MORI – DE DONNO: Deposizione processo Firenze

 

 

Esame Mori e De Donno – Firenze

 

 

 

 

 

 

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18 ottobre.
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori: riferì che i suoi interlocutori, cioè il gruppo corleonese, era disposto ad accettare delle proposte serie. Accettavano la trattativa.bEcco, volevano proposte serie.
Allora rammentiamo esattamente…nSì, insomma, si passò alla fase… diciamo, proposte serie.
AVVOCATO Li Gotti: 18 ottobre, esatto.
In questo incontro lei ha riferito che Ciancimino
AVVOCATO Li Gotti: E esattamente, alla pagina 20 del… pagina 21. Cioè, pagina 20 e pagina 21.
TESTE Mori: “Ciancimino afferma” – è la sua, stiamo parlando dell’incontro, quindi, del 18 ottobre “Ciancimino afferma che ha ulteriormente preso contatto e che i suoi interlocutori accettano il dialogo, ponendo alcune condizioni.”
Vi sono…
All’estero…
TESTE Mori: proposte serie.” Quindi, questo… A questo punto vi è la sua risposta. La sua risposta è::
“La nostra proposta è: arrendetevi.” In pratica.
AVVOCATO Li Gotti: Esattamente, esattamente. “Su queste basi loro erano disposti ad ascoltare
AVVOCATO Li Gotti: Ecco, la resa era l’inizio della trattativa, o era il punto terminale della trattativa?
TESTE Mori: La ringrazio per questa domanda, perché mi permette di chiarire una volta per tutte…
Trattativa da parte nostra non ce n’è mai stata in questo senso, perché noi non rappresentavamo nessuno. Noi volevamo solo arrestare della gente che delinqueva.
Quindi, quando io uso questi termini, dicendo a loro: ‘si consegnano, e noi tratteremo bene loro e le loro famiglie’, “si consegnano”, significa si consegnano a noi Carabinieri, che li arrestiamo in base ad un processo verbale e finisce lì, per noi.
Poi ci sarà qualcun altro che tratta con loro.
E basta, perché noi, trattativa con Ciancimino, con queste precondizioni mentali, non c’era. La trattativa nostra con Ciancimino era solo per vedere di sapere qualche cosa di più di Cosa

 

 

PUBBLICO MINISTERO: Sì. Io direi di invitare in aula il generale Mario Mori.
PRESIDENTE:
*TESTE Mori:
PRESIDENTE:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
Si accomodi. Per cortesia vuole ripetere solo il
suo nome e cognome?
Mario Mori.
Lei ricorda che è già stato sentito dalla Corte.
Certo.
Ha letto la dichiarazione di impegno.
Certo.
Quindi è sempre vincolato da questo impegno
assunto. Può rispondere alle domande del Pubblico di FILIPELLO

PUBBLICO MINISTERO: Generale Mori, io ho bisogno di porle delle domande per ottenere da lei una illustrazione di una certa vicenda, per introdurre la quale però le debbo porre il quesito diciamo, in termini
TESTE Mori:
canonici.
Il quesito è: se sia vero che anche lei personalmente, nella seconda metà del 1992, ha – adopro una formula volutamente generica avuto contatti con una persona, che più esattamente identifica l’ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino.
Glielo confermo.
PUBBLICO MINISTERO: Allora, la circostanza dalla quale muoviamo è un fatto reale. Ecco, detto questo, io ho bisogno di una illustrazione puntuale, nei limiti dei suoi ricordi in proposito, sulla, chiamiamola pure contatti, sulla iniziativa era e l’eventuale conclusione con relativa causale della vicenda
stessa.
Ecco, proprio scolasticamente direi, il problema
glielo pongo così e non credo – salvo che non ce
ne sia particolare necessità che io la debba
genesi, di questa presa di
finalità
ispirata,
alla quale questa sulla evoluzione

