutto a livello internazionale e questo è dovuto anche alle dimensioni relativamente ridotte e alle diverse regioni linguistiche del Paese. In Svizzera l’omertà, la legge del silenzio, viene rigorosamente applicata come altrove. Sono quindi rare le testimonianze e di conseguenza la raccolta delle prove è difficile. Inoltre, a causa delle strutture familiari, è estremamente complicato infiltrarsi nelle organizzazioni mafiose.

La mafia intende rafforzare la propria presenza in Svizzera
I Paesi europei che non fungono da ingresso per gli stupefacenti illegali provenienti da altri continenti, vengono usati soprattutto per riciclare denaro. Questo vale anche per la Svizzera. Per rafforzare la loro presenza nel nostro Paese, le organizzazioni mafiose italiane cercano per le loro attività nell’ambito della criminalità economica di collaborare specificatamente con esperti del mondo finanziario e bancario. I relativi reati vengono commessi con la massima discrezione. Sono quindi meno visibili agli occhi dei cittadini rispetto ad altre forme della criminalità organizzata come il traffico di stupefacenti su strada o le effrazioni commesse in serie.

Vari arresti in Svizzera
Nel quadro di inchieste nazionali o su rogatoria di partner stranieri, nel 2010 in Svizzera sono stati compiuti vari arresti. Molte persone appartenenti ad organizzazioni criminali italiane, tra cui la’ Ndrangheta, sono state estradate nel loro Paese d’origine, ossia l’Italia, dove erano già state condannate a lunghe pene detentive. Alcune di loro avevano compiuto dei reati anche in Svizzera, soprattutto trafficando stupefacenti. Altre invece avevano svolto per lunghi periodi un lavoro normale in Svizzera senza dare nell’occhio.

ANALISI

Base nei Cantoni di frontiera
Secondo le informazioni raccolte durante l’anno in esame dalla Polizia giudiziaria federale (PGF) edai suoi partner esteri, le organizzazioni mafiose sono attive sia in Svizzera sia nelle regioni limitrofe del Piemonte, della Lombardia e del Baden-Württemberg. Presunti esponenti delle organizzazioni mafiose italiane hanno le loro basi soprattutto nei Cantoni di frontiera. Sono tuttavia presenti anche in altre regioni della Svizzera.

Gruppi criminali della CSI e della Georgia

SITUAZIONE

Clamorosi omicidi e tentati omicidi
Secondo le stime ufficiali fino a 300.000 criminali russi sono attivi all’estero. In vari Paesi dell’Europa occidentale, organizzazioni criminali russe egeorgiane controllano bande di delinquenti locali. I capi degli ambienti criminali dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, insediati con veri epropri rituali e denominati «ladri nella legge», hanno nuovamente fatto parlare di sé con omicidi e tentati omicidi in Russia e in Europa occidentale che hanno suscitato scalpore. La lotta negli ambienti criminali per la spartizione del potere, del denaro e dell’influenza si è intensificata in vista dei giochi olimpici invernali previsti nel 2014 a Sotschi. La Svizzera è colpita soprattutto dalla criminalità comune dei gruppi georgiani e dal riciclaggio di denaro.

Bande di rapinatori georgiani.
Alla pari degli Stati limitrofi, negli ultimi anni la Svizzera ha dovuto ripetutamente fare i conti con bande di ladri georgiani, specializzate soprattutto nei furti in negozi e con scasso. Secondo le informazioni raccolte finora, i georgiani agiscono autonomamente come criminali comuni ma versano un contributo nelle casse dei ladri nella legge, che occupano i vertici della criminalità russo-georgiana. I ladri nella legge seguono un loro codice e vivono rispettando leggi proprie (motivo per cui sono appunto chiamati ladri nella legge). Essi organizzano le attività delle singole organizzazioni criminali e le loro sfere d’influenza. Negli ultimi anni, i ladri nella legge si sono insediati in Europa. In molti Paesi vi sono capi regionali e nazionali che organizzano le sfere d’influenza, raccolgono i proventi delle attività criminali e li consegnano alla centrale in Europa occidentale. Il denaro viene utilizzato per la corruzione e per aiutare compagni detenuti. Finora la Svizzera è stata colpita soprattutto da furti con scasso. Nell’ottobre del 2010, dieci componenti di un gruppo georgiano hanno dovuto rispondere di fronte alla Corte penale di Ginevra di oltre 200 furti, riciclaggio di denaro, traffico di stupefacenti e d’appartenenza ad un’organizzazione criminale. Sono stati tutti condannati, sette di loro per partecipazione ad un’organizzazione criminale.

Riciclaggio di denaro
Secondo le informazioni raccolte dalla polizia, le organizzazioni criminali della Comunità degli Stati indipendenti (CSI) e della Georgia continuano a sfruttare la piazza finanziaria svizzera per riciclare denaro. In Svizzera creano delle società fittizie e collaborano con avvocati e banche svizzere per depositare i proventi illeciti nel nostro Paese o per trasferirli altrove attraverso la Svizzera. Confluiscono così nel nostro Paese anche fondi che sono presumibilmente il frutto di attività di corruzione. Ultimamente l’attenzione dei mass media si è concentrata su acquisti di immobili a prezzi esorbitanti. Secondo vari esperti, il settore immobiliare è particolarmente esposto al rischio di riciclaggio di denaro. In questo settore si usa tuttora pagare somme ingenti in contanti. Il Consiglio federale ritiene che i pagamenti in contanti o le transazioni effettuate tramite banche estere nel commercio di immobili siano particolarmente a rischio di abusi e sta verificando se è necessario adottare delle misure. Inoltre, i terreni particolarmente interessanti vengono venduti sottobanco e questo rende il mercato poco trasparente. Questo fatto e la forza del franco svizzero hanno contribuito a un marcato aumento dei prezzi degli immobili in varie regioni svizzere.

ANALISI

La corruzione è molto diffusa
…Le organizzazioni criminali di questi Stati sono quindi molto potenti e non minacciano soltanto la reputazione della nostra piazza finanziaria ma anche la struttura liberale della società e la libera concorrenza in Svizzera.

Gruppi criminali dell’Europa sud-orientale

SITUAZIONE

Organizzazioni flessibili
Nel 2010 i gruppi criminali originari dell’Europa sud-orientale presenti in Svizzera si sono distinti soprattutto a causa del traffico di stupefacenti, del traffico di migranti e dei reati contro la proprietà. Le organizzazioni criminali dell’Europa sud-orientale sono flessibili, agiscono per lo più a livello internazionale e sono strutturate in vari modi. Può trattarsi, in effetti, di singole persone che costituiscono temporaneamente piccole cellule, come pure di organizzazioni criminali professionali che di fatto vengono gestite come delle aziende. Una peculiarità dei gruppi criminali dell’Europa sud-orientale è il fatto che, di norma, si basano sull’appartenenza allo stesso clan, su legami familiari o amicizie pluriennali tra i delinquenti. Spesso questa caratteristica è decisiva per la creazione, il consolidamento e le caratteristiche della rete relazionale e per i rapporti di forza all’interno dell’ambiente criminale. Tuttavia si nota regolarmente che tali gruppi collaborano anche con altre etnie. Le informazioni ricavate da diverse indagini di polizia in Svizzera e all’estero confermano che queste reti si estendono in pratica su tutta l’Europa e anche in zone dell’Asia e dell’America settentrionale e meridionale.

Traffico e spaccio di eroina
Nel 2010 l’ambito principale di attività dei gruppi criminali e dei singoli delinquenti di etnia albanese non è sostanzialmente cambiato rispetto agli anni precedenti: i gruppi provenienti dal Kosovo, dalla Macedonia e dall’Albania operano prevalentemente nel settore del traffico di eroina e ne controllano lo spaccio in Svizzera. L’eroina, che proviene di norma dall’Afghanistan, viene portata in Svizzera e in altri Paesi dell’Europa occidentale dalle organizzazioni criminali di etnia albanese attraverso la rotta balcanica e le sue diramazioni.

Turismo criminale
Anche nel 2010 i gruppi originari dell’Europa sud-orientale e orientale hanno svolto un ruolo determinante nell’ambito del cosiddetto turismo criminale…

ANALISI

Infiltrazione nelle strutture legali
La criminalità organizzata in Europa sud-orientale e le sue diramazioni in altre regioni sono diventate, soprattutto negli ultimi vent’anni, un’attività estremamente redditizia. In questo periodo icriminali coinvolti hanno acquisito un potere finanziario considerevole, che spesso sfruttano per influenzare chi detiene il potere economico, politico egiudiziario. Secondo fonti pubbliche, in alcuni Paesi dell’Europa sud-orientale le strutture legali sono infiltrate dalla criminalità organizzata, in parte anche ad altissimi livelli. Secondo le informazioni della polizia, alcuni importanti esponenti diquesti gruppi criminali operano anche in Svizzera…

Gruppi criminali dell’Africa occidentale

SITUAZIONE

Ruolo decisivo nello spaccio di cocaina
Le organizzazioni criminali dell’Africa occidentale svolgono in Svizzera un ruolo determinante soprattutto nello spaccio redditizio della cocaina. La maggioranza delle persone originarie dell’Africa occidentale che nel 2010 hanno violato la legge sugli stupefacenti in Svizzera sono nigeriane. La cocaina continua ad arrivare in Svizzera principalmente attraverso i Paesi Bassi e la Spagna. Come in passato, anche nell’anno in esame le rotte e i mezzi di trasporto usati per questo traffico sono stati molteplici e sono stati cambiati spesso. All’inizio del 2010 il traffico di cocaina è avvenuto su strada e rotaia attraverso il confine occidentale del Paese. Successivamente è stata sfruttata la rete ferroviaria regionale sull’asse nord (PaesiBassi-Germania-Svizzera), che non era più stata usata da circa sei mesi, come pure l’asse Francia-Svizzera nella regione di Basilea. Infine, il grosso del traffico si è spostato nuovamente sulle strade.

Donne dell’Europa dell’Est come partner d’affari
A metà del 2009 è stato constatato che le organizzazioni criminali dell’Africa occidentale si avvalevano in misura crescente dei servizi di corrieri europei, in particolare dell’Europa orientale. Nell’anno in esame tale fenomeno si èaccentuato e ulteriormente sviluppato. Diversi casi hanno dimostrato che soprattutto donne dell’Europa orientale, fungono da partner d’affari dei nigeriani nello smercio della cocaina in Europa. All’inizio del 2010 èstata individuata una nuova tendenza. I corrieri africani hanno trafficato sempre più spesso quantitativi modesti di cocaina, molto probabilmente per ridurre l’efficacia dei controlli usando un numero elevato di corrieri che trasportavano piccole quantità. Nel 2010 colpisce, infine, l’arresto di cittadini africani che trasportavano ingenti somme di denaro, in alcuni casi anche superiori ai centomila franchi.

ANALISI

I gruppi operano in modo flessibile
È stata confermata la particolare flessibilità con la quale agiscono i gruppi criminali nigeriani. Essi si servono di corrieri non africani, per lo più dell’Europa orientale, ma anche occidentale ecambiano spesso rotte e mezzi di trasporto per contrabbandare la cocaina in Svizzera. I gruppi criminali dell’Africa occidentale continueranno presumibilmente a dominare il mercato svizzero della cocaina anche in futuro. In Svizzera negli ultimi anni il consumo di cocaina è aumentato. Nell’anno in esame è tornato a crescere, dopo un calo durato qualche anno, anche il traffico della cocaina sudamericana attraverso l’Africa occidentale. Nonostante le varie iniziative internazionali promosse nel luglio del 2009 e nel dicembre del 2010 dall’ONU e da Interpol per combattere la criminalità organizzata e il traffico di stupefacenti in Africa occidentale, vi sono Paesi in questa regione che continuano ad offrire ai gruppi criminali attivi nel traffico di stupefacenti condizioni idonee per i loro affari, ossia una posizione strategica favorevole, governi deboli e risorse umane pressoché inesauribili da reclutare fra persone che non vedono altre alternative alla criminalità per uscire dalla loro precarietà economica. Grazie alla loro notevole flessibilità, i gruppi criminali dell’Africa occidentale riescono sempre a trovare nuove rotte eaespandere le loro attività nei Paesi in cui trovano momentaneamente lecondizioni migliori. Sono noti i legami dei gruppi dell’Africa occidentale con l’Africa orientale e casi in cui gli africani occidentali sfruttano gli Stati dell’Africa centrale per i propri affari. È nota anche la collaborazione tra gruppi dell’Africa occidentale e dell’America del sud che depositano la cocaina nella provincia cinese di Guangdong prima di trasportarla in Europa.

ESTRATTO RAPPORTO FEDPOL 2011

Gruppi criminali italiani

SITUAZIONE

Nuovo capitolo di un processo per mafia
Il Tribunale penale federale ha nuovamente giudicato un caso di criminalità organizzata che rivela dei legami tra la  mafia italiana e  persone  residenti in  Svizzera. Negli anni Novanta erano state contrabbandate attraverso il Montenegro fino in Italia e vendute sul mercato nero, oltre 200 milioni di stecche di sigarette provenienti da depositi franchi doganali europei. Le organizzazioni mafiose italiane della Camorra e della Sacra Corona Unita erano perlomeno coinvolte in questo traffico. I proventi miliardari sono stati trasferiti in larga misura in Svizzera. Nel 2009 il Tribunale penale federale aveva assolto sette dei nove imputati, tutti cittadini svizzeri o stranieri residenti in Svizzera. Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC)  aveva fatto ricorso contro tale sentenza. Nel corso dell’anno in esame il Tribunale federale ha accolto il ricorso e ha ordinato una nuova valutazione del caso.  Nella primavera del 2012 il Tribunale pena – le federale ha confermato in ampia misura il proprio  giudizio del 2009: due cittadini italiani residenti in Svizzera sono stati condannati per sostegno a un’organizzazione criminale mentre gli altri sette imputati sono stati assolti. In base alla motivazione orale della sentenza del Tribunale, anche le persone assolte avrebbero guadagnato milioni facendo affari sospetti e avrebbero in sostanza lavorato  per la mafia. Il  Tribunale ha tuttavia ritenuto che non vi fossero prove che gli imputati lo sapessero o che avessero consapevolmente corso questo rischio ed ha quindi statuito che la fattispecie soggettiva del reato non sussiste. Al momento della stesura  del presente rapporto non  era ancora noto se la sentenza sarebbe stata nuovamente impugnata dinanzi al Tribunale federale.

Presunta organizzazione affiliata alla ‘ndrangheta
Nell’anno in esame, l’MPC  ha promosso l’accusa dinanzi al Tribunale penale federale contro  13 persone per partecipazione o sostegno a un’organizzazione criminale, riciclaggio di denaro, infrazione alla legge sugli stupefacenti, infrazione  alla legge sul materiale bellico e altri reati. Secondo l’accusa, gli imputati facevano parte di un gruppo  ampiamente autonomo, ma affiliato all’organizzazione mafiosa calabrese della ’Ndrangheta. Il gruppo era stato attivo in Svizzera almeno dal  1994 fino al 2006 lungo l’asse Zurigo-Ticino-Italia. È stato possibile individuare l’organizzazione grazie alla stretta collaborazione tra l’MPC,  la Polizia giudiziaria federale e le autorità di perseguimento penale di Zurigo, del Ticino e dell’Italia. Le indagini hanno messo in luce attività criminali legate al traffico internazionale di stupefacenti e di armi nonché al riciclaggio di denaro.

Vari arresti
Nel quadro di indagini, condotte in Svizzera e all’estero, contro le organizzazioni mafiose italiane, nel 2011  sono stati arrestati in Svizzera di versi cittadini italiani. In un caso, che ha destato molta attenzione mediatica, in primavera la Svizzera ha respinto una richiesta di ricerca dell’Italia. La richiesta non soddisfaceva i requisiti necessari per ordinare un arresto finalizzato all’estradizione. La persona interessata era un cittadino calabrese residente in Svizzera che è stato poi arrestato nel maggio del 2011 nel porto di Genova (Italia). È sospettato dalle autorità italiane di essere affiliato alla ’Ndrangheta.

ANALISI

Le organizzazioni mafiose italiane si adattano alle varie situazioni regionali: nell’Italia settentrionale e all’estero, le associazioni funzionano in modo diverso rispetto alle zone d’origine. Certe strutture rimangono però immutate anche al di fuori del territorio di provenienza e si continuano a rispettare determinati usi e costumi. Di solito le organizzazioni operano in modo indipendente ma occasionalmente collaborano tra loro, sia in Italia che altrove. In Svizzera l’organizzazione mafiosa italiana  più presente è tuttora la ’Ndrangheta. Essa si è stabilita ormai da anni in Lombardia e in Piemonte e da alcuni anni si sta espandendo verso nord. La Svizzera rappresenta una meta importante di tale espansione, anche perché offre possibilità di investimento.

Gruppi criminali della CSI e della Georgia

SITUAZIONE

Denunce di privati

Anche la Svizzera deve affrontare sempre più denunce e querele sporte da privati cittadini dell’area della CSI. Tra i reati spiccano l’appropriazione indebita di beni di proprietà dello Stato, la truffa o la frode fiscale e il riciclaggio di denaro. Spesso sono coinvolti centinaia di milioni o persino miliardi. Anche in Svizzera lo scorso anno è stato scoperto un caso in cui oligarchi russi hanno cercato di risolvere in tribunale i loro conflitti d’affari.  Un azionista di maggioranza avrebbe sottratto a una  grossa società mineraria russa oltre un miliardo di  dollari ai danni degli azionisti di minoranza. Al centro delle transazioni contestate c’è la filiale di una  banca cantonale svizzera. L’MPC non ha avviato il procedimento perché mancava un indizio sufficiente di reato. L’accusatore ha impugnato la decisione dinanzi al Tribunale penale federale.

Riciclaggio di denaro
Secondo le informazioni acquisite durante l’anno in esame, i gruppi e le  organizzazioni criminali provenienti dalla CSI continuano a far passare proventi illeciti sulla piazza finanziaria svizzera o li investono nel Paese. In alcuni casi si sospetta che tali organizzazioni abbiano piazzato presso le banche delle persone di fiducia, che  fanno in modo che tali transazioni avvengano senza problemi. Il perseguimento e la prevenzione del riciclaggio di denaro restano quindi una delle principali sfide per la Svizzera quando si tratta di combattere i gruppi  e le organizzazioni criminali della  CSI.

Beni immobili
… Numerosi cittadini facoltosi della  CSI, di  cui  alcuni intrattengono presunti legami con organizzazioni criminali, cercano di stabilirsi in Svizzera e continuano a investire grosse somme sul  mercato immobiliare svizzero.

Bande di ladri georgiani
Dal 2009, l’MPC conduce un’inchiesta nei confronti di esponenti di spicco delle bande di ladri georgiani che hanno attirato l’attenzione in Svizzera e in altri Stati dell’Europa occidentale, compiendo soprattutto furti in negozi e furti con scasso. Gli indiziati sono accusati di avere organizzato serie di reati e di aver versato parte dei proventi all’organizzazione criminale dei «ladri nella legge». Il Ministero pubblico della Confederazione ha accusato quattro persone coinvolte che operano in Svizzera di partecipazione e sostegno a un’organizzazione criminale, riciclaggio di denaro e furto con scasso organizzato commesso in banda e per mestiere.

ANALISI

Individuazioni del reato preliminare
Le indagini compiute sul riciclaggio di denaro negli ambienti delle organizzazioni criminali sono impegnative e complesse, anche perché dev’essere dimostrata l’esistenza di un reato preliminare,  che però per lo più è stato commesso all’estero. Le indagini devono quindi essere spesso interrotte perché non è stato  possibile individuare un reato preliminare.

Gruppi criminali dell’Europa sud-orientale

SITUAZIONE

Strutture commerciali come copertura
I gruppi criminali provenienti dall’Europa sud-orientale continuano a influenzare in modo determinante lo sviluppo della  criminalità in Svizzera.  Le operazioni  di polizia, le  inchieste e le  sentenze degli  ultimi  anni confermano che questi gruppi sono sempre più  eterogenei dal punto di vista etnico e responsabili di una gamma sempre più vasta di reati. Sebbene le loro attività consistano tuttora soprattutto in reati in materia di droga e contro la proprietà, le strutture esistenti vengono usate in parte anche per altre forme  di criminalità. Per le loro attività criminali, i gruppi si avvalgono spesso dei rapporti già instaurati dai compatrioti della diaspora che si sono insediati negli Stati dell’Europa occidentale. Secondo le informazioni  della polizia, in Svizzera esiste una gamma relativamente ampia di strutture commerciali come agenzie di viaggio, ristoranti o night club che servono per coprire le attività illegali dei criminali dell’Europa sudorientale.

Dominio dello spaccio di eroina
Nel contesto internazionale, la Svizzera è tra le zone più importanti in cui operano gruppi criminali di etnia albanese. Si tratta di organizzazioni flessibili e ben organizzate,  i cui membri si distinguono per un’elevata propensione alla violenza. Le loro attività criminali  in Svizzera sono tuttora incentrate sul contrabbando e lo spaccio internazionale di stupefacenti. Da anni questi gruppi dominano lo spaccio di eroina in Svizzera e sono attivi, in misura minore, anche nello  spaccio della cannabis e della cocaina. Negli ultimi  anni, alcuni gruppi hanno esteso le proprie attività  ad altri settori criminali come il traffico di migranti, il riciclaggio di denaro e la truffa. I gruppi di etnia albanese dispongono oggi di strutture consolidate, che si estendono in tutta l’Europa. Esistono legami con la mafia italiana ma anche con gruppi criminali di origine serba, bulgara, turca e sudamericana.

Turismo criminale
Come negli anni precedenti, anche nell’anno in esame la Svizzera è stata colpita dal fenomeno  del cosiddetto turismo criminale. I gruppi di criminali provenienti dall’estero, in particolare dall’Europa orientale e sud-orientale, solitamente organizzati in bande, sono stati attivi in quasi tutta la Svizzera, colpendo però in misura maggiore le città svizzere più grandi e le regioni vicine alle frontiere. Di  norma i gruppi hanno compiuto furti con scasso in serie in appartamenti, uffici, ristoranti, centri commerciali e autosaloni. I criminali hanno agito per lo più in gruppi di cinque persone al massimo. I loro appoggi logistici erano sparsi in tutta la Svizzera o nelle zone vicine alla frontiera nei Paesi limitrofi.
Secondo le informazioni della polizia, la vendita della refurtiva è gestita da una vasta rete di ricettatori all’estero, ma anche in Svizzera. Rispetto all’anno  precedente, la destinazione delle vetture rubate in Svizzera nel 2011 si è spostata dall’Europa sud-orientale verso quella orientale. I criminali provengono molto spesso dalla Polonia e dalla Lituania ma hanno giocato un ruolo importante anche i criminali provenienti dai Paesi dell’ex Unione Sovietica e dall’ex Jugoslavia.In relazione al turismo criminale, va menzionato in modo particolare il gruppo internazionale di criminali violenti «Pink Panther», originari per lo più della Serbia e del Montenegro. La banda dei «Pink Panther» si è specializzata in rapine nelle gioiellerie dell’Europa occidentale. Come negli anni precedenti, anche nel 2011 il gruppo ha compiuto rapine in  Svizzera. Grazie all’efficiente collaborazione tra le  autorità di perseguimento penale svizzere e i partner esteri, è stato possibile arrestare all’estero alcuni componenti della banda dei «Pink Panther».

