“Borsellino, salta il tappo dei depistaggi. Due libri faranno chiarezza”

 

“Fra ieri e l’altro ieri è avvenuto un episodio singolare sul piano giornalistico. L’altro ieri l’audizione all’Antimafia della figlia di Borsellino, Lucia, e di suo marito che è l’avvocato Fabio Trizzino è stata “bucata” da tutti i giornali tranne l’Unita e il Dubbio. Nella giornata di oggi un recupero viene fatto da Libero con un’intera pagina redatta da Filippo Facci, per il resto silenzio assoluto eppure si è trattato di una deposizione esplosiva”. Lo afferma ad Affaritaliani.it Fabrizio Cicchitto, presidente di ReL (Riformismo e Libertà). 

“Stiamo ai titoli de l’Unità, del Dubbio e oggi di Libero. L’Unità ha intitolato: “La famiglia di Borsellino accusa: i mandanti furono i suoi colleghi”. Il Dubbio: “L’accusa di Borsellino in antimafia: “I miei colleghi vorranno la mia morte”. Libero: “La famiglia Borsellino e una accusa terribile: i mandanti sono fra i suoi colleghi”. Finora gli altri giornali hanno fischiettato. Ora può darsi che dopo la sentenza della Cassazione che ha assolto il generale Mori, il colonnello De Donno, e il generale Subranni in modo definitivo non perché “il fatto non costituisce reato”, ma perché “il fatto non sussiste” che ha messo tutti i nostri eroi della trattativa Stato-mafia (Ingroia, Scarpinato, Di Matteo) con le spalle al muro, e dopo che sta emergendo in tutta la sua gravità il successivo depistaggio nei confronti del processo Borsellino, insomma dopo vent’anni di depistaggi sostanziali, può darsi che finalmente si possa parlare di quello che è davvero successo”. 

“Allora adesso Scarpinato – sottolinea Cicchitto – può spiegare perché subito dopo la strage di Via D’Amelio la procura guidata da Giammanco ha addirittura archiviato il procedimento su mafia-appalti e nessuno dei suoi sostituti ha protestato. E’ stato archiviato un procedimento, dopo che lo stesso giorno in cui Borsellino alle ore 16,30 è stato assassinato, precedentemente alle ore 7.30 del mattino Giammanco gli aveva assegnato di indagare appunto sul filone mafia-appalti. Alla procura di Palermo molti sapevano che il procedimento mafia-appalti era l’ossessione giudiziaria di Borsellino. Malgrado ciò, subito dopo il suo assassinio il procedimento. è stato archiviato. Senza che alla Procura di Palermo non si scateni l’inferno e senza che mai la Procura di Caltanissetta abbia interrogato lo stesso procuratore Giammanco e la famiglia Borsellino malgrado le terribili dichiarazioni rese da una moglie”. 

“E perché anche sul depistaggio del processo Borsellino la sua famiglia non è stata mai ascoltata? Eppure stando alla deposizione dell’altro ieri all’Antimafia della figlia Lucia avevano molte cose da dire. Eppure la Magistratura inquirente glielo ha impedito, quella stessa Magistratura inquirente che invece ha investigato per circa 15 anni da un lato Mannino e dall’altro Mori, De Donno e Subranni essendo condotta per mano da quel Massimino Ciancimino, figlio di Vito, considerato da lorsignori un’icona dell’Antimafia. Finalmente è saltato il tappo costituito da questa serie di autentici depistaggi (compreso quello sulla Trattativa Stato-mafia) e si potrà entrare finalmente nel merito di tante altre cose, stando ad alcune anticipazioni ci aiuteranno a farlo, oltre alle motivazioni della Sentenza della Cassazione, anche due libri, quello a firma Mori-De Donno e quello dell’avvocato Basilio Milio sul quale Libero ha già dato alcune anticipazioni molto interessanti”, conclude Cicchitto.