TESTE Mori:
interrompere con domande su un punto o sull’altro.
Le chiedo semplicemente, nei limiti del possibile,
di puntualizzare senz’altro le cadenze e la
tempistica di questa vicenda.
Va bene.
E allora bisogna rifarsi al periodo tarda primavera, estate 1992. A fine maggio, mi sembra 24, 25, non ricordo bene, c’è la strage di Capaci. E c’è questo shock che colpisce tutti, ma colpisce anche noi investigatori, perché ci dimostra la nostra impotenza di fronte a un fenomeno che non riusciamo a penetrare e a contrastare efficacemente.
ovviamente queste vicende poi continuano, si
sviluppano e si arriva anche al 19 di luglio,
quando viene ucciso Paolo Borsellino con la sua
scorta.
Io vorrei ricordare, perché sono pochi anni, ma
sembra che sia passata una vita, anche perché la
situazione è totalmente cambiata. Vorrei ricordare
tutti… in quest’aula penso lo ricordino, il
volto del dottor Caponnetto, che a una richiesta
di un giornalista dice: ‘è finita’. E c’era dello
scoramento, proprio la desolazione in quel volto.
Molta gente se non a parole, certo dentro di sé si è anche arresa in quel periodo. Anche noi persone
dello Stato. Nel senso che ritenevano inutile combattere contro un fenomeno indebellabile – ho
sentito dire questa parola insito in una determinata zona del territorio italiano, connaturata ad essa e quindi indebellabile.
E allora io, che in quei giorni ero stato, ero capo del reparto e.o. del ROS e poi fui nominato vicecomandante del ROS, responsabile operativo, quindi di tutte le operazioni del ROS. Ritenni che era un impegno morale, oltre che professionale, fare qualche cosa di più, di diverso, per venire a capo, nelle mie possibilità, di queste vicende, di questa struttura che stava distruggendo i migliori uomini dello Stato.
Per venire al dunque, per sintetizzare, furono due
i grossi filoni di impegno operativo che io definii: il primo, quello di costituire un gruppo speciale di operatori che, sulla base di alcune informazioni confidenziali che c’erano state fornite dal maresciallo Antonino Lombardo, poi morto suicida, ci consentivano di avere degli spunti investigativi per iniziare la ricerca su basi concrete nel capo di Cosa Nostra, Salvatore Riina.
E questo fu un gruppo che, costituito, scese a Palermo nel settembre del ’92 e cominciò la ricerca, che poi ebbe esito positivo nei primi giorni dell’anno seguente: 15 gennaio ’93.
L’altro tipo di impegno che assunsi, fu quello un pochettino più generico, di ricercare a livello articolato, fonti, spunti, notizie, che ci potessero portare decisamente, proficuamente all’interno della struttura mafiosa.
In questo ambito, in questo contesto di iniziativa
mi si presentò il capitano De Donno, che da me
dipendeva, il capitano Giuseppe De Donno. E mi
propose un’iniziativa. Facendo riferimento a un’indagine, che quando io comandavo il gruppo di Palermo lui era al Nucleo Operativo del gruppo di Palermo, facemmo su Vito Ciancimino e che riguardava la manutenzione strade e edifici scolastici della città di Palermo, per la quale, al termine dell’indagine, il Gip emise ordinanza di custodia cautelare verso un certo numero di persone, tra cui Vito Ciancimino, per associazione
per delinquere semplice, abuso di ufficio, falso
ed altro e per la quale, mi sembra, al termine
della vicenda giudiziaria, Ciancimino stia scontando definitivamente 8 anni.
E De Donna, sfruttando questo, quindi la conoscenza del soggetto, e che durante le fasi del dibattimento di I Grado, che lui aveva seguito, aveva conosciuto e aveva familiarizzato in una certa maniera, col figlio di Ciancimino, mi propose di tentare un avvicinamento, tramite il figlio Massimo, con Vito Ciancimino, che in quel momento era libero ed era residente a Roma.
Lo autorizzai a procedere a questo tentativo ancorché fossi molto scettico sulle possibilità effettive di… Questo avviene, questo primo contatto – che poi sono più di uno – tra De Donna e Massimo Ciancimino, avviene tra Capaci e via D’Amelio. Quindi diciamo nel giugno del ’92.
Vito Ciancimino, sollecitato dal figlio, accetta.
E ci sono una serie di colloqui che quindi
partono… adesso, De Danno poi può essere più
preciso, non so quand’è il primo, comunque partono
nel giugno e si sviluppano tra il giugno e il
luglio, a cavallo anche del secondo fatto grave,
cioè via D’Amelio. Ciancimino accetta il colloquio
insomma, anche se un po’ incuriosito da questo capitano che gli sta girando intorno.
Accetta il colloquio e fa una strana proposta quando entra poi in confidenFza col capitano. Loro di FILIPELLO parlano di Tangentopoli, parlano delle inchieste che l’hanno visto coinvolto come protagonista,
Ciancimino, e come investigatore lo stesso De Danno. E gli butta lì, Ciancimino dice: ‘io vi
potrei essere utile perché inserito nel mondo di Tangentopoli, sarei una mina vagante che vi potrebbe completamente illustrare tutto il mondo e tutto quello che avviene’.
Questo fatto qua fa convincere De Danno del fatto che Ciancimino mostrava delle aperture, per cui mi chiede se ero disponibile a incontrarlo, anche per avere il conforto di un altro parere e di un’altra persona nel dialogo.
Accetto. Ripeto, con perplessità e qualche scetticismo. De Danno fa la proposta a Ciancimino; Ciancimino accetta.
Incontro per la prima volta Vito Ciancimino a casa sua, a via di Villa Massimo, che è dietro piazza di Spagna a Roma, il 5 agosto… nel pomeriggio del 5 agosto del ’92.
Vorrei fare un punto, sennò non si capiscono le
cose. Non siamo nel ’98. Il 5 agosto del ’92
l’Italia era quasi in ginocchio perché erano morti
due migliori magistrati nella lotta alla criminalità mafiosa, non riuscivamo a fare nulla
dal punto di vista investigativo ed eravamo allo
sbando, da questo punto di vista. Cinque anni sembrano pochi ma… sono solo cinque anni son passati, eppure è cambiato completamente tutto. Quindi, quando inizio il discorso con Ciancimino, cominciamo sulle generali. E il primo incontro non è altro che delle considerazioni di carattere generali su persone, fatti di Palermo. Io ho comandato il gruppo Carabinieri per quattro anni a Palermo. Ciancimino è palermitano; è stato sindaco di quella città.
Ricordo che parlammo anche, perché lui mi chiese chi ero, dov’ero, come mi collocavo, che funzioni avevo, chi erano i miei superiori; che gli accennai che il mio superiore diretto era il generale Subranni. Al che lui si ricordò: ‘ma chi è, il maggiore che era al Nucleo Investigativo di Palermo?’
‘Sì, il maggiore che…’ e commentammo questo.
E io poi, tornando in ufficio e accennando al
generale Subranni di questo incontro e contatto
che avevo intrapreso con Vito Ciancimino, gli
dico: ‘guarda, ha parlato anche bene di te quindi… cioè, ti considera un ottimo investigatore’.
Il primo… Quindi quello fu il primo incontro.
Ripeto, interlocutorio, senza nulla di particolare. Non siamo entrati in nessuna specifica di servizio. Il secondo incontro avviene il 29 di agosto, quindi nello stesso mese, a fine mese. E ovviamente, cosa ci ripromettevamo noi? Almeno, cosa mi ripromettevo io dal contatto con Ciancimino. Avere, intanto, se possibile, se lui si dichiarava disponibile, io contavo molto sul fatto che la sua posizione dal punto di vista giudiziario non era brillantissima. Lui, prima o dopo, e lo sapeva, a parte che non aveva… aveva il ritiro del passaporto, altri provvedimenti e