ANALISI

Organizzazioni criminali
Nonostante le numerose misure statali e non statali adottate per migliorare le condizioni quadro sociali, il contesto sociale in alcune parti dell’Europa sud-orientale è stato contraddistinto dalla corruzione anche nel 2011. Molti gruppi criminali che operano in Svizzera continuano a provenire da tale regione. Numerosi procedimenti penali di rilievo, condotti negli ultimi anni in Svizzera, vedono coinvolti, come mandanti o esecutori, dei gruppi provenienti dall’Europa sud-orientale. Alcuni di questi gruppi sono organizzazioni criminali ai sensi dell’articolo 260ter del Codice penale (CP), come è stato confermato anche dai tribunali  giudicanti. Nel 2008, ad esempio, un cittadino kosovaro è stato condannato a 15 anni di detenzione, fra l’altro per appartenenza a un’organizzazione criminale. Durante l’anno in esame il Tribunale penale federale ha aumentato la pena a 16 anni. L’organizzazione criminale in questione, a partire dalla metà  degli anni Novanta, aveva rifornito dal Kosovo il  mercato della droga dell’Europa occidentale con centinaia di chili di eroina. È probabile che delinquenti provenienti  dall’Europa sud-orientale continueranno ad avere  un ruolo dominante in vari settori di reato, come  quelli in materia di stupefacenti e contro la proprietà. Vi è il rischio che a breve e a medio termine questi gruppi criminali assumano ancora più importanza, a causa della loro sempre maggiore mobilità, delle loro risorse finanziarie e della loro grande flessibilità. È già stato accertato che singoli gruppi criminali provenienti dall’Europa sud-orientale non operano più  soltanto negli ambiti tradizionali ma che, per massimizzare i guadagni, operano anche in settori più  redditizi e meno rischiosi. Vanno citati in particolare a questo proposito il traffico di migranti e la tratta di esseri umani.

Gruppi criminali dell’Africa occidentale

Dominio dello spaccio di cocaina
Le organizzazioni criminali dell’Africa occidentale e in particolare quelle nigeriane, hanno giocato un ruolo dominante sul mercato svizzero della cocaina anche  durante l’anno in esame. I punti di riferimento più importanti per il trasporto della cocaina verso la Svizzera sono la Spagna e i Paesi Bassi. I mandanti, per lo più cittadini nigeriani o persone di origine nigeriana naturalizzate in Europa, spesso risiedono in questi Stati. Non di rado i gruppi criminali dell’Africa occidentale sono presenti contemporaneamente in entrambi i Paesi citati. La rotta del contrabbando tuttavia non passa sempre per la Spagna o i Paesi Bassi. In molti casi riscontrati in Svizzera si è visto che le orga-nizzazioni dell’Africa occidentale si riforniscono parzialmente di cocaina anche in Sud America e nei Caraibi da dove la portano direttamente in Svizzera.

Corrieri europei
Anche nell’anno in esame sono state utilizzate molteplici rotte e mezzi di trasporto per il contrabbando che vengono peraltro cambiate continuamente. All’inizio del 2011 si è accertata  una concentrazione del contrabbando sui collegamenti stradali tra Spagna, Italia e Svizzera e sull’asse ferroviario Paesi Bassi-Germania-Svizzera. A metà dell’anno il contrabbando si è svolto su diverse tratte ferroviarie. Nella seconda metà dell’anno si è spostato invece sugli aerei. A fronte dei maggiori controlli effettuati in  Svizzera e in altri Stati europei, le organizzazioni criminali dell’Africa occidentale si sono avvalse, come già in passato, di corrieri europei. Si registra una crescita di questo fenomeno dalla metà del 2009. I corrieri europei sono spesso giovani adulti in possesso  di documenti validi che li autorizzano a soggiornare nello spazio Schengen, sono istruiti ma si trovano in una situazione finanziaria precaria. Il compenso per  i corrieri è aumentato e varia, a seconda dell’entità della consegna, fra i 1500 e i 3000 euro per viaggio. Oltre ai corrieri europei sono tuttora impiegati per questi viaggi anche persone di origini africane…

ANALISI

Diminuisce il traffico di cocaina attraverso l’Africa occidentale
… Le organizzazioni nigeriane sono quindi sempre più spesso all’origine del traffico di cocaina e di conseguenza aumenta anche la loro importanza. La dimensione globale delle organizzazioni criminali dell’Africa occidentale è dimostrata anche dai legami comprovati con l’organizzazione criminale giapponese Yakuza, nel traffico di metanfetamine.

Un problema che persiste nonostante i successi
Tra il 2009 e il 2011, i corpi di polizia cantonali e cittadini assistiti dal Corpo delle guardie di confine e della Polizia giudiziaria federale hanno  contrastato con il progetto COLA le organizzazioni africane. Nell’arco di meno di tre anni sono stati sequestrati 260 chilogrammi di cocaina e parecchie migliaia di franchi, sono state fermate oltre 200 persone e vi sono già state alcune condanne. Malgrado  questi successi, le suddette organizzazioni continuano a essere molto attive, sia in Svizzera sia a livello internazionale. La lotta contro le organizzazioni criminali dell’Africa occidentale dovrà di conseguenza proseguire.

ESTRATTO RAPPORTO FEDPOL 2012

Gruppi criminali italiani

SITUAZIONE

Propaggini in Svizzera
Da quando è stata istituita la Polizia giudiziaria  federale  (PGF)  nel 2001, il perseguimento della criminalità organizzata si è concentrato anche su grossi casi complessi, legati alle organizzazioni criminali italiane. I casi spesso presentano collegamenti con il riciclaggio di denaro e con il traffico di stupefacenti, ma si tratta, ad esempio, anche di traffico di armi, denaro falso e contraffazione  in materia di prodotti. Dal 2010 le organizzazioni criminali italiane  sono analizzate più approfonditamente con il supporto di partner nazionali e internazionali. I risultati sinora ottenuti rivelano che in Svizzera soggiornano presunti membri di varie organizzazioni mafiose italiane e che si trovano prevalentemente nelle zone di confine con l’Italia e la Germania.

Una struttura complessa
La struttura delle organizzazioni mafiose italiane è estremamente articolata. La ’Ndrangheta, ad esempio, dispone già di strutture complesse nella sua regione di origine, la  Calabria, in cui si sovrappongono rapporti di tipo familiare e territoriale, costantemente adattati in base al mutare delle condizioni quadro. Nell’Italia settentrionale, e al di fuori dell’Italia, le sue strutture appaiono ancora più complesse, perché meno chiaramente definibili che in Calabria, soprattutto nel caso di quelle di natura territoriale.
A ciò si aggiunga che la ’Ndrangheta è caratterizzata anche da una forte compartimentazione interna: ciascuna organizzazione territoriale, chiamata «la locale», prevede normalmente una «società maggiore» e una «società minore». Mentre la società maggiore prende le decisioni strategiche e cura i rapporti con le strutture di livello superiore della ’Ndrangheta, alla società minore sono comunicate unicamente le informazioni strettamente necessarie. Di regola, la  società minore si occupa delle attività criminali di base e deve rendere conto alla società maggiore.
Oltre a queste gerarchie funzionali interne alle organizzazioni locali, esiste un ulteriore ordine gerarchico, che non deve necessariamente coincidere con le strutture di tipo territoriale. I ranghi più alti costituiscono una sorta di élite, che può, tra l’altro, curare rapporti preclusi ai ranghi inferiori. Questa gerar chia spesso viene tenuta nascosta ai membri dei ranghi  più bassi.
All’interno delle strutture mafiose vigono delle regole ben precise; le mancanze minori vengono punite con reprimende e sanzioni pecuniarie, quelle più gravi con  la violenza. Un’altra  caratteristica è  che i  loro esponenti sono estremamente discreti e che pro prio  i personaggi centrali badano  a mantenere un comportamento discreto e probo al di fuori del loro ambiente criminale. A questo isolamento contribui sce il fatto che le strutture, secondo le nostre attuali conoscenze, dispongono di contatti anche in seno alle autorità italiane.

ANALISI

Attive nella criminalità di base
Le organizzazioni mafiose si servono della Svizzera per riciclare denaro,  come  luogo  di ritiro o  per scopi logistici. Alcune di esse però svolgono anche un ruolo significativo nella criminalità di base, probabilmente già da oltre vent’anni.  Il fatto che per molto tempo né l’opinione pubblica né le autorità abbiano associato que ste attività criminali alle organizzazioni criminali  mafiose, è dovuto anche alle misure che queste ultime hanno intrapreso per isolarsi.

La minaccia della’ndrangheta
Più fattori contribuiscono a rendere  la  ’Ndrangheta particolarmente  pericolosa per  la società svizzera: da un lato  la sua forma organizzativa, caratterizzata da una chiara attribuzione di funzioni e poteri, regole interne, un proprio sistema di sanzioni e la chiusura; dall’altro, il legame con le organizzazioni criminali in Italia, che conferisce molto peso nell’ambiente criminale nazionale alle unità presenti in Svizzera, offrendo loro ulteriori opportunità nel mondo malavitoso. Queste unità della ’Ndrangheta in Svizzera si pongono in evidenza nei settori d’attività tipici, come il traffico di cocaina, le rapine, il traffico di armi, la criminalità economica e l’estorsione di denaro. I conflitti interni, molto frequenti nella ’Ndrangheta, sono risolti in modo violento. Bisogna quindi presumere che queste violenze siano avvenute anche in Svizzera, senza che sinora fosse tuttavia possibile attribuirle con certezza alla ’Ndrangheta. Per perseguire con efficacia le organizzazioni criminali provenienti dall’Italia, va approfondita la  conoscenza della ’Ndrangheta e anche delle altre organizzazioni criminali italiane di stampo mafioso.

Gruppi criminali della CSI e della Georgia

Il riciclaggio di denaro al centro dell’attività
In Svizzera, il riciclaggio di denaro resta il tema centrale della criminalità organizzata proveniente dalla CSI. Somme elevate, spesso decine o centinaia di milioni, sono fatte arrivare clandestinamente attraverso una fitta rete di ditte di comodo, per essere  in seguito frazionate, versate e riunite nuova mente  su conti offshore. I conti delle banche svizzere sono quindi anelli importanti di una lunga catena. Un caso attuale dimostra come vengano effettuate anche  transazioni in contanti per importi milionari, al fine  di occultare il collegamento tra l’origine e la destinazio ne del denaro. Tra i reati preliminari spiccano la corruzione e l’appropriazione indebita. Il denaro viene spesso investito in immobili e alberghi, anche e  sem pre più spesso in Svizzera.

Proventi della corruzione in Svizzera
Verso la fine dell’anno in esame, in Russia vari mini stri e altri dipendenti dello Stato hanno dovuto dimettersi per corruzione. Secondo la stima di fonti  pubbliche, il danno complessivo supererebbe il miliardo di dollari. Una parte significativa di questi proventi della corruzione continua ad affluire in Svizzera, spesso attraverso i cosiddetti conti commerciali di società offshore economicamente inattive. Spesso tali operazioni finanziarie sono svolte con la partecipazione di fiduciari e avvocati svizzeri e talvolta i dipendenti delle banche danno un aiuto diretto in tal senso…

Indagini nei confronti degli Uzbeki
La Svizzera si trova ad affrontare casi sospetti di riciclaggio di denaro su vasta scala anche da parte di altri Paesi della CSI. Dall’estate dell’anno in esame si indaga su vari cittadini uzbeki sospettati di essersi indebitamente appropriati di notevoli somme presso una filiale uzbeka di una società di telecomunicazioni russa e di  averle riciclate in Svizzera. Attualmente sono bloccati in Svizzera circa 700 milioni di franchi.

Gruppi georgiani
Dopo due anni circa di indagini, nel giugno 2012 quattro georgiani sono stati condannati dal Tribunale penale federale a pene detentive da quattro anni e tre mesi a sette anni e mezzo per partecipazione a un’organizzazione criminale, furto organizzato in bande e in parte per riciclaggio di denaro grave. I quattro georgiani, in quanto esponenti della dirigenza regionale in Svizzera, avevano sistematicamente riscosso denaro da bande di ladri georgiani e lo avevano trasferito all’organizzazione crimi-nale «ladri nella legge». Le bande di ladri georgiane sono ancora attive, sia in Svizzera sia in altri Paesi europei. Vi sono indizi di una rapida formazione ex novo delle loro strutture dopo la grande operazione di polizia del marzo 2010. Le indagini in Svizzera proseguono.

ANALISI

Tentativi di esercitare influenza
La crimi-nalità organizzata proveniente dalla CSI e dalla Georgia continua a rappresentare una minaccia per la Svizzera, anche se intacca relativamente poco il senso di sicurezza della popolazione. Come in altri Paesi, anche in Svizzera si osserva che i soggetti della  CSI  sono molto attivi nel lobbying e cercano di influire su questioni amministrative, giuridiche e di altro genere attingendo ai propri consistenti mezzi finanziari. Per questo la Svizzera dovrà continuare in futuro a fare quanto possibile per impedire gli investimenti di denaro criminale proveniente dalla  CSI.

Gruppi criminali dell’Europa sud-orientale

SITUAZIONE

Progressivo ampiamento del raggio d’azione
La maggior parte dei gruppi criminali provenienti dall’Europa sud-orientale si è formata  durante le guerre in Jugoslavia. Tuttavia, anche dopo la fine dei conflitti bellici, alcune parti dell’Europa  sud-orientale continuano  a essere  regioni in  crisi. Il per durare  dell’instabilità politica, le carenze a livello di Stato di diritto ed economico favoriscono in misura significativa la criminalità in e da questa regione. Negli ultimi vent’anni le strutture criminali hanno via via esteso il proprio raggio d’azione ad ampie parti dell’Europa, arrivando fino al Nord e Sud America. Oggi l’Europa sud-orientale rappresenta una delle  regioni di origine e di transito più importanti per il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani, il traff ico di armi, il contrabbando di sigarette e di altra refurti va. I rapporti dei soggetti criminali con gli organi statali e politici in Europa sud-orientale costituiscono una grossa sfida per le indagini e il perseguimento penale. Spesso i gruppi criminali dell’Europa sudorientale si appoggiano nelle loro attività oltre frontiera a una rete altamente ramificata all’interno della diaspora. Per i Paesi che ospitano grosse comunità pro venienti da tale regione dell’Europa, come la Svizzera, questo elemento è di importanza decisiva.

Gruppi criminali di etnia albanese
Il mercato svizzero dell’eroina è stato dominato anche nell’anno in esame da gruppi criminali di etnia albanese. I gruppi sono costituiti da reti opportunistiche, strutturate in clan e dalla forte coesione interna. Si dimostrano molto flessibili e con le loro strategie e  attività criminali eludono continuamente le misure intraprese dalle autorità di perseguimento penale. Di norma i gruppi dispongono di un livello direttivo relativamente rigido e permanente, che organizza e dirige le attività criminali. Ai livelli gerarchicamente più bassi però i legami sono strutturati in modo debole e  i soggetti sono facilmente intercambiabili. In questo modo risulta molto più difficile risalire fino agli esponenti del livello direttivo. Negli ultimi anni, i criminali di etnia albanese hanno collaborato in misura maggiore con altri criminali provenienti dalla Turchia, da altri Stati dell’Europa sud-orientale e orientale nonché dall’Italia e dal Sud America. Sembra che i gruppi criminali di  etnia albanese, originari in  prevalenza del Kosovo, della Macedonia e dell’Albania, acquisiscano una maggiore importanza anche in altri settori del  crimine. Sono sempre più attivi, in particolare, nei settori della migrazione clandestina, della prostituzione illegale, dello spaccio di cannabis, della rapina commessa in banda, del gioco d’azzardo illegale, delle estorsioni e delle falsificazioni di documenti. I proventi dei reati vengono di norma portati in contanti nei Paesi di origine dei criminali. Le indagini della polizia indicano però che il denaro frutto dei reati viene sempre più spesso investito anche in Europa occidentale. In Svizzera, i criminali di etnia albanese si servono di una vasta gamma di strutture commerciali – come servizi di ristorazione, agenzie viaggi e piccoli esercizi – per mascherare le loro attività illegali. Così nel novembre 2012 il Tribunale d’appello di Zurigo ha condannato a dieci anni di detenzione un soggetto con doppia cittadinanza kosovara-svizzera e titolare di un’agenzia di viaggi, per traffico e spaccio di eroina. Secondo la sentenza, nel 2010 l’autore del reato aveva contrabbandato in Svizzera 107 chili di e roina e ne aveva rivenduti 20 chili a vari spacciatori di etnia albanese nella zona di Zurigo. L’eroina rimanente è stata sequestrata.

Gruppi criminali slavi
La rilevanza dei gruppi criminali slavi continua a essere consistente. Il loro potenziale di sviluppo non pare ancora  essersi esaurito. I gruppi sono specializzati anzitutto nel traffico  di stupefacenti, nella rapina, nel furto e nella ricettazione. Inoltre singoli gruppi e soggetti criminali sono attivi nel traffico  di migranti e si  arricchiscono  con la prostituzione illegale e procurando lavoro nero. La maggioranza dei gruppi slavi provengono dalla Ser bia, dal Montenegro, dalla Bosnia e Erzegovina e anche dalla Croazia. La struttura di questi gruppi è spesso il risultato del passato comune dei loro membri  nelle guerre svoltesi nella ex Jugoslavia.  Essi dispongono di una rete diffusa di contatti sia nei loro Paesi di origine che in tutta l’Europa occidentale e centrale.
Vengono continuamente rilevati legami tra questi gruppi e i maggiori clan criminali nella regione di origine.

Turismo criminale
Come negli anni preceden-ti, anche nel 2012 la Svizzera è stata colpita dal feno-meno del cosiddetto turismo criminale…

ANALISI

Resta alta la rilevanza della criminalità proveniente dall’Europa sud-orientale.
La grande rilevanza della criminalità proveniente dall’Europa sud-orientale per la Svizzera ha trovato nuove e continue conferme negli ultimi anni. Non vi sono indicazioni che facciano presumere un cambiamento sostanziale in merito. Invece è più probabile che attività criminali di diverso tipo si mesco lino ancora di più nell’ambiente criminale dell’Europa sud-orientale. Poiché la criminalità organizzata è di dimensioni globali, la si può combattere efficace mente solo attraverso una più stretta cooperazione tra le au-torità di sicurezza di tutti i Paesi coinvolti. La Svizzera è consapevole di tale necessità e usa inten samente il Sistema d’informazione Schengen (SIS). Inoltre negli ultimi anni, la collaborazione di polizia con i Paesi dell’Europa sud-orientale è stata estesa e approfondita, sia a livello bilaterale che multilaterale.

Gruppi criminali dell’Africa occidentale

SITUAZIONE

Dominano lo spaccio della cocaina
I gruppi criminali dell’Africa occidentale controllano parti consistenti del mercato svizzero della cocaina. Per quanto concerne i loro rapporti di affari e le modalità operative, si tratta di gruppi molto adattabili e flessibili. Sono quindi capaci di modificare rapidamente le rotte del traffico e i relativi metodi. Poiché possono rifornirsi da connazionali in quasi tutti i continen- ti, questi gruppi in alcuni casi presentano addirittura  delle dimensioni mondiali. Le informazioni raccolte dalla polizia nell’anno in esame confermano quindi quanto accertato negli anni precedenti.

Indagini contro le reti nigeriane
Varie condanne e indagini nell’anno in esame confermano che sono soprattutto gruppi criminali nigeriani a dominare  il mercato  svizzero della cocaina. Nel settembre 2012, ad esempio, nel Cantone di Neuchâtel, due nigeriani sono stati condannati in prima istanza a una pena detentiva di sei e quattro anni. Nell’ottobre 2012 è stata smantellata una rete di trafficanti che operava tra la Nigeria e Losanna e sei persone sono state arrestate. Le autorità di perseguimento penale del Cantone del Vallese indagano nei confronti di un’altra rete nigeriana. Alla fine di ottobre 2012 nel Cantone di Soletta, due spacciatori di droga nigeriani, appartenenti a un gruppo che opera in tutta l’Europa, sono stati condannati a sei anni di prigione ciascuno.

ANALISI

Il modus operandi è cambiato
Anche se da alcuni anni in Africa occidentale non vi sono stati sequestri record, il traffico di cocaina non si è fermato. L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine  (UNODC) ritiene che il traffico continui nella stessa misura di qualche anno fa ma che i trafficanti abbiano cambiato la propria modalità operativa. Negli ultimi anni, ad esempio, è stata ripetutamente confiscata cocaina in container navali. La maggior parte di questi carichi di cocaina era diretta da porti sudamericani verso il Ghana o la Nigeria.

Un fattore destabilizzante
Il traffico  di cocaina rimane un fattore centrale dell’economia e al contempo un elemento destabilizzante della politica dell’Africa occidentale. I disordini degli ultimi mesi  in Guinea-Bissau, dove tra il dicembre 2011 e la fine del 2012 vi sono stati tre tentativi di colpo di stato, sono ad esempio legati anche all’importazione di svariate tonnellate di cocaina dalla Colombia. L’UNODC constata inoltre che sempre più cocaina viene contrabbandata passando per l’Africa meridionale e orientale e  che l’Africa  orientale funge  in misura crescente anche da porta d’ingresso per l’eroina. Da poco più di due anni si è accertato un nuovo pericolo: il traffico in altre regioni di anfetamina proveniente dall’Africa, principalmente dall’Africa occidentale. Dopo la scoperta nel giugno 2011 di un primo laboratorio per la produzione di metanfetamina, nell’anno in esame ne è stato individuato un secondo. Questo rafforza il timore che l’Africa occidentale possa esse re utilizzata in misura crescente come luogo di pro du zione di droghe sintetiche di tipo anfetaminico.
Malgrado le condanne e l’aumento dei sequestri di cocaina in Svizzera nel 2012, le reti della droga dell’Africa occidentale, in particolare quelle nigeriane, restano attive nel nostro Paese. La Svizzera rappresenta per i trafficanti un mercato accattivante e redditizio, anche a causa della domanda di cocaina sempre elevata.

Gruppi criminali di altre regioni

SITUAZIONE

Oltre ai gruppi già descritti, che da qualche anno rappresentano i cardini della criminalità organizzata, svariati altri gruppi criminali provenienti da altre regioni  operano  nel nostro Paese  o mostrano legami con la Svizzera.

Gruppi della Repubblica Dominicana
I gruppi della Repubblica dominicana sono attivi principalmente nel traffico di stupefacenti e controllano parti del mercato svizzero della cocaina. Come negli anni precedenti, nel 2012 vi sono stati numerosi arresti di esponenti di alto livello di gruppi controllati dai dominicani in vari Cantoni e anche di corrieri che, su loro ordine, hanno cercato di contrabbandare cocai na in Svizzera. Questi casi rivelano che i gruppi dispongono di reti di distribuzione ben strutturate e che i ruoli chiave sono spesso rivestiti da donne.

Colombiani condannati
Operano regolarmente in Svizzera anche gruppi criminali provenienti da altri Stati dell’America Latina. Nel 2012 il Tribunale penale federale di Bellinzona ha condannato in prima istanza due colombiani a una pena detentiva di sette e  15 anni per violazione qualificata della legge sugli stupefacenti. Negli anni 2004 e 2005 il gruppo, secondo l’accusa dell’MPC, avrebbe contrabbandato in Svizzera 660 chilogrammi di cocaina dalla Colombia passando per il Belgio. La droga era destinata principalmente al mercato svizzero e in piccola  parte a quello  italiano. Vari coimputati erano già stati condannati da tribunali cantonali a più anni di pena de-tentiva prima che si svolgesse il procedimento a Bellinzona. Nel frattempo alcune condanne sono passate in giudicato.

Gruppi dominati da turchi
I gruppi controllati dai turchi si pongono in evidenza soprattutto per infrazioni alla legge sugli stupefacenti. Sono regolarmente accertati casi di spaccio di cannabis, cocaina, eroina e droghe sintetiche e non di rado sono coinvolte più sostanze contemporaneamente. Secondo le informazioni della polizia, effettivamente i gruppi non risultano dominanti in un singolo, specifico mercato della droga in Svizzera ma sono comunque presenti da anni, dispongono di una buona rete nazionale e hanno contatti con le strutture criminali in altri Stati, segnatamente in Germania, nei Paesi Bassi e in  Turchia. Inoltre, gruppi criminali turchi operano nel campo del traffico di migranti e della tratta di esseri umani, ma sono anche regolarmente coinvolti in  reati come il riciclaggio i denaro, la truffa o l’estorsione.

