LA SCHEDA – Operazione Eureka, l’elenco completo delle persone arrestate
L’elenco completo, diviso per blocchi di indagine, ossia per ordinanza cautelare emessa, delle persone coinvolte nella maxi inchiesta Eureka che ha portato all’applicazione di misure cautelari nei confronti di oltre 100 persone.
ORDINANZA “GIORGI”
IN CARCERE
Domenico Giorgi, di 63 anni, di Benestare
ORDINANZA BIANCO
In carcere
Pasquale Bevilacqua (52), di Bianco; Francesco “Ciccio” Cristiano (43), di Bianco; Saverio Cristiano (45), di Bianco; Carmelo Pelle (52), di Bianco; Giuseppe Perre (62), di Platì; Pasquale Prossomariti (37), di Ricadi; Bruno Raschellà (45), di Bianco; Pietro Raschellà (45), di Bianco
Ai domiciliari
Pietro Moio (60), di Bianco; Francesco Perre (62), di Platì
ORDINANZA “LOCRI-TAMUNGA”
IN CARCERE
Bartolo Bruzzaniti (48) di Vercelli; Leone Bruzzaniti (63) di Africo; Pietro Fotia (54), di Savona; Francesco Gligora (77) di Africo; Giuseppe Grillo (49), di Casorate Primo (PV); Domenico Antonio Mollica (66), di Africo; Carmelo Morabito (40), di Bianco; Rocco Morabito (57), di Africo (detenuto a Sulmona); Francesco Perre (45), di Platì; Giuseppe Staiti (52), di Africo; Francesco Strangio (31), di San Luca
AI DOMICILIARI
Domenico Bruzzaniti (46), di Garbagnate Milanese (MI); Rosario Falzea (33), di Africo; Giovanni Falzea (45), di Africo; Francesco Sculli, di Bianco.
ORDINANZA “DROGA”
IN CARCERE
Lucio Aquino, di 61 anni, di Torano Castello (detenuto in Belgio); Massimo Ballone (62), di Pescara; Nicodemo Nicola Belcastro (43), di Grotteria; Antonio Callipari (30) di San Luca; Nicolino Catananti (46), di Gioia Tauro; Carmelo Condoluci (33), di Cinquefrondi; Maurizio Costanzo (50), di San Luca; Sebastian Costanzo (29), di Monaco di Baviera; Carmelo Distefano (53) di Catania; Giuseppe Ficara (41), di San Luca; Vincenzo Galatà (46), di Mongiana; Benjamino Galluzzo (48), di Monaco di Baviera; Antonio Giampaolo (29), di San Luca; Giuseppe Giampaolo (23), di San Luca; Sebastiano Giampaolo (59), di San Luca; Sebastiano Giampaolo (39), di San luca; Bruno Giorgi (60) di San Luca; Domenico Giorgi (36) di San Luca; Francesco Giorgi (26), di San Luca; Giuseppe Giorgi (33), di San Luca; Salvatore Giorgi (49), di San Luca;
Sebastiano Giorgi (22), di San Luca; Vincenzo Giorgi (38), di San Luca; Indrit Kolgjokaj (33), di Bologna; Domenico Iannaci (46), di Sinopoli; Vincenzo Larosa (52), di Taurianova; Valerio Leandro (31), di Simbario; Filippo Leuzzi (49), di Delianuova; Antonio Mammoliti (36), di Locri; Domenico Mammoliti (55), di Locri; Francesco Mammoliti (50), di Locri; Giuseppe Mammoliti (52), di Siegen; Michele Murdaca (43), di Monaco di Baviera; Francesco Nesci (22) di Soriano Calabro; Giovanni Nesci (26) di Soriano Calabro; Antonio Nirta (55) di San Luca; Giuseppe Nirta (50) di Genk; Marcello Nirta (57) di Genk; Stefano Nirta (45) di San Luca; Donato Oliviero (35) di Genk (detenuto in Belgio); Giuseppe Gaetano Ortuso (36) di Palmi; Antonio Fausto Palumbo (59) di Madrid; Vincenzo Pasquino (33) di Torino; Sebastiano Pelle (32) di San Luca; Giuseppe Carmelo Pellicano (34) di Montepaone; Paolo Pellicano (25), di Montepaone; Francesco Perri (35), di Locri; Ivano Piperissa (47) di Saarbruecken; Domenico