Le lettere di Alessio a Vaccarino, alias Svetonio
22.5.2005 Carissimo mio, con gioia ho ricevuto sue notizie e con altrettanta gioia mi accingo a parlare, sperando, prima di ogni cosa, di trovarla in ottima salute assieme a tutti i suoi cari, così come le posso dire di me. La ringrazio di cuore di tutto ciò che mi ha detto e credo di non avere parole adatte per esprimerle la mia gratitudine; vorrei, però, sommessamente e con molta umiltà riuscire a farle comprendere ciò che io provo interiormente. Veda, in me in passato non c’è stato niente di predisposto verso il soprannaturale e il supremo, tutto è accaduto aldilà delle mie volontà, io ho solo subito le sensazioni dettatemi dal mio ego, ci fu un tempo in cui io avevo fede, l’avevo in modo naturale senza imposizioni di sorta, poi ad un tratto mi resi conto che qualcosa dentro di me si era rotta, mi resi conto di avere smarrito la mia fede, ma non me l’ero imposto io ciò, è stata del tutto naturale la mia metamorfosi, vero è pero che non ho fatto mai nulla per ritrovarla, mi sono accorto che in fondo ci vivo bene anche così, mi sono convinto che dopo la vita c’è il nulla e sto vivendo per come il fato mi ha destinato, preoccupandomi soltanto di conservare integra la mia dignità e quella della mia famiglia per poterla un giorno riconsegnare integra per come mi è stata affidata alla memoria di chi me l’ha donata, cioè mio padre. Mi creda, sono un uomo interiormente sereno ed in pace con me stesso. Le racconto un aneddoto che mi è accaduto anni fa’, il mio dire comunque è fine a se stesso, mi sono solo ricordato per ciò che mi ha detto Lei. Dunque, mi trovavo ad un appuntamento con amici e ci trovai anche un uomo in abito talare che io conobbi in quella occasione, lui penso mi conoscesse per la mia nomea; sul finire della giornata lui mi chiamo in disparte, l’avevo notato che era tutto il giorno che mi girava in tondo ma avevo fatto finta di niente, credo che l’attraessi perché ero stato l’unico tutto il giorno a non avergli chiesto alcunché, per la mia riservatezza ed anche per la mia giovane età. Lui esordì dicendomi se io avessi bisogno della benedizione di Gesù Cristo, io per educazione e per rispetto verso l’uomo e l’età non gli dissi che non ero credente e gli risposi in altro modo, senza alcuna arroganza, anzi con molta umiltà, ma senza tentennamenti, dissi testuale: “Padre, se io sono stato nel giusto, Dio mi ha già dato la sua benedizione, se io non sono stato nel giusto, mi perdoni, ma lei non può fare alcunché per me». Lui non si turbò, anche perché non era minimamente nelle mie intenzioni arrecargli offesa e lui lo capì, mi mise una mano sulla spalla e paternamente mi disse: “Se hai bisogno della benedizione di Gesù Cristo sai dove e come trovarmi, ti aspetto”. Risposi: “La ringrazio, lo terrò presente”. Non lo vidi più da allora ma penso che entrambi non ci siamo scordati perché ogni tanto mi manda i saluti che io puntualmente ricambio. In quanto alla morte credo di avere avuto un rapporto particolare con lei, mi e sempre aleggiata intorno e so riconoscerla, da ragazzo la sfidavo con leggerezza per via dell’incoscienza giovanile, oggi da uomo maturo non la sfido, più semplicemente la prendo a calci in testa perché non la temo, non tanto per un fattore di coraggio, ma più che altro perché non amo la vita, teme la morte chi sta bene su questa terra e quindi ha qualcosa da perdere, io non ci sono stato bene su questa terra e quindi non ho nulla da perdere, neanche gli affetti perché li ho già persi nella materia già da tanti anni. Quando la morte verrà mi troverà vivo, a testa alta e sorridente perché quello sarà uno dei pochi momenti felici che ho avuto nella vita. Spero solo di riuscire a portare a termine ciò che mi sono prefissato prima di andare via, per me stesso e, per dare un senso alla mia esistenza. Vero è che sono stato una persona sola e la mia vita è stata un guazzabuglio di sofferenze, delusioni e fallimenti (non per causa mia) ma e anche vero che ancora si sentirà molto parlare di me, ci sono ancora pagine della mia storia che si devono scrivere, non saranno questi “buoni” e “integerrimi” della nostra epoca, in preda al fanatismo messianico, che riusciranno a fermare un uomo come me, questo è un assioma. La ringrazio per volermi offrire il suo cuore, non ho mai avuto alcun dubbio su ciò, la ringrazio per il suo paterno affetto ed anche in ciò non ho nutrito dubbi, lo stesso fatto che lei parla con me dimostra il suo affetto verso di me, tra noi due c’è sempre stato un feeling particolare dettato solo dai sentimenti; ricordo che era una domenica pomeriggio ed avevo solo 500 lire in tasca, volevo comprarmi un oggetto, andai alla cassa e pagai, solo che vicino la cassa c’era lei che riconosciutomi mi restituì le 500 lire; dei soldi non me ne fregava proprio nulla, però in quel momento mi sentii la persona più importante del mondo, il solo fatto di avermi riconosciuto mi fece sentire importante, in fondo ero un bambino e poteva facilmente non riconoscermi o quantomeno essere distratto, invece lei sarebbe stato mio amico, aldilà di tutto