LA FAMIGLIA BORSELLINO HA CONSEGNATO ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA L’AGENDA MARRONE

 

SE VI STATE CHIEDENDO COME SIA POSSIBILE CHE NON C’È ANCORA UNA VERITÀ SULLA STRAGE DI VIA D’AMELIO, ORA VI FARETE UN’IDEA: LA FAMIGLIA BORSELLINO HA CONSEGNATO ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA L’AGENDA MARRONE SULLA QUALE IL GIUDICE APPUNTAVA I NUMERI DI TELEFONO DEI SUOI CONTATTI – IL DOCUMENTO ERA NELLA 24 ORE DI BORSELLINO IL GIORNO DELLA STRAGE, MA NON È STATA MAI REPERTATA DAGLI INVESTIGATORI IN 31 ANNI: SUGLI ATTI DEI PROCESSI NON È MAI STATA ACQUISITA E…


 

Estratto dell’articolo di Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”

LA BORSA DI PAOLO BORSELLINO

Depistaggi, lacune investigative, presenze estranee a Cosa nostra mai identificate, documenti spariti: un elenco interminabile di misteri a cui ora si aggiunge quello dell’agenda marrone, il diario in cui Paolo Borsellino appuntava i numeri di telefono di familiari, amici, conoscenti e colleghi, mai repertata dagli investigatori.

Ai figli del magistrato, ucciso da una autobomba in via d’Amelio il 19 luglio del 1992, l’agenda marrone venne consegnata 4 mesi dopo l’attentato insieme alla borsa di pelle del giudice, annerita, ma integra. Agli atti dei tanti processi celebrati sulla strage, però, non è mai stata acquisita.


strage via d’amelio 2

«La gestione della borsa di Borsellino dal 19 luglio al 5 novembre è ai limiti dell’incredibile. Nessuno ha redatto un’annotazione o una relazione sul suo rinvenimento, nessuno ha proceduto al suo sequestro, nonostante da subito vi fosse stato un evidente interesse mediatico», hanno sottolineato ad aprile i giudici di Caltanissetta nella sentenza sull’inquinamento delle indagini sull’attentato.

Ieri la figlia, Lucia, ha consegnato copia dell’agenda alla commissione Antimafia che, a distanza di 31 anni, ha ripreso a occuparsi di uno dei più inquietanti misteri italiani. Un gesto che ha due scopi. Dimostrare l’ennesima falla nelle indagini sull’attentato, visto che nessuno ha pensato di acquisire il documento. E smascherare i finti amici del magistrato, i tanti che, nel tempo, hanno millantato un rapporto speciale con lui.

Menzogne che saltano all’occhio, secondo i figli della vittima, consultando la rubrica da cui mancano i loro nomi.

A ridare l’agenda a Lucia Borsellino fu, a novembre del 1992, l’ex questore di Palermo Arnaldo La Barbera, tra i responsabili — hanno scritto diverse sentenze — del clamoroso depistaggio delle indagini sull’eccidio. […]

«Troverete — ha spiegato — tutti i numeri delle persone a lui vicine: per tre quarti magistrati e per il resto familiari. Non troverete i recapiti di quelli con cui non aveva frequentazioni. Lascio a voi ogni conclusione».