misure adottate nei suoi confronti; lui sapeva che
prima o dopo doveva rientrare in carcere. Cosa che
poi avvenne a fine anno, con un provvedimento
della Corte di Assise di Palermo.
E quindi, diciamo tra virgolette, era in qualche
modo ricattabile insomma. Noi speravamo che questo
lo inducesse a qualche apertura e che ci desse
qualche input.
In effetti poi, quando fa quella proposta un po’
strana, un po’ singolare a De Donno, dice: ‘ma io
potrei fare l’infiltrato, inserirmi nel mondo degli appalti, dell’imprenditoria’, sfruttammo noi
questo input che lui ci diede e in quel momento io
cominciai a parlare con lui.
‘Ma signor Ciancimino, ma cos’è questa storia qua?
Ormai c’è muro, contromuro. Da una parte c’è Cosa
Nostra, dall’altra parte c’è lo Stato? Ma non si
può parlare con questa gente?’ La buttai lì
convinto che lui dicesse: ‘cosa vuole da me colonnello?’
Invece dice: ‘ma, sì, si potrebbe, io sono in condizione di farlo’.
E allora restammo… dissi: ‘allora provi’. E finì
così il secondo incontro, per sintesi ovviamente. Il terzo incontro avviene, se non sbaglio, il 1 ottobre dello stesso anno, ’92. Ciancimino… L’incontro avveniva… è stato in questo modo. Ciancimino lo diceva al figlio, il figlio chiamava
telefonicamente De Danno e poi ci si trovava,
sempre a casa sua.
In questo terzo incontro dice: ‘io ho preso contatto, tramite intermediario’, che non disse mai chi era 1’intermediario, lo ammise solo in sede di escussione da parte dei magistrati di Palermo, quando seppe che il dottor Cinà, che era il medico di Riina, era stato arrestato. E si capì, lo disse, che era lui l’intermediario.
Allora, dice: ‘io ho preso contatto, tramite intermediario, con questi signori qua, ma loro sono scettici perché voi che volete, che rappresentate?’
Noi non rappresentavamo nulla, se non gli ufficiali di Polizia Giudiziaria che eravamo, che cercavano di arrivare alla cattura di qualche latitante, come minimo.
Ma certo non gli potevo dire che rappresentavo
solo me stesso, oppure gli potevo dire: ‘beh,
signor Ciancimino, lei si penta, collabori, che
vedrà che l’aiutiamo’.
Allora gli dissi: ‘lei non si preoccupi, lei vada
avanti’.
Lui capì a modo suo, fece finta di capire e
comunque andò avanti. E restammo d’accordo che
volevamo sviluppare questa trattativa. 1 ottobre.
18 ottobre, quarto incontro. Ciancimino, con mia somma sorpresa, perché fino a quel momento, anche con tutte le affermazioni: ‘io ho preso contatto’, non ci credevo.
Ciancimino mi disse: ‘guardi, quelli accettano la
trattativa, le precondizioni sono che l’intermediario sono io’ – Ciancimino – ‘e che la trattativa si svolga all’estero. Voi che offrite
in cambio?’
A questo punto capii che non c’era più nulla da fare, cioè non si poteva più allungare il brodo. Per il semplice fatto che io sapevo benissimo che Ciancimino aveva il passaporto ritirato e che con questa manovra della trattativa svolta all’estero… che poi era un’escamotage molto modesto perché si poteva fare a Frascati, o a Cantù o a Roma in via di Villa Medici: lui voleva
uscire e mettersi in condizione di sicurezza,
almeno questo ho pensato io. Peraltro non avevo nulla da offrire io, perché lui mi aveva detto: ‘che cosa offrite?’
E allora, a questo punto dissi: ‘beh, noi offriamo questo. I vari Riina, Provenzano e soci si costituiscono e lo Stato tratterà bene loro e le loro famiglie’.
A questo punto Ciancimino si imbestialì veramente. Mi ricordo era seduto, sbattè le mani sulle ginocchia, balzò in piedi e disse: ‘lei mi vuole morto, anzi, vuole morire anche lei, io questo discorso non lo posso fare a nessuno’.
E quindi rimaniamo che la trattativa ha un momento
di ripensamento e poi vediamo come va. Troveremo
un sistema per chiuderla, senza ulteriori
conseguenze. Molto seccamente mi accompagnò alla
porta, insieme al capitano De Donna che assisteva
a tutti questi quattro colloqui che ho fatto e ci
salutò.
Scendendo le scale mi ricordo che De Donno disse:
‘beh, è andata male colonnello, ma d’altra parte che potevamo fare?’
E io feci: ‘mah, non è andata male’. Perché intanto abbiamo raggiunto un punto, che questo qui veramente ha preso il contatto, perché sennò questo tipo di reazione e questa paura che ha dimostrato di avere, non ci sarebbe stata: primo. Secondo: la sua posizione giudiziaria è tale che prima o dopo dovrà tornare a contattarci. Era il 18 di ottobre.
Fui facile profeta, ma era abbastanza logico che
ciò avvenisse. Penso alla fine di ottobre, i primi
di novembre, il figlio di Ciancimino, Massimo,
contattò nuovamente De Donno e gli chiese se
voleva incontrare il padre da solo, perché probabilmente era più facile il dialogo tra Ciancimino e De Donno. De Donno è più espansivo, estroverso di me, quindi si trovava meglio Ciancimino con De Donno.
De Danno ovviamente me lo disse. Mi chiese
l’autorizzazione e io lo autorizzai. Non mi ricordo, ma De Donno se lo ricorderà il giorno in cui poi avvenne questo colloquio. Ma in estrema sintesi, poi mi riferì De Donno che Ciancimino disse: ‘va be’, ma che cosa volete voi?’
E noi eravamo già preparati a questa risposta… a
questa domanda e De Donno gli rispose: ‘noi vogliamo Totò Riina, catturare Totò Riina’.
Lui accettò. E chiese preliminarmente a De Donno una serie di mappe, se non vado errato relative all’acqua, al gas, o alla luce, comunque due o tre
servizi, relativi alla città di Palermo, in un
settore ben preciso: viale della Regione Siciliana, verso Monreale, quella che chi conosce Palermo – dovrebbe essere la zona in mezzo a Monreale, grossomodo.
Quindi mappe, non carte… E De Donno si attivò
per procurarsele presso il Comune di Palermo.
Il giorno 18 di dicembre, un giorno prima dell’arresto di Vito Ciancimino, De Donno torna a casa di Ciancimino e gli porta quello che aveva potuto recuperare. Ciancimino non resta soddisfatto, dice: ‘no, ma io vorrei…’, gli dà delle indicazioni più dettagliate e più precise su come… su quello che voleva, in pratica.
De Donno ritorna in ufficio e mi dice: ‘ma…’ e
mi racconta quelle che erano state i contenuti,
che erano stati i contenuti dell’incontro e mi
dice: ‘mah, intorno lì a Villa Medici, a via dei
Medici, c’è questa strana gente, o poliziotti o
Carabinieri erano intorno perché… noi ci capiamo
al fiuto’, insomma, e difatti l’indomani mattina
viene arrestato il Ciancimino.
Io pensavo che fosse finito il nostro rapporto, ma
subito dopo le feste di Natale, non le so dire con
esattezza perché non ho tracce, neanche nella mia
agenda, se prima o dopo l’arresto di Riina, ma
penso prima, qualche giorno, pochi giorni prima,
mi chiamò l’avvocato di Vito Ciancimino, l’avvocato Giorgio Ghiro. E mi disse che il suo cliente mi voleva parlare.
Io dissi all’avvocato che non avevo nessuna difficoltà, però erano cambiati tutti i termini del nostro rapporto in quanto lui era detenuto. Contattai il dottor Caselli, che nel frattempo era divenuto Procuratore della Repubblica a Palermo, gli raccontai tutta la vicenda, lui fu molto interessato e ovviamente autorizzò il colloquio investigativo da parte mia e da parte del capitano
De Donno. F di FILIPELLO

