di Liana Milella su La Repubblica del 14/06/2023
Dopo sette mesi, Nordio porta sul tavolo del governo la soppressione del reato di abuso d’ufficio e gli altri interventi garantisti che sono stati a lungo sostenuti dall’ex premier. “Il miglior omaggio che possiamo fare a Silvio Berlusconi” dicono in via Arenula dallo staff del Guardasigilli Carlo Nordio.
Portare già giovedì in Consiglio dei ministri – dopo ben sette mesi di attesa – la riforma della giustizia che lo stesso Guardasigilli, in più di un recentissimo intervento pubblico, ha definito ormai “pronta”.
Domani, come si può leggere in un ordine del giorno inviato da palazzo Chigi a tutti i ministri, alle 10 e trenta, la riforma sarà sul tavolo del preconsiglio, dove i tecnici dei vari ministeri potranno leggere ed eventualmente apportare qualche correzione. Con tempi stretti però perché tutto dovrà chiudersi per mezzogiorno.
Il contenuto della riforma è noto, a partire dalla soppressione del reato di abuso d’ufficio, un “segnale” chiaro ai magistrati, l’input a stringere sulle indagini davvero essenziali e non su quelle che producono risultati “deludenti” come, sostiene Nordio, nel caso dell’abuso d’ufficio che vede soprattutto un quasi en plein di archiviazioni.
La riforma affronta poi il capitolo dei reati della pubblica amministrazione che, come ha chiesto la Lega con la responsabile Giustizia Giulia Bongiorno, saranno “rimodulati” proprio per rendere inoffensiva la soppressione dell’abuso d’ufficio. Un reato che il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, in un’intervista e in un intervento di ieri su Repubblica, ha definito “un reato spia” che invece non può essere soppresso proprio perché da esso sono partite indagini sulla corruzione.
Ma tant’è. Nordio non la pensa così, lo considera un reato inutile. Peraltro proprio questo passo gli garantisce il voto favorevole sulla riforma di Azione che, con il responsabile Giustizia Enrico Costa, si è battuto per eliminare il reato anche con una sua proposta di legge alla Camera depositata già a novembre. Le voci di un possibile contrasto tra Lega e Forza Italia proprio sull’abuso d’ufficio saranno sicuramente superate, almeno in questa fase, dal clima politico che si è creato dopo la morte di Berlusconi.
Ma sono gli altri interventi di Nordio che vanno nella direzione di quelle procedure “garantiste” che proprio Berlusconi ha sempre sostenuto. Ecco le misure sulle intercettazioni, con il divieto di trascrivere quelle che riguardano una terza persona che viene citata da chi parla al telefono oppure viene ascoltato tramite una microspia Trojan.
E sempre nella linea garantista vanno le nuove misure sulla custodia cautelare che non potrà essere chiesta e ottenuta se – almeno per i reati non gravi – l’indagato non sarà prima ascoltato dal pubblico ministero in un interrogatorio di garanzia. E ancora, sempre nel rispetto delle linee garantiste, ecco la decisione di sostituire il giudice per le indagini preliminari con un collegio di giudici per esaminare e dare il via libera a una richiesta di arresto.
Tutte misure che ancora ieri sono state sollecitate dalle Camere penali. Con un esplicito collegamento con la morte del leader di Forza Italia. “Si metta mano ora – ha scritto l’Ucpi di Gian Domenico Caiazza – con rinnovato impegno e con piena indipendenza del potere politico dai condizionamenti tuttora invasivi del potere giudiziario, al varo di quella riforma della giustizia penale che anche Berlusconi auspicava e sosteneva, volta a ristabilire la più netta separazione tra i poteri dello Stato, e ad affermare finalmente in Italia, a partire dalla separazione tra magistratura inquirente e quella giudicante, un’idea liberale del diritto penale e del giusto processo”.
Ma per la separazione delle carriere – “basta con il giudice che va con il cappello in mano dal pm” ha detto mille volte Berlusconi – bisognerà aspettare “la fine dell’anno”, come ha ribadito lo stesso Nordio. Ma di certo già questo antipasto di riforma sarà assai indigesto per l’Anm che, giusto domenica, con la sua assemblea generale sul caso Uss (azione disciplinare di Nordio contro i giudici di Milano che avevano dato i domiciliari all’oligarca russo) che però non è sfociata in uno sciopero, aveva chiesto al Guardasigilli di fermarsi sulla riforma. La stessa Anm che, su Berlusconi, ha avuto parole eleganti nel salutarlo definendolo “indiscusso protagonista, per un lungo ed importante periodo, della vita politica del Paese”, senza alcun riferimento polemico ai tanti contrasti che Berlusconi stesso aveva avuto proprio con il sindacato delle toghe negli anni dei suoi governi.