Legami con gruppi Spagnoli
Altri gruppi criminali non sono direttamente attivi in Svizzera ma hanno legami con individui in Svizzera o usano l’infrastruttura locale e i servizi del Paese. Nel 2012, ad esempio, ha dovuto rispondere davanti al Tribuna- le penale federale un fiduciario di Ginevra, accusato  dall’MPC di avere aiutato trafficanti di droga spagnoli a portare dalla Colombia in Spagna circa due tonnellate di cocaina, di nascondere l’identità dei componenti dell’organizzazione e di riciclare i proventi incriminati. Il Tribunale ha tuttavia assolto in prima istanza l’uomo dai principali addebiti di sostegno a un’organizzazione criminale e riciclaggio di denaro. Non riteneva dimostrato che l’imputato operasse consapevolmente per un’organizzazione criminale e ha quindi negato la fattispecie soggettiva.

Turismo criminale
Oltre ai gruppi criminali citati, provenienti dall’Europa sud-orientale, dalla CSI e dalla Georgia, anche gruppi di altri Stati vengono in Svizzera per svolgervi attività criminali…

ANALISI

Interessante per gruppi più svariati

La Svizzera è un Paese ambito in cui vivere e lavorare ed esercita anche una forte attrazione sul crimine organizzato. I gruppi criminali cercano di approfittare del benessere locale, ad esempio svolgendo attività redditizie come il traffico di stupefacenti o la tratta di esseri umani, compiendo serie di effrazioni e razzie o facendo i passatori per migranti che si rivolgono ai servizi di trafficanti senza scrupoli nella speranza di una vita migliore. Altri gruppi si servono, come in  passato, del settore locale dei servizi e dell’industria nonché del commercio per il riciclaggio di denaro e gli investimenti oppure sfruttano la Svizzera come base logistica e luogo di rifugio. La Svizzera è quindi colpita dalle attività di gruppi criminali dalle origini e dalle caratteristiche più svariate. La criminalità organizzata da un lato danneggia direttamente la sicurezza dei cittadini nella vita quotidiana e dall’altro minaccia la libera concorrenza e l’indipendenza delle istituzioni dello Stato di diritto. Non si prevedono cambiamenti nel medio termine.

ESTRATTO RAPPORTO FEDPOL 2013

Gruppi criminali italiani

SITUAZIONE

Investimenti in Svizzera
Secondo uno studio pubblicato nel  2013 dal centro di  ricerca «Transcrime» presso l’Università Cattolica di  Milano, la Camorra, Cosa Nostra e la criminalità organizzata pugliese,  che  comprende  la  Sacra  Corona  Unita,  ricavano un po’ più della metà dei loro proventi illeciti nelle rispettive regioni d’origine. Il rimanente dei profitti illeciti viene realizzato al di fuori dei territori origi nari, in particolare in Italia centrale e settentrionale.  Solo la ’Ndrangheta, la quarta organizzazione mafiosa per  dimensioni,  ricava  un  quarto  delle  proprie  entra te illecite in Calabria, la regione dove è nata. Il resto proviene da attività in Italia settentrionale e all’este ro. Sempre secondo questo studio, la Camorra e la ’Ndrangheta insieme realizzano due terzi dei profitti delle quattro principali organizzazioni mafiose. I guadagni  sono investiti soprattutto in immobili e veicoli. Dalle analisi condotte dalla Polizia giudiziaria federale  (PGF)  sui possibili investimenti delle organizzazioni mafiose in Svizzera, risulta che il denaro viene investito preferibilmente in società commerciali e di servizi, in particolare nel campo finanziario ed immobiliare,  nonché  nel  settore  della  gastronomia.

Tensioni nella ‘ndrangheta
Nel  febbraio 2013 la Corte d’Assise di Milano ha condannato quindici persone all’ergastolo, giudicandole colpevoli di avere partecipato all’uccisione di tre membri della  ’Ndrangheta nel Milanese, tra il 2008 e il 2009. Uno degli  assassinati era Carmelo Novella, allora a capo delle strutture lombarde della  ’Ndrangheta. Novella si era ribellato alla direzione della  ’Ndrangheta in Calabria, rivendicando una maggiore autonomia per la strut tura della ’Ndrangheta che guidava in Lombardia. L’uccisione di Novella presenta dei legami con la Svizzera. In un’altra occasione, la stessa direzione ca labrese era intervenuta per contrasti tra propaggini della  ’Ndrangheta  in  Svizzera  e  in  Germania.

Procedimento contro il clan Bellocco
Anche altre attività della ’Ndrangheta in Italia settentrionale hanno toccato la Svizzera: nel novembre 2012, in Italia sono stati eseguiti una ventina di man dati di cattura nei confronti di persone legate al potente clan Bellocco. Gli arrestati erano sospettati di associazione mafiosa, possesso illegale di armi e rapine a mano armata. Tra loro c’erano il capo del clan Bellocco, vari suoi familiari e l’uomo di fiducia ca labrese del clan per la Lombardia e il Piemonte. Dal  2008 fino al suo arresto, questi viveva con la propria famiglia in Ticino, dove aveva un’attività immobiliare. Dalle indagini, svolte congiuntamente dalla  PGF e dalla Polizia italiana, sono emersi indizi su come il clan Bellocco fosse riuscito ad assumere il controllo  di un’azienda italiana di call center, con quasi  1000  dipendenti in Calabria e in Piemonte. Inizialmente l’azienda voleva proteggersi attraverso il legame con il clan Bellocco da un’altra associazione mafiosa,  che si era infiltrata in azienda. In cambio della protezio ne, il clan Bellocco aveva ricevuto delle quote sociali, che erano state mediate dall’uomo di fiducia residente in Ticino. Il clan era poi riuscito a impadronirsi di tutta l’azienda. I titolari erano stati costretti con minacce, intimidazioni e violenze a cedere tutte le quote ad un’azienda costituita appositamente, su incarico del  clan  Bellocco.

ANALISI

Non si escludono violenze anche in Svizzera
L’insediamento di organizzazioni mafiose in Italia settentrionale e in Svizzera presenta dei parallelismi inquietanti. La Liguria, il Piemonte e la Lombardia sono da decenni tra le zone operative più im portanti delle organizzazioni mafiose italiane. Dagli arresti e dalle operazioni di polizia degli ultimi anni si evince che tali organizzazioni si muovono nelle regioni limitrofe all’Italia. Le cosche mafiose, che hanno attecchito vicino al confine svizzero, da vari anni estendono continuamente il proprio campo d’azione in Svizzera. Vi sono indizi dell’insediamento di varie strutture della ’Ndrangheta in Svizzera, relativamente autonome a livello operativo ma sotto l’influenza  della  direzione  calabrese.  Le  decisioni  di  rilevanza strategica – come la fondazione di nuove strutture  territoriali, le cosiddette «locali», o gli avanzamenti ai massimi livelli della ’Ndrangheta – spettano alla direzione in Calabria. Se tali regole vengono messe in discussione o addirittura ignorate, l’organizzazione reagisce, anche uccidendo chi ha sgarrato. Tali sanzioni servono alla struttura di vertice per farsi rispettare e anche per dissuadere possibili agitatori. Carmelo Novella, ad esempio, è stato ucciso in pubblico  a colpi di arma da fuoco da due killer, in un bar frequentato da calabresi, nel tardo pomeriggio. I contrasti interni alla ’Ndrangheta in Italia arrivano fino alle sue strutture in Svizzera. Finora in Svizzera gli atti di violenza perpetrati in pubblico sono stati piuttosto  rari. Infatti, i problemi locali sono di regola risolti in Italia. Tuttavia, non si può escludere che in futuro vengano perpetrati reati violenti anche in Svizzera, soprattutto a causa delle tensioni interne alla ’Ndrangheta.

Gruppi criminaali della CSI e della Georgia

SITUAZIONE

Colpiti i ladri nella legge
Dopo 18 mesi di intense indagini, nell’estate dell’anno in esame si è svolta un’operazione internazionale di polizia di vaste proporzioni contro i cosiddetti ladri nella legge. Vi hanno partecipato l’Italia, la Repubblica ceca, la Francia, l’Ungheria, la Lituania e il Portogallo. Sono state arrestate 18 persone, tra cui 13 ladri nella legge. Mai prima di allora in Europa occidentale era stato arrestato contemporaneamente un numero così alto di ladri nella legge. Si sono inoltre sequestrati armi,  droga e denaro contante. I ladri nella legge rappresentano la dirigenza della criminalità organizzata di lingua russa. La maggioranza di loro proviene dalla Georgia, dalla Russia, dall’Armenia e dall’Azerbaigian. Sono loro sottoposti organizzazioni o gruppi  che negli ultimi anni si sono insediati anche in Stati dell’Europa centrale e occidentale, compiendo prevalentemente reati contro la proprietà e attivandosi nel traffico di stupefacenti. A causa dei crescenti conflitti  interni, tra gli affiliati vi sono stati scontri sanguino si e persino degli omicidi. Il denaro incassato viene raccolto a livello centrale nell’Europa occidentale e in larga misura ritorna in Russia. Inoltre i criminali hanno creato reti globali per il riciclaggio di denaro.
Nel 2010 la Svizzera ha partecipato a un’operazione internazionale di polizia contro i ladri nella legge. Quattro esponenti del livello direttivo medio sono stati condannati nel 2012 per appartenenza a un’or ganizzazione criminale. In Svizzera aumentano di nuovo le attività criminali di base, soprattutto i  reati contro la proprietà commessi da georgiani. In  oltre, nel nostro Paese sono tenuti o riciclati i pro venti criminali di questa associazione o dei suoi  esponenti.

Beni patrimoniali sospetti
In Svizzera sono presenti anche altri membri di organizzazioni criminali della CSI che cercano, in particolare, di riciclare  i loro proventi illeciti nel nostro Paese. Secondo le  autorità russe, ogni anno sono esportati dalla sola Russia beni patrimoniali sospetti per un valore compreso tra i cinquanta e i cento miliardi di dollari, per  i quali la Svizzera rappresenta una destinazione importante. Il denaro proviene principalmente da appropriazioni indebite, corruzione e truffe. L’ex direttore della Banca centrale russa ha dichiarato nel 2012 che i dipendenti pubblici sarebbero i responsabili della metà delle esportazioni illegali di capitali. Per contrastare la corruzione, il presidente Vladimir Putin ha introdotto una legge in base alla quale i politici russi, i funzionari di alto rango e i loro familiari non possono più possedere conti, titoli o immobili all’estero.

ANALISI

Si sono adeguati alle condizioni dell’Europa occidentale
Il fenomeno dei ladri nella legge occupa in misura crescente le autorità di polizia e sicurezza dell’Europa centrale e occidentale.  Numerose operazioni di polizia e un’efficace cooperazione internazionale sotto la guida di Europol, hanno consentito alle autorità di polizia dello spazio Schengen di registrare successi e di acquisire nuove informazioni. Si nota, tuttavia, come le funzioni chiave di tali strutture vengano rapidamente ripristinate, mantenendo in vita le reti. I criminali si sono ade guati alle condizioni dell’Europa occidentale, così che tatuaggi e rituali segreti potrebbero presto appartenere al passato. Grazie ai loro buoni contatti con il mondo della politica e nell’ambito del perseguimento penale, ma anche con imprese e con il settore finanziario nei loro Paesi d’origine, tali criminali vanno ritenuti pericolosi come in passato.
Al momento non è possibile valutare se le nuove limitazioni per i patrimoni all’estero dei politici e dei funzionari russi si ripercuotano sul nostro Paese. Sin dal 1998 la Svizzera applica regole severe alla  presa in consegna di denaro di persone politicamente esposte, ma evidentemente è stato comunque possi bile  continuare a portare  in Svizzera valori  patrimo niali di provenienza illecita dissimulando le origini criminose  dei  capitali  e  gli  aventi economicamente  diritto. Tale rischio sussiste soprattutto per il  denaro proveniente da Stati in cui il settore pubblico e quello privato sono strettamente intrecciati, come nel caso della  Russia  e  di  altri  Stati  della  CSI.

Gruppi criminali dell’Europa sud-orientale

SITUAZIONE

Ampliamento delle attività criminali
L’Europa sudorientale si trova su una delle più importanti rotte del traffico dal Vicino, Medio ed Estremo Oriente verso l’Europa occidentale, centrale e  settentrionale. Le Nazioni Unite stimano che circa l’ottanta per cento della produzione mondiale di oppiacei avvenga in Afghanistan. La gran parte viene  poi contrabbandata in Europa attraverso la cosiddet ta rotta balcanica. Inoltre, l’Europa sudorientale rappresenta oggi una delle regioni di origine e di transito più importanti al mondo per il passaggio illegale di migranti. Nel corso dei vari conflitti che hanno colpi to i Balcani occidentali negli ultimi vent’anni, molti esponenti dell’ambiente criminale  dell’Europa sud orientale sono emigrati in Svizzera e in altri Stati dell’Europa occidentale e centrale, dove hanno creato dei punti di appoggio. Sfruttando i contatti con per sone provenienti dalle stesse regioni e già risiedenti all’estero, negli ultimi anni sono riusciti a consolidare e successivamente ad ampliare le proprie attività cri minali  in  Europa,  ma  anche  in  Nord  e  Sud  America.

Gruppi criminali di etnia albanese
Da  anni  in Svizzera  lo spaccio di  eroina  è dominato da  gruppi criminali di etnia albanese. Si osserva con  maggiore frequenza che singoli gruppi non si limitano a spacciare una sola droga ma offrono anche altre sostanze. I criminali di etnia albanese operano in misura sempre maggiore anche nell’ambito del traffico di migranti. Da cinque anni il Kosovo è tra i principali Paesi di origine di migranti che arrivano in Svizzera o vi transitano illegalmente. Nell’anno in esame sono stati registrati in Svizzera e nei Paesi limitrofi  alcuni casi di persone fatte arrivare illegalmente dal Kosovo e attive nel contrabbando di droga o nei furti con scasso. In misura minore, gruppi criminali di etnia albanese hanno operato nell’ambito  della tratta di esseri umani, del traffico illegale di armi, del contrab bando di sigarette e del riciclaggio di denaro. In base alle conoscenze di fedpol, i gruppi criminali di etnia albanese sono di norma delle reti simili a clan. Le caratterizzano la rigidità dell’organizzazione, la disciplina  e  una  modalità  di  lavoro  cospirativa.  È  risaputo che i criminali di etnia albanese intrattengono contatti con la mafia italiana e con gruppi criminali di origine turca, serba, montenegrina, bulgara e sudamericana.

Gruppi criminali slavi
Anche nell’anno in esame i gruppi criminali slavi provenienti dall’Europa sudorientale sono stati molto attivi in Svizzera. Si  sono posti in evidenza, in particolare, nel traffico illegale di stupefacenti, nelle effrazioni in serie, nelle rapine  e nelle  truffe nonché nei settori della tratta di esseri umani e del traffico di migranti, della prostituzione illegale e del gioco d’azzardo illegale. Il potenziale di violenza di questi gruppi può anche essere estremamente elevato. Nell’anno in esame in Svizzera vi sono stati due casi di evasione violenta dal carcere, legati alla banda «Pink Panther», operativa a  livello internazionale. In un caso i complici hanno  addirittura aperto il fuoco sul personale del carcere con fucili d’assalto. Come negli anni precedenti, anche nel 2013 le Pink Panther hanno commesso in  Svizzera numerose rapine a gioiellerie. Dalle indagini della polizia è emerso che i membri di questa banda di norma sono originari della Serbia e del Montenegro  e procedono in  modo molto professionale. Tutte le fasi di un reato vengono pianificate e portate a termine in modo approfondito e minuzioso, dalla preparazione del colpo fino al riciclaggio della refurtiva. Nell’anno in esame vari membri delle Pink Panther hanno dovuto rispondere davanti a tribunali in Svizzera. Ad esempio, nell’autunno del 2013, a Ginevra e Losanna, due esponenti della banda sono stati condannati a pene detentive rispettivamente di nove e sette  anni  per  rapina  plurima  in  Svizzera.

Turismo criminale
Gruppi criminali  provenienti dalla Romania, dalla Bulgaria, dagli Stati dell’ex Ju goslavia e dell’ex Unione Sovietica hanno commesso nell’anno in esame furti con scasso in serie, numerose rapine, furti in negozi e furti con destrezza. I turisti criminali sono stati attivi in pratica in tutto il Paese ma le regioni più colpite sono state le zone di frontiera e alcune città più grandi. L’importanza dei criminali provenienti dall’estero aumenta per lo sviluppo della criminalità in Svizzera…

ANALISI

Una presenza ampiamente consolidata
Da anni la criminalità in Svizzera è fortemente caratterizzata da gruppi criminali dell’Europa sudorientale, che si sono insediati in vari ambiti di attività illegali. I gruppi e anche i reati mostrano sempre più legami internazionali. A causa degli intrecci, sempre forti, tra gruppi criminali e politica, amministrazione ed economia nelle regioni di origine, nonché del ristagno economico e della mancanza di prospettive in parte dell’Europa sudorientale, è improbabile che le attività in Svizzera dei criminali provenienti dall’Europa sudorientale diminuiscano nel medio termine. Anche le loro strutture, modalità operative e sfere di attività non dovrebbero mutare radicalmente. In alcuni Stati dell’Europa sudorientale, negli ultimi an ni si sono fatti importanti progressi nel contrastare la criminalità organizzata. Tuttavia, solo una lotta efficace nel tempo contro il crimine organizzato nell’Europa sudorientale stessa farebbe diminuire in modo duraturo le attività di questi gruppi criminali in Svizzera.
Collaborare in modo efficiente con le autorità di perseguimento penale all’estero è fondamentale per combattere con successo la criminalità internazionale. Per questo nell’anno in esame si è ulteriormente ampliata e approfondita, sia a livello bilaterale che multilaterale, la cooperazione di polizia tra la Svizzera e i Paesi dell’Europa sudorientale. Ad esempio, nel novembre 2013 è stato firmato un accordo per la collaborazione di polizia con il Kosovo. La Svizzera  ha già stipulato accordi analoghi con l’Albania, la Bosnia e Erzegovina, la Macedonia e la Serbia.

Gruppi criminali dell’Africa occidentale

SITUAZIONE

Mantengono il dominio del traffico di cocaina
I criminali nigeriani hanno dominato  una parte essenziale del traffico di cocaina in Svizzera anche nell’anno in esame. Lo confermano i numerosi arresti e le condanne a pene detentive di svariati anni per violazioni qualificate della legge sugli stupefacenti. La polizia comunale di Losanna, ad esempio, ha smascherato una rete importante di trafficanti. Sono stati arrestati 33 grossisti e piccoli spacciatori e sono stati sequestrati più di undici chili di cocaina. La rete operava tra la Svizzera e la Spagna. Accanto ai Paesi Bassi, la Spagna continua ad essere il punto di riferimento più importante per il traffico di cocaina in Svizzera e in altri Paesi europei. Vari casi dimostrano che a volte la cocaina arriva direttamente in Svizzera tramite corrieri dall’America Latina o dall’Africa oc cidentale, in partite di pochi chili ciascuna. Tra i trafficanti di cocaina dell’Africa occidentale in Svizzera,  si pongono in evidenza soprattutto i criminali della Guinea, oltre ai gruppi nigeriani. Essi dispongono a volte  anche  di  proprie  reti  di  grossisti.

ANALISI

Africa occidentale sempre di più anche meta del traffico
Grossi quantitativi di cocaina continuano ad essere contrabbandati dal Sud Ame rica all’Africa occidentale, in particolare verso la Guinea Bissau, da dove la droga viene in parte trasferita in  Europa  e  in  altre  regioni.  I  mandanti  sono  di  regola gruppi criminali provenienti dalla  Nigeria e  dalla Colombia, presenti in Africa occidentale. La cocaina viene trafficata come merce caricata sugli aerei e in con tainer navali ma anche da corrieri che si procurano personalmente la droga in America Latina e la conse gnano in Africa occidentale. In Africa occidentale vi sono molte persone, tra cui anche  europei, disponi bili per i servizi di corriere. La sfida oggi è quella di comprendere il modus operandi del traffico dall’Africa occidentale all’Europa. In genere mancano infor mazioni affidabili in merito. Numerosi esperti ritengono  inoltre  che  l’Africa  occidentale  non  sia  solo  una regione di transito bensì – così come l’Africa orientale e l’Africa meridionale – sarebbe sempre di più anche l’utente  finale  delle  partite  di  droghe  pesanti.
A  causa,  tra  l’altro, della  domanda  tuttora  elevata, il mercato svizzero continua  a esercitare attrazione sui trafficanti di cocaina. Occorre quindi atten dersi che le reti della droga dell’Africa occidentale, e in particolare  quelle  nigeriane,  restino  attive nel  nostro Paese.

Gruppi criminali di altre regioni

SITUAZIONE

Oltre ai gruppi già descritti, che da qualche anno ca ratterizzano la criminalità organizzata in Svizzera,  anche altri gruppi criminali operano nel nostro Paese o  mostrano  legami  con  esso.
Gruppi dell’America Latina.
I gruppi dell’America  Latina detengono una quota sostanziale del traffico globale di cocaina e del suo contrabbando verso l’Europa. Soprattutto gruppi della Repubblica Dominicana  dispongono  in  Svizzera  di  reti  di  distribuzione ben  strutturate  e  controllano  una  parte  essenziale  del traffico  di  cocaina.

Gruppi turchi
La maggior parte dell’eroina consumata in Europa giunge nei Paesi destinatari  dall’Afghanistan attraverso la rotta balcanica, passando quindi per la Turchia. La criminalità organizzata di origine turca ha un ruolo decisivo in questo traffico  da decenni. Da un lato i gruppi in Turchia fungono da grossisti della droga, dall’altro gruppi di origine turca svolgono un ruolo importante nei punti di riferimen to fondamentali per la distribuzione dell’eroina. Sul mercato svizzero dell’eroina esercitano un’influen za determinante in quanto fornitori dei criminali di et nia albanese. D’altra parte i sequestri effettuati nell’anno in esame evidenziano come i gruppi turchi stessi controllino  una  quota  significativa  del  traffico nel nostro Paese. Oltre all’eroina, i gruppi turchi in Svizzera trafficano anche altre sostanze illegali, senza però dominarne i rispettivi mercati. Inoltre, si sono accertate  loro  attività  criminali  nel  campo  del  traffico di  migranti  e  della  tratta  di  esseri  umani.

Gruppi cinesi
Alcuni Stati europei, come l’Italia, devono affrontare una forte presenza della criminali tà organizzata di origine cinese. Nell’anno in esame, in  Svizzera  sono  stati  registrati  vari  casi  di  cittadini  cinesi che lavoravano illegalmente in Svizzera nella ristorazione o nella prostituzione. La maggioranza di queste persone era provvista di documenti falsi di un Paese dell’UE oppure di documenti autentici ai quali non aveva diritto. In parte vi sono dei legami con reti criminali di origine cinese che operano prevalentemente all’estero. Non vi sono attualmente indizi di un insediamento di organizzazioni criminali cinesi  in  Svizzera.