il resto. Avevo 12 anni quel giorno e sono passati 31 anni da allora e come vede non ci siamo sbagliati né io né lei su noi stessi, siamo amici. Chissà se si ricorda di questo episodio, forse no, ma l’importante che me lo ricordi io. Gliel’ho raccontato per volerle dire che non mi deve offrire niente, mi basta solo avere un posto nel suo cuore … e che possa avere un pensiero per me mi fa capire che non sono vissuto invano; mi creda mi basta e tengo soltanto alla sua amicizia e non ho bisogno di altro. In merito ai miei cari ed al suo volersi rendere utile anche per loro io la ringrazio immensamente e le sono moralmente obbligato per il pensiero, ma vale lo stesso discorso che per me, cioè non deve fare alcuno movimento e ci basta tenerci nel cuore. Mi comprenda, non è superbia la mia, è soltanto che voglio e devo salvaguardare la sua persona, i tempi sono quelli che sono ed è dovere mio tutelare chi ci vuole bene, i miei cari questo lo sanno ed è da tanti anni ormai che non frequentano più ad alcuno. Detto ciò la ringrazio di nuovo per il pensiero verso i miei cari ed anche questo non lo scorderò mai. Saprà, poiché è di dominio pubblico, che ho una figlia, è una bambina di 8 anni e mezzo, vive assieme a mia moglie a casa di mia madre. In merito al suo progetto dove io ho mostrato scetticismo, lo so che lei perseguirà sempre con tenacia i suoi obiettivi e questo le fa onore, non soltanto per la sua coerenza di vita, ma anche per non avere scordato i torti ingiustamente subiti; il mio scetticismo era ed è rivolto alla classe che dirige il paese, non vedo uomini, solo molluschi opportunisti che si piegano come fuscelli al vento, dico ciò con cognizione di causa, ed il peggiore è chi ne sta a capo, un volgare venditore di fumo e chiudo qua perché per iscritto non voglio andare oltre. Ho saputo che vi siete incontrati con l’amico mandatole, lo sapevo che vi conoscevate ho scelto lui perché e una persona di provata fiducia, il tutto rimarrà sempre tra di noi. Sì, era in rapporti con papà ed è rimasto in rapporti con me, nella vita quando si e onesti c’è continuità. Lui si è già fatto sentire da me e mi ha detto che è felice che si è incontrato con lei e che vede buone cose per il futuro, ho poi aggiunto che lei e stato gentilissimo e disponibilissimo ed io la ringrazio di cuore di ciò. Mi ha detto che dovete rivedervi per cominciare a vedere il tutto e che ci vuole del tempo per conclude re. Da parte mia le posso solo dire di fare il possibile per concretizzare la cosa, da un canto lui lavorerà ma il tutto porterà beneficio anche a noi due perché avremo una percentuale su tutto quello che si farà; anzi deve essere lei a decidere cosa l’amico deve lasciare per noi due, per me quello che lei decide mi sta bene, capirà che se i lavori andranno in porto noi avremo una buona rendita su cui contare, quindi la prego di fare il possibile affinché tutto vada in porto, lo so che ci vogliono dei tempi ma l’importante è iniziare a muoversi che poi i frutti si vedranno. Veda che l’amico già sa che deve lasciare una parte del tutto a noi due, non sa soltanto l’entità che e poi quella che deciderà lei. Quando su ogni lavoro lei deciderà l’entità può dirgliela direttamente all’amico o se preferisce la dice a me e io la comunico a lui, non c’è problema, decida lei sul tutto e mi fa sapere, per me quello che lei decide è ben fatto. Dunque, ormai voi il contatto lo avete, spero che possiate concretizzare il tutto e portare beneficio a noi stessi. Man mano che le cose vanno avanti mi terrete informato, anche l’amico ha il contatto con me, quindi anche lui mi terrà informato, spero che il tutto vada a buon fine. Comprendo che con il cugino di suo fratello vi vedete sovente e ciò mi fa piacere, lei dia un caro abbraccio da parte mia e le dica che io sono a disposizione nel caso abbia bisogno di qualcosa. La prossima posta per me la deve dare al nostro tramite entro il primo di settembre e non oltre, poi io le risponderò con i tempi che sa. Dato il periodo estivo per agevolarla dirò al nostro tramite che sia lui a farsi vedere di lei nell’ultima settimana di agosto. Credo di averle detto tutto, ora la lascio — mai con il cuore — scusandomi se magari ho detto qualche parola in più. Spero tanto che i suoi cari stiano tutti bene così come io spero di lei, sappia che e nel mio cuore e nei miei pensieri come sempre è stato, le do’ un affettuosissimo abbraccio ed un bacio, la voglio troppo bene. Non so quando verrà il giorno in cui noi due possiamo rivederci, spero che non resti nei nostri sogni, però una cosa e certa e cioè che comunque vada ci terremo sempre nel cuore, perché i veri sentimenti sono quelli che durano e si rafforzano nella disgrazia. La ringrazio del suo abbraccio paterno e dei suoi paterni consigli, grazie dal profondo del mio cuore. Avrò la massima cura di me, per vivere per come sono stato destinato e, comunque vadano le cose, sono stato un protagonista e spero di dentro di sé lei ne possa essere orgoglioso, in fondo mi ha visto crescere e ciò, per me, sarà importante, perché oltre a volerla bene la stimo tantissimo e tengo il suo giudizio. Sempre grazie di tutto. In piena coscienza e con l’immenso affetto di sempre ad maiora Alessio