Pizzata (22) di San Luca; Antonio Reitano (42) di Gioia Tauro; Antonio Romeo (53) di San Luca; Antonio Romeo (44) di San Luca; Domenico Romeo (32) di Bovalino; Sebastiano Romeo (26) di San Luca; Sebastiano Romeo (26) di San Luca; Daniele Ruggeri (35) di Castelnuovo di Porto; Rocco Rugnetta (40) di San Procopio; Santo Scipione (47) di Bovalino; Francesco Strangio (57) di Melito di Porto Salvo (detenuto in Belgio); Sebastiano Strangio (29) di Bovalino; Sebastiano Strangio (53) di San Luca; Sebastiano Strangio (48) di Benestare; Gregorio Tassone (31) di Spadola; Sebastiano Junior Utano (44) di Melito di Porto Salvo; Giuseppe Versaci (45) di San Luca.
AI DOMICILIARI
Antonio Maria, di 30 anni, di Siderno; Antonio Minichino (35), di Gersthofen; Cosimo Pellicano (33), di Montepaone; Domenico Romeo (25), di Munchen; Nicolino Maria Spanò (55), di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio; Michele Di Piano (59), di Casalbuono; Rocco Perre (34), di Platì; Giuseppe Scidone (64), di Palmi; Francesco Signati (67), di Bianco; Francesco Strangio detto “Diablo” (38), di Locri; Francesco Strangio (30), di San Luca; Giuseppe Strangio (44), di San Luca.
Obbligo di dimora nel comune di residenza
Giuseppe Grillo (49), di Platì; Bruno Galatà (26), di Morgiana; Chiara Procopio (24), di San Sostene.
QUOTIDIANO DEL SUD 4.5.2023
Operazione Eureka, smantellata la rete internazionale dei Nirta e Morabito
Orologi di lusso sequestrati nel corso dell’operazione
REGGIO CALABRIA – Emergono i primi dettagli relativi all’operazione Eureka con la quale il Ros e il Comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria hanno dato esecuzione, questa mattina, a quattro collegati provvedimenti cautelari emessi dall’Ufficio gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dda guidata da Giovanni Bombardieri, nei confronti di 108 persone indagate, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori e altri reati.
Sono stati eseguiti provvedimenti di sequestro preventivo di società commerciali, beni mobili e immobili del valore di circa euro 25 milioni, localizzati in Italia, Portogallo, Germania e Francia.
Nello stesso ambito di indagine, ed a seguito dello stretto coordinamento investigativo con la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, diretta da Roberto Di Palma, è stata data esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di due soggetti minorenni all’epoca dei fatti.
L’indagine della Dda di Reggio Calabria si è sviluppata nell’ambito di due Squadre investigative comuni, una intercorsa tra la stessa Dda reggina e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf e, l’altra, tra la Dda di Reggio Calabria, l’Ufficio del Giudice istruttore presso il Tribunale di Limburg ed il Procuratore federale di Bruxelles, che sono state costantemente e per un lungo arco temporale, coordinate da Eurojust.
Eurojust ha assicurato il massimo supporto operativo, attraverso il membro nazionale italiano F. Spiezia, grazie ad un costante raccordo operativo con le altre autorità giudiziarie straniere coinvolte, e, oltre che mediante la costituzione delle squadre investigative istituite nel procedimento penale, anche attraverso numerose riunioni di coordinamento internazionale.