Biker e gruppi analoghi
Nell’anno in esame si è registrato un maggiore dinamismo tra i biker e i gruppi loro analoghi, che fanno riferimento ai biker per gli elementi fondamentali come le strutture e i campi di attività senza tuttavia imporre ai membri dell’organizzazione il possesso di una motocicletta.  Da alcuni anni, tale ambiente, già radicato in Svizzera, registra una forte crescita. Inoltre si sono insediati nel Paese anche gruppi di biker o loro analoghi che prima non erano presenti. I membri dei gruppi, esclusivamente uomini, sono principalmente cittadini svizzeri. Sia nei gruppi già consolidati che in quelli nuovi si riscontra però un aumento di membri di ori gine straniera, provenienti in particolare dall’Europa sud-orientale e dalla Turchia. A causa delle rivalità, anche forti, tra i gruppi, negli ultimi anni vi sono stati vari scontri violenti, che hanno visto anche l’uso di armi da fuoco. Nell’anno in esame questo potenziale di violenza è stato confermato. Oltre ai reati violenti, gli esponenti di questi gruppi commettono anche attività criminali come il traffico illegale di stupefacenti o reati contro il patrimonio. Numerosi gruppi presenti anche in Svizzera sono inoltre sottoposti a procedimenti all’estero per criminalità organizzata. In diversi casi vi sono legami con la Svizzera…

ANALISI

Una minaccia dalle molte sfaccetttature
Numerosi gruppi che possono essere ricondotti alla criminalità organizzata sono presenti in Svizzera o hanno dei legami con il nostro Paese. I gruppi operano a livello transfrontaliero. Sono però strutturati in modo molto diverso e svolgono attività criminali negli ambiti più svariati. La tipologia dei reati spazia dalle effrazioni in serie di bande di ladri organizzate, al traffico di droga, alla tratta di esseri umani, fino al riciclaggio di denaro da parte delle organizzazioni criminali. La criminalità organizzata costituisce quindi per la Svizzera una minaccia dalle molte sfaccettature: da un lato si pregiudica direttamente la sicurezza dei cittadini con attività criminali di base, dall’altro la criminalità organizzata rappresenta una minaccia latente per l’economia, la piazza finanziaria e le istituzioni politiche. Nel medio termine questo non cambierà. 

ESTRATTO RAPPORTO FEDPOL 2014

Gruppi criminali italiani

SITUAZIONE

Legami tra l’Italia settentrionale e il Ticino.
Tutte le grandi organizzazioni mafiose italiane presentano legami con la Svizzera. Ciò vale in particolare  per la  ’Ndrangheta. Le indagini condotte dalla polizia italiana negli ultimi anni non solo hanno di mostrato  quanto  fortemente  radicata  sia  la  mafia  calabrese in Italia settentrionale ma hanno anche rive lato nuovi legami con la Svizzera. Nel solo ambito dell’operazione «Infinito» della Direzione Investigativa Antimafia  (DIA)  di Milano sono state arrestate nel  2010 oltre  150 persone. Il  relativo  procedimento giudiziario si è sostanzialmente concluso nel giugno del 2014 con 92 condanne. Il tribunale ha altresì con fermato l’esistenza di  15 cellule della ’Ndrangheta, i cosiddetti «locali», in Lombardia. Altre tre operazioni italiane – «Tibet», «Insubria» e «Rinnovamento» – hanno confermato nell’anno in esame quanto emer so  nell’ambito dell’operazione «Infinito», apportando al contempo nuovi elementi. L’operazione «Tibet» ha mostrato ad esempio come la ’Ndrangheta sia in grado di ricostituire locali già al centro dell’attenzione delle  autorità di perseguimento penale. L’operazione «Insubria» ha confermato l’esistenza di altri tre locali in Lombardia (Cermenate, Calolziocorte e Fino Mornasco), che non era stato possibile individuare nel quadro dell’operazione «Infinito». Inoltre sono stati documentati centinaia di casi di estorsione ed intimi dazione, uno dei quali avvenuto  in  Ticino.  L’operazione  «Rinnovamento» è stata  incentrata  sulle  attivi tà illegali gestite dai clan della ’Ndrangheta a Milano. Nell’ambito delle tre operazioni citate sono state arre state  oltre 130  persone.  In  ognuna  di  esse  sono  risul tate implicate anche persone che risiedevano o lavo ravano in Svizzera. La Polizia giudiziaria federale (PGF), su incarico dell’MPC, ha condotto delle pro prie indagini, parallelamente a tutte e tre le operazio ni. Nel quadro di «Rinnovamento», la PGF ha arresta to un uomo residente in Ticino. Secondo le informa zioni della Polizia italiana, l’uomo, soprannominato «il banchiere», era coinvolto in attività di riciclaggio di  denaro.
Struttura formale della ‘ndrangheta in Svizzera.
Nell’estate del 2014 le autorità italiane, nel quadro dell’operazione «Helvetia», hanno reso pubblico il filmato di una riunione di una cellula della ’Ndrangheta tenutasi nella Svizzera orientale. L’incontro era stato filmato nel corso di indagini dell’MPC e della  PGF. Le immagini dimostrano per la prima vota  in  assoluto l’esistenza di  una struttura  formale,  nel caso specifico di un locale, della ’Ndrangheta in Svizzera.  Due presunti  membri  della  propaggine  svizze  ra sono stati arrestati in Calabria per appartenenza  ad  un’associazione  mafiosa.  Le  indagini  delle  autorità italiane hanno interessato altre  16 persone residenti in Svizzera. Secondo le informazioni della Polizia ita liana, questa cellula della ’Ndrangheta sarebbe strettamente legata a quella di Fabrizia in Calabria. Un capo del locale di Fabrizia è stato arrestato alla fine del 2014 nella Svizzera orientale. L’uomo si era reso latitante nel maggio del 2014, dopo esser stato condannato da un tribunale italiano, con sentenza passata in giudicato, ad una pena detentiva di nove anni per associazione  mafiosa.
Nessuna accusa per appartenenza ad associazione criminale.
Nell’ambito del procedi mento «Quatur», l’MPC ha deciso di non promuovere l’accusa per appartenenza o sostegno ad un’organizzazione criminale nei confronti di presunti mafiosi aventi legami con la ’Ndrangheta calabrese. Gli imputati continueranno tuttavia a rispondere di altri reati, quali il traffico di armi e di stupefacenti tra l’Italia e la Svizzera. Nel procedimento «Quatur», già nel 2011 e nel 2012, sono state condannate quattro persone mediante decreti d’accusa e in riti abbreviati. Due persone di nazionalità svizzera e due di nazionalità italiana sono state condannate a pene pecuniarie e pene detentive sospese condizionalmente per infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacenti, riciclaggio di denaro, falsità in documenti e infrazione aggravata alla legge federale sul materiale bellico.

Beni patrimonialli confiscati
L’MPC ha confiscato nel 2014 denaro mafioso per diversi milioni di franchi, compresi i 6,4 milioni depositati su conti svizzeri che erano stati congelati dal 2005 nel quadro di un procedimento per riciclaggio di denaro e falsità in documenti condotto nei confronti di Massimo Ciancimino e di altre due persone. Visto che tutti e tre gli imputati avevano condanne passate in giudicato in Italia, l’MPC ha abbandonato il procedimento ed ordinato la confisca del denaro bloccato. Il padre di Massimo, Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo, era una figura chiave nell’intreccio tra mafia e politica in Sicilia. È morto nel 2002. Massimo Ciancimino collabora dal 2008 con le autorità di perseguimento penale. Accusa il padre anche di avere trattato negli anni 1990 con l’ex boss di Cosa Nostra Totò Riina.

ANALISI

Diverse sfere di influenza
Tra tutte le organizzazioni mafiose italiane, la ’Ndrangheta è quella maggiormente presente in Svizzera. Secondo le informazioni della polizia, in molti ambiti lo sviluppo e la presenza di quest’organizzazione criminale nell’Italia settentrionale e in Svizzera presenterebbero delle analogie. In Svizzera vivono alcune persone che hanno legami familiari anche molto stretti con esponenti di rango elevato della ’Ndrangheta in Calabria. Vari indizi provenienti da indagini nazionali lasciano presumere l’esistenza in Svizzera di altri locali oltre alla cellula di cui si ha evidenza nella Svizzera  orientale. Bisogna inoltre presumere che  vi sia perlomeno un determinato coordinamento tra le  cellule. In Svizzera si ravvisano varie sfere d’influenza della  ’Ndrangheta.  Nella  zona  di  Zurigo  e  nella  Svizzera orientale prevalgono ad esempio soggetti prove nienti dal nord della Calabria. Nel Vallese gli esponenti più importanti provengono principalmente dal sud della regione. La situazione in Ticino, dove in un’area relativamente piccola vivono esponenti della ’Ndrangheta provenienti da zone diverse della Calabria, è più complessa. Il Ticino va forse considerato parte della zona d’azione della ’Ndrangheta dell’Italia settentrionale.

Attività criminali
Le persone che appartengono a strutture identificate o presunte della ’Ndrangheta in Svizzera si fanno notare per le loro attività criminali in misura molto diversa. I presunti affiliati che apparterebbero al livello direttivo, sebbene coinvolti in passato in numerosi reati, oggi adottano di regola comportamenti discreti e appaiono ben integrati nel la società. Altri presunti esponenti hanno commesso o commettono ripetutamente attività criminali in Svizzera. Alcune di queste persone vanno considerate come esponenti di una forma grave di criminalità. Le rapine e il traffico di stupefacenti sono reati frequenti. Inoltre, in occasione di scontri violenti all’interno della ’Ndrangheta in Italia, emerge spesso che le armi provenivano  dalla  Svizzera  o  erano  state  procurate nel nostro Paese. Le attività criminali comprendono anche  reati  come  il  furto  e  la  truffa,  la  tratta  di  esseri umani, reati legati al denaro falso, scommesse e giochi illegali, minacce, estorsione e incendio doloso; sporadicamente vi sono legami con omicidi. Le informa zioni in possesso della polizia italiana e di quella svizzera dimostrano come i membri attivi di una cellula spesso collaborino con altre cellule. L’organizzazione, sebbene di norma non ordini direttamente i reati,  tende sicuramente a fa vorirli. I criminali agiscono in  modo  ampiamente  autonomo  ma  possono  far valere al  bisogno  la  propria  appartenenza  alla  ’Ndrangheta nell’ambiente criminale. In caso di problemi, le strutture superiori intervengono per conciliare o ristabilire l’ordine. Il livello direttivo ordina solamente i reati e gli atti di violenza più gravi, laddove l’organizzazione ha un interesse diretto. Come indicano le indagini  italiane, la ’Ndrangheta costituisce a tale scopo dei gruppi (chiamati «gruppi», «gruppi di fuoco», «gruppi criminali» o «decine»), parzialmente composti da membri di diverse cellule. Essi compiono atti non solo di violenza ma anche di intimidazione nell’ambito di attività illecite come l’estorsione e la riscossione di denaro.  Rappresentano inoltre  il  braccio  armato  dell’organizzazione e sono impiegati regolarmente contro rivali interni  o  per  azioni  punitive  interne.  Anche  in Svizzera soggiornano, almeno temporaneamente, soggetti identificati dalle autorità italiane come appartenenti  a  tali  gruppi.

Gruppi  criminali   della  CSI  e  della  Georgia

SITUAZIONE

Legami dei “ladri nella legge” in Svizzera
Alla fine di ottobre del 2014, in Spagna, è stato rila sciato ed estradato in Russia Zakhar Kalashov, dopo otto anni di prigione. Dopo gli omicidi di Vyaceslav Ivankov (2009) ed Aslan Usoyan (2013), Kalashov è considerato il numero uno dei «ladri nella legge». Durante  la sua prigionia vi  sono  stati vari scontri mortali tra clan rivali per il controllo dell’organizzazione. Se condo fonti pubbliche sarebbero attualmente in corso intense trattative per la direzione, le attività e la divi sione dei proventi criminali. I «ladri nella legge» rappresentano la dirigenza della criminalità organizzata di lingua russa. La maggioranza di loro proviene dalla Georgia, dalla Russia, dall’Armenia e dall’Azerbagian.
Dopo varie condanne ed espulsioni nel corso degli ultimi anni, attualmente in Svizzera non si han no indizi di strutture organizzate sotto il controllo dei «ladri nella legge». Vi sono però indizi di contatti d’af fari tra aziende svizzere e i «ladri nella legge». Inoltre si sospetta che essi, così come altri gruppi criminali della Comunità degli Stati indipendenti  (CSI), usino la  Svizzera  per  riciclare  denaro.

Procedimenti per riciclaggio di denaro
La  PGF  indaga, sotto la conduzione dell’MPC, in un caso di riciclaggio di denaro da parte di un gruppo cri minale originario della  CSI  che ha guadagnato som me ingenti soprattutto negli Stati Uniti grazie al gioco d’azzardo illegale, alle scommesse sportive con pun tate ingenti, all’estorsione e al riciclaggio di denaro. Il denaro è stato riciclato attraverso ditte di comodo ne gli Stati Uniti e a Cipro e in parte trasferito in Svizzera. In totale questa organizzazione avrebbe riciclato circa 100  milioni  di  dollari.  Secondo  l’atto  di  accusa  delle autorità statunitensi, il gruppo avrebbe organizzato dal 2006 partite di poker segrete per giocatori professionisti e un vasto pubblico, tra cui importanti esponenti del mondo della finanza e star di Hollywood. Le perdite al gioco sono state riscosse con interessi di mora esorbitanti, attraverso pressioni ed estorsione. Una  figura centrale è un «ladro nella legge» russo, noto da anni per presunta corruzione, estorsione e riciclaggio di denaro. Egli controllava i giochi e le scommesse  illegali e regolava le controversie. Per questa attività avrebbe incassato nell’arco di circa due anni dieci  milioni di dollari. È ricercato da INTERPOL e probabilmente si trova in Russia. Negli Stati Uniti sono state accusate 34 persone. Alcune sono state solamente ammonite, altre sono state condannate a vari anni di detenzione. In Svizzera è stato avviato il procedimento in seguito ad una segnalazione di riciclaggio di denaro.

ANALISI

Meta di flussi di denaro
Il riciclaggio di denaro continua ad essere il reato più importante commesso da gruppi criminali della CSI e della Georgia in Svizzera. La perdita di valore del rublo ha accentuato ulteriormente la fuga di capitali dalla Russia, già di  per sé significativa: nell’anno in esame, secondo fonti ufficiali, sono fuoriusciti dalla Russia circa 130 mi liardi di dollari. La Svizzera è una delle mete preferite di questi flussi di denaro. Sia il numero delle società finanziarie russe con sede in Svizzera che l’importo  totale del denaro russo presente in Svizzera sono aumentati notevolmente nell’anno in esame. Date queste premesse, bisogna ritenere che la Svizzera continuerà ad essere un luogo privilegiato anche per l’investimento di denaro di provenienza criminale.

Gruppi criminali dell’Europa sud-orientale

SITUAZIONE

Un’ampia gamma di reati
I gruppi criminali originari dell’Europa sudorientale, in particolare del Kosovo, della Macedonia, dell’Albania e della Serbia, sono molto attivi in Svizzera da tempo. La gamma dei reati comprende il traffico illegale e lo spaccio di stupefacenti, il traffico di migranti ed armi nonché il riciclaggio di denaro, i reati patrimoniali, la ricettazione, il gioco d’azzardo illegale e la falsificazione di documenti.

Gruppi criminali di etnia albanese
Da alcuni anni aumenta il numero dei criminali albanesi. Ciò interessa soprattutto i settori dello spaccio di stupefacenti, dei furti con scasso e delle rapine. Invece le strutture e le modalità operative dei gruppi criminali di etnia albanese non sono cambiate significativamente negli ultimi anni. Da anni dominano lo spaccio di eroina nel Paese ed operano in misura minore anche nello spaccio di cannabis e di cocaina. Secondo le informazioni della polizia, negli ultimi anni sono stati creati grossi depositi di eroina in vari Paesi dell’Europa sudorientale. Si occupano dell’approvvigionamento principalmente gruppi criminali turchi. Di regola poi gruppi criminali di etnia albanese provvedono a ridistribuire la droga in Europa centrale e occidentale. L’eroina viene contrabbandata attraverso le diverse varianti della rotta balcanica, in quantitativi che arrivano anche ai cento chili. Come mezzi di trasporto vengono spesso utilizzate automobili e camion provvisti di nascondigli, oltre ai pullman. I gruppi criminali di etnia albanese sono generalmente organizzati secondo una struttura gerarchica, in cui a ogni membro è attribuita una specifica funzione. I cosiddetti corrieri svolgono ad esempio un ruolo particolarmente importante. Importano infatti la droga nel Paese di destinazione, la occultano in nascondigli e, successivamente, ne predispongono la vendita. I corrieri di norma appartengono alla diaspora di etnia albanese, presente in tutta l’Europa centrale ed occidentale. Sia il processo di vendita che il prezzo sono gestiti da membri gerarchicamente più in alto nel  Paese di destinazione del traffico, i quali sono a loro volta costantemente in contatto con i mandanti nei Paesi d’origine. Secondo le informazioni della polizia, questi esponenti di spicco avrebbero spesso contatti con i decisori politici, del mondo della giustizia e dell’economia o rivestirebbero essi stessi cariche importanti.

Gruppi criminali slavi
I gruppi criminali slavi, provenienti prevalentemente dalla Serbia, sono attivi principalmente nello spaccio di stupefacenti, nella tratta di esseri umani e nel traffico di migranti e commettono effrazioni e furti in serie. La coesione all’interno dei gruppi si fonda spesso sulla provenienza dei loro membri da una stessa regione. Alcuni di loro curano i contatti con organi statali e politici nell’Europa sud-orientale. Di recente sono stati arrestati al cuni protagonisti di rilievo della scena criminale, che avevano avuto, perlomeno per un certo periodo, legami diretti con personaggi ai vertici della politica e dell’economia.  Questo lascia  supporre  che  negli ultimi anni tali rapporti si siano allentati. Il più importante protagonista è Darko Saric, montenegrino di nascita, a capo di un gruppo criminale specializzato nel traffico e  nello spaccio  della cocaina.  Saric  è stato  ar restato dalla polizia serba il 18 marzo 2014, dopo quattro  anni  di  latitanza.  Hanno  partecipato  all’operazione internazionale autorità di perseguimento penale e di giustizia di dodici Stati, tra cui anche la Svizzera. Nel processo, di fronte a un tribunale speciale a Belgrado, il gruppo criminale  di Saric è  accusato di aver introdotto almeno 5,7 tonnellate di cocaina dal Sud Ame rica in Europa occidentale e di aver riciclato denaro per 22 milioni di euro. Il gruppo investiva i proventi del traffico della droga in vari Stati dell’Europa sud-orientale, in aziende ed immobili. Alcuni appartenenti alla rete del narcotraffico gestita da Saric operavano anche  in  Svizzera.

ANALISI

Rilevanza internazionale
Negli ultimi anni si nota un maggiore impegno nell’Europa sud-orientale nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione. Il numero delle indagini di polizia è aumentato, mentre il numero delle sentenze sinora pronunciate è però relativamente esiguo. I gruppi criminali  dell’Europa sudorientale, grazie alla  loro  elevata mobilità, all’impiego di mezzi di comunicazione moderni, alla loro forza finanziaria e alla loro grande flessibilità assumono sempre maggiore rilevanza a livello transnazionale. Per questo è determinante che vi sia una collaborazione internazionale, stretta ed intensa, nelle indagini di polizia. Un esempio in tal senso è il progetto «Drug Policing Balkan», condotto dall’Au stria dal 2006 al 2014 con il sostegno dell’UE. Il  progetto era incentrato sulla lotta alla criminalità  connessa  alla  droga  lungo  la  rotta  balcanica.  In  collaborazione con oltre 30 Stati e varie istituzioni internazionali, anche le autorità svizzere hanno contribuito all’arresto nel periodo indicato di oltre mille presunti criminali, sia all’estero che in Svizzera. Inoltre sono stati sequestrati grossi quantitativi di con tante, armi  e  droga,  per  un  valore  di  circa  40  milioni di euro. Malgrado tali successi, bisogna presumere che i gruppi criminali dell’Europa sud-orientale con tinueranno a predominare in Svizzera. La Svizzera, per la sua infrastruttura, per lo standard di vita elevato e per via della presenza di una nutrita comunità dell’Europa sudorientale, offre condizioni quadro  favorevoli allo sviluppo della criminalità proveniente  da  tale  regione.

Gruppi  criminali   dell’Africa  occidentale

SITUAZIONE

Ruolo dominante nel settore dello spaccio di cocaina
I gruppi criminali dell’Africa occidentale sono da vari anni i protagonisti dello spaccio della cocaina in Svizzera. In particolare, i cittadini nigeriani sono regolarmente ai vertici delle statistiche delle denunce per spaccio semplice ed aggravato di cocaina. Nell’anno in esame sono state comminate  fino a 13 anni di pene detentive a spacciatori di droga nigeriani, tra l’altro nei Cantoni di Vaud, Lucerna, e Zurigo.
Numerosi sequestri di cocaina in Africa occi dentale e nelle regioni limitrofe, in alcuni casi per sva riate centinaia di chili, dimostrano come la regione continui ad essere un importante crocevia per il traffico di cocaina dal Sud America. I sequestri all’aero porto di Casablanca documentano inoltre l’importanza crescente assunta da questo sito per il trasbordo della droga da parte dei trafficanti di cocaina nigeriani. In Europa le reti nigeriane utilizzano principalmente per il traffico della cocaina i grossi snodi del narcotraffico nei Paesi Bassi e in Spagna. In alcuni casi la cocai na giunge in Svizzera direttamente dalla Nigeria, e più di  rado  dal  Sud  America.  I  mandanti  spesso  ricorrono a corrieri provenienti dall’Italia, dai Paesi Bassi e dalla Spagna.

Una presenza crescente nel traffiico globale di cocaina
Il  continente  africano,  in  particolare l’Africa orientale, è diventato di recente un croce via importante per il traffico di eroina. Le  forze navali del Kenia, della Tanzania, dell’Australia e del Canada hanno sequestrato in alto mare, nell’anno in esame, in totale più di una tonnellata di eroina. Vari arresti di trafficanti fanno concludere che sia soprattutto l’ae roporto di Douala nel Camerun a fungere da punto di transito. Il traffico nel continente africano è gestito maggiormente da gruppi criminali nigeriani. Questi ultimi  sono  inoltre  attivi  anche  nel  traffico  di  eroina in Europa. Secondo le informazioni della polizia,  l’Italia sarebbe particolarmente colpita da tale feno meno, come testimonia la scoperta nel Paese di varie reti e il conseguente arresto di svariate decine di trafficanti, tra i quali anche due individui all’aeroporto di Zurigo.

Gruppi attivi nella tratta di esseri umani
I gruppi criminali nigeriani sono molto attivi in Europa anche nella tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale. È quanto emerge da varie operazioni di polizia che sono state condotte nell’anno in esame. Nel quadro di un’azione coordinata da Europol in 15 Stati, tra cui la Svizzera, sono state arrestate decine di presunti autori della tratta – uomini e donne – e sono state identificate oltre 100 vittime. Queste ultime erano sottoposte a pressioni attraverso pratiche vudù (il cosiddetto «juju») ed erano trattenute affinché ripagassero presunti debiti che andavano dai 50000 ai 70000 euro.
La scoperta di una rete di protettori in Francia evidenzia la dimensione internazionale della tratta: le vittime lavoravano a Lille, i mandanti della tratta erano in Italia, un esattore è stato arrestato ad Anversa e una protettrice in Germania. I proventi del reato venivano riciclati attraverso l’acquisto di automobili e la spedizione di merci in Nigeria via nave da Genova. Un’operazione di polizia in Italia all’inizio dell’anno in esame ha inoltre rivelato che i criminali erano attivi anche nel traffico della cocaina e della marijuana.