30.9.2005 Carissimo mio, spero di trovarla bene assieme ad i suoi cari. La ringrazio e non ho parole per le cose che mi ha detto, grazie di cuore. Io oramai vivo fuori dal mondo, e lo preferisco perché non mi riconosco più in questa ipocrita società, quindi non relazionandomi più con alcuno non ho contezza di ciò che realmente si pensi di me, non so se ho fatto male o se ho fatto bene, posso solo dire, o voglio io sperare, di essere stato un uomo onesto, soprattutto verso le mie idee ed i miei valori, così come voglio io sperare di essere stato un uomo corretto, perché sin dal principio della mia storia decisi di fare della correttezza la mia filosofia di vita. Lei dice che i pellegrini avevano considerazione idolatrante e che esaltavano le qualità; io non sono, non riesco a giudicarmi da me stesso, posso solo dire che fui sempre disponibile con tutti e con chiunque, non aspiro ad essere il migliore, in media stat virtus ci insegna Orazio. In merito ad i singoli maestri purtroppo devo dirle che sono ormai una razza quasi estinta, ci sono in giro solo squallidi musicanti, spesso preferisco tacere perché non riesco a misurarmi con la stupidità umana, che oltretutto e molto pericolosa, la verità è che dopo l’assenza di tanti e tanti amici e venuta a mancare la qualità delle persone, oggi c’è pochezza di tutto in tutti. Con ciò non è che mi voglia elevare a superuomo, no, sono un comune mortale c quindi umano, solo che non riesco a combattere con la stupidità, mi infastidisco, preferisco starmene a debita distanza un po’ da tutti, sfrutto soltanto le mie capacità senza fare affidamento su alcuno, tra l’altro sono stato educato a ciò quindi essendoci abituato non mi pesa. Parlando dei miei mancati studi si è toccato un punto dolente; veda, io qualche rimpianto nella mia vita ce l’ho, il non avere studiato e uno di essi, e stato uno dei più grandi errori della mia vita, la mia rabbia maggiore è che ero un bravo studente, solo che mi sono distratto con altro, se potessi ritornare indietro conseguirei la laurea senza margine di dubbio, non dico ciò perche avrei voluto un altro tipo di vita, no, io sono soddisfatto della vita che ho avuto e la rifarei, vorrei la laurea solo per me stesso e non per altro. Oggi mi ritrovo ad avere letto davvero tanto. Ed essendo la lettura il mio passatempo preferito, a livello culturale mi definisco un buono a nulla (visto che non ho le basi) che se ne intende un po’ di tutto. Noto con piacere che lei nonostante le sue pregresse esperienze riesce ad essere ottimista ed a coltivare ancora dei sogni, io purtroppo non ci riesco, non ho più sogni, un uomo che come me è riuscito finanche a deludere le proprie illusioni che sogni può avere!?! Non è che questo vuole dire che mi sono arreso alla vita, questo mai, combatterò sino al mio ultimo istante, soltanto che non c’è più enfasi in me, io penso che il destino di ognuno di noi è già scritto tutto per intero, io sto solo percorrendo ciò che è stato scritto per me, devo solo viverlo passo dopo passo. Lei spera e mi augura che io possa costruire una nuova favola…, ed io non posso che ringraziarla di cuore per questo suo affettuoso pensiero. Veda, io reputo il dolore un sentimento intimo, non intimo inteso come segretezza, ma intimo come appartenente soltanto alla persona che lo vive, perché solo la persona che lo vive lo può riconoscere come tale. Partendo da questo assioma ho sempre ritenuto utile raccontare mie cose intime, tenuto anche conto che il mio carattere ce la fa da sé a superare tutte le prove con cui la vita mi mette a confronto. Oggi metto da parte tutto ciò e le confido una cosa intima, gliela confido con l’affetto di un figlio; veda, io non conosco mia figlia, non l’ho mai vista, il destino ha voluto così, come posso io sperare in una favola?! Nel dire ciò non stò piagnucolando, non ne sono il tipo e poi ho già razionalizzato il tutto, voglio solo dire che, se ho ancora qualcosa da sperare, e che se la vita ha tolto a me per dare a mia figlia mi sta bene e, se così è, quello che mi è rimasto è ancora tanto e spero che si prenda tutto di me per darlo a lei. Se io le dovessi dire cosa si prova nel non conoscere i propri figli non saprei cosa dirle, posso però affermarle, con assoluta certezza, che essere genitore, padre o madre che sia, e non conoscere i propri figli, è contro natura. Mi scuso per averla distratta con i miei forse stupidi problemi passo ad altro. Farò sapere al nostro comune amico di venirla a trovare, anzi gli dirò che ogni tanto deve venirla a trovare di sua spontanea volontà, cosi se lei avrà da dirgli qualcosa non avrà l’onere di cercarlo. Spero che si possa concludere qualcosa con questo amico. In merito al cugino del fratello, se ha bisogno di qualcosa da miei concittadini, la prego di rendersi disponibile, sempre nelle sue possibilità, da parte mia sono sempre propenso ad aiutare questo amico qualora ce ne fosse bisogno, io non lo conosco fisicamente ma ciò non lo ritengo importante, la stima ed il rispetto che c’è reciprocamente supera l’handicap della non conoscenza visiva, la prego di dargli un affettuoso abbraccio da parte mia. Spero di averle detto tutto, quando lei vuole sa che mi può sempre scrivere, se deve dire qualcosa deve dare il tutto al nostro tramite che per quella data sia lui a farsi vedere… nel caso non c’è bisogno che lei lo cerchi. Spero che questa mia la venga a trovare bene, sappia che fa parte del mio cuore e dei miei pensieri e che nel mio piccolo sono sempre a sua completa disposizione, la voglio bene. Con accresciuta stima e l’immenso affetto di sempre un bacio ad maiora suo Alessio nb. Mi piace il nuovo cammino, escluso Desantis