Importantissimo si è rivelato lo strumento delle squadre investigative comuni che, anche grazie alla autorevolezza ed alla fiducia verso la Dda di Reggio Calabria in ambito europeo, ha consentito di svolgere contemporaneamente ed in collegamento le indagini nei vari Paesi, con acquisizione in tempo reale degli elementi indiziari risultanti nelle distinte indagini.
Ed infatti, in contemporanea all’operazione Eureka – che si caratterizza per la particolare ampiezza dell’azione investigativa e l’intensa cooperazione giudiziaria e di polizia che ha riguardato numerosi Paesi europei ed extraeuropei – le autorità giudiziarie belghe e tedesche hanno in esecuzione rispettivamente 15 e 24 provvedimenti restrittivi, emessi dalle locali autorità, a carico di ulteriori indagati per reati in materia di narcotraffico e riciclaggio.
Nel medesimo ambito, a seguito di convergenze investigative tra l’indagine Eureka della Dda di Reggio Calabria e altre indagini delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Genova, diretta dal procuratore Nicola Piacente, e Milano, diretta dal Procuratore Marcello Viola, sempre grazie al puntuale ed efficace coordinamento promosso dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il Ros di Genova, la Dia di Genova e la Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito due ulteriori provvedimenti cautelari emessi rispettivamente dagli Uffici gip del Tribunale di Genova, per n. 15 indagati, e del Tribunale di Milano, per 38 indagati.
L’indagine condotta dall’Autorità Giudiziaria reggina è stata avviata nel giugno 2019 a seguito di raccordi tra l’Arma e la Polizia federale belga che stava investigando su alcuni soggetti riferibili alla cosca “Nirta” di San Luca (RC) attiva a Genk (BE), dedita, tra l’altro, al narcotraffico internazionale.
Le attività dell’Arma – inizialmente orientate verso la famiglia “Strangio fracascia” di San Luca (RC), riconducibili ai citati “Nirta” – sono state progressivamente estese a diverse famiglie del medesimo centro aspromontano, interessando anche la locale di ‘ndrangheta di Bianco, nel cui ambito sono stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte relative ad acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale (non concretizzatesi per mancanza di accordo con i fornitori), di detenzione e porto di armi da guerra, rese clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali – sia in Italia che all’estero – in particolare nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.
È stato inoltre approfondito il contesto criminale riguardante Morabito Rocco detto “Tamunga”, già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno, tratto in arresto dall’Arma in Brasile nel maggio 2021, unitamente a Pasquino Vincenzo, all’epoca latitante per la DDA di Torino. Anche in tale circostanza le investigazioni si sono avvalse di un’ampia collaborazione internazionale, tra gli altri, con la Polizia Federale Brasiliana, FBI, DEA e Interpol.
Nel corso delle indagini finalizzate alla cattura del Morabito e ad accertare nuove organizzazioni dedite al narcotraffico internazionale allo stesso riferibili, è, così, emerso che il gruppo riconducibile, appunto, al latitante Morabito Rocco era attivo, oltre che nel narcotraffico, anche nella compravendita di armi. Le acquisizioni, allo stato degli atti di indagine, e fatte salve le successive valutazioni nel merito, hanno evidenziato che la consorteria aveva offerto un container di armi da guerra, da approvvigionarsi tramite non meglio identificati soggetti pakistani, a un’organizzazione paramilitare brasiliana che, in cambio, avrebbe spedito ingenti quantità di stupefacente presso il porto di Gioia Tauro (RC).
È stata fatta luce, altresì e sempre allo stato degli atti, sul circuito di favoreggiatori che – tra il 2019 e il 2021 – hanno garantito il sostegno logistico ed economico della latitanza del citato MORABITO.
Quanto al traffico internazionale di stupefacenti è emersa l’operatività di tre associazioni contigue alle maggiori cosche del mandamento jonico reggino, con basi operative in Calabria e ramificazioni in varie regioni italiane e all’estero.