ANALISI

Posizione non dominante in altri settori
I gruppi criminali nigeriani sono attivi in Svizzera principalmente nel traffico della cocaina. Eccezionalmente trafficano anche altre droghe e compiono ripetutamente reati ad hoc di ogni genere. A parte il traffico di droga in Svizzera, i gruppi criminali dell’Africa occidentale non hanno però il dominio in altri ambiti criminali.
La Svizzera è un mercato interessante per i trafficanti di cocaina. Per questo è probabile che i gruppi criminali dell’Africa occidentale si adopereranno nel medio termine per difendere il loro ruolo importante nel traffico nazionale.

Gruppi criminali  mobili

SITUAZIONE

Raggio di azione internazionale
La Svizzera è regolarmente presa di mira da gruppi criminali mobili di origine straniera, i cosiddetti turisti criminali. I gruppi commettono reati patrimoniali in serie come furti con scasso, rapine, truffe nonché furti in negozi e furti con destrezza. La maggior parte degli autori dei reati proviene dall’Europa centrale e sudorientale. Sono coinvolte in misura minore anche persone che risiedono o sono cittadine di Paesi confinanti con la Svizzera. I gruppi criminali mobili sono attivi in tutta la Svizzera. I più colpiti sono però i centri urbani più grandi e i Cantoni di confine della Svizzera occidentale. La criminalità transfrontaliera rappresenta un fenomeno eterogeneo: il grado di organizzazione dei gruppi, il numero dei loro membri e il modus operandi variano infatti di caso in caso.

Gruppi criminali della Romania
Negli ultimi anni hanno agito in Svizzera principalmente gruppi criminali provenienti dalla Romania. Quasi nessuno degli autori dei reati risiedeva in Svizzera. Sporadicamente si sono appurati dei legami tra cittadini rumeni che risiedono in Svizzera e criminali provenienti dall’estero. Tuttavia, solo una parte esigua dei cittadini rumeni che vivono e lavorano in Svizzera è coinvolta in attività criminali. I gruppi criminali della Romania operano secondo diverse modalità. I furti con scasso vengono spesso commessi da bande composte da due a cinque persone. Di regola gli scassinatori agiscono in modo molto professionale. Nel campo dei furti di metalli e con destrezza e anche nell’accattonaggio organizzato operano di norma persone che  appartengono a clan più grandi. Le indagini della polizia rilevano come questi clan agiscano a livello internazionale. Alcuni operano da Paesi confinanti con la Svizzera. Nel caso dei furti con destrezza e delle rapine le vittime sono spesso anziane. I criminali, ad esempio, attendono che signore anziane digitino il PIN al bancomat per poi sottrarre loro il denaro contante con dei trucchi o con la violenza. Spesso gli autori dei reati sono minorenni o dichiarano di esserlo.

Gruppi criminali di altri paesi
Le autorità svizzere di perseguimento penale sono continuamente chiamate a confrontarsi con le truffe del falso nipote. Lo scopo della truffa è di estorcere denaro alle anziane vittime. A tal fine, i truffatori si spacciano al telefono per parenti o conoscenti della vittima e fingono di avere bisogno di soldi. Dietro questa forma di truffa si celano gruppi criminali molto ben organizzati, che di regola agiscono dalla Polonia, dalla Germania o dall’Italia. I criminali sono spesso cittadini polacchi. Fino al 2013 la maggior parte delle truffe del falso nipote era registrata nella Svizzera tedesca, dal 2014 si rileva un aumento dei casi in Ticino e, in misura minore, nella Svizzera occidentale. In totale però il  numero dei casi è diminuito nel 2014; la somma to tale di denaro estorto nel 2014 ammonta a circa due milioni di franchi, ovvero la metà rispetto all’anno precedente. Probabilmente questo andamento va ricondotto all’importante operazione svolta dalle auto rità tedesche e polacche nel maggio del 2014. Cionoostante, anche  nella seconda metà dell’anno si sono registrati nuovi casi di truffa del fal so nipote in Svizzera.
Diversi gruppi provenienti dalla Polonia, dalla Bulgaria e dalla Bosnia e Erzegovina hanno commes so  anche nel  2014  numerosi borseggi  su  mezzi  pub blici di trasporto, nelle stazioni ferroviarie, in negozi e in occasione di feste all’aperto. Di norma i criminali hanno agito con grande professionalità e destrezza. Nell’anno in esame, inoltre, dei cittadini francesi non residenti in Svizzera hanno compiuto una serie di furti con scasso e rapine. Da alcuni anni si registra infine anche un aumento del numero di scassinatori di origine  albanese,  senza  residenza  in  Svizzera.
Pink Panther.
Da vari anni vengono commesse rapine in gioiellerie svizzere attribuibili alla banda «Pink Panther», operativa a livello internazionale. Nella fattispecie, si tratta di un gruppo di criminali  violenti di origine  prevalentemente serba e montene grina. Secondo le stime di  INTERPOL, la banda, che agisce in tutto il mondo,  dal  1999 ha rubato gioielli  ed altri beni di lusso per oltre 330 milioni di euro.  Nel 2014 in Svizzera sono state registrate quattordici rapine commesse con le modalità operative tipiche delle «Pink Panther». Esse comprendevano però  anche rapine compiute da criminali lituani, rumeni  e francesi. In tre casi si è potuta dimostrare una chiara partecipazione di membri delle «Pink Panther». Il  numero delle rapine delle «Pink Panther» in Svizzera è calato negli ultimi anni. La ragione potrebbe essere la crescente estensione e, in parte, anche lo sposta mento del raggio d’azione della banda verso altri  Paesi europei risparmiati in precedenza. Si osserva inoltre come una nuova generazione di criminali  tenda sempre più a compensare la mancanza di esp rienza  con  il  ricorso  alla  violenza.
Nel 2014 vari membri delle «Pink Panther» han no dovuto rispondere delle loro azioni dinanzi ai tri bunali svizzeri. Nel mese di dicembre, ad esempio, due persone sono state condannate dal tribunale penale di Losanna  a  dieci  e  quattro  anni  di  prigione.  La  prima  è una  quarantacinquenne serba che tra il 2009  e il  2011 ha  partecipato  a  quattro  rapine  in  gioiellerie  nei  Cantoni  di  Vaud e  del  Vallese.  Nel secondo  caso,  si tratta  di un uomo, già incarcerato per rapine, che è evaso nel maggio del 2013 dalla prigione di Losanna assieme ad altri  quattro detenuti ed è stato catturato in Francia tre mesi  dopo.

ANALISI

Numero crescente di imputati e condannati non residenti in Svizzera
I gruppi criminali mobili sono un fenomeno noto da tempo. Il progresso tecnologico e la maggiore mobilità offrono però a tali gruppi nuove possibilità e contribuiscono alla crescente internazionalizzazione del fenomeno. Questa tendenza si rispecchia nelle statistiche svizzere delle  sentenze  penali  e  nelle  statistiche  criminali  di polizia: dal 2009 è in aumento il numero degli adulti imputati e condannati che non risiedono in  Svizzera, sebbene nel 2014  sia stato registrato un rallentamento di tale crescita. L’assenza a livello svizzero di dati statistici dettagliati sugli imputati per il periodo antecedente il 2009 non permette di operare confronti nel lungo periodo. Per  giunta, neanche le statistiche sono in grado di fornire indicazioni su quanti siano real mente  i gruppi  criminali  mobili  che  agiscono  nel  Paese.  Nella maggioranza  dei reati, vi  è infatti una  parte considerevole  di  sommerso.
Anche  a  causa  della  mancanza  di  prospettive economiche in alcuni dei Paesi di origine, è improbabile che le attività dei gruppi criminali mobili diminuiscano significativamente in Svizzera nel medio termine.

Criminalità   del  Maghreb

SITUAZIONE

Aumento del numero di imputati
Nel 2011  e nel 2012 si è registrato un notevole aumento  del numero di individui provenienti dagli Stati del Maghreb della Tunisia, del Marocco e dell’Algeria de nunciati penalmente in Svizzera. Nel 2013 tale numero era invece nuovamente sceso. È quanto emerge da una valutazione incentrata sulla delinquenza delle persone originarie dei Paesi citati nel periodo compreso tra il 2009 e il 2013, ossia prima e dopo l’inizio del la  primavera  araba.
Tra il 2011  e il 2013 la quota più consistente di imputati provenienti da questi Stati era costituita da persone rientranti nel settore dell’asilo. Durante que sto periodo il profilo più ricorrente tra questi crimina li era rappresentato da uomini, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, accusati perlopiù di aver commesso presunti reati patrimoniali, segnatamente furti. Ad esempio,  nel  2013  quasi  il  30  per  cento  degli  imputati registrati  dalla  polizia  per  sospetta  effrazione  ai  danni di autoveicoli, erano richiedenti l’asilo originari di uno dei Paesi del Maghreb menzionati in precedenza. Tra il 2011 e il 2013 la maggior parte dei richiedenti l’asilo è stata denunciata penalmente nei Cantoni di Zurigo, San Gallo, Basilea Città, Berna, Argovia e Turgovia. Nello stesso periodo è cresciuta significativamente anche la delinquenza di cittadini tunisini, marocchini e algerini soggiornanti illegalmente nel Paese, ma non appartenenti al settore dell’asilo. Il profilo criminale di questi soggetti è paragonabile a quello degli imputati del settore dell’asilo; tra il 2011 e il 2013 si sono registrati casi di questo tipo principalmente nei Cantoni di Ginevra, Berna, Zurigo e Vaud. Il numero degli imputati di cittadinanza tunisina, marocchina e algerina che risiedono in via permanente in Svizzera è invece calato leggermente nel periodo oggetto di analisi.

Più infrazioni
Dal 2011 si è registrato un netto incremento di cittadini tunisini, marocchini ed algerini accusati di infrazioni alla legge sugli stupefacenti. Nel 2013 il loro numero è tuttavia di nuovo calato. L’aumento del numero di reati di droga compiuti da maghrebini è correlato al loro crescente consumo di stupefacenti. I dati relativi allo spaccio di stupefacenti sono rimasti invece pressoché immutati. Nella maggior parte dei casi i sospettati erano coinvolti nel piccolo spaccio di marijuana o hashish, mentre rare sono state le denunce che hanno riguardato il traffico di droga. Infine, la polizia ha registrato un aumento continuo di violazioni della legge sugli stranieri per soggiorno illegale.

ANALISI

La primavera araba come causa primaria
La primavera araba è stata accompagnata in Svizzera da un aumento numerico degli imputati tunisini, marocchini ed algerini. Le crisi politiche seguite alla caduta del regime tunisino all’inizio del 2011 hanno causato un movimento migratorio, prevalentemente di giovani uomini, verso l’Europa, un numero significativo dei quali ha chiesto asilo in Svizzera. Anche l’aumento dei richiedenti l’asilo algerini e marocchini potrebbe essere parzialmente ricondotto alle agitazioni in Nord Africa come pure alla situazione economica più difficile in Stati europei dove parte di questi migranti si era già insediata prima della primavera araba.
La delinquenza delle persone provenienti dal Maghreb, rientranti nel settore dell’asilo o soggiornanti illegalmente in Svizzera, potrebbe essere spiegata da un lato da fattori sociodemografici come l’età, il sesso, il reddito e il livello d’istruzione, e dall’altro dall’emarginazione sociale, dall’uso frequente di alcol e droghe e dalla mancanza di prospettive, sia nel Paese di origine che qui in Svizzera.
I reati registrati in Svizzera commessi da cittadini tunisini, marocchini ed algerini riguardano generalmente la piccola criminalità. Nel periodo oggetto di analisi, la maggior parte degli imputati di origine maghrebina era costituita da persone rientranti nel settore dell’asilo. Queste persone sono accusate di aver commesso in particolare furti non professionali. Secondo le indicazioni della polizia, la refurtiva sarebbe stata perlopiù in seguito utilizzata dagli stessi autori oppure rivenduta. In alcuni casi sarebbe stata invece spedita ai propri familiari nel Paese di origine. I cittadini tunisini, marocchini ed algerini hanno svolto un ruolo piuttosto subordinato nel mercato degli stupefacenti, operando nella maggioranza dei casi al termine della catena di vendita, come piccoli spacciatori di prodotti della cannabis (marijuana e hashish). Il numero accertato di bande i cui membri operano  in modo organizzato e secondo una suddivisione dei compiti è stato inoltre relativamente basso. Sulla base delle informazioni di polizia valutate, non è stata infine riscontrata la presenza di alcuna organizzazione criminale ai sensi dell’articolo 260ter del Codice penale (CP).

Gruppi criminali di  altre regioni

SITUAZIONE

Gruppi criminali dell’America Latina
I gruppi criminali dell’America Latina detengono una quota sostanziale del traffico globale di cocaina e  hanno un ruolo indiscusso nell’esportazione di tale sostanza verso l’Europa. In Svizzera sono attivi soprattutto gruppi della Repubblica dominicana che  dispongono di reti di distribuzione ben strutturate.  Le autorità svizzere di perseguimento penale devo no però confrontarsi regolarmente anche con crimi nali provenienti da altre regioni dell’America Lati na. Nell’anno in esame, ad esempio, l’MPC ha promosso l’accusa contro quattro esponenti di spicco  di un’or ganizzazione criminale boliviana. Gli accusa ti sono chiamati a rispondere della gestione di un  in gente traffico di stupefacenti tra il Sud America  e l’Europa, soprattutto in Svizzera, Italia e Spagna.  Nel quadro delle indagini dell’MPC, della PGF e del le autorità cantonali ed estere si sono scoperti 20 trasporti di cocaina già tagliata, per un peso com plessivo di 231  chilogrammi. La droga veniva portata  da corrieri in aereo  in valigie dotate di  doppio fondo. I quattro devono rispondere tra l’altro di  partecipazione ad un’organizzazione criminale e di  gravi infrazioni alla legge sugli stupefacenti di fron te al Tribunale penale federale di Bellinzona. Al tri membri del gruppo sono già stati condannati da  tribunali cantonali e stranieri. Il procedimento nei  confronti del presunto capo dell’organizzazione criminale, latitante da tempo, è stato temporaneamente  sospeso.

Gruppi turchi
I gruppi criminali provenienti dal la  Turchia  rivestono  un  ruolo  decisivo  per  il  traffico  di eroina in Europa. Essi fungono da grossisti dell’eroina afghana lungo la rotta balcanica e in particolare in Turchia. Tra  l’altro  riforniscono gruppi di etnia alba nese  che  hanno  il  dominio  dello  spaccio  in  Svizzera.  I criminali turchi controllano tuttavia anche parte del lo spaccio di eroina in alcuni Stati europei. Secondo le informazioni della Polizia i gruppi turchi detengono una quota significativa dello spaccio anche nel no stro Paese. Tipicamente, i corrieri portano direttamente in Svizzera dalla Turchia fino a svariate decine di  chili di eroina,  utilizzando  veicoli  appositamente predisposti.  I  criminali  si  riforniscono  spesso  anche  di piccoli quantitativi di eroina nei Paesi europei che fungono da centri  di  smistamento  per  la  droga,  come i Paesi Bassi, e non di rado trafficano anche altre  sostanze stupefacenti. Un caso trattato nell’anno in  esame dalle autorità di perseguimento penale del Cantone di Zugo è rappresentativo di questo modus operandi. Nel quadro di indagini, tra l’altro per partecipazione ad un’organizzazione criminale ed infrazione aggravata alla legge sugli stupefacenti, si è scoperto un notevole traffico di eroina gestito da un gruppo turco. Le indagini hanno portato al sequestro di 55 chili di eroina dall’elevato grado di purezza, di armi e vari be ni patrimoniali nonché all’arresto di  15 persone. Si tratta di uno dei casi maggiori di traffico di eroina in Svizzera degli ultimi anni. Le autorità di Zugo sono state sostenute nelle indagini da vari corpi di polizia cantonali, dalla  PGF  e  dal Corpo delle guardie di  confine  (Cgcf).

Gruppi cinesi
Al contrario di quanto si verifica in altri Stati europei, in Svizzera non si rileva una forte presenza della criminalità organizzata di origine cinese. Vi sono però ripetuti indizi di attività criminali ad opera di cittadini cinesi in Svizzera. Questo interessa, tra  l’altro,  i  settori  della  tratta  di  esseri  umani  e  del traffico di migranti. In alcuni casi sono stati riscontrati  legami  con  gruppi  criminali  che  operano  prevalentemente  all’estero.

Biker e gruppi analoghi
Anche nell’anno  in esame  l’ambiente  dei  biker  e  di  gruppi  analoghi  in Svizzera ha dimostrato una particolare vivacità. Sono stati reclutati numerosi nuovi membri e sono state create varie ramificazioni, in parte di nuovi gruppi. Tuttavia,  alcune  di esse si sono nuovamente  sciolte dopo poco tempo. Particolarmente attivi ed instabili sono i gruppi analoghi ai biker, dominati soprattutto da individui originari dell’Europa sud-orientale e della Turchia. Secondo le informazioni della polizia vi sarebbero notevoli tensioni tra singoli gruppi di biker e  gruppi  loro  analoghi  e  anche  all’interno  degli  stessi. Singoli episodi attestano il potenziale di violenza dell’ambiente. Vari procedimenti delle autorità di per seguimento penale in Svizzera e all’estero, tra l’altro per criminalità organizzata, hanno confermato anche la forza criminale di alcuni biker e gruppi analoghi presenti in Svizzera. I membri di tali gruppi sarebbero tra l’altro implicati in lesioni personali gravi, reati  patrimoniali, infrazioni alla legge sugli stupefacenti e nella tratta di esseri umani. Tali indizi emergono dai numerosi procedimenti condotti dalle autorità di per seguimento penale tedesche strettamente correlati al la Svizzera. Nel quadro di uno di questi procedimenti, nel novembre del 2014, un esponente svizzero del gruppo dei supporter degli «Hells Angels» in Germania è stato condannato in prima istanza a due anni e mezzo di prigione per spaccio di droga organizzato in banda. In un altro  caso,  concernente la  tratta di esseri umani, che ha coinvolto i membri dei «Black  Jackets», ramificazione tedesca di un gruppo analogo ai biker, il principale colpevole, un albanese residente in Germania, ex presidente del gruppo, è stato con dannato a nove anni e mezzo di detenzione nell’agosto del 2014. Secondo le informazioni della polizia, aveva costretto le sue vittime a prostituirsi anche in Svizzera. Molti di questi procedimenti condotti dalle autorità tedesche sono stati sostenuti da corpi di poli zia  cantonali  e  dalla  PGF. 

ANALISI

Diverse forme di criminalità organizzata
I  gruppi criminali differiscono molto tra loro per stru tura e reati commessi. Si spazia dalle effrazioni in serie commesse da bande di ladri orga nizzate al traffico di droga,  passando  per la tratta di  esseri  umani  fino  al riciclaggio di denaro. La criminalità organizzata rappresenta quindi per la Svizzera una molteplice minaccia.

ESTRATTO RAPPORTO FEDPOL 2015

Fedpol agisce su diversi fronti per contrastare le organizzazioni criminali: da un lato, analizza e coordina i procedimenti alivello cantonale, dall’altro, indaga per conto del Ministero pubblico della Confederazione (MPC), per il quale la lotta alla criminalità organizzata costituisce una priorità strategica. In merito alla criminalità organizzata italiana, la strategia dell’MPC si concentra sulla cooperazione e l’assistenza giudiziaria conl’Italia. Nell’ottobre 2015 le indagini di fedpol hanno permesso di condannare, in prima istanza in Italia, due persone residenti in Svizzera per appartenenza a un’associazione di tipo mafioso, nello specifico alla ’ndrangheta. Quando i sospetti di appartenenza aun’organizzazione criminale non sono sufficientemente fondati per condannare una persona sulla base di questo capo d’accusa, le autorità di perseguimento penale svizzere tentano di incriminarla per i singoli reati commessi. A fine 2014 e a settembre 2015, sono state condannate diverse persone considerate da fedpol come appartenenti ad ambienti vicini alla ’ndrangheta per traffico di droga edi armi. fedpol indaga anche, per conto dell’MPC, su altri reati commessi da organizzazioni criminali, tra cui il riciclaggio di denaro elacorruzione.

La criminalità organizzata di origine italiana
Di tutte le organizzazioni mafiose italiane presenti in Svizzera, la ’ndrangheta è quella più radicata. Tale primato è stato confermato nel 2015: il 22 ottobre il Tribunale di Reggio Calabria ha condannato dueitaliani residenti nel CantonediTurgovia adodici equattordici anni di carcere per appartenenza a un’organizzazione mafiosa. Questa è la prima sentenza, tuttavia non ancora passata in giudicato, che conferma la presenza di una struttura della ’ndrangheta in Svizzera. I due uomini sono accusati di aver fondato e gestito una cosiddetta «locale» a Frauenfeld. Esistente find agli anni ’70, questa «locale» è stata ricollegata in particolare al traffico di droga. Fedpol ipotizza che oltre a quella di Frauenfeld vi siano altre strutture della ’ndrangheta in Svizzera. Le «locali» sono gestite da diverse regioni d’Italia e ci sono indizi che lasciano presumere che tra alcune di queste cellule vi siano forme di collaborazione, ma anche che altre siano invece in concorrenza. Le persone attive in Svizzera sono estremamente discrete, in genere sono benintegrate nella società e hanno un lavoro regolare. I presunti membri dell’associazione mafiosa sono spesso coinvolti nel traffico di droga, in rapine, furti, truffe, tratta di esseri umani, contraffazioni e organizzazione di scommesse e giochi illegali.
Inoltre spesso accade che i regolamenti di conti della ’ndrangheta in Italia vengano commessi con armi provenienti dalla Svizzera. Si presume che arrivino in piccoli lotti in Italia in cambio dell’introduzione illegale di stupefacenti in Svizzera.

Analisi e coordinamento da parte di Fedpol
Fedpol assume la funzione di coordinamento e analisi a sostegno dei Cantoni per quei gruppi criminali il cui perseguimento non è di competenza della Confederazione. Nell’ambito del progetto AJR «ArmedJewel Robbery» (rapina a mano armata in negozi di gioielli), Fedpol scambia con i Cantoni indizi, informazioni scaturite dalle indagini e dalle analisi. Il progetto permette a Fedpol di avviare le prime indagini quando dagli indizi dall’estero si presume che i sospettati si stiano dirigendo verso la Svizzera o vi si trovino già. Una volta accertato il luogo di soggiorno di questi ultimi o la destinazione, la responsabilità delle indagini passa da Fedpol alle autorità cantonali competenti. Nel 2015, diversi gioiellieri in Svizzera hanno subito rapine a mano armata, verosimilmente ad opera di gruppi criminali lituani. Gli autori spesso agiscono ricorrendo a una brutalità estrema per raggiungere i loro scopi, suscitando grande scalpore nei media. Tuttavia, sul totale delle rapine a mano armata registrate in Svizzera, quelle commesse dai gruppi lituani rappresentano un fenomeno piuttosto marginale.Il pericolo reale è costituito dalla violenza con cui gli autori agiscono: nei 25 casi segnalati tra il 2005 e il 2015 sono rimaste ferite una decina di persone, alcune gravemente; altre sono state uccise nel corso di due rapine commesse a Glarona nel 2005 e aZurigo nel 2007. Il bottino stimato dei furti è di circa dieci milioni di franchi.
Fedpol presume che le bande lituane siano attive in Svizzera dall’inizio del nuovo millennio. Gli autori generalmente non vivono nel nostro Paese; inoltre non vi sono informazioni attendibili sulla struttura di questi gruppi. Le indagini della polizia hanno tuttavia stabilito che le rapine sono pianificate ecoordinate su scala internazionale. Contrastare questo livello di organizzazione richiede una cooperazione stretta ed efficace con le autorità di polizia estere, Europol, Eurojust e INTERPOL. Da ottobre 2013, Fedpol tiene traccia delle informazioni sulle rapine in gioiellerie. I Cantoni conducono il procedimento penale, mentre Fedpol assume il coordinamento e l’analisi a livello nazionale. Europol fornisce inoltre alla Svizzera preziose informazioni sui risultati delle indagini e delle analisi di altri Paesi europei, che consentono di mettere in evidenza correlazioni con l’estero.
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COSA DICONO REPORT ITALIANI SULLA MAFIA IN SVIZZERA

I report italiani dell’antimafia trattano spesso quanto succede in Svizzera in quanto la mafia italiana è da sempre attratta daglle attività in terra elvetica.