1.10.2004 “Sono il Malaussène di tutto e tutti” Carissimo amico mio, spero di trovarla bene in salute assieme a tutti i suoi cari. Ne è passata di acqua sotto i ponti dall’ultima volta che ci siamo visti e sentiti e tante cose sono cambiate da allora, forse troppe, noi stessi siamo cambiati, almeno io. So che lei ha risolto, bene o male, tutte le falsità che le addebitavano e ne sono felice per lei stesso per i suoi familiari e dal profondo del mio cuore le auguro un mondo di bene. Di me che (incomprensibile) Non amo parlare di me stesso e poi oramai è da anni che sono gli altri a parlare di me e magari ne sanno più di me medesimo; credo, mio malgrado, di essere diventato il Malaussène di tutti e di tutto, ma va bene così, sono un fatalista e penso che era tutto scritto così, (incomprensibile) uomo non può cambiare il proprio destino, l’importante e viverlo con dignità, io sono a posto con la mia coscienza e sono sereno, in fondo questo mondo non è mio e prima o poi passerà anche questa vita. So di avere vissuto da uomo vero tanto mi basta per me, per chi mi ha educato e fatto da maestro e per la mia famiglia. Metto da parte queste nostre miserie umane e passo ai nostri discorsi ringraziandola aprioristicamente per non avermi dimenticato, le sono moralmente grato di ciò. Nel febbraio scorso il mio parente intimo mi fece sapere che lei lo contattò e mi rese edotto dei discorsi che lei gli fece, ma mi disse anche che io potevo darle le mie risposte solo tramite lui perché lei non aveva fiducia ad altri e desiderava così. Subito dopo il mio parente si assentò ed io tenendo fede a ciò che lui mi disse non la cercai tramite altri, come era suo desiderio; pensai che sarebbe stato di nuovo lei a cercarmi scegliendosi la strada che più preferiva. Poco tempo fa mi ha contattato lo zio di suo cugino e mi ha detto che lei ed il di lui nipote avete parlato dei discorsi che lei sta portando avanti e tra questi discorsi c’è pure quello che mi aveva accennato il mio parente intimo. Io ho detto allo zio di suo cugino che ora io stesso avrei contattato lei per cercare di portare il tutto a buon fine ed è così che mi sono permesso di cercarla anche in assenza del mio parente intimo. Riguarda il sito dell’autostrada ho capito il tutto per linee di massima ma so comunque troppo poco per poterle dare risposta, mi interessa sapere come lei vuole svolgere il tutto nella sua peculiarità e dei tempi di cui ha bisogno, solo dopo avere saputo il tutto in modo preciso potrò darle la mia risposta in modo esaustivo, mi dica pure se c’è bisogno di me per qualche intervento tecnico. Al momento posso risponderle solo su ciò che ho compreso e cioè che per la zona di Alcamo non si ponga problemi perché poi al momento opportuno me la sbrigo io. E riguardo al fatto che io devo trovare una persona per l’intestazione di qualche ipotetica quota non ci sono problemi, ho la persona adatta e quando dice lei gliela posso mandare. Solo che con la questione quote lei mi deve dire di preciso come le vuole dividere perché questo sito, a parte il territorio in cui ricade, verrà visto come diciamo un servizio per tutta la provincia e quindi io ho dei doveri verso altri comunque. Comunque sono cose di facile soluzione. Lei mi dica come vuole dividere il tutto e poi noi due assieme stabiliremo come fare. Quindi aspetto sua risposta su tutto ciò. Per il discorso Anas ho capito il tutto e non ci sono problemi, ho l’imprenditore adatto e in grado di potere svolgere tutti i lavori, è ovvio che a questo imprenditore faremo lasciare una quota per lei ed una quota per me, anzi mi deve dire che percentuale devo chiedere all’imprenditore per noi due, desidero che la decida lei questa cosa. Quindi mi dia conferma se per lei va bene così ed io dopo manderò l’imprenditore direttamente da lei, questa persona verrà direttamente e da solo da lei e le dirà che viene da parte di suo figlioccio Alessio che sono io, quindi potrete discutere le cose tecniche per portare avanti ed a buon fine il tutto. Aspetto questa sua risposta e solo dopo le manderò l’imprenditore. Lei mi deve mandare la sua lettera con le risposte sopradette tramite la stessa persona con cui riceverà questa mia, penso che non le verrà difficile trovarlo o farlo cercare, la lettera la chiude a bigliettino ed all’esterno del biglietto scriva “Alessio”, poi io le risponderò con lo stesso sistema. Lei mi deve mandare la sua lettera entro