Via D’Amelio, il dossier voluto da Falcone arriva in Commissione

 

Ora l’Antimafia inizia a indagare su “Mafia e appalti”. Ma i grillini (e Il Fatto) non ci stanno e protestano

Lucia Borsellino e suo marito, Fabio Trizzino, avvocato dei figli del giudice assassinato in Via D’Amelio, saranno ascoltati mercoledì 27 settembre, dalla Commissione Antimafia Nazionale presieduta da Chiara Colosimo.
A contrapporsi a loro è il Movimento Cinque Stelle, il quale sta generando un vero e proprio isterismo tra i parlamentari grillini.
Questo atteggiamento è del tutto incomprensibile, considerando che l’obiettivo comune dovrebbe essere la ricerca della verità nei fatti. La teoria secondo cui il dossier mafia appalti potrebbe essere il movente delle stragi di Capaci e Via D’Amelio non è un capriccio dei figli di Borsellino, e in particolare dell’avvocato Trizzino.
Si tratta di un movente confermato in tutte le sentenze riguardanti le stragi di Falcone e Borsellino. Movente confermato perfino dalla sentenza definitiva sulla (non) trattativa Stato Mafia, anche se non è di sua competenza.
È il tribunale di Caltanissetta il luogo naturale ed è lì che in tutte le sentenze, la strage di Via D’Amelio è legata all’interessamento di Borsellino nei confronti del dossier redatto dagli allora ros Giuseppe De Donno e Mario Mori.
Sorprende l’opposizione così accesa dei parlamentari grillini, considerando che hanno avuto a disposizione per cinque anni la precedente commissione presieduta da Nicola Morra.
Quest’ultima ha già esaminato le stesse teorie che ora i grillini vogliono riproporre alla Presidente Chiara Colosimo, come Gladio, P2 e il coinvolgimento delle “donne amazzoni bionde”, generando una serie di suggestioni, alcune delle quali persino divertenti. Ad esempio, si può citare l’audizione del pentito Gaspare Spatuzza, che è stato interrogato sulla presunta partecipazione delle misteriose donne bionde alle esecuzioni delle stragi continentali.
L’ex consulente e magistrato Gianfranco Donadio ha chiesto al povero Spatuzza: «Lei ha mai percepito il problema dell’esistenza di una donna in questo scenario stragista?». Ebbene sì. Chiede al collaboratore della giustizia se ha avuto una “percezione” di qualche donna. Spatuzza risponde di no. Ma il magistrato non si arrende. Insiste. «In tutto lo scenario stragista ha avuto mai un sintomo?». Spatuzza risponde: «Non ho avuto mai né direttamente né indirettamente che ci fosse una donna un po’ in secondo o terzo piano in quello che era il gruppo operativo». Niente da fare. Nessuna percezione, nessun sintomo.
Il prossimo passo sarà lo studio delle entità asintomatiche.
Ora, con la convocazione di Lucia Borsellino e Fabio Trizzino da parte di Chiara Colosimo, si sta scatenando un inspiegabile isterismo.
Forse i grillini pretendono che si ritorni ai siparietti imbarazzanti come quelli appena descritti? Forse sì.
Si apprende che vogliono, con l’ex magistrato e ora onorevole grilli, Roberto Scarpinato, in prima fila, un approfondimento sulla pista nera.
Evidetemente la trattativa Stato mafia, teorema completamente smantellato, non va più di moda. Si riesuma la non dimostrata presenza del nero Stefano Delle Chiaie a Capaci il giorno della strage.
Si fa fede a un documento che riporta un de relato (in particolar modo l’ex compagna di Lo Cicero, completamente risultata inattendibile), quindi nullo, come se fosse una prova inconfutabile.
È incredibile che si stia cercando di rispolverare teorie del genere, mentre si cerca di minimizzare l’unica pista supportata da prove documentali solidamente ancorate. È difficile comprendere questa ostilità.
Questa audizione rappresenta la prima volta che si ascolterà una voce diversa, che contribuirà a rompere la narrazione univoca. In particolare, l’intervento dell’avvocato Trizzino, fonte di conoscenza significativa, e di Lucia Borsellino, persona di grande spessore umano e intellettuale, sarà estremamente interessante.
La questione del dossier mafia appalti è complessa, e questa audizione rappresenta forse la prima occasione in cui verrà affrontata con dettaglio di fronte alla Commissione Antimafia.
La sua complessità potrebbe non piacere a tutti, ma è essenziale esplorarla.
Tuttavia, sembra che qualcuno preferisca puntare su teorie cospiratorie per evitare di affrontare la verità in modo obiettivo.
Come disse Pier Paolo Pasolini: “Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità”.
È possibile che qualcuno stia cercando di evitare il confronto con la verità, preferendo concentrarsi su teorie senza fondamento.
Chi teme l’audizione di Lucia Borsellino e Fabio Trizzino?  26 settembre, 2023 • IL DOMANI – DAMIANO  ALIPRANDI