ESTRATTO RAPPORTO DIA PRIMO SEMESTRE 2017
“”La Svizzera si caratterizza per una popolazione composta da una elevata percentuale di individui di origine italiana, stabilitisi in territorio elvetico a seguito del massiccio esodo verificatosi, sin dalla seconda metà del novecento, da Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. La migrazione dalle citate regioni, ad alta densità mafiosa, avrebbe coinvolto anche soggetti organici alle realtà criminali dei territori di origine. Nel tempo, le organizzazioni criminali hanno tra l’altro potuto sfruttare anche l’istituto del “segreto bancario”, storicamente caratterizzante la normativa di quel Paese, superato dal mese di febbraio 2015 a seguito della firma del “Protocollo d’intesa fra Italia e Svizzera in materia fiscale”, che prevede e disciplina lo scambio di informazioni nello specifico settore. Nel 2015, inoltre, è stato presentato, al Consiglio federale elvetico, il primo  Rapporto sulla valutazione nazionale dei rischi legati al riciclaggio di denaro ed al finanziamento del terrorismo.  Al riguardo, viene riferito che la Svizzera non è immune dalla criminalità finanziaria e rimane una destinazione privilegiata per il riciclaggio dei proventi derivanti da reati, per lo più commessi all’estero. Per quanto attiene agli ambiti sottoposti alla Legge elvetica sul riciclaggio di denaro, l’attenzione viene focalizzata sul settore bancario e della gestione patrimoniale, sulle operazioni fiduciarie, nonché sui servizi di trasferimento di denaro e valori, mentre per le assicurazioni, le case da gioco ed i servizi di credito il rischio sarebbe considerato di modesta entità. Altri settori esaminati nel  Rapporto, come le banche  retail, il commercio di valori mobiliari, di metalli preziosi, i cambi di valuta e le prestazioni del traffico dei pagamenti, sono considerati esposti a rischi di media entità. Sempre secondo le Autorità svizzere, le misure esistenti per prevenire e ridurre il rischio di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo sono però considerate proporzionate. Parallelamente, la Svizzera dispone di organismi istituzionali deputati al contrasto del riciclaggio. É il caso dell’Ufficio per le comunicazioni in materia di riciclaggio di denaro (MROS), istituito nel 1997 in seno all’Ufficio federale di polizia, che funge da filtro e da tramite fra gli intermediari finanziari e le Autorità inquirenti. Si tratta, quindi, di un ufficio centrale nazionale che, in virtù della menzionata Legge sul riciclaggio riceve, analizza ed eventualmente trasmette alle autorità inquirenti le segnalazioni sospette inviate dagli intermediari finanziari, concernenti il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo ed i valori patrimoniali di illecita provenienza. Il MROS è anche un’autorità specializzata che pubblica, annualmente, un  Rapporto contenente statistiche anonime sull’evoluzione della lotta al riciclaggio di denaro ed al fiiinanziamento del terrorismo; l’elaborato viene poi inoltrato, ai fini informativi, agli intermediari finanziari svizzeri. Dal punto di vista organizzativo il MROS – che è membro del Gruppo Egmont – è una sezione dell’Ufficio federale di polizia. Non si tratta, tuttavia, di un’autorità di polizia, bensì di un’autorità amministrativa con compiti specifici. Per quanto attiene alla presenza criminale sul territorio, le evidenze raccolte nel corso del semestre in esame confermerebbero gli interessi prioritari della  ’ndrangheta. Ci si riferisce, in primo luogo, agli esiti dell’operazione “L’Isola del vento”, grazie alla quale, nel mese di marzo, la Guardia di Finanza ha sequestrato un parco eolico di Isola Capo Rizzuto – tra i più grandi d’Europa – e le Società a questo collegate, tutte riconducibili agli ARENA, per un valore di 350 milioni di euro. Nel dettaglio, attraverso un articolato sistema basato su una fitta rete di società estere (con sede in Germania, Svizzera e Repubblica di San Marino) detentrici formali delle quote sociali di tre società aventi sede a Crotone e a Isola di Capo Rizzuto, un referente della  cosca aveva avviato e realizzato il citato parco eolico. Nel periodo in argomento sono proseguite, con la collaborazione del collaterale elvetico, le attività investigative avviate a carico di alcuni soggetti, ritenuti contigui alla criminalità organizzata, sospettati di riciclaggio nei settori della ristorazione e dell’edilizia. Al contempo è stata avviata un’ulteriore attività di scambio info-investigativo per l’esecuzione di accertamenti su soggetti facenti parte di un’organizzazione criminale legata alla  ’ndrangheta, anch’essa dedita al riciclaggio.

ESTRATTO RAPPORTO DIA SECONDO SEIMESTRE 2017
Nel  febbraio  2015,  con  la  firma  del  “Protocollo  d’intesa  fra  Italia  e  Svizzera  in  materia  fiscale”,  è  stato  previsto  e disciplinato  uno  scambio  di  informazioni  nello  specifico  settore.  Infatti,  come  anche  evidenziato  nel  “Primo rapporto  sulla  valutazione  nazionale  dei  rischi  legati  al  riciclaggio  di  denaro  ed  al  finanziamento  del  terrorismo”,  presentato nel  2015 al  Consiglio  federale  elvetico,  la  Svizzera  non  sarebbe  immune  dalla  criminalità  finanziaria e permarrebbe  fra  le  destinazioni  privilegiate  per  il  riciclaggio  dei  proventi  derivanti  da  reati  per  lo  più  commessi  all’estero. Al  riguardo,  un  apposito  organismo  denominato  “Ufficio  per  le  Comunicazioni  in  Materia  di  Riciclaggio” riceve,  analizza  ed  eventualmente  trasmette  alle  autorità  inquirenti,  le  segnalazioni  di  operazioni  sospette  inviate dagli  intermediari  finanziari.  L’attenzione  sarebbe  in  prevalenza  focalizzata  sul  settore  bancario  e  della  gestione patrimoniale, sulle operazioni fiduciarie nonché sui servizi di trasferimento di denaro e valori. Nel  periodo  in  argomento,  la  cooperazione  di  polizia  con  il  collaterale  elvetico  ha  riguardato  un’attività  investigativa sviluppata  nei  confronti  di  alcuni  soggetti,  finalizzata  ad  accertare  possibili  infiltrazioni  della  criminalità  organizzata. Il  4  dicembre  2017,  a  Zurigo,  è  stato  tratto  in  arresto  il  latitante  SIGNORELLO  Salvatore  Josè,  ricercato  dal  mese di  novembre  2016,  allorquando  si  sottraeva  all’esecuzione  dell’ordinanza  di  custodia  cautelare  in  carcere  nell’ambito  dell’operazione  “Lex”,  in  quanto  ritenuto  responsabile  del  reato  di  associazione  di  tipo  mafioso  quale partecipe alla  cosca CHINDAMO – FERRENTINO, attiva a Laureana di Borrello (RC) e zone limitrofe.

ESTRATTO RAPPORTO DIA PRIMO SEMESTRE 2018
La  Svizzera  risulta  segnata  da  forme  di  criminalità  finanziaria  interessate  a  riciclare  i  proventi  illeciti  derivanti, in  larga  parte,  da  reati  commessi  al  di  fuori  della  Confederazione. L’attività  di  cooperazione  con l’Italia  si  realizza,  innanzitutto,  attraverso  l’interscambio  informativo  previsto  dal “Protocollo  d’intesa  del  23  febbraio  2015,  fra  Italia  e  Svizzera,  in  materia  fiscale”. L’attenzione  delle  autorità elvetiche,  inoltre,  appare  focalizzata  sul  settore bancario e  della  gestione  patrimoniale. In  proposito,  !'”Ufficio  per  le  Comunicazioni  in  Materia  di  Riciclaggio”  della  Confederazione  riceve,  analizza  ed eventualmente  trasmette  alle  autorità  inquirenti,  le  segnalazioni  sospette  inviate  dagli  intermediari  finanziari. Sul  piano  investigativo  si  segnala che  il  17 aprile  2018,  i  Carabinieri hanno  individuato,  in Svizzera, beni  per  700 mila  euro,  riconducibili  ad  un sodale  di  rilievo  defunto  dei  FARAO-MARINCOLA,  tra cui  anche un dipinto  della scuola  del  Caravaggio.

“Il  capoluogo  pontino  è  segnato  dal!’ operatività  anche  di  altre  organizzazioni  criminali. L’operazione “Arpalo”908,  conclusa  il  16  aprile  2018  dalla  Polizia  di  Stato  e  dalla  Guardia  di  finanza,  ha fatto  luce su  un’associazione  a  delinquere  che  aveva  realizzato  frodi  fiscali  per circa  200  milioni  di euro,  utilizzando  anche società  fittizie  costituite  in Svizzera  e  a  Latina,  grazie  al  contributo  di  un  commercialista,  vicino  alla  famiglia  dei DI  SILVIO. “
“Arresto,  effettuato  dai  Carabinieri  il  19  aprile  2018  a  Savogna  d’Isonzo  (GO), di  un  cittadino  bosniaco  che  percorreva  un  tratto  autostradale  alla  guida  di  un’autovettura,  con  targa  svizzera,  al  cui  interno  erano  occultati 8  fucili  kalashnikov,  12  caricatori,  2  pistole  e  2  silenziatori”.
“operazione” Ocean’s  Twelwe”  che  ha  svelato  la  presenza  di  un  noto  esponente  del  clan  SINESI-FRANCAVILLA  nella  banda  di  cerignolani  che  ha  tentato  il  furto  ad  un  caveau  in Svizzera,  e  l’operazione  “Crazy  Mannot”,  nell’ambito  della  quale,  il 7  giugno  2018,  a  Foggia,  i  Carabinieri  hanno  eseguito  l’OCCC  n.  319/18  RGNR  e  n.  743/18  emessa  dal  Tribunale  di  Larino  (CB)  il  5.06.2018 nei  confronti  di  3  soggetti,  tutti  pregiudicati,  ritenuti  responsabili  di  associazione  per  delinquere  finalizzata  alla  commissione  di  reati  contro il  patrimonio  (furto  aggravato,  rapina,  riciclaggio).  Tra  gli  indagati  figura  un  elemento  appartenente  alla  società  foggiana,  figlio  del  boss  ai vertici  della  batteria  MORETTI-PELLEGRINO-LANZA”.
“Con  riferimento  ai  rapporti  di  collaborazione  tra  consorterie,  nell’ambito  dell’operazione  “Ocean’s  Twelwe”,  eseguita  dai  Carabinieri  tra  la Svizzera  ed  alcune  località  del  Nord  Italia  (più  avanti  meglio  descritta),  è  emerso  il  coinvolgimento  di  un  elemento  di  spicco  della  batteria mafiosa  SINESI-FRANCAVILLA nella  banda  dei cerignolani  arrestati,  specializzata  in furti  di  ingente  valore”.
“11  modello  organizzativo  sinora  tracciato  continua  ad  essere  replicato,  oltre  che  in  Calabria,  anche  in  altre  aree nel  Nord  Italia  ed al!’ estero,  con  proiezioni  operative  in Germania,  in Svizzera,  Spagna,  Francia,  Olanda e  nell’Est Europa,  nonché  nei  continenti  americano  (con  particolare  riferimento  al  Canada)  ed  australiano”.
 Prov.  di  Varese, Torino,  Crotone Lugano  (Svizzera) 12  febbraio  2018 – E’  stato  eseguito  il  sequestro1407  del  patrimonio  immobiliare,  nonché  di  due  quote  societarie  e  due  rapporti  finanziari,  nei  confronti  di  due  fratelli,  imprenditori  campani  pluripregiudicati  operanti  nel  varesotto  e  ben  radicati  nel  contesto  criminale  lombardo, specializzati  nella  gestione  di  discariche  abusive  e  nel  traffico  illecito  di  rifiuti. 5  mln  Euro
Svizzera 17 aprile  2018 – Sono stati  individuati,  in Svizzera,  beni per 700  mila  Etrro,  riconducibili  ad  un  defunto  sodale di  rilievo  dei  FARAO-MARINCOLA,  tra cui anche un  dipinto  della scuola  del  Caravaggio.
COOPERAZIONE MULTILATERALE: Sempre  nel  semestre,  nell’ambito  dall’  Analysis  Project  SUSTRANS,  la  DIA  ha  partecipato  ad  una  riunione, organizzata  a  Basilea  (Svizzera),  da  EUROPOL e  dal  Base/  Institute  on  Governance1044,  finalizzata  a  creare  una  rete internazionale  di  esperti  impegnati nel  settore  del  contrasto  al  riciclaggio  realizzato  mediante  l’uso  della  moneta virtuale.
In  tale  quadro,  oltre  ai  rapporti con i  Liaison  Officer  dell’Unione  Europea,  assumono  particolare  rilievo  le  relazioni dirette  con  gli  Ufficiali  di  Collegamento  degli  Stati  Uniti  d’America,  della  Svizzera,  dell’Australia  e  del  Canada.
“Per  quanto  attiene  all’esportazione  del  modello  ‘ndranghetistico  in Germania  sono  emerse conferme  all’esito  dell’operazione  RHEINBRUCKE, grazie  alla  quale  sono  stati  individuati  alcuni  componenti  delle  cosca  dì  Fabrizia  (VV)  che  avevano  costituito  in  territorio  tedesco  una  vera  e propria  articolazione  territoriale  denominato “locale”.  Le  indagini  hanno  consentito,  altresi,  di individuare  altre  persone  inserite  in  un  contesto di  ‘ndrangheta,  appartenenti  alla  “Società  di  Singen”  ed  al  contempo  di  accertare  l’esistenza  di  altre  “locali”  omologhe  nelle  città  tedesche  di Rielasingen,  Ravensburg  ed  Engen,  e  di  approfondire  il  rapporto  che  lega  tali  strutture  con  la  ‘ndrangheta  della  provincia  di  Reg~o  Calabria. La  predetta  indagine,  costituisce  lo  sviluppo  dell’operazione “Helvetia”  che  ha  fatto  luce  sulla  presenza  di  alcuni  esponenti  della  ndrangheta in  Svizzera”.

PROIEZIONI ‘NDRANGHETA IN SVIZZERA
di Yoghi e Salvatore Calleri

La Svizzera è tradizionalmente considerata un Paese in cui transitano le armi e gli stupefacenti destinati alla ‘Ndrangheta reggina, soprattutto nel corso della seconda guerra di mafia che ha interessato tale area geografica. In questa direzione va la cosiddetta l’indagine “OLIMPIA” che aveva documentato negli anni ‘90 come i canali di rifornimento  di ingenti partite di armi, sul suolo svizzero, fossero stati attivati ed utilizzati dalla famiglia “PAVIGLIANITI” di San Lorenzo (RC) e dall’organizzazione “DI GIOVINE”, direttamente collegate alle cosche reggine.
Per la famiglia “PAVIGLIANITI” la Svizzera costituiva un comodo valico per fare arrivare in Italia le armi acquistate nei paesi dell’Est Europeo, quali la Bulgheria e L’Ungheria. Mentre la famiglia “DI GIOVINE”, stanziata per lo più in Lombardia, grazie alle solide propaggini in Svizzera, si riforniva di ingenti quantitativi di armi direttamente dal trafficante Maurizio BOSETTO, conosciuto come fornitore di materiale bellico svizzero.
Si deve notare, in proposito, come il collaboratore di giustizia, SCOPELLITI Giuseppe, riconducibile allo schieramento dei “DI GIOVINE-SERRAINO”, avesse riferito come alcuni componenti la cosca capeggiata dal noto IMERTI Antonino (detto “nano feroce”) si fossero recati spesso in Svizzera, utilizzando i mezzi di trasporto pubblico, per l’acquisto di armi direttamente in armeria, rientrando in Italia con il treno o con pullman di linea, al fine di eludere i controlli ai valichi di frontiera.
Altre conferme sono giunte anche da un’altra collaboratrice di giustizia, DI GIOVINE Rita, che con le sue dichiarazioni ha evidenziato l’importante ruolo assunto nel tempo dal gruppo “DI GIOVINE” nel campo delle importazioni di micidiali armi dal territorio svizzero quali Kalashnikov, pistole, bazooka da destinarsi alla ‘Ndrangheta del capoluogo.
In relazione alle presenze di famiglie di ‘Ndrangheta in Svizzera, nel 2004, è di rilievo l’indagine “DIRTY MONEY” del ROS, condotta mediante una stretta e proficua collaborazione tra le autorità elvetiche e quelle italiane, la quale ha documentato la presenza di  qualificati esponenti della cosca “FERRAZZO” di Mesoraca (KR) nella zona di Zurigo. In particolare è emerso che  erano state allestite due grosse società finanziarie, la WSF AG e la PP FINANZ AG con lo scopo di raccogliere i capitali di investitori svizzeri e internazionali per intervenire sul mercato Forex ed operare transazioni economiche/monetarie. Risulta evidente che tali finanziarie erano divenute il luogo dove depositare e far transitare ingenti somme provenienti dalle attività illecite della cosca. A partire dall’inizio degli anni 2000, era iniziata la programmata spoliazione delle società stesse, con il dirottamento dei capitali legati direttamente e indirettamente alla ‘Ndrangheta verso dei conti offshore nella disponibilità degli amministratori.
Tale indagine evidenziava pure il riciclaggio connesso al consistente traffico di droga condotto dal gruppo, capeggiato da FERRAZZO Mario Donato. L’attività, collegata ad indagini parallelamente condotte dall’Arma di Luino (VA), in collaborazione con la Polizia Cantonale del Ticino (indagine “TRE TORRI/TRITUR”), dalla Polizia Cantonale di Zurigo (indagine “SECONDO”) e dalla Polizia Giudiziaria Federale Svizzera (indagine “QUATUR”), ha monitorato il circuito di riciclaggio dei narcoproventi della cosca “FERRAZZO”, organizzato attraverso le società svizzere World Financial Service AG, PP Finanz AG e  OXALIS.CFS AG, con l’appoggio di un noto avvocato milanese, vera mente delle operazioni finanziarie.
Il gruppo anche ha mantenuto negli anni analoga operatività, con specifiche proiezioni criminali in Svizzera nel “settore” del traffico internazionale di armi comuni e da guerra, importate dalla Svizzera e consegnate a soggetti di volta in volta diversi attraverso i valichi lombardi di Como/Ponte Chiasso (CO), Maslianico (CO) e Gaggiolo (VA). 
Tale metodologia criminale trova conferma attraverso le acquisizioni probatorie derivanti della nota operazione “CRIMINE”, dove è stata documentata l’operatività di strutture della ‘Ndrangheta in Svizzera e più precisamente nelle città di Zurigo e Frauenfeld e zone limitrofe, nell’ambito delle quali risulterebbero inseriti diversi personaggi di origine calabrese, espressione dei Locali e delle ‘ndrine della provincia di Reggio Calabria.
In particolare le indagini hanno evidenziato come alla testa di una delle  locali operanti in Svizzera operava un soggetto di origine calabrese, soprannominato “lo svizzero”, entrato in contrasto con l’omologa articolazione di Singen, facente capo a NESCI Bruno.
Tra il gruppo di NESCI e quello dello “svizzero”  erano sorti degli attriti in merito all’egemonia territoriale, laddove le rispettive organizzazioni avrebbe voluto esercitare il controllo anche sul territorio dell’altra. In tale contesto il NESCI, a differenza del capo della locale Svizzera di Frauenfeld, in virtù del ruolo rivestito si sarebbe sentito autorizzato ad agire in maniera autonoma essendo il suo comportamento approvato dal “capo società”, OPPEDISANO Domenico.
L’operatività della ‘ndrangheta in Svizzera, è confermata pure dall’operazione  RHEINBRUCKE, condotta il 07.07.2015 dal Comando Provinciale CC di Reggio Calabria, in collaborazione con l’Ufficio SIRENE ed i collaterali organi di polizia tedeschi, con l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare  in carcere nei confronti di 10 indagati per associazione mafiosa e concorso in associazione mafiosa, con l’aggravante del reato transnazionale in quanto commessi in Italia e Germania.
L’indagine, avviata nel 2012, non era altro che la prosecuzione dell’operazione HELVETIA, conclusa nell’agosto del 2014 con l’esecuzione di un fermo, che aveva permesso di fare luce sulla presenza di alcuni esponenti della ‘ndrangheta nella Svizzera tedesca al confine con la Germania. In tale contesto, l’attività si sviluppava utilizzando anche il materiale proveniente delle indagini il CRIMINE, per quanto concerne la presenza di locali di ‘ndrangheta in Germania rispondenti al “Crimine” di Reggio Calabria, nonché SANTA e CAPODUE, queste ultime due condotte rispettivamente dalla Procura tedesca di Costanza e dalla Procura Svizzera, su richiesta tramite rogatoria della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.  Le indagini consentivano di confermare l’esistenza di locali della ‘ndrangheta in Germania e l’interazione con quelle localizzate in Svizzera, individuandone i soggetti associati, i rispettivi ruoli e la loro subalternità al “Crimine di Polsi”.
Con la suddetta indagine si aveva la conferma di come l’esportazione del modello ‘ndranghetista in altri nazioni seguisse una sorta di processo di “clonazione”, come  evidenziato nella relativa ordinanza: la criminalità organizzata di stampo mafioso sorta ab origine nei territori calabresi ed oggi attiva negli stessi come in altre aree geografiche nazionali ed estere ove si è identicamente riprodotta come per clonazione. In sostanza, le indagini hanno consentito di individuare altri soggetti inseriti in un contesto di ‘ndrangheta, appartenenti alla “società di Singen” e pure di accertare l’esistenza di altri locali omologhi nelle città di Rielasingen, Ravensburg ed Engen, nonché di approfondire, oltre ai contrasti che emergevano tra gli appartenenti dei predetti locali, il rapporto  legava queste  con le citate strutture con la ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria. In particolare la locale di Rielasingen (cittadina tedesca al confine con la Svizzera),  si poneva in evidenza la sua diretta subordinazione al locale  di Fabrizia, piccolo paese del vibonese al confine con la provincia di Reggio Calabria. In tale contesto, attraverso il lavoro in Germania del LKA, incrociato con le intercettazioni ambientali registrate nell’ambito delle indagini CAPODUE della Procura elvetica, all’interno dell’esercizio “Bocce Club”, ubicato in  Svizzera, è stato possibile identificare altri soggetti che risultavano coinvolti in analoghe situazioni criminali. I profili di criminalità mafiosa espressi dall’associazione emersi nel provvedimento cautelare in questione, ancorati alle risultanze dei precedenti giudiziari, tra cui in particolare il processo il CRIMINE, emergono nel capo di imputazione contestato agli indagati che evidenzia come gli stessi abbiano fatto parte dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, del territorio nazionale ed estero costituita da molte decine di locali, articolate in tre mandamenti e con organo di vertice denominato “Provincia”, associazione che si avvale della forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva.
Siamo quindi di fronte alla esistenza di gruppi criminali  transnazionali.
Da un punto di vista analitico, al di là della struttura organizzativa della ‘ndrangheta emersa nei territori tedeschi e svizzeri, ad oggi non si conosce con quale pervasività tali gruppi criminali si siano instaurati in quelle zone e, soprattutto, con quale incidenza sull’economia e sulla popolazione, anche se sicuramente la situazione esistente deve far suonare dei campanelli d’allarme in chi è preposto al controllo della situazione.
Si deve inoltre notare che  l’accertata esistenza della locale di Fabrizia a cui si subordina quello tedesco di Rielasingen, pone in evidenza come quel territorio della provincia di Vibo Valentia, sebbene ricadente in un ambito criminale sotteso all’egemonia del Locale  dei “MANCUSO”, rilevi uno stretto legame ed una interconnessione, dal punto di vista criminale, con il “Crimine” della provincia di Reggio Calabria.