e non oltre il 20 dicembre 2004, la può anche consegnare il 19 ma non passi il 20 perché se no non mi arriva più. Lei la mia lettera di risposta non la riceverà subito, dato i tempi e dato che sono tutti addosso a me capirà che devo agire con cautela quindi i contatti sono un po’ distanziati nel tempo, ma comunque anche con un po’ di ritardo riceverà la mia. Quando incontra al suo cugino del suo paese natio glielo dica che ora noi due abbiamo il contatto diretto e nell’occasione me lo saluta tanto perché io non ho contatti con lui dato che ho il contatto diretto con il di lui zio. Tutte le persone che hanno contatti con me hanno dei nomi convenzionali, il 500 è OMISSIS, ciò la preserva da rischi inutili, ad esempio il nostro tramite quando riceve un biglietto “OMISSIS” sa che lo deve portare a lei evitando così che io ogni volta gli spieghi a chi lo deve portare, quindi mi vorrà scusare se le ho cambiato nome. Credo al momento di averle detto tutto, a breve sarà il santo Natale e le auguro di trascorrerlo in serenità con i suoi cari, così come vi auguro un buon anno. Sappia che è sempre nel mio cuore così come è stato nei miei pensieri nei suoi anni bui. Io sono il niente, un perdente, ma se ha bisogno di questo niente sappia che sono sempre e comunque a disposizione per la qualsiasi, ciò non è retorica, glielo dico con il cuore. La voglio tanto bene. Con immutata stima ed il grande affetto di sempre. P.S. Dopo avere letto bruci questa lettera
1.2.2005 – Per me Dio non c’era più”. Carissimo mio, spero tanto di trovarla bene assieme ai suoi cari. La ringrazio infinitamente del suo abbraccio paterno, della sua amicizia e della sua affettuosità e, mi creda, non ho mai avuto alcuno dubbio su ciò; la lontananza può mortificare la quotidianità del vivere ma mai può offuscare i sentimenti anzi li rafforza quando sono onesti e sinceri come i nostri. Non ho parole per ringraziarla degli elogi a quel faro ed alla mia persona, ne sono lusingato ed onorato perché provengono da lei. Veda, io non parlo mai con alcuno di quel faro, me lo sono ripromesso e sino ad oggi mantenuto, non è superbia la mia, soltanto che di lui si parlò così tanto mentre era in vita che oggi preferisco che riposi in pace, almeno da parte mia, mi restano i miei ricordi e quelli fortunatamente non me li può togliere alcuno; sento ora la necessità di mettere un po’ da parte ciò che mi ero ripromesso per sprecare due parole: veda che la ho voluto veramente tanto bene e lo stimavo tantissimo, provai tanto dolore e dispiacere per le sue vicissitudini e non ci trovo mai un senso in tutto ciò, si chiese sempre perché proprio lei, non si seppe mai dare una risposta; mi creda da figlio tutto ciò è sola verità. Discorso chiuso. Ho notato con piacere per lei che nonostante il suo vissuto è riuscito a mantenere il suo credo e la sua fede, io non ci sono riuscito. La mia mamma è una credente e nella fede ha cresciuto i propri figli, ad un tratto non so come e non so quando mi sono reso conto con grande rammarico che con me aveva sprecato il suo tempo, non avevo più la mia fede e non credevo più in niente, per me dio non c’era più o quantomeno non gli andava di guardare giù quando si trattava di me; non avendo fede non c’è più speranza ed infatti oggi vivo per come il fato mi ha destinato, mi preoccupo soltanto di essere un uomo corretto, ho fatto della correttezza la mia filosofia di vita e spero di morire da uomo giusto, tutto il resto non ha più valore. Non pensi che io dica ciò con arroganza, non è così, se mi vedesse noterebbe solo umiltà in questo mio dire, non c’è neanche cattiveria e astio verso qualcuno nelle mie parole; veda, io ho conosciuto la disperazione pura e sono stato solo, ho conosciuto l’inferno e sono stato solo, sono caduto tantissime volte e da solo mi sono rialzato; ho conosciuto l’ingratitudine pura da parte di tutti e di chiunque e sono stato solo, ho conosciuto il gusto della polvere e nella solitudine me ne sono nutrito; può un uomo che ha subito tutto ciò in silenzio avere ancora fede? Credo di no. Oggi aspetto che il mio destino si compia seguendo questo pensiero: “Ho visto ciò che la vita mi ha dato e non ho avuto paura e non ho girato lo sguardo di là e non ho perdonato ciò che non si può perdonare”. Mi scuso con lei per questo mio dire; il mio non è stato uno sfogo ho soltanto parlato a cuore aperto con un uomo che voglio bene, che stimo e che ho l’onore di essergli amico. Veda che per carattere non parlo mai con alcuno dei miei pensieri intimi, lo facevo soltanto con un uomo ed oggi l’ho fatto con lei. Se l’ho infastidito od annoiato me ne scuso sinceramente, io da parte mia la ringrazio perché parlando con lei mi sono accorto di essere me stesso. Facendola partecipe di ciò che io sento senza alcuna inibizione di sorta. Perché io non parlo mai con alcuno dei miei sentimenti e non soltanto per timore dei greci e dei loro doni, ma principalmente per un mio modo di vedere la vita, non faccio mai nessuno partecipe di ciò che io provo nel mio interiore. Grazie per avermi fatto compagnia in una giornata così uggiosa e non soltanto