Mercoledì 27 maggio 1992 Paolo Borsellino torna a parlare pubblicamente di Falcone, come se non riuscisse a tenere per sé le riflessioni, come se avesse bisogno di condividere con l´opinione pubblica la sua ansia spasmodica di sapere, di capire, di conoscere. E a chi sostiene che Falcone fosse stato delegittimato e lasciato solo, replica: “Non condivido affatto l´opinione che Falcone fosse persona delegittimata”, dichiara al giornalista del Tg1-Linea notte, e di questa intervista il Tg1 delle 20.30 trasmette uno stralcio.
“Falcone – ammette Borsellino – aveva sicuramente degli avversari all’interno della magistratura, ma manteneva tutta la sua legittimazione e voglio dire di piú; ammesso che gli fosse fallito l´intento di essere nominato procuratore nazionale, come tutti sanno, anche recentemente, grossi esponenti politici avrebbero addirittura fatto l´ipotesi che Falcone avrebbe potuto approdare alla carica ancora piú prestigiosa, finanche come ministro degli Interni.” La voce della possibile candidatura di Falcone per un incarico in un governo di tecnici era stata infatti formalizzata dal segretario del Pri Giorgio La Malfa.
A pochi giorni dalla strage, le indagini girano ancora a vuoto, si fatica a ricostruire la dinamica dell´attentato sull´autostrada, ma l´insistenza sulla carica autorevole mantenuta al ministero dia Falcone, rivela la convinzione di Borsellino che questa autorevolezza, insita nel ruolo di favorito al vertice della Superprocura, o addirittura di candidato in pectore per il ruolo di ministro degli Interni, possa in qualche modo aver costituito un movente per gli stragisti decisi a fermare a tutti i costi questa progressione di carriera.63] Il Presidente del tribunale di Caltanissetta Placido Dall’Orto denuncia le gravi carenze di organico della Procura, destinata ad occuparsi delle indagini sulla strage di Capaci: ”Qui è molto peggio di Fort Apache, siamo allo sbando. In una situazione come la nostra la lotta alla mafia è solo una vuota parola, lo abbiamo detto tante volte al CSM.” 64] Solo il procuratore Celesti ed il sostituto Polino sono titolari dell’indagine sulla strage di Capaci. Tutte le inchieste riguardanti i giudici di Palermo, Trapani ed Agrigento vanno a Caltanissetta per il meccanismo della legittima suspicione (Processi Montalto, Carlo Palermo, Saetta, Addaura, ecc.). Caltanissetta è il terminale più delicato del sistema giudiziario siciliano. Eppure i posti liberi restano senza aspiranti, i concorsi vanno deserti. Per esempio per la carica di Procuratore capo è pendente una sola domanda, quella di Tinebra, già capo della Procura di Nicosia. Durante la trasmissione televisiva L’istruttoria condotta da Giuliano Ferrara su Italia 1 il ministro della giustizia Claudio Martelli dichiara: ”Bisogna riaprire i termini del concorso alla carica di Superprocuratore. Ci sono decine di magistrati validi e capaci che non avevano presentato domanda per concorrere alla carica. Non lo avevano fatto perché davano per scontato che nessuno meglio di Falcone era adatto per quella carica. E’ necessario dare loro la possibilità di concorrere.” 65] Il ministro Martelli invia una lettera al CSM per suggerire la riapertura dei termini del concorso per il capo della DNA. “In seguito alla tragica scomparsa di Giovanni Falcone – scrive Martelli – segnalo l’opportunita’ di riaprire i termini del concorso alla carica di Superprocuratore”. E aggiunge: “Prego considerare che la proposta e’ dettata da spirito costruttivo in relazione all’ esigenza di permettere la partecipazione al concorso” di tutti gli aspiranti. Secondo il ministro, “ci sono decine di magistrati validi e capaci che non avevano presentato domanda per concorrere perche’ davano per scontato che nessuno meglio di Falcone era adatto a quella carica”. La prima reazione ufficiale da parte del CSM é del consigliere Gianfranco Viglietta (Magistratura democratica), il quale mostra un senso di sorpresa davanti all’ iniziativa del ministro. “Nella storia del diritto amministrativo – dice Viglietta – non si é mai vista una cosa del genere. Non ci sono precedenti. Sono molto perplesso. Pero’ preferisco non aggiungere altro, perché con l’aria che tira é meglio stare zitti. Ad ogni modo, c’é una richiesta formale, la valuteremo in Consiglio e poi si vedra’.” 66]