FATTI RILEVANTI INERENTI MAFIA IN SVIZZERA

4 marzo 2014 – In Brianza a Seveso è stata trovata una banca clandestina della ‘ndrangheta che esportava i capitali in Svizzera e San Marino. La polizia italiana ha smantellato tale organizzazione.
http://stopmafia.blogspot.it/2014/03/la-banca-clandestina-della-ndrangheta.html
22 agosto 2014 – Oggi una brillante operazione congiunta tra la Fedpol ed i Cc ha permesso di smantellare una locale di ‘ndrangheta in Svizzera.
9 marzo 2016 – 15 arresti in Svizzera – società di Frauenfeld
intervista all’avvocato ed ex procuratore Paolo Bernasconi
https://osservatoriomediterraneosullamafia.blogspot.com/2016/03/mafia-in-svizzera-15-arresti.html
23 agosto 2016 – Traffico di droga proveniente dal Portogallo  diretto  in Svizzera.
Spaccio di droga e ‘peculato militare’: sono le accuse che hanno portato alla denuncia di 14 persone, 9 delle quali finite in carcere, nel Varesotto. L’operazione, denominata “Touch and go”, e’ stata condotta dalla Guardia di Finanza continua su…
http://www.affaritaliani.it/milano/traffico-pezzi-di-ricambio-di-aerei-militari-arresti-a-varese-437422.html
23 settembre 2016 – Secondo le ipotesi un’avvocatessa dava disposizioni per portare il denaro da un conto svizzero nelle disponibilità di due capi della “banca della camorra”
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/avvocatessa-arrestata-1.2536167
12 febbraio 2017 – Collegamenti tra la cosca calabrese Trapasso e un ex granconsigliere spuntano dall’inchiesta Borderland a Catanzaro.
http://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Mafia-altri-legami-ticinesi-8709298.html
31 marzo 2017 – Leo Caridi, di 56 anni, reggente della ‘ndrina Caridi-Borghetto-Zindato di Reggio Calabria arrestato come latitante in Svizzera.
https://osservatoriomediterraneosullamafia.blogspot.com/2017/03/esponente-ndrangheta-arrestato-da.html
dicembre 2017 –
15 febbraio 2018 – operazione Stige, ‘ndrangheta infiltrata anche in Svizzera Il boss di Mesoraca e i capi del “locale” di Cirò intercettati.
https://www.quotidianodelsud.it/calabria/cronache/inchieste/2018/02/14/operazione-stige-ndrangheta-infiltrata-anche-svizzera-boss
23 marzo 2018 – il comasco è utilizzato come hub dai narcos albanesi per la droga diretta in Svizzera.
https://osservatoriomediterraneosullamafia.blogspot.com/2018/03/como-hub-narcos-albanesi-per-svizzera.html
4 aprile 2018 – Importante decisione permette estradizione boss ‘ndrangheta di cui al link.
https://www.tio.ch/svizzera/cronaca/1250812/il-boss-della–ndrangheta-puo-essere-estradato
16 aprile 2018 – Arresti e sequestri per 60 milioni di euro per un maxi riciclaggio inerente il Latina calcio. La Svizzera utilizzata come cassaforte.
http://www.ilsussidiario.net/mobile/Cronaca/2018/4/16/Latina-frode-fiscale-e-riciclaggio-maxi-operazione-Ultime-notizie-tra-gli-arrestati-Pasquale-Maietta/816568/
18 aprile 2018 -I cc di La Spezia sono arrivati a scoprire che un esponente del gruppo Farao-Marincola teneva i propri fondi in Svizzera.
7 maggio 2018 – operazione inerente asse droga tra Piemonte, Svizzera e Calabria.
http://www.cn24tv.it/news/173056/operazione-santa-cruz-traffico-di-droga-e-armi-tra-ossola-svizzera-calabria-e-lombardia.html
15 maggio 2018 – Arrestato narcos dominicano in Svizzera.
http://m.ilgiornale.it/news/2018/05/15/spunta-un-cartello-dominicano-dietro-la-coca-rosa-di-milano/1527174/
17 maggio 2018 – interessante inchiesta su come funziona il riciclaggio.
https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/falo/Bella-gente-10423994.html
27 novembre 2018 – Il Tribunale penale federale di Bellinzona ha condannato a 3 anni ed otto mesi “Cosimo”lo svizzero” per aver partecipato ad organizzazione criminale (‘ndrangheta).

COMUNICATI STAMPA SU FATTI RILEVANTI FORZE ORDINE ITALIANE

6 febbraio 2017

OPERAZIONE DIA GENOVA PORTA ALLA CONFISCA DI BENI IN FRANCIA E SVIZZERA

DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA

COMUNICATO STAMPA

LA D.I.A. DI GENOVA CONFISCA BENI
PER OLTRE VENTI MILIONI DI EURO A DUE IMPRENDITORI

Il Centro Operativo D.I.A. di Genova, al termine di complessi accertamenti, ha dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal Tribunale di La Spezia con il quale è stata applicata la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S., con obbligo di soggiorno nel comune di dimora abituale, per un periodo di anni due, nei confronti di PIRAS Roberto e TRUSENDI Riccardo, poiché entrambi indiziati di appartenere alla ndrangheta.
Con lo stesso provvedimento è stata disposta la misura di prevenzione patrimoniale della confisca dei beni a loro riconducibili, per un valore di oltre 20 milioni di euro.
Sia PIRAS Roberto che TRUSENDI Riccardo erano già stati arrestati da personale della D.I.A. di Genova, nellambito delloperazione “GRECALE LIGURE” (giugno 2015), per aver reimpiegato – in concorso tra loro – beni e titoli bancari provenienti da bancarotta fraudolenta e documentale.
Il mese successivo, sempre nel corso della stessa investigazione, i due soggetti erano stati, invece, colpiti da provvedimenti restrittivi della libertà personale per aver commesso i reati di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza delittuosa e falso.
Con lodierna misura di prevenzione patrimoniale sono stati confiscati numerosi veicoli industriali, quote societarie, nonché diversi beni immobili e conti correnti, alcuni dei quali ubicati anche in Francia e in Svizzera.

3 aprile 2017

SEQUESTRO DELLA DIA DA 20 MILIONI – PARTE DEI SOLDI IN SVIZZERA

DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA

COMUNICATO STAMPA

LA D.I.A. DI NAPOLI SEQUESTRA BENI PER OLTRE 20 MILIONI DI EURO AD IMPRENDITORI NAPOLETANI RICONDUCIBILI ALLA “FAMIGLIA POTENZA”

Nella mattinata odierna il Centro Operativo D.I.A. di Napoli ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Direttore della D.I.A., nei confronti dei fratelli POTENZA (Bruno, Salvatore e Assunta), imprenditori contigui a contesti criminosi anche di natura organizzata di stampo camorristico.

L’attività scaturisce dagli esiti di pregressa operazione di servizio della medesima Articolazione, supportati da approfondimenti compiuti su operazioni finanziarie sospette a carico dei citati soggetti, che hanno portato all’adozione di tre distinti decreti di sequestro.

In particolare, il personale della D.I.A., sulla base di specifiche deleghe d’indagine disposte dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione, ha fatto luce:
– su movimentazioni di denaro verso il territorio estero, successivamente rimpatriato a mezzo di bonifici per il reinvestimento in imprese economiche nazionali;
– sul trasferimento di risorse estere su conti appositamente accesi presso istituti di credito italiani, dopo l’adesione alla procedura di “voluntary disclosure”,
anche grazie a specifica Rogatoria Internazionale presso Istituti Bancari Elvetici, nonché su acclarati collegamenti dei POTENZA con personaggi legati al “clan Lo Russo”, che hanno disvelato una consistente sproporzione fra la capacità reddituale degli stessi e le effettive disponibilità ad essi riconducibili.

Più nello specifico, dalle indagini è emerso chiaramente come i POTENZA abbiano impiegato in imprese economiche ed immobiliari il denaro proveniente da attività illecite (tra cui usura, estorsioni, riciclaggio e associazione per delinquere, reati per i quali gli stessi hanno subito anche diverse condanne), proseguite anche dopo il decesso del capostipite Potenza Mario, alias “o chiacchierone”. Ciò ha consentito loro di accumulare, negli anni, un ingente patrimonio, re-investito in numerosi immobili e locali commerciali siti principalmente nel napoletano ma, da ultimo, anche nel milanese.

L’odierno sequestro ha, dunque, interessato innumerevoli unità immobiliari, n. 6 società e nr. 3 partecipazioni societarie (tra cui il noto ristorante “Donna Sophia dal 1931” in centro a Milano e la sala ricevimenti già nota come “Villa delle Ninfe” a Pozzuoli), autoveicoli, n. 66 depositi bancari nazionali ed esteri (per i quali è stata, peraltro, formulata specifica richiesta di assistenza alla Procura Federale Elvetica) e n. 5 polizze, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro.
 

8 novembre 2018

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE TRA FORZE DELL’ORDINE SMANTELLA TRAFFICO DI EROINA

A Genova sequestrati 270 chili di eroina

Erano nascosti all’interno di container nel porto di Genova e provenivano dall’Iran i 270 chili di eroina sequestrati dalla Squadra mobile di Genova. L’operazione di sequestro risale al 17 ottobre scorso ed è stata eseguita in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle dogane al termine di un’indagine che ha consentito di effettuare il più grosso sequestro di eroina degli ultimi venti anni. L’indagine è nata sulla scorta d’informazioni analizzate e trasmesse tra la Direzione centrale per i servizi antidroga e il Servizio centrale operativo (Sco) ed è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. La nave “Artabaz” era partita dal porto iraniano di Bandar Abbas alla volta della Turchia e dell’Europa, toccando i porti di Amburgo, Valencia e Genova. Dalla nave, a Genova, erano stati fatti sbarcare 31 container e dall’esame delle loro polizze di carico, 3 apparivano di particolare interesse; trasportavano bentonite, un minerale argilloso in polvere destinati nella Repubblica Ceca. In effetti i tre container nascondevano un carico enorme di eroina. In accordo con la Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova gli investigatori hanno sequestrato gran parte della droga contenuta all’interno lasciando una parte nascosta per capire quale fosse la sua destinazione. Per la prima volta è stata fatta una richiesta dall’Italia di un Ordine di indagine europeo, indirizzato a vari Stati (Svizzera, Lussemburgo, Francia, Germania, Belgio ed Olanda) e gli agenti sono stati autorizzati così ad effettuare una consegna controllata transnazionale. Alcuni giorni dopo, la droga è stata caricata su un tir e ha iniziato il suo viaggio. Seguita, in incognito, dalla Polizia italiana, ha attraversato la Svizzera, la Francia, il Belgio fino ad arrivare il 2 novembre scorso in Olanda, a Roosendaal. Il tir veniva fatto entrare in un magazzino, apparentemente in disuso, situato a un indirizzo diverso da quello presente sulla documentazione di viaggio. A quel punto gli agenti della polizia italiana e quelli olandesi hanno fatto irruzione all’interno arrestando le 2 persone presenti. Le indagini proseguono al fine di risalire all’intera filiera che gestisce i traffici di droga che vedono il porto di Genova confermarsi, ancora una volta, quale importante crocevia per l’introduzione dei carichi di stupefacente, destinato anche al resto di Europa.
SITO PDS
OMCOM

14 novembre 2018

GIOCO ON LINE – ARRESTI – IN TUTTA EUROPA

Sessantotto provvedimenti restrittivi a carico di importanti esponenti della criminalita’ organizzata pugliese, reggina e catanese, nonche’ di imprenditori e prestanome; circa 80 perquisizioni; sequestri in Italia ed in numerosi Stati esteri per circa un miliardo di euro. E’ il bilancio di un’imponente operazione internazionale, coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, che vede impegnati uomini di Guardia di finanza, Polizia di Stato, Carabinieri e Direzione investigativa antimafia. I reati contestati sono riconducibili all’associazione mafiosa, al trasferimento fraudolento di valori, al riciclaggio e autoriciclaggio, all’illecita raccolta di scommesse online ed alla fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni. Le indagini, delegate dalle Dda delle procure di Bari, Reggio Calabria e Catania, hanno permesso di accertare che i gruppi criminali in questione “si erano spartiti e controllavano, con modalita’ mafiose, il lucrosissimo mercato della raccolta illecita di scommesse su eventi sportivi e non, per un volume di giocate superiore a 4 miliardi e mezzo di euro su diverse piattaforme online gestite dalle associazioni delittuose”. Gli ingenti guadagni accumulati, monitorati dalla Guardia di finanza, venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all’estero, intestati a persone, fondazioni e societa’, schermati con la complicita’ di prestanome di comodo. Su tali beni sono in corso di esecuzione i provvedimenti di sequestro in Italia e all’estero, curati dalle fiamme gialle (che hanno eseguito anche 50 delle 68 misure restrittive) in collaborazione con le autorita’ giudiziarie di Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curacao, Serbia, Albania, Spagna e Malta, nonche’ dell’Unita’ di cooperazione Eurojust. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11:00, negli uffici della Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo (via Giulia, 52), alla presenza del procuratore nazionale e dei titolari delle procure distrettuali di Bari, Reggio Calabria e Catania. “Io cerco i nuovi adepti nelle migliori universita’ mondiali e tu vai ancora alla ricerca di quattro scemi in mezzo alla strada che vanno a fare cosi’.. Bam, bam!!”. In un’intercettazione agli atti dell’inchiesta che ha portato alla scoperta di organizzazioni mafiose che si spartivano il mercato delle scommesse online appare evidente il cambio di mentalita’ dei gruppi criminali. “Io cerco quelli che fanno cosi’, invece: Pin, pin!! Che cliccano! – continua uno degli indagati, mentre l’altro ride – Quelli cliccano e movimentano E’ tutta una questione di indice, capito?”.
Tratto da laspia.it

29 novembre 2018

ARRESTATO IN SVIZZERA MEMBRO DEI PINK PANTHERS

Stava pianificando un grosso colpo a Basilea, in Svizzera, ma è stato bloccato dalla polizia elvetica che ha dato esecuzione al mandato d’arresto europeo.
Si tratta di uno degli autori della rapina alla gioielleria “Paradiso Luxury”, compiuta lo scorso 20 dicembre in via Pontaccio a Milano. In quell’occasione i criminali, nel giro di 50 secondi, avevano sottratto orologi di pregio per un valore superiore ai 200 mila euro. L’uomo, estradato in Italia, è stato arrestato dai poliziotti della Squadra mobile di Milano. Per i due complici sono in corso ricerche in campo internazionale.
Il cittadino serbo arrestato fa parte del gruppo criminale di origine balcanica “Pink panthers” attivo in tutto il mondo e conosciuto per i modi violenti e spregiudicati con cui compie rapine. Il criminale e i suoi due complici sono sospettati di essere tra gli autori di altri colpi commessi anche a Milano.
SITO PDS

21 dicembre 2018

Confiscato il patrimonio di una nota famiglia di imprenditori romani per oltre 90 milioni di euro – interessi in Usa Italia Svizzera e Principato di Monaco

Comando Provinciale Roma
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca emesso dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del locale Tribunale nei confronti di A.C. (classe 1961), di suo fratello R. (classe 1964) e del padre E. (classe 1935), all’esito di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina, che hanno permesso di ricostruire l’assoluta sproporzione tra il patrimonio accumulato e i redditi dichiarati dai proposti e dai loro familiari. I tre esponenti della famiglia C., attiva sin dagli anni ‘70 con numerose società operanti nel settore delle costruzioni e degli appalti pubblici, sono stati arrestati, nel 2014, per bancarotta fraudolenta. Tra loro emerge, per spessore criminale, Angelo, coinvolto nel 2012 in una vicenda di corruzione dell’allora Presidente della Repubblica di Panama e colpito, nel mese di aprile di quest’anno, da un’ulteriore misura cautelare per riciclaggio e intestazione fittizia di beni. La confisca, eseguita dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, ha ad oggetto il capitale sociale e il patrimonio di 21 società italiane ed estere – queste ultime aventi sede negli Stati Uniti, nel Principato di Monaco e in Portogallo – rapporti finanziari, beni mobili registrati e 43 immobili, per un valore complessivo di circa 92 milioni di euro. Tra gli immobili figurano: il “Castello Bracci”, con annessa tenuta di oltre 75.000 mq, adibito a resort e centro benessere, sito a Fiano Romano (RM), del valore di oltre 5 milioni di euro; tre interi piani di un edificio nei pressi di piazza Bologna a Roma, destinati a sala bingo, valutati circa 4,5 mln di euro; una villa ubicata nella splendida cornice del parco nazionale del Circeo, con accesso diretto al mare e pertinente area verde di 1.500 mq, del valore di circa 5,7 milioni di euro; un’abitazione nei pressi della centralissima Piazza Navona, una villa di 28 vani nella zona della Giustiniana e due lussuosi appartamenti di 17 e 14 vani all’interno di un esclusivo comprensorio in via della Camilluccia, per un valore di mercato complessivo di circa 8,4 milioni di euro; quattro appartamenti a Miami Beach (Stati Uniti), del valore totale di circa 2,4 milioni di euro, e uno a Saint Moritz (Svizzera), valutato circa 1 milione di euro; una villa di circa 600 mq a Armacao du Buzios (Brasile), nella prestigiosa area marina denominata «Baia Blanca». Oggetto del provvedimento sono altresì numerose autovetture (tra cui una Ferrari e una Lamborghini), una barca a vela a tre alberi del valore di circa 4,5 milioni di euro e disponibilità liquide per oltre 32 milioni di euro, depositate su conti correnti accesi anche presso banche svizzere. Nei confronti di A.C. – tuttora agli arresti domiciliari – il Tribunale ha disposto, inoltre, la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con l’obbligo di soggiorno nel comune di Roma per tre anni.
SITO GDF

30 gennaio 2019

NARCOS USAVANO AEROPORTO SVIZZERO

Dalle prime luci dell’alba è in corso una vasta operazione antidroga, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di un gruppo criminale dedito al traffico internazionale di cocaina.
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza capitolina e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata stanno dando esecuzione, in Italia e in Albania, a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del locale Tribunale a carico di 4 elementi di spicco dell’organizzazione e un fiancheggiatore del sodalizio.
Quattro – tutti pluripregiudicati, C.S. recentemente colpito da un provvedimento coercitivo nell’ambito della nota operazione “GRAMIGNA” per il delitto di associazione mafiosa – sono indagati, a vario titolo, per essersi fatti promotori di un “cartello” di gang operanti nel settore del narcotraffico, consorziatesi allo scopo di finanziare e organizzare l’acquisto di ingenti partite di droga, destinate ad alimentare le piazze di spaccio romana e napoletana.
In tale contesto, C. ha svolto un ruolo di primissimo piano, intrattenendo, con il contributo del suo luogotenente S. M., contatti con narcos sudamericani, con i quali stringeva accordi per l’importazione in Italia dell’intera produzione annua di cocaina loro riferibile, stimata in circa 7 tonnellate. I trasporti dei carichi di droga dovevano avvenire utilizzando un aereo privato, sul quale sarebbe stata stivata circa 1 tonnellata di droga per viaggio.
Contemporaneamente, P. si relazionava con taluni narcotrafficanti brasiliani per reperire ulteriori quantitativi di stupefacenti, supportato dal sodale P., il quale si recava, a più riprese in Brasile, nella città di San Paolo, per curare gli aspetti logistici dell’illecito traffico, adoperandosi – con l’ausilio di gruppi criminali autoctoni – nel tentativo di corrompere funzionari doganali in servizio presso lo scalo aeroportuale della metropoli brasiliana, allo scopo di eludere eventuali controlli.
S. risponde, invece, del reato di favoreggiamento personale, per essersi fatto latore, in più circostanze, di messaggi del C. indirizzati agli altri sodali, onde evitare contatti diretti tra gli indagati e minimizzare, conseguentemente, il rischio di essere intercettati.
Le indagini di tipo “tradizionale” sono state accompagnate da una strutturata “operazione speciale”, avviata dagli investigatori del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria e dello S.C.I.C.O. attraverso l’infiltrazione nell’organizzazione criminale di agenti undercover, che sono riusciti a entrare in contatto con C., conquistandone la fiducia e ottenendo dal pregiudicato compiti di assoluta delicatezza, fondamentali ai fini del perfezionamento delle importazioni di droga, fino al reclutamento del pilota e dell’aereo a bordo del quale sarebbe stata trasportata la droga. A tal fine, si è rivelata preziosa la collaborazione con la D.E.A. statunitense, che ha messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria italiana un proprio agente e un aeromobile.
Successivamente, considerato che gli indagati avevano mutato i propri progetti delittuosi, individuando nell’aeroporto della cittadina svizzera di Sion il luogo di arrivo in Europa dello stupefacente, veniva intrapresa, tramite la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, una proficua attività di cooperazione internazionale con la Polizia di Ginevra.
Anche quest’ultima disponeva l’impiego di un proprio agente under cover, che si fingeva funzionario doganale in grado di garantire l’uscita “sicura” del narcotico.
L’importazione della cocaina – il cui quantitativo, già disponibile in Sud America, è stato stimato tra i 500 e i 1000 Kg, a fronte di un “investimento” da parte dell’associazione per delinquere pari a circa 4,5 milioni di euro – non si concretizzava atteso che, nel luglio del 2018, S. C. veniva arrestato, in applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, all’esito della citata indagine “GRAMIGNA”.
Tale circostanza determinava l’interruzione dei contatti tra gli indagati e gli agenti sotto copertura e, in definitiva, l’abbandono dell’ambiziosa iniziativa criminale, venuto meno il principale “promotore” e finanziatore.
Ciò nonostante, le granitiche fonti di prova raccolte hanno consentito all’A.G. di emettere l’odierno provvedimento di cattura.
L’operazione è in corso nel Lazio e in Toscana, nonché in territorio albanese, dove, in collaborazione con le locali autorità di polizia, attivate dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno in sinergia con il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, si sta procedendo alla cattura di D. P..
Sito GDF

ANALISI SULLA SVIZZERA DI PIERPAOLO SANTI

Seguendo i parametri dettati dal FBI che pone una distinzione fra “ordinary criminal investigation” e “criminal intelligence investigation” verrebbe da rilevare l’importanza sinergica di entrambe sul settore Svizzero. Un settore, è bene rammentarlo, in continua connessione con quello Tedesco e Austriaco. Solo inquadrando e allargando il raggio investigativo su questi tre paesi si possono comprendere molte dinamiche, come quella che andremo a vedere dettate da possibili interferenze russe e turche.
L’investigativa anticrimine e antimafia in Svizzera rischia, pertanto, di trovarsi fra fuochi incrociati dove diviene problematico isolare fili intrecciati che potrebbe presumere implicazioni di altissimo livello, con multi fattori tendenti a complicare la scelta di quelli da tagliare. Per simili motivazioni risulterà sempre fondamentale una mirata identificazione dell’obiettivo, una approfondita raccolta d’informazioni e un ciclo d’intelligence dove ovviamente il prima linea risulterà l’analisi. Tutto questo per evitare un eccessivo coinvolgimento e strumentalizzazione, mantenendo costante la lotta anticrimine. A essere pragmatici, però, fino ad certo punto: il contrasto alle minacce di interconnessione obbligheranno gli operatori a compromessi.
Il settore elvetico potrebbe essere un monito in grado di indicarci quanto il futuro dell’investigativa anticrimine non potrà che essere sempre più legato ai servizi di informazione.
La Svizzera dovrà osservare con sempre più accuratezza le vicissitudini tedesche, per quella che noi riteniamo una connessione venutasi a creare su molti fenomeni e minacce. La Germania, nel cuore dell’Europa, sta affrontando molteplici sfide legate alla sicurezza nazionale, portate per loro natura ad allargarsi ai due paesi confinanti (Austria e in particolare Svizzera). Una delle ultime accuse a cui ha partecipato anche il cancelliere tedesco Angela Merkel contro lo spionaggio russo fa emergere una intera problematica, così come la crisi diplomatica innescatasi tempo fa con la Turchia sempre per lo spionaggio, scuote non solo un meccanismo geopolitico esterno ma anche una tensione interna con la comunità turca. Si registrano anche presenze di bande islamiche tendenti ad imporsi e ad estendere, in taluni casi, affari direttamente con la criminalità organizzata. Una criminalità organizzata presente e radicata di matrice russa, turca e italiana (quest’ultima con a capo la ‘ndrangheta). Sarà una coincidenza ma le minacce esterne che deve affrontare la Svizzera coincidono ad incastro con quelle tedesche e possono essere paragonate a tre dei sopra menzionati fili.
Uno rappresentato da una frase: “c’è il lavoro su tutti”.
Concetto uscita fuori da un summit ‘ndranghetista nel Ticino, riferito ovviamente alla cosca ma da poter usare come una precisa proiezione per la complessa e sistematica influenza criminale sul suolo Svizzero. Trattiamo pertanto del filo della criminalità organizzata transnazionale.
Il secondo è identificato con lo SPIONAGGIO da parte di alcuni Stati. Significativa una frase d’effetto pronunciata da Jean Philippe Gaudin, numero uno del SIC (Intelligence elvetica): “La ricreazione è finita”, riferendosi alla nuova linea dura adottata dalle autorità competenti, dopo aver appurato il reale e continuo rischio.
Il terzo dal terrorismo
I tre indirizzi investigativi sono tema di questo paragrafo OMCOM anche per le preoccupanti possibilità di alcune interconnessioni menzionate da più analisti e addetti ai lavori.