per le condizioni atmosferiche. Passo alle miserie di tutti i giorni-. Lei mi chiede una mia analisi su delle argomentazioni che mi ha fatto e che peraltro io già conoscevo perché me le aveva anticipate lo zio di suo cugino ed anche lui mi chiese cosa io ne pensassi; con lui fui più conciso e semplice, invece con lei articolerò il mio pensiero in maniera più ampia. Tengo aprioristicamente a precisare che il mio dire sarà basato esclusivamente sui fatti e non sulla sua persona, perché per me è un assioma che lei farà sempre tutto ciò che potrà nel limite umano affinché la nostra causa possa avere una svolta, so che darebbe la vita per ristabilire la verità delle cose, su ciò non ci piove e sempre grande stima alla sua persona da parte mia. Detto ciò analizzo i fatti a modo mio s’intende è per modo mio includo anche la mia ignoranza su certe tematiche. Jorge Amado diceva che non c’è cosa più infima della giustizia quando va a braccetto con la politica ed io sono d’accordissimo con lui. In Italia da circa 15 anni c’è stato un golpe bianco tinto di rosso attuato da alcuni magistrati con pezzi della politica ed ancora oggi si vive su quest’onda. Oramai non c’è più un politico di razza; l’unico a mia memoria fu Craxi ed abbiamo visto la fine che gli hanno fatto fare. Oggi per essere un buon politico basta che faccia antimafia, più urla e più strada fa ed i politici più abietti sono proprio quelli siciliani che hanno sempre venduto questa nostra terra al potente di turno. Troppo semplicistico per lo stato italiano relegare il fenomeno Sicilia come un’orda di delinquenti ed una masnada di criminali, non è così, abbiamo più storia noi che questo stato italiano. Se io fossi nato due secoli fa, con lo stesso vissuto di oggi già gli avrei fatto una rivoluzione a questo stato italiano e l’avrei anche vinta; oggi il benessere, il progresso e la globalizzazione fanno andare il mondo in modo diverso ed i miei metodi risultano arcaici, quindi resto soltanto un illuso idealista ed entrambi sappiamo che fine fanno gli idealisti. Quando uno stato ricorre alle più infime torture per vendetta ed ancor più per portare alla delazione gli esseri più deboli mi dica che stato è. Uno stato che fonda la propria giustizia sulla delazione mi dica che stato è, di certo le delazioni avranno fatto fare carriera a (incomprensibile) singoli ma come istituzione lo stato ha fallito. Hanno praticato e praticano ancora oggi tortura nelle carceri, facciano pure non contesto loro ciò, hanno istituito il 41 bis, facciano pure e che mettano anche l’82 quater, tanto ci saranno sempre uomini che non svenderanno la propria dignità (incomprensibile) da noi, che la smettano di ammantarsi di perbenismo e di alto grado di civiltà, ha nulla di paese civile questo sino a quando certe verità non verranno a galla. Solo la storia la scrive chi vince e loro hanno vinto. (Incomprensibile) c’è una differenza sostanziale tra lei e me, lei è stato una vittima della giustizia italiana, invece sono un nemico della giustizia italiana che è marcia e corrotta dalle fondamenta. Lo dice Tony Negri ciò ed io la penso come lui; solo che la differenza sostanziale che c’è tra noi due non cambia i suoi effetti, perché ingiustizie ha subito lei ed ingiustizie subisco io senza alcuna differenza tra noi due. In merito alle sue argomentazioni io penso che non si arriverà mai a niente, non per mancanza di una volontà, lo so che lei farà l’impossibile per arrivare a ciò che mi ha detto, solo che in politica non si fa niente per niente e noi oggi non abbiamo più un potere contrattuale, non abbiamo più nulla da offrire, siamo solo un fardello; chi vuole che si vada a sporcare la bocca per la nostra causa o per tipi come me che vengono considerati ormai carne da macello. C’è solo di prendere atto della sconfitta restando nella propria dignità, un uomo si vede da ciò, soprattutto da ciò, perché la sconfitta forgia noi uomini e non la vittoria. Chiudo così: “Ce l’abbiamo fatta con l’alluvione e la pestilenza; con la legge non s’è potuto, no: abbiamo perso”. Per l’abolizione dell’ergastolo penso che con il tenpo ci si arriverà ma tutto andrà da sé con il processo di civilizzazione e comunque noi due non saremo più di questa terra perché saranno processi lunghi che vogliono il suo tempo. Per la revisione dei processi non credo che mai si ci arriverà, glielo detto non interessiamo più ad alcuno ormai. Io ho condanne assurde senza uno straccio di prova oggettiva, la legge dice che due collaboratori di legge che dicono la stessa cosa è prva, ma io ho tante condanne con un solo collaboratore di legge e senza alcun riscontro; ho tante condanne con collaboratori che si contraddicono tra di loro, eppure prendo condanne ovunque e comunque perché è il nome che condannano, posso dire di essere stato in balia ed oggetto di scherno di tanti piccoli Torquemada; ormai è da tanti anni che ho revocato i mei avvocati e non mi difendo più, la mia non è stata una resa, solo che era assurdo che continuassi a difendermi, facciano quel che vogliono, non ho nulla da chiedere ed accetterò tutto con serenità. Quando