Colloquio investigativo che avvenne il giorno 22 di gennaio di quell’anno, nella mattinata, a Rebibbia nuovo complesso. E Ciancimino esternò la sua volontà di continuare il rapporto. Io spiegai a Ciancimino che i termini erano completamente cambiati, non potevamo più assolutamente parlare, in quella sede, di una collaborazione informale, ma lui doveva collaborare formalmente. E lui alla fine disse che era aperto alla collaborazione formale con lo Stato.
Per cui, appena uscito da Rebibbia, mi incontrai,
o nella tarda mattinata, o nel primo pomeriggio, con Giancarlo Caselli, gli spiegai la posizione di Ciancimino e la Procura di Palermo si mise in condizioni di ascoltare il Ciancimino.
L’inizio delle escussioni del Ciancimino avviene
verso la metà di febbraio. Ad alcune ho assistito
anch’io. Nel contesto di queste dichiarazioni che
rese ai magistrati della Procura di Palermo,
Ciancimino fece cenno a tutta la vicenda del
rapporto tra di noi e lui.
Il capitano De Donne, che compilò gli atti relativi e tutti gli accertamenti connessi alle dichiarazioni di Ciancimino, riferì anche sui nostri rapporti. La Procura di Palermo non ci ha

PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
mai chiesto alcunché su questo fatto.
Ecco. Lei ricorda, generale, questa vicenda di
averla illustrata, prima che in questa Corte di
Assise, anche ai magistrati della Procura di
Firenze?
Certo.
Ricorda la data in cui è avvenuto questo esame? Il 1 di agosto mi sembra.
Di quale anno?
Di quale anno? Di… del ’97.
Ecco, quindi prima di questa data a lei non era
mai stato richiesto di illustrare questa situazione in un atto formale…
No. No, dopo l’escussione fatta da lei, sono stato inteso, sullo stesso motivo, dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta.
Ho da chiedere qualche dettaglio a questa sua
esposizione: lei ha avuto la possibilità di indicare con esattezza le date in cui si sono svolti questi incontri che rappresentano un po’ la porta di passaggio da una situazione ad un’altra. Esatto.
Sul fatto di poterle indicare con esattezza queste
date, generale, si affida al suo ricordo, o a
qualche cosa… F di FILIP LLO
TESTE Mori:
Alla mia agenda.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -22-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Ha con sé qualche cosa?
TESTE Mori:
Sì, ho portato la fotocopia delle pagine, solo
delle pagine relative, ovviamente.
E qui leggo: “5 agosto tra le 14 e le 15” dell’agenda “incontro con V.C. 11, cioè Vito Ciancimino.
“Sabato 29 agosto, ore 16.00 V.C.”, cioè Vito Ciancimino.
“1 ottobre” – sempre di quell’anno – “pomeriggio,
colloquio con V.C.”.
“Domenica 18 ottobre ore 11.30 V.C.”.
“22 gennaio” – dell’anno successivo, quindi siamo
nel ’93 – “ore 09.00, incontro con V.C.11, qui a Rebibbia, anche se non l’ho scritto – “ore 14.00, 13.30-14.00 incontro col dottor Caselli.”
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, in occasione dell’altro suo esame davanti alla Corte, mi ricordo che, su sollecitazione mia,
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
la Corte dispose per l’acquisizione del…
Se i difensori non hanno nulla in contrario, si
acquisiscono.
Nessuna opposizione.
Le parti civili?
(voce fuori microfono)
PRESIDENTE: Allora…