FATTORE RUSSO
Premessa su linee generali a prescindere dal settore Svizzero
Da tempo circola in certi ambienti, l’ipotesi che vede in alcuni settori la volontà di usufruire della criminalità organizzata russa per il raggiungimento di alcuni obiettivi. Simili dichiarazioni trovano analisi e fonti in un contesto che vede il ritorno di tensione fra NATO e RUSSIA. Se avessero fondatezza implicherebbe una interconnessione forte e fuori dalla portata di una investigativa anticrimine classica. Interessante notare come dal versante russo, al contrario, sia intenzione mandare un messaggio diametralmente opposto. Chiare le dichiarazioni dell’Ufficio del Procuratore generale russo pronto a riprendere in certi casi i suoi colleghi americani, a suo parere, poco entusiasti a contrastare alcuni reati di carattere economico.

GUERRA FRA ANALISTI
PREMESSA. Secondo alcuni analisti, questo tipo di criminalità organizzata (mafia russa) è stata usata dagli apparati di sicurezza in ambienti d’intelligence, come una sorta di piattaforma per diversificate operazioni illecite legate a transazioni di denaro, attacchi cyber, omicidi mirati oltre variegate forme di traffici legati a persone e merci.
Molte di queste delicate attività se pur condotte materialmente da una organizzazione criminale potente e ben strutturata, implicherebbero per l’intelligence che l’avvalla l’utilizzo di suoi analisti. Avvalendoci, come puro esempio accademico, delle segnalazioni fornite, potremo entrare in un eventuale meccanismo di modus pensandi e operandi. In primis simili attività comporterebbero anche l’adozione dell’analisi contestuale (probabilmente con un sistema Swot riferito ai paesi coinvolti) e di previsione. L’emergere di un coinvolgimento di uno Stato in ambiti criminali potrebbe essere un arma formidabile in mano ai concorrenti. Occorre pertanto, tra le molte, calcolare i rischi determinandone il livello di tolleranza accettabile. Svolto il passaggio, muoversi di conseguenza con gli organi operativi e con “uomini cerniera”. Allestire logistica, spionaggio e controspionaggio.
Come indicazione generica, ogni attività di interfaccia di questa natura, per l’eventuale Intelligence coinvolta, può essere suddivisa in priorità e livello di coinvolgimento. Andranno stilati
Livello di affidabilità dell’organizzazione criminale con cui viene creato l’interfaccia. Analisi:
Struttura di comando, intermediaria e manovalanza
Soggetti di riferimento
Analisi della stabilità interna dell’organizzazione criminale con eventuali identificazioni di divisioni o fattori destabilizzanti (rivalità interne, malumori)
Livelli di controllo sull’organizzazione o totale impossibilità

Livello d’infiltrazione e influenza dell’organizzazione criminale sui territori interessati alle attività:
Alleanze o contrasti con altre organizzazioni criminali
Qualità e quantità delle indagini condotte dalle forze investigative nei confronti dell’organizzazione
Capacità logistica
Eventuale capacità nel relazionarsi con la popolazione locale
Eventuale sostegno di funzionari corrotti

Disponibilità e analisi su uomini cerniera:
Personalità
Attitudini e punti deboli
Livello di riccattabilità
Ex militari, civili …
Nazionalità
Precedenti penali, segnalati o incensurati
La mafia russa (con tutte le sue sfaccettature che non possiamo riportare in questa sede ma sono molte), in linea teorica, offre già di per se delle capacità e possibilità, ma una Intelligence che dovesse sostenere la cooperazione dovrebbe obbligatoriamente assicurarsi che tutto proceda per il meglio.
L’analista anticrimine coinvolto, insieme alla sezione investigativa, nella comprensione e contrasto di queste specifiche operazioni illecito-internazionali, si potrebbe trovare in una situazione anomala dove diviene concorrente automatico dell’altro analista, con una differenza: il primo avrebbe de facto delle armi spuntate, visto che la controparte può avvalersi sia del lecito quanto dell’illecito a proprio vantaggio. Per l’analista anticrimine può essere fondamentale il sopraggiungere e la sinergia con l’analista del servizio informazione del proprio paese, ma anche in questo caso non sapremo mai fino in fondo se l’intervento e la collaborazione è mirata a demolire la rete criminale e gli illeciti in quanto tali o ad azioni di contromisura d’intelligence. Nella maggiore parte dei casi uno non nega l’altro (anzi lo rafforza poiché i servizi informativi come quelli italiani non hanno una valenza di polizia giudiziaria) ma le possibilità in certe sfere professionali rimangono aperte. Si registrerà un aumento della complessità se “l’indagine” venisse a coinvolgere altri paesi con le rispettive investigative,

Considerazione specifica sul settore Svizzero

Nel rapporto FedPol 2014 sono presenti due info di particolare rilievo per la nostra analisi. Una riguardante il PKK, per il momento in sospeso perché utile per il fattore turco, completata dalla relazione SIC 2018.
La seconda informazione è invece presente sul paragrafo “meta di flussi di denaro”, in cui si precisa che la perdita di valore del rublo anche dopo le sanzioni inflitte, ha fatto registrare fughe di capitali dalla Russia verso la Svizzera. Una nota, punto cardine delle nostre considerazioni e quesiti, mette sotto la lente di ingrandimento la possibilità che la Svizzera non smetterà di essere un settore ambito per l’investimento di denaro di provenienza criminale.
Paradossalmente le sanzioni potrebbero aver acuito la criminalità russa in Svizzera, innescato il fenomeno descritto in talune relazioni come quella ECFR, riferite a contesti allargati?
I presupposti potrebbero essere trovati anche dalla concomitanza cronologica di una forte e risaputa attività dell’intelligence di Mosca con una presenza della criminalità organizzata russa?
Si tratta di un quesito d’obbligo visto la connessione fra Germania-Svizzera inerente le minacce e i nuovi scenari geopolitici di tensione?
Puntualizzato questo passaggio è allora possibile ipotizzare che la Svizzera sferrerà un significativo colpo alla mafia russa perché appoggiata e sempre più incalzata dalla Nato che potrebbe vede una interconnessione con il Cremlino?
C’è da capire quanto la Svizzera intenderà essere destabilizzata da questo contrasto. La famigerata neutralità potrebbe farsi sentire.

FATTORE TURCO
Dalle svariate e diversificate segnalazioni di governi, analisti e media, sorge il dubbio che il servizio segreto turco (Mit) attinga spesso, in patria e all’estero, da bacini estremisti di matrice filo ottomana, panturca e islamista. In talune circostanze sembra sia particolarmente collaudato il sistema delle associazioni culturali o sportive. Sarebbe, dunque, appropriato parlare di “scatole cinesi”, da ribattezzare come scatole turche?
Per entrare nelle eventuali dinamiche siamo obbligati a premettere due passaggi chiave riferiti alla Turchia di questi ultimi anni.
L’Intelligence turca si sta allineando sempre di più al partito di Recep Tayy Erdogan (AKP) e alle sue aspirazioni. L’aggressività politica del leader va di pari passo con la spregiudicatezza, in certi casi, del MIT.
Lo Stato turco rischia di perdere molta della sua laicità a favore di un islam più incisivo nella vita politica e privata. Questo sta facilitando visibilmente tutte quelle associazioni religiose e culturali che confidano nel programma di Erdogan, venendo a creare pertanto un proficuo principio di “do ut des”?
Sarà interessante monitorare eventuali cambi di tendenza dopo il risultato delle recenti elezioni amministrative in Turchia, dove l’AKP ha perso zone importanti come Instanbul e Ankara. Secondo alcuni esperti però Erdogan non farà una marcia indietro sulla sua impostazione politica, anzi spingerà ad un maggiore avvicinamento verso la Russia.
È staticamente risaputo che una delle più grandi comunità turche sia in Germania con presenze significative nell’Austria e Svizzera. Questi tre paesi si stanno confrontando politicamente (ma soprattutto sull’Intelligence) con Ankara, spesso segnata per gravi intromissioni con presenza massiccia di spie turche pronte a monitorare compatriotti all’estero considerati potenziali dissidenti del governo.
Ritorniamo all’esempio delle possibili SCATOLE TURCHE.
Prendiamo in esame “un club” : la così detta “Osmanen Germania”, vale a dire “Germania Ottomana”. Banditi dalle autorità tedesche, vengono spesso collegati alla criminalità organizzata. L’analisi dei loro video diffusi su You Tube risulta per qualsiasi addetto ai lavori particolarmente interessante. L’impostazione, con video clip musicali a suon di rap, ci porta quasi ai cartelli sud americani con manifestazioni del loro potere offensivo (compaiono sia armi da taglio che da fuoco come AK). Gli Osmanen Germania manifestano particolare ostilità verso gli oppositori di Erdogan, compreso ovviamente i curdi, quindi anche la parte legata alla sinistra estrema del PKK (presente in Svizzera). Questo dovrebbe portare l’analista del settore ad una seria valutazione di un pericolo: e se simili tensioni fossero sfruttate-strumentalizzate da terzi per fomentare scontri da strada magari per ritorsioni contro l’Europa?

Minaccia che può concretizzarsi sia fra bande islamiche (turche) e gruppi di estrema destra locali che a loro volta potrebbero recare o subire attacchi da formazioni di estrema sinistra, sia da formazioni di estrema sinistra (magari simpatizzanti del PKK) con le stesse bande islamiche. Risultato, DISORDINE PUBBLICO e DESTABILIZZAZIONE INTERNA. Non solo, si verrebbe a registrare probabilmente anche un’altra crisi diplomatica fra Germania, Austria, Svizzera con la Turchia, magari allargandola a paesi europei (già accaduto per Olanda) o arabi e nord africani.
Chiaro un punto del rapporto del SIC 2018 a pag 20, dove viene evidenziata la capacità del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) di mobilitare simpatizzanti e aderenti. Viene riportato anche il timore di scontri tra il gruppi curdi e quelli nazionalisti turchi nel caso venissero a contatto.
In linea generale: se il fenomeno della formazione di bande islamiche (prevalentemente salafite) proseguisse senza un capillare controllo, un ulteriore rischio anche per la Svizzera sarebbe di trovarsi nel prossimo futuro in situazioni critiche come sta vivendo la Svezia e la Germania, con vere e proprie” no go area” dove anche per le forze dell’ordine diviene complesso accedervi. Non accedere a intere aree implica in primis una perdita di territorio. Non solo, in un settore privo di controllo le bande o le criminalità organizzate avrebbero tutte le opportunità di costruire interconnessioni e allestire traffici illeciti di varia natura
Gli Osmanen Germania sono inseriti in questo rapporto OMCOM, perché parrebbero, da indagini, interessati a diffondersi in Svizzera o a usarla per logistica.
Sempre seguendo alcune informazioni, ci si addentrerebbe in un labirintico percorso che ci riporta in Turchia. Emergerebbero infatti legami o simpatie verso l’organizzazione dei famigerati lupi grigi. Non solo, entrambe potrebbero essere appoggiate (alcuni sostengono direttamente) o perlomeno ben viste dal partito di Erdogan. A suon di logica se fossimo dei turchi (europei) estremisti desiderosi di riportare i fasti dell’impero o una riunificazione delle etnie turche non potremmo che osservare con attenzione l’efficiente organizzazione dei LUPI GRIGI.
Nel corso degli anni l’organizzazione si è avvolta in un alone di ambiguità tanto che la FSB  (secondo media russi) li ha indicati come alleati dei terroristi del Sinai. La vicenda era emersa nello specifico con l’attentato all’aereo di linea russo in Egitto (Sinai), tragedia che costò molti morti. Una rivelazione propagandistica dopo la forte crisi con la Turchia? (all’epoca all’apice dopo l’abbattimento in Siria di un caccia Sukhoi-24). Una pista molto interessante da seguire perché ci potrebbe riportare ad altri traffici e quindi un rischio sicurezza anche per l’Europa?
Per pura esposizione cronologica delle notizie non possiamo trascurare che la Turchia, proprio dai russi, fu più volte additata come collaboratrice, per traffici illeciti legati al petrolio, col califfato di Abu Bakr al Baghdadi in Siria. Non solo, anche per altri osservatori come sostenitrice di milizie, in zone calde quali la Libia, additate spesso di essere vicine allo jihadismo filo al Qaeda o Isis. Ritornando ai lupi grigi, per alcuni osservatori sarebbero usati come braccio armato dal Mit in Siria in funzione anti Assad e Curda. Questo porterebbe ad un asse diretto Mit-Lupi Grigi trascrivibile anche nel vecchio continente (Svizzera inclusa) per varie operazioni?
Si da il caso che la presenza dei lupi grigi nei tre paesi europei sia evidente tanto che in Svizzera nel 2018 le autorità sono state propense a non autorizzare una grande manifestazione del gruppo per l’eccessivo rischio di ordine pubblico che ne poteva derivare (erano state previste contromanifestazioni).

RIFLESSIONE

Come si è potuto osservare da questo breve “affresco” di esempi, un analista dedito alla previsione di scenario si può trovare, sul fattore Svizzero, una mole notevole di lavoro. In questo paragrafo non abbiamo intenzionalmente analizzando i singoli episodi tutti riferiti a fonti aperte. I processi o le indagini su argomenti così “particolari” possono portare a qualsiasi risultato (di colpevolezza o di estraneità ai fatti sia per singoli individui che per Stati o Intelligence segnalate) ma la Svizzera è certamente un campo minato per gli operatori. Tutto questo deve comportare un maggiore stimolo a elaborare pionieristiche forme di difesa e analisi. All’inizio abbiamo accentuato l’impossibilità della investigativa anticrimine di poter proseguire su eventuali interconnessioni, fra intelligence straniere e criminalità organizzate o gruppi estremisti, senza un reale appoggio delle loro agenzie informative. Entra in gioco la politica, diplomazia, interessi commerciali e altri fattori che un investigatore antimafia non può conoscere nei singoli dettagli. Il contrasto ad eventuali interconnessioni di questo livello (il massimo) possono essere portate a termine solo se gli investigatori sono appoggiati completamente dai loro Stati e strutture di supporto.

Realizziamo un gioco di scenario previsionistico e simulazione (prendiamo come tale) sulle difficoltà riscontrabili da un operatore anticrimine. Ammettiamo che sia plausibile pensare che il GRU e FSB stiano portando avanti operazioni con il supporto della mafia russa, come vengono accusati di fare in determinati settori.
Ammettiamo sia plausibile ritenere che il MIT stia (direttamente o indirettamente) sostenendo alcune formazioni estremiste formate da elementi di origine turca. Alcune di queste hanno sinergie dirette con la criminalità organizzata, con capacità logistiche in diversi paesi del centro-nord Europa.
La situazione si presenta allarmante, con due potenti intelligence straniere che sosterebbero organizzazioni criminali o estremiste. Il compito degli investigatori segue l’iter richiesto: cercare le giuste piste per procedere con le indagini che possono sfociare in traffici illeciti, reati finanziari, contro la persona e quant’altro. Alcune complicazioni:
Se questi gruppi criminali sono sostenuti da settori d’intelligence straniere cosa potrebbe accadere se quest’ultimi vengono a conoscenza delle indagini?
Quali tipi di interferenze o depistaggi potrebbero innescare contro gli investigatori?
Le stesse organizzazioni criminali si sono dimostrate in più occasioni in grado di pedinare, raccogliere informazioni particolareggiate su eventuali loro anelli deboli (futuri collaboratori  giustizia o testimoni di giustizia), investigatori che hanno in mano le indagini etc. (Un aspetto della lotta all’anticrimine quasi sempre trascurato o non menzionato). Quali molteplici migliorie spionieristiche e operative potrebbero applicare sul campo con l’ausilio di altre intelligence?
Nel caso di indagini internazionali una proficua collaborazione fra le varie forze dell’ordine potrebbe risultare essenziale. Quale tipo di collaborazione si potrebbe ottenere da apparati investigatori dello stesso paese di cui si sospetta l’intromissione d’intelligence?
Non esiste una risposta certa perché si potrebbe avere la fortuna di apparati non influenzati.
Due intelligence di due paesi diversi con criminalità organizzate o gruppi estremisti. Quali rapporti hanno fra loro?
Adesso sovrapponiamolo ai due possibili attori in Svizzera, Russia e Turchia. Per molto tempo in rapporti tesi (soprattutto per la questione siriana) con picchi di tensione dopo l’abbattimento della piattaforma Sukhoi 24. Poi qualcosa cambia repentinamente, tanto che il pentagono teme di dare gli F35 alla Turchia (ricordiamo paese NATO) per timore che vengano analizzati da specialisti russi. Non solo, la Turchia dalla Russia si dovrebbe rifornire del sistema di difesa antiaerea del tipo S- 400. Quesito d’obbligo: e nel settore intelligence?
Il nostro gruppo investigativo che doveva affrontare due insidiose indagini in Svizzera, rischia di trovarsi di fronte a una potenziata?
Ad una super-interconnessione?
Perfino in questo caso va fatta una seria riflessione: se le due intelligence cominciassero a cooperare attivamente per altre questioni non è detto che debbano “svelare” loro eventuali movimenti in settori come la Germania-Svizzera al nuovo partner, da aggiungere anche come alcuni presunti gruppi cerniera nella possibile lista turca siano per molti versi incompatibili con gli interessi russi, in particolare con un appoggio da parte di Mosca verso i curdi. Trattiamo comunque di situazioni fluide, sono analisi che non può condurre un analista anticrimine ma uno dei servizi di informazione. Ritorniamo, pertanto, alla nostra prima considerazione.

FATTORE TERRORISMO
Il versante terroristico in Svizzera manifesta presupposti per proseguire e completare il nostro precedente rapporto OMCOM:  ANALISI – CRIMINALITA’ ORGANIZZATA E JIHAD – NUOVA FRONTIERA DELL’INTELLIGENCE
https://osservatoriomediterraneosullamafia.blogspot.com/2019/01/analisi-criminalita-organizzata-e-jihad.html

In tale rapporto è posta la reale possibilità che dietro molti attentati in Europa ci fosse l’organizzazione Ansar al Sharia, ramo Tunisini e Libico (quest’ultimo per noi mai sciolto). Proseguiamo con ulteriori informazioni per cercare di completare il quadro del rapporto sopra menzionato.
Potrebbe essere di particolare rilievo la notizia che vedrebbe jihadisti libici aprire dei conti correnti e società petrolifere a Lugano. Non solo, organizzare, tramite un raffinato sotterfugio burocratico e con il supporto di un facilitatore anch’esso libico da anni a Lugano, cure in ospedali europei tra cui italiani e svizzeri proprio per altri miliziani. Al centro degli interessi dell’intelligence italiana (ma non sotto indagine Svizzera) un personaggio di alto calibro, conosciuto in modo particolare da coloro che si occupano delle milizie e delle eventuali interconnessioni con organizzazioni come al Qaeda o Isis. Trattiamo di Wissam ben Hamid.
In una foto che lo ritrae appare chiara l’evidente alleanza con uno dei leader di ASL, Mohamed al Zahavi
In un’altra foto lo ritroviamo in posa con alle spalle la bandiera del califfato.
Ben Hamid è una delle rappresentazioni delle errate analisi degli Usa (e non solo) sul versante nord Africano. Durante la prima guerra civile libica, quella contro Gheddafi, ben Hamid è stato indicato dalla intelligence statunitense come un alleato, un potenziale interlocutore della nuova Libia. Il lato estremista, quello autentico, è emerso durante l’assalto all’ambasciata Usa a Bengasi nel 2012, da parte di Ansar al Sharia (secondo la Casa Bianca). Ebbene, Wissan rifiutò l’intervento e supporto concordato agli americani, visto la foto scattata in seguito se ne possono comprendere le ragioni.
A fondare le due società petrolifere sarebbe stato il fratello, Qais Bin Hamid legato sempre ad Ansar al Sharia, l’organizzazione che ritorna costantemente. Nel 2018 Wissam è stato dato per morto ma la pericolosità rappresentata dalla rete di contatti di Ansar al Sharia deve rimanere una priorità da debellare

L’altro aspetto, più generico ma altrettanto pericoloso, è come la Svizzera dovrà affrontare la  minaccia, comune a molti altri paesi, del ritorno a “ondate” di foreign fighter dalla Siria e dall’Iraq.


CONCLUSIONI

La Svizzera storicamente è uno Stato che ha sempre attratto le organizzazioni criminali italiane e non solo, per via della ricchezza palpabile e per il tipo di economia.
La Svizzera è dotata di ottime forze di polizia che sono attente e preparate come dimostrano i dettagliati report Fedpol dal 2009 al 2015.
La normativa Svizzera in materia di contrasto a parere degli scriventi andrebbe rafforzata come avvenuto recentemente a San Marino prendendo ad esempio l’Italia, sebbene l’attuale presenti la possibilità di condannare per associazione criminale i mafiosi operanti sul territorio, come nel recente processo trattato dalla Corte di Bellinzona
Secondo i dati che si possono trovare nell’interessante sito https://www.financialsecrecyindex.com/introduction/fsi-2018-results sul versante della segretezza bancaria e finanziaria è necessario che la Svizzera prosegua nei passi avanti.
Quello che serve alla Svizzera è l’aumento nella classe politica e sociale della consapevolezza della situazione esistente, ossia che le mafie son presenti.
Il numero e la qualità dei gruppi criminali e mafiosi presenti non possono che destare la giusta preoccupazione.
La Svizzera è un Paese meraviglioso che va protetto nel migliore dei modi.
In proposito non sarebbe male la costituzione a livello Federale e Cantonale di apposite commissioni antimafia.

FONTI
Rapporti Fedpol
Rapporti DIA
Comunicati CC GDF PDS
Organi stampa
Financial Secrecy Index
Reportage giornalistici di Madeleine Rossi

Note.
I cognomi dei mafiosi dei clan sono da ricondurre esclusivamente agli affiliati. Portare un cognome uguale non significa far parte dei clan.