Le tre consorterie, anche in sinergia tra loro, si rifornivano direttamente da organizzazioni colombiane, ecuadoregne, panamensi e brasiliane, risultando in grado di gestire un canale di importazione del narcotico dal Sud America all’Australia, ove il prezzo di vendita dello stupefacente risulta sensibilmente più alto rispetto al mercato europeo.
Sono stati registrati contatti con esponenti del clan del golfo, preminente organizzazione paramilitare Colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale.
Numerosi sono stati gli episodi di importazione via mare censiti (nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon), che hanno permesso di accertare che, tra maggio 2020 e gennaio 2022, sono stati movimentati oltre 6.000 kg di cocaina, dei quali più di 3.000 kg oggetto di sequestro: i flussi di denaro riconducibili alle compravendite dello stupefacente venivano gestiti da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere, specializzati nel pick-up money, o da spalloni che spostavano denaro contante sul territorio europeo. Le movimentazioni di denaro hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda.
Sono circa euro 22.3 milioni, le somme spostate con tali modalità, parte dei quali reimpiegati nell’acquisto di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare/finanziare attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio.
Le attività investigative, coordinate grazie anche alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e da Eurojust, sono state condotte in cooperazione con diverse polizie estere e supportate dalla DCSA, da Interpol- progetto I-CAN, da Europol, dalla rete @ON e dalla US-DEA.
Gli indagati sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile
QUOTIDIANO DEL SUD
Reggio, coca e riciclaggio: un impero sotto scacco
Eureka, sono convinti di averli trovati: con l’operazione di ieri «sono stati toccati i livelli organizzativi internazionali più alti della ‘ndrangheta». C’è entusiasmo in Procura nazionale antimafia, e non tanto per la bellezza di 201 di arresti tra Italia, Germania e Belgio, messi insieme grazie anche a Eurojust ed al progetto I-Can, quanto per la scoperta di un gigantesco network internazionale capace di inondare mezza Europa di cocaina e soprattutto reinvestire i proventi – anche in piena pandemia – speculando in tutto il mondo grazie anche a società gestite da cinesi. Ma non solo: la maxi-inchiesta ha svelato il coinvolgimento della ’ndrangheta nel traffico internazionale di armi da guerra dai Paesi dell’ex Unione Sovietica alle organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani passando attraverso il Pakistan.
Droga e armi: ecco il cocktail al cento dell’operazione “Eureka”, che ha il suo epicentro a Reggio Calabria e un hub stavolta non a Gioia Tauro ma nel porto belga di Anversa. In manette, solo per conto della Procura dello Stretto, sono finiti in 108, ai quali se ne altri 24 indagati in Germania e 15 in Belgio. Ma sono coinvolte nelle indagini sul territorio nazionale anche le Procure antimafia di Milano (con 40 arresti) e quella di Genova (15 arresti), coordinate tutte dalla Procura nazionale antimafia. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite da Carabinieri e Guardia di Finanza, che hanno lavorato insieme a forze di polizia di mezza Europa.
Nel “calderone” di un blitz che per gli investigatori «ha interrotto operazioni finanziarie impressionanti» nomi pesanti della ’ndrangheta nella Locride. A partire da Rocco Morabito, il supernarcos scappato dal carcere in Uruguay,poi arrestato in Brasile ed infine estradato in Italia: “U Tamunga” persino durante la latitanza – grazie a una rete di fiancheggiatori scoperta in Liguria – avrebbe rappresentato un solido punto di riferimento per gli approvvigionamenti di coca dal Sudamerica grazie anche ai presunti rapporti con Primeiro comando capital. Sotto i riflettori un business miliardario, dai campi di produzione di coca in Sudamerica ai grattacieli dell’alta finanza. In mezzo una tela enorme intrecciata da padrini e picciotti, faccendieri e colletti bianchi, spacciatori e broker internazionali.
GAZZETTA DEL SUD