LA STRAGE
L’agenda rossa di Paolo Borsellino e i depistaggi di via D’Amelio
Con inusuale largo anticipo, é stato diffuso il lancio editoriale (non crediamo si tratti della prefazione come scritto da più parti) del nuovo libro di Vincenzo Ceruso.
Un libro che qualora confermasse appieno i contenuti dello “strillo” si collocherebbe probabilmente fra i principali scoop nostrani degli ultimi trent’anni.
L’annuncio promette infatti di rivelare inediti dettagli sulla sottrazione dell’agenda rossa del dottor Borsellino ed altri molti aspetti non meno residuali sulla Strage di Via d’Amelio.
In particolare nello “strillo” della casa editrice si può leggere:
- Per la prima volta in oltre trent’anni, grazie a una fonte istituzionale mai ascoltata in precedenza, è possibile indicare il luogo dove sarebbe stata portata la famosa agenda rossa di Paolo Borsellino
- abbiamo delle indicazioni su cosa vi fosse scritto.
- Servendosi di nuovi documenti e testimonianze, l’autore delinea il contesto di isolamento e delegittimazione vissuto da Borsellino nelle settimane precedenti la sua morte, e individua una concreta pista d’indagine sulla scomparsa dei documenti in possesso del giudice.
- Dopo questo libro, sarà possibile svelare finalmente quella che Fiammetta, la figlia del magistrato, ha definito “la verità della menzogna” su una delle stragi più spaventose dell’Italia repubblicana. **Chi è il traditore nel nido di vipere? Quante bombe sono esplose il 19 luglio? Cosa aveva scoperto Paolo Borsellino indagando sul movente dell’attentato di Capaci?
- Un’inchiesta destabilizzante riscrive la storia della strage del 19 luglio 1992 attraverso documenti inediti, nuovi testimoni mai ascoltati in un’aula di tribunale e una rilettura delle fonti processuali
La riconosciuta serietà dell’autore per certi versi rende ancor più insopportabile la distanza del tempo intercorrente fra l’annuncio e la disponibilità in libreria (8 dicembre) del lavoro d’inchiesta di Ceruso.
Quello che risulterà in certo qual modo sconvolgente sarà trovare la conferma che l’origine dell’inchiesta sarebbe la cd. “fonte istituzionale” che ancorché (come scritto nella presentazione), non sarebbe mai stata ascoltata prima, in trent’anni non si è però mai attivata e sentita in dovere di farsi ascoltare dalla autorità giudiziaria competente.
CR