TESTE Mori:
gli effetti, o era sottoposto a una qualche misura
limitativa della libertà personale, arresti domiciliari, o…
No, no, era libero, perché ci raccontava che frequentava dei locali, parlava… Quindi era libero.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -23- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Denno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Allora, generale, se quelle fotocopie le può mettere a disposizione, perché la Corte ha
disposto per l’acquisizione al verbale.
TESTE Mori: Certo.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, il primo punto era questo: volevo, se è
possibile, un chiarimento migliore sul punto che
Ciancimino, all’epoca in cui si sono svolti questi
incontri, si trovava quindi a Roma nella sua
abitazione?
TESTE Mori: Sì, via di…
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, ma a quanto lei ricorda, era libero a tutti
PUBBLICO MINISTERO: Questi colloqui, mi pare di aver colto dall’ultima parte della sua illustrazione, lei li ha avuti
sempre assieme al capitano De Donna.
TESTE Mori: Vero.
PUBBLICO MINISTERO: E quindi, le persone presenti a questi colloqui,
chi sono state? Almeno ai colloqui sui quali ha
rife… lei ci sta riferendo.
TESTE Mori: Sì. Non ricordo, ma lì sull’agenda c’è pure

PRESIDENTE:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
scritto. In uno di quei quattro colloqui partecipò
anche Massimo, ma solo per il fatto che…
Il figlio di Ciancimino.
Il figlio di Ciancimino. Ma solo per un breve
momento. E mentre non si parlava di cose, diciamo,
di interesse, perché Ciancimino ci volle offrire
il caffè. E allora entrò il figlio, si intrattenne
qualche minuto. Ma solo dal punto di vista, così,
così della relazione. Ma non…
Relazione spaziale, voglio dire.
Sì.
Ma l’argomento si è svolto…
Nella sala, diciamo, nella sala da pranzo della
casa di Vito Ciancimino.
Tutti e quattro gli incontri.
Io ho capito che la presa di contatto iniziale da
parte del capitano De Donno si lega, in qualche
modo, alla sua convinzione, ovviamente partecipata
dal suo personale, di ricercare nelle sedi idonee,
presso i personaggi considerati idonei, spunti,
indicazioni, quali potessero essere…
Sì.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -24-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Ho capito bene?
TESTE Mori: Certo.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Io vorrei capire: sullFa base di quale fatto
di FILIP ELLO

TESTE Mori:
nuovo, se c’è stato un fatto nuovo, a un certo
momento il capitano De Donno si risolve a proporre
a lei di aver un incontro con Ciancimino?
Che, mi permetto di fare una piccola coda a questa domanda per renderla più chiara, per evitare poi di doverne fare una dopo.
Perché di regola, gli spunti, quelli che si chiamano indicazioni a carattere di fiduciario, confidenziale, o quant’altro, di regola, un ufficiale li raccoglie da sé.
Non colgo altrimenti la ragione per la quale il
capitano De Donno, anziché portarsi un ufficiale
pari grado, o addirittura un maresciallo, fa
intervenire sulla scena – questa è l’espressione
che mi sembra sia più efficace, forse non è del
tutto appropriata – fa intervenire sulla scena il
vice comandante del ROS.
Ho capito.
Allora, guardi, l’input indiretto alla vicenda, a questo contatto che poi De Donna si propone di realizzare, glielo do io. Quando, parlando di queste cose, dico: è inutile che andiamo a cercare il solito scalzacane che ci racconta di Ciccio Formaggio, del paese di, che so, che posso dire, di Corleone che è sospettato di.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -25-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -26-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi > Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Geo.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00 >
Qui ormai lo scontro è a livello altissimo. Noi
dobbiamo cercare interlocutori dall’altra parte di
livello altissimo.
Quindi, per favore, cerchiamo di spremere le
meningi su questo aspetto.
E allora De Danno fa questo ragionamento e
individua le sue possibilità, poi dopo si può
chiedere anche a lui. Non è che ci siamo mai
spiegati su questo, ma adesso vado per logica.
Lui Ciancimino lo aveva frequentato. Nel senso che
aveva investigato e lo aveva portato fino all’arresto.
Aveva poi questa possibilità di dialogo col figlio di Ciancimino. E quindi decise di sfruttarlo. Perché, dice giustamente lei, ci viene a cercare e non…
Intanto, quando inizia il rapporto, io non ero
vicecomandante, ma ero comandante del reparto
criminalità organizzata del ROS.
Quindi ero il responsabile diretto di questa
attività nel settore antimafia.
Poi, De Danno io lo conosco da quando era tenente, che venne al Nucleo Operativo, che era un bimbetto e io comandavo il gruppo di Palermo.
E’ stato sempre con me da allora, ed è tuttora con

