SUPERPROCURA, Falcone il favorito

 

Gli orientamenti all’ interno del Consiglio superiore sembrano designarlo fin d’ ora alla guida della Dna Un’ estenuante seduta notturna con spaccatura finale Il Superprocuratore sara’ con molta probabilita’ proprio lui: Giovanni Falcone. Come vedremo meglio piu’ avanti, gli orientamenti all’ interno del Consiglio superiore della magistratura sembrano dargli ragione. Altri due candidati gli contenderanno pero’ fino all’ ultimo l’ incarico di capo della Direzione nazionale antimafia. Sono Agostino Cordova, procuratore della Repubblica a Palmi (Reggio Calabria), e Antonino Lojacono, procuratore a Civitavecchia. I tre nomi sono emersi dopo una estenuante e contrastatissima seduta notturna dei sei consiglieri che fanno parte della commissione incarichi direttivi del Csm. Si era partiti da ventisei magistrati che avevano presentato domanda. Dopo una prima scrematura, i “papabili” erano rimasti in nove. E adesso si sono ulteriormente assottigliati. L’ intenzione della commissione era di selezionare solo due nomi, Falcone e Cordova. Ma il presidente della commissione, Renato Teresi, non ha voluto sentir ragioni. A lui non stava bene ne’ l’ uno ne’ l’ altro. Teresi e’ della corrente moderata Magistratura indipendente, ma all’ interno del gruppo si e’ spesso distinto per scelte personali. In virtu’ di questo suo atteggiamento abbastanza risaputo, Teresi e’ subito apparso come un ostacolo a un accordo su due soli candidati. Pero’ , molti erano pronti a scommettere che egli avrebbe spezzato una lancia a favore di Domenico Signorino, magistrato palermitano con una ventennale esperienza di processi di mafia. Invece, un po’ a sorpresa, durante la riunione della commissione ha puntato tutte le sue carte su Antonino Lojacono. E’ rimasto pero’ isolato. Mentre gli altri cinque consiglieri si sono divisi tra favorevoli a Cordova e sostenitori di Falcone. Verso l’ una di notte, vista l’ impossibilita’ di ridurre a due le candidature, la seduta e’ stata sospesa con l’ intenzione di riprenderla nella giornata di ieri. Poi c’ e’ stato pero’ un ripensamento. C’ era chi premeva affinche’ si arrivasse comunque a una decisione nel corso della notte. E cosi’ la seduta e’ ripresa. Nuova discussione e poi la scelta di lasciare in lizza tutti e tre i candidati. Lojacono si e’ preso il voto di Teresi. Cordova ha raccolto tre suffragi: quelli di Gianfranco Viglietta (Magistratura democratica), Franco Coccia, laico (Pds), e Alfonso Amatucci, del gruppo dei Verdi. Falcone invece ha avuto come sponsor Pio Marconi, laico (Psi), e Giacinto de Marco (Unita’ per la Costituzione), i quali hanno ripercorso la carriera del magistrato, i colpi da lui messi a segno, i processi che ne hanno fatto un simbolo della lotta alla mafia anche all’ estero. A questo punto che succede? Verranno preparate tre relazioni per mettere in risalto i meriti professionali, le attitudini, le capacita’ organizzative dei candidati. Le relazioni saranno trasmesse al ministro della Giustizia, Claudio Martelli, per chiedere il suo “concerto”, il suo assenso. E il ministro potrebbe darlo su tutti e tre, oppure solo per due, o addirittura solo per uno. Successivamente, i tre nomi, insieme con la risposta del ministro, verranno presentati nel plenum, nell’ assemblea plenaria del Consiglio superiore. Dovrebbe avvenire presumibilmente l’ 11 o il 12 marzo. E in quella sede si andra’ alla votazione decisiva. Ecco perche’ dicevamo che Falcone dovrebbe spuntarla. Perche’ all’ interno del plenum gli schieramenti sembrano decisamente a lui favorevoli. Cordova ha per adesso solo l’ appoggio delle sinistre. Mentre voteranno Falcone i laici della Dc e del Psi. Ed anche le due correnti della magistratura piu’ forti, Unita’ per la Costituzione e Magistratura indipendente, dovrebbero orientarsi su di lui. Non sono compatte, per la verita’ , ci sono ancora alcuni incerti fra le loro file. Pero’ c’ e’ anche chi comincia a sostenere che bisogna dare un segnale di compattezza, evitare spaccature e impedire che il capo della Superprocura venga eletto con una maggioranza risicata. Sono intanto pervenute al Csm sessanta domande per i venti posti di sostituto del capo della Superprocura. Fra gli aspiranti, Antonio Marini, Francesco Misiani, ex collaboratore di Sica all’ Antimafia, Giusto Sciacchitano, i pubblici ministeri del caso Gladio, Franco Ionta e Francesco Nitto Palma, e la milanese Ilda Boccassini. Marco Nese
Nese Marco Pagina 3
(26 febbraio 1992) – Corriere della Sera