Si è tenuto presso IIS Jean Monnet l’ultimo atto del Progetto Legalità a seguito dell’ingresso del Comune di Mariano Comense nel Comitato 5 Dicembre.
Ha moderato l’incontro il Presidente di Progetto San Francesco Benedetto Madonia. Particolarmente toccante la testimonianza di Luciano Traina che ha ricordato la strage di Via d’Amelio in cui perse il fratello.
PROGRAMMA
GALLERIA FOTOGRAFICA
I ringraziamenti da parte dell’Agente Bessone a nome dei relatori all’incontro in data di ieri.
RASSEGNA STAMPA
Presenti anche le istituzioni, tra cui il sottosegretario del Ministero all’Interno Nicola Molteni, l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione Alessandro Fermi, il capitano della Tenenza di Mariano Comense Michele Gerolin e il consigliere regionale Angelo Orsenigo.
L’intervento del sottosegretario Molteni:
“Una giornata importante e significativa, dal valore simbolico. C’è necessità di tramandare un bene e un diritto quale è quello della legalità. Grazie allo Jean Monnet che ha voluto coinvolgere i ragazzi, i giovani, che sono il futuro del nostro paese. Educarli alla legalità e alla difesa del valore della legalità è un principio fondamentale per lo sviluppo e la crescita della nostra comunità”.
Prima Como – Molteni “I ragazzi di Falcone e Borsellino”
Nicola Molteni Sottosegretario Ministero dell’Interno
Sopravvissuti gli agenti di scorta Angelo Corbo, Gaspare Cervello, Paolo Capuzza e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza
Sopravvissuto l’agente di scorta Antonio Vullo
“Due vite intrecciate dallo stesso destino
La storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: due vite intrecciate, uno stesso destino. Affrontato a testa alta fino al 1992, l’anno più nero per l’antimafia e per l’Italia.
23 maggio 1992 Improvvisamente, l’inferno. In un caldo sabato di maggio, alle 17:56, un’esplosione squarcia l’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, nei pressi dell’uscita per Capaci: 5 quintali di tritolo distruggono cento metri di asfalto e fanno letteralmente volare le auto blindate. Muore Giovanni Falcone, magistrato simbolo della lotta antimafia, la moglie e tre uomini di scorta.
19 luglio 1992, 57 giorni dopo, Paolo Borsellino, impegnato con Falcone nella lotta alle cosche, si reca dalla madre in via Mariano D’Amelio, a Palermo per accompagnarla dal cardiologo.
Alle 16:58 una tremenda esplosione: questa volta in piena città. La scena che si presenta ai soccorritori è devastante. Seguono giorni convulsi.
La famiglia Borsellino, in polemica con le autorità, rifiuta i funerali di Stato. Non vuole la rituale parata dei politici. E alle esequie degli agenti di scorta una dura contestazione accoglie i vertici istituzionali.
Il neo-presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è trascinato a stento fuori dalla Cattedrale di Palermo, con il capo della polizia Vincenzo Parisi che gli fa da scudo.