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -27-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
me. E c’è un rapporto che va oltre il fatto che io sono colonnello e generale e lui è tenente o capitano. C’è rapporto di stima e di rispetto reciproco.
E si rendeva conto, De Donno, che questo non era
il solito, la solita fonte informativa da quattro
soldi, che dovevamo sfruttare e poi capire se era
valido quello che diceva o meno. Ciancimino era un
personaggio.
E c’è anche un altro fatto fondamentale. Bisogna
conoscere la psicologia di Ciancimino.
Ciancimino è un personaggio di grande energia, di
grande determinazione. E ha la convinzione, penso a buon titolo per le sue vicende professionali ed ex professionali, di essere un capo.
E lui vuol trattare solo col capo.
E le farò un esempio senza fare nomi, perché…
Quando fu portato di fronte ai magistrati di
Palermo, nelle prime due circostanze lo sentì
direttamente il procuratore Caselli, ecco.
E Ciancimino si rapportava su quel livello,
perché riteneva che quello fosse il piano.
PUBBLICO MINISTERO: Credo di aver capito.
TESTE Mori: La terza volta, venne un magistrato giovane e non
c’era il dottor Caselli che, poveretto, ci aveva

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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
altro da fare, e gli disse: ‘ma lei chi è?’
Dice: ‘ma io sono il tizio e caio, sono il
sostituto procuratore della Repubblica’.
‘Ma lei sarà uno di … Con lei non parlo’. E se
ne andò. Tant’è che fu ripreso e ripor…
Ecco, questo è il personaggio…
De Donno si rese conto che aveva bisogno di avere
anche un sostegno psicologico. Ecco il motivo.
Anche perché ritenevo che il livello era tale che
mi potevo sprecare, tra virgolette, e andarci.
PUBBLICO MINISTERO: Un altro punto: lei ha precisato, generale, un attimo fa quale era il suo incarico esattamente all’epoca, diciamo pure nelle settimane in cui si
snoda questa vicenda.
TESTE Mori: Sì. Io proprio…, mi sembra i primi giorni di agosto del ’92, divento vicecomandante del ROS.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi, con qualche giorno di anticipo, rispetto al primo incontro. Perché, se non mi sbaglio…
TESTE Mori: Ma penso proprio a cavallo lì.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco.
TESTE Mori: A cavallo proprio del… Ma le facevo già, in
qualche modo, le funzioni. Perché il colonnello
Cagnazzo che era il vicecomandante, era in
trasferimento per la Regione di Palermo.
PUBBLICO MINISTERO: Lei ritenne di mettere al corrente qualcuno dei

TESTE Mori:
suoi superiori di questa sua iniziativa?
E, se lo ha fatto, quando? Prima di avviarla, o
successivamente, o nel corso della vicenda?
Io, come ufficiale di Polizia Giudiziaria, lei mi
insegna, posso trattare con delle fonti. Quindi
teoricamente potevo anche tenermela per me, o
lasciare che De Donno facesse la sua attività.
Però il personaggio era particolare. E, soprattutto, tenevo a un consiglio del generale Subranni, che era il mio superiore. Perché Subranni ha fatto la parte più intensa della sua carriera professionale a Palermo. Ed è unanimemente riconosciuto come un investigatore di grandissimo livello. Un grande conoscitore di
quella realtà.
E allora, dopo il primo incontro, perché fino al
primo incontro era molto dubbioso sull’effettivo
sviluppo che poteva avere questa vicenda, dopo il primo incontro, appena tornato, andai da Subranni. Introdussi il discorso dicendo che Vito Ciancimino aveva parlato bene di lui e poi lui così seppe di quello che era il mio intendimento.
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Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140) Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Lui mi consigliò: ‘stai molto attento, perché questo è un personaggio che ti può giocare tranquillamente insomma. TiFpuò mettere sotto
di FILIP ELLO