revocai gli avvocati qualche piccolo ed insignificante Torquemada insinuò sui giornali che era un gesto di sfida. Non è così, non ho voluto sfidare nessuno, tra l’altro non è mio costume lanciare sfide a suon di scartoffie in quanto do alla sfida un valore più nobile, da vero uomo, solo che ho preferito non difendermi più, almeno potrò pensare di non essere stato partecipe a tutti i misfatti che ho subito. In merito alla commissione d’inchiesta questo è un punto chiave; non tanto per cambiare le cose perché tutto rimarrà per come è, ma solo per il fatto di portare le isitituzioni ad assumersi le proprie responsabilità, sarebbe una grande vittoria portare le cose in chiaro, far sapere al popolo tutte le torture che ha perpetrato lo stato, così almeno la finiscono di definirsi paese civile, una commissione del genere prima di morire la vorrei vedere ma so che non la vedrò mai; vero è che di commissioni ce ne sono state, vedi la Mitrokin e la Telecom-Serbia ma queste interessavano ai potenti di turno e noi mio caro non interessiamo ad alcuno. Per il discorso benzina mi sono reso conto che è una grande cosa, veda di fare il possibile per arrivare a buon fine, tenga presente che per tutto ciò che compete la mia persona e per tutto ciò che rappresento sono a sua completa disposizione, mi dica di cosa c’è bisogno e dopo farò il possibile. Per il discorso strade più in là la verrà a trovare un imprenditore e le dirà testuale: “mi manda suo figlioccio Alessio”, con lui potrà discutersi come dovere sviluppare questo capitolo strade. Se la cosa andrà a buon fine poi lei deve decidere quale percentuale l’imprenditore deve lasciare per lei e per me e poi mi incaricherò io di dire all’imprenditore la percentuale che deve lasciare, su ciò non ci sono problemi. Spero che questi lavori vadano in porto. La prego di dare sempre un caro saluto da parte mia a suo cugino ogni qualvolta lo vede, lo ringrazio. Credo di averle detto tutto, la prego di scusarmi se ho detto qualche parola in più o se a tratti sono stato sfacciato od impudente, il fatto è che io la voglio tanto bene e la stimo e quindi con lei sono me stesso, associ a ciò anche il fatto che io sono un uomo molto pragmatico e che sono riuscito a deludere finanche le mie illusioni, che non è impresa da poco, tutto ciò fa sì che io veda la realtà delle cose o per meglio dire la mia realtà in un tale modo, l’unica differenza è che a lei ho detto i miei pensieri invece agli altri non li dico, ma se questo mio parlare senza inibizioni le ha provocato fastidio le chiedo umilmente scusa. La ringrazio per avermi concesso l’onore di scrivermi ed oltretutto mi ha regalato anche un po’ della sua compagnia, grazie di cuore. Quando mi vuole scrivere mi può fare solo immenso piacere, ormai sa la strada che deve usare, se scrive lo consegni entro il 20 aprile, non oltre, anche il 20 va bene, poi io le risponderò col tempo per via delle cautele. Se può dia un caro saluto da parte mia a sua moglie, la ricordo con affetto e mi spiace tutto quanto è accaduto, il pensiero a lei mi riporta a mia madre, io non sono stato un buon figlio per la mia mamma (incomprensibile)
28.6.2006 – Carissimo mio, spero di trovarla bene così come le dico di me. So che questa mia lettera è inattesa da lei ma, purtroppo, la devo informare di alcune vicende accadute. Come lei sa a quello hanno trovato delle lettere, in particolare di quelle mie pare ne facesse collezione. Non so perché ha agito così e non trovo alcuna motivazione a ciò e, qualora motivazione ci fosse, non sarebbe giustificabile. Non sto a dirle cosa penso perché non c’è alcuno rimedio al danno che ha causato, ormai che posso fare? L’unica cosa di cui mi rammarico è di non aver intuito in tempo che lui facesse collezione delle mie lettere; d’altronde non avevo a che fare con persona inesperta quindi ero tranquillo, anche perché io non ho lettere conservate di alcuno. Quando mi arriva una lettera, anche di familiari, rispondo nel minor tempo possibile e subito brucio quella che mi è arrivata, tutto mi potevo immaginare ma non questo menefreghismo da parte di una persona esperta, comunque non vado oltre perché dovrei sbagliare a parlare e, per abitudine, non parlo mai alle spalle di alcuno. Solo a lui potrei dire cosa penso se lo avessi davanti e, dopo di ciò, la mia amicizia con lui finirebbe; oggi posso solo dire che se la vede con la sua coscienza se ne ha, per tutto il danno che ha provocato in modo gratuito e cinico ad amici che non lo meritavano: chiudo qua che è meglio! La informo che nelle mie lettere che hanno trovato a lui si parla anche di lei e le spiego come sono andati i fatti. Io e lui siamo sempre stati in contatto, però non c’era mai stato da parte mia il motivo di parlare di lei con lui, non ce n’era proprio motivo. Ad un tratto, circa 2 anni fa, lei cominciò a parlare con suo cugino di alcune cose, poi il cugino trasmetteva a lui i discorsi che avevate e lui li comunicava a me, infatti ad un tratto lui cominciò a parlare di lei, dicendomi, tra l’altro, che lei mi cercava, infatti poi io mi feci vivo con lei. Inutile