TESTE Mori:
suoi superiori.
Ecco, perché si solo poi in sede giudiziaria,
eventualmente.
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Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
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scopa’, mi ricordo mi disse.
Presi atto di questo e poi continuai.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi, non …
TESTE Mori: E poi lo informai che era finito il 18 ottobre.
Dico: abbiamo dovuto finire, perché quello mi ha
chiesto che cosa potevamo offrire.
E che gli potevo offrire? Che si costituisca.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi capisco che lei non ritenne che vi fossero le ragioni, i presupposti, per decampare da una regola utilizzata correntemente: quella secondo cui un ufficiale di Polizia Giudiziaria che contatta una fonte, lo può fare anche a titolo così personale da non essere tenuto ad informare i
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Ho capito – lei lo ha illustrato con molta chiarezza – che quella che possiamo chiamare la
rottura di questo contatto, si concretizza quando,
a una certa domanda di Ciancimino, lei formula una
certa risposta.
TESTE Mori: Certo.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, ma lei aveva messo in preventivo fin
dall’inizio di questo contatto con Ciancimino di essere richiesto da Ciancimino di quali potessero

TESTE Mori:
essere, secondo le prospettive, nell’occasione,
del colonnello Mori, sicuramente il capitano De Donno era figura a quel punto, diciamo pure, complementare, non essenziale.
Certo.
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PUBBLICO MINISTERO: Ecco, non aveva messo in preventivo che questa domanda, da parte di Ciancimino, poteva esserle
TESTE Mori:
posta fin dall’inizio?
Sì. Anche se come ipotesi remota debbo precisare.
Perché io ritenevo che, al massimo, 1ui dicesse:
‘sì, cercherò di prendere contatto’.
Io infatti me l’aspettavo che avrebbe detto sì.
Poi, dice: non ce l’ho fatta’, perché indubbiamente era una esposizione grossa per lui dire: ‘sì, ho preso contatto con Cosa Nostra.’
E allora io pensavo, va be’, se lo dice, io non ho altro che dirgli: ‘va be’, si costituisca, poi la tratteremo bene, insomma…’
Io pensavo invece che lui, dopo un po’, al quarto
incontro, difatti, mi dicesse: ‘guardi, non è possibile, non accettano il dialogo…’
Per altro c’erano i presupposti; al terzo, dice ‘ma questi non si fidano, poi chi siete…’, insomma.
E invece facesse delle aperture, dice: ‘va be’, ma

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possiamo vedere qualche altra cosa’.
Insomma, io pensavo che rimanesse sul piano più
basso, tutto… e che lui offrisse qualche notizia, magari di un certo livello. Più nel campo imprenditoria e appalti politica, che nel campo, diciamo, operativo diretto. Questo mi aspettavo.
Le confesso che mi sorprese, in un certo senso,
questa accettazione così, direi totale, insomma.
PUBBLICO MINISTERO: Accettazione totale, mi aiuti a capire, di questa
specie di proposta di assumere un
sostanzialmente di interlocutore a distanza?
TESTE Mori: Sì, sì.
PUBBLICO MINISTERO: Di interfaccia fra due…
TESTE Mori: Sì. Sì, perché era molto rischioso per lui. PUBBLICO MINISTERO: Ecco, ma generale, io sicuramente
ruolo
riesco
perfettamente a seguirla; ma bisogna
questo. Credo sia opportuno che questo punto sia chiarito bene.
In quanto la ragione pratica di questa presa di contatti che ha una premessa nei contatti tra Ciancimino e De Donno, ad iniziativa del capitano De Donno, mira tutto sommato ad avere Ciancimino
come fiduciario di un organismo investigativo come
il ROS.
TESTE Mori: Sì.
capire

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PUBBLICO MINISTERO: Quindi, in un taglio, tutto sommato assimilabile a quello del confidente che, avendo magari una vicenda giudiziaria in corso, poteva anche in prospettiva divenire collaboratore, ecco, io ho bisogno di capire com’è che, a un certo punto, ed a iniziativa di chi, sostanzialmente, Ciancimino finisce per vedersi proporre il ruolo di
TESTE Mori:
interfaccia.
Perché, almeno librescamente, altro sembrerebbe
essere la figura del confidente, altro sembrerebbe
essere la figura dell’interfaccia fra due soggetti
che non colloquiano direttamente.
Ma guardi, il problema… Ciancimino non è il
solito personaggio da quattro soldi.
Cioè, bisognava gestirlo sviluppando con lui un
dialogo che tenesse conto anche delle sue esigenze.
Perché non gli potevamo dire brutalmente: senti, Ciancimino, la tua posizione giuridica e giudiziaria è quella che è, statti attento, se vuoi evitare la galera ti possiamo aiutare. Però tu dacci…
Perché mi avrebbe accompagnato alla porta immediatamente. Perché i tempi erano diversi. Oggigiorno, forse, questo discorso brutalmente si

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potrebbe anche fare; nel ’92 non si poteva assolutamente fare.
E allora era una schermaglia continua tra me e lui, tra lui e De Donno, in tre, cercando di cogliere… E’ stato un bel duello, possiamo definirlo così, per cercare di capire i punti in cui noi ci potevamo spingere, dove lui accettava. Dove lui ci voleva anche portare. Perché tutto sommato, ci ha l’intelligenza per gestire qualche…
Quindi, inizialmente il problema era solo, dice:
va be’, ci darà qualche notizia se ci va bene;
sennò ci accompagna alla porta e finisce lì.
Poi, il fatto che lui si presenta come addirittura
disponibile ad inserirsi in un gioco sotto copertura, quasi nell’ambito dell’attività contro l’imprenditoria mafiosa.
Il fatto che dovevamo, in qualche modo, allungare il brodo… Io che gli potevo dire? Brutalmente… solo quello gli potevo dire. Gli ho detto: ‘ma lei li conosce questa gente?’
Sapevo benissimo che li conosceva, Ciancimino è di
Corleone.
E quindi è stato quasi portato al discorso, questo ti… E’ stato un andare insieme verso quel…

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Perché a noi ci conveniva, guadagnavamo tempo.
Io e De Donno… con De Donno questo non l’ho mai
pensato. Ma io ero anche orientato eventualmente,
se lui, come ritenevo, avesse portato a lungo la
trattativa, di fare dei servizi di pedinamento su
Ciancimino, per vedere effettivamente come contattava, chi contattava e se contattava.
Questo, poi, non è avvenuto perché ha bruciato i tempi, Ciancimino.
Non so se sono riuscito…
PUBBLICO MINISTERO: Ha bruciato i tempi, io credo di capire…
TESTE Mori: Rispetto a me, rispetto alle mie previsioni. PUBBLICO MINISTERO: Ha bruciato i tempi nel momento in cui ha detto:
‘colonnello, lei che mette sul tavolo?’
TESTE Mori: Esatto. Io non me lo aspettavo proprio. In quel momento, non me lo aspettavo.
PUBBLICO MINISTERO: In occasione dell’incontro in cui Ciancimino comunica le cosiddette precondizioni, mi pare lei abbia adoprato questo termine: allora questa trattativa la faccio all’estero, con Ciancimino in
veste di…
TESTE Mori: Intermediario.
PUBBLICO MINISTERO: Intermediario, o qualcosa di simile.
Per caso fu richiamato anche il fatto specifico
che Ciancimino aveva qualche problema in corso con

TESTE Mori:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
la Giustizia?
No. Noi ne parlammo la… mi sembra la prima, o la
seconda volta, che lui aveva dei problemi.
Ma era notorio, insomma, che avesse dei problemi.
La…
TESTE Mori:
pacchetto delle condizioni.
No, lo pensai io subito. Quando lui mi disse che
bisogna farlo all’estero, io dissi: ma come…
Dentro di me dissi: ma tu non hai il passaporto. E
allora cosa vuoi da me? Il passaporto.
Questo lo pensai subito.
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PUBBLICO MINISTERO: No facevo per capire se questa…
TESTE Mori: No, lui direttamente…
PUBBLICO MINISTERO: Se i problemi di Ciancimino facevano parte del
PUBBLICO MINISTERO: E’ tutto qui, generale. Non credo…
Una domanda sola, però: nel corso di questi
incontri, a me pare di ricordare, ma è un eufemismo, è un dato incerto. Nel corso di questi incontri si verificò un grave fatto di sangue a Palermo.
Perché si verificò l’eliminazione dei Ignazio
Salvo. Che è settembre del ’92. Quindi proprio in epoca mediana fra gli incontri dell’agosto e gli incontri dell’ottobre.
Lei ha ricordo, generale, che in questa, queste

TESTE Mori:
panoramiche che, a quello che capisco, allargavano
e stringevano continuamente l’obiettivo su Cosa
Nostra e l’universo mondo di Cosa Nostra, vi sia
stata una qualche considerazione da parte di
Ciancimino in ordine a quel fatto, e se quel fatto
era rappresentativo di, e se a seguito di quel
fatto si poteva pensare che… Ecco.
Ma guardi…
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PUBBLICO MINISTERO: Vorrei questo chiarimento specificamente.
TESTE Mori:
Sì. Come ha detto lei, in effetti, nel corso di
questi colloqui, ovviamente, c’erano parecchie digressioni.
Poi, Ciancimino è un vulcano quando parla. Fa citazioni, riferimenti. Quasi tutti di tipo politico.
Poi lui, in quel periodo lì, aveva ultimato, stava
correggendo le bozze di un libro che faceva un po’
la storia dei suoi anni a Palermo. E ci aveva la
bozza. E mi ricordo poi che la dette a me e voleva assolutamente che la leggessi. Anzi, mi… Forse il terzo incontro, mi fece pure il cicchetto perché non lo avevo ancora letto.
Poi cicchettò anche il dottor Caselli, perché
gliela diede anche a lui questa bozza. E, ovviamente, Caselli ci aveva altro a cui pensare,

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non la lesse.
E quindi c’erano vari capitoli che si riferivano a
Orlando, a Gioia… Tutti i personaggi, protagonisti delle vicende palermitane.
Però, un ricordo preciso, specifico, su Salvo e sulla vicenda dell’omicidio non ce l’ho, non mi dice nulla.
PUBBLICO MINISTERO: Un ultimo punto: lei ha illustrato proprio il contenuto dell’ultimo incontro, quello
dell’abitazione.
Non sto parlando del colloquio investigativo,
l’ultimo incontro nell’abitazione.
TESTE Mori: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: E mi è parso di capire che il discorso si è, anche
bruscamente, interrotto sulla linea di partenza.
Lei ha avuto la
Ciancimino si accingesse, o fosse nella possibilità di farsi da portavoce, sul momento, di richieste che venivano da Cosa Nostra?
Quindi dai soggetti con i quali, in qualche modo,
aveva stabilito quel certo contatto di cui si
parlava prima?
Intendo dire, se Ciancimino era in grado di illustrare le controproposte e comunque la contropartita a quelle che aspettava fossero
possibilità di capire se

TESTE Mori:
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indicate da