dirle i discorsi che lui mi fece su di lei tanto lei già li sa, visto che erano gli argomenti che lei trattava con suo cugino. Comunque, quando lui cominciò a parlare di lei di conseguenza io gli dovevo rispondere a ciò che mi diceva, mica potevo non dargli risposte. Così ora ci sono queste mie lettere che, in alcuni passi, parlano di lei. Forse ci sono pure le copie di quello che diceva lui a me, ma questa è solo una mia ipotesi, ormai c’è tutto da aspettarsi, siccome usava la carta carbone, può anche darsi che si faceva le copie di quello che scriveva a me e se le conservava, ma, ripeto, quest’ultima è solo una mia ipotesi dovuta al fatto che ormai mi aspetto di tutto. Inoltre ho la certezza che lui con suo cugino non si incontravano e comunicavano tramite lettere, e ovvio che suo cugino parlava a lui di lei, se no lui non ne poteva parlare a me; avranno trovato pure queste lettere dove suo cugino parla di lei a lui, ma non so in che termini e con quali modalità, ma di certo le hanno trovate, ne sono sicuro per una conseguenza logica. Comunque, essendo che fu lui a scrivermi per primo di lei fu lui a darle una sigla, lui parlava di lei usando le prime 3 lettere del suo cognome; io, dal canto mio, non potevo cambiare questa sigla da lui scritta perché non mi avrebbe più compreso, visto anche le limitazioni che aveva nello scrivere; così io risposi a lui sulle argomentazioni da lui dettemi usando la stessa sigla che lui aveva inventato per lei. Risposi in tale modo per 2 o 3 volte, non di più, non riesco ad essere preciso, comunque sono 2 o 3 volte; dopo di ciò, non piacendomi questa sigla che lui usava per lei, io, di testa mia cambiai lasigla, rischiai di non essere capito da lui ma lo feci lo stesso; lui però mi capì anche perché i discorsi lo riportavano a lei e, quindi, da quel momento si usò la sigla da me modificata. La modifica che feci io sta nel fatto che dalle 3 lettere che usò lui tolsi la vocale, quindi restarono le prime due consonanti, dunque in 2/3 lettere (da me a lui) usai la sigla dettami da lui; poi nelle altre mie lettere a lui la sigla era: le prime 2 consonanti. Quindi nelle missive ci sono discorsi con le prime 3 lettere e discorsi con le prime 2 consonanti. Vero e che io potevo inventare un appellativo tutto nuovo per lei e comunicarlo a lui, ma non avrei concluso lo stesso niente perché lui avrebbe conservato pure il trafiletto dove gli spiegavo che lei era un tale appellativo. Sono sicuro di ciò perché delle persone di cui io, per primo, parlai a lui mettevo gli appellativi o numeri (perché lui usava i numeri) ma non ho concluso nulla, perché è certo che gli hanno trovato i trafiletti dove io gli spiegavo che a tale persona corrispondeva un dato numero. Capirà da se che ci sono persone, a me vicine e care, che ora sono nei guai, compreso lei, e mi creda sono imbestialito anche se mantengo la calma, perché l’ora non porta a niente, e sono anche troppo addolorato e dispiaciuto, ma questo è un fatto che concerne solo il mio intimo. Ritornando alla sua posizione: io credo che, pur pensando che si tratti di lei, avranno poco da fare perché dovranno dimostrare e portare riscontri su un suo eventuale coinvolgimento; dato che le sigle sono 2 potrebbero pensare che trattasi di 2 persone diverse, anche perché io cambiai la sigla senza dare alcuna spiegazione, quindi, la sigla con 2 consonanti che feci io, oltre ad essere più ermetica e stata cambiata senza spiegarlo a lui. Potrebbero pensare che si tratti di un’altra persona (che mai troveranno) invece la sigla che fece lui, cioè quella con le prime tre lettere ed a cui io risposi per 2 o 3 volte e più individuabile, ma, come le ho già detto, lo dovranno dimostrare. E l’unico modo per poterlo dimostrare è (INCOMPRENSIBILE NEL TESTO ORIGINALE – NDR) in ciò per loro sarà la prova del nove, e lei non avrà più difesa. Quindi, l’unica soluzione è rompere subito i nostri contatti: non ci sentiremo più, almeno non per ora; ora; lei già sarà attenzionato da loro con cimici, telecamere e pedinamenti quindi si faccia una vita alla luce del sole. Io sto azzardando a mandarle questa mia, ma non posso fare altrimenti, la devo informare di come sono messe le cose, ne va della mia onestà ed affettuosità nei suoi confronti, oltre che della mia lealtà. Da questo momento non ci sentiamo più, vediamo gli sviluppi e poi ci ricontattiamo, nel frattempo faccia una vita trasparente in tutto perché veda che è sotto la loro attenzione e la controlleranno continuamente per un bel pò. Allo stesso tempo non si faccia prendere dallo sconforto e dal panico, per esserle d’aiuto pensi che per lei è tutto da dimostrare, laddove ci sono altri amici completamente inguaiati, non ci voleva tutto ciò, è una cosa assurda dovuta al menefreghismo di certe persone che tra l’altro non si potevano e dovevano permettere di comportarsi in siffatto modo. Mi scuso se ho ritardato un po’ a darle queste notizie ma prima non ho potuto. Spero, nonostante tutto, che lei stia bene in salute così come spero di poterci sentire presto. La voglio bene. Con immutata stima e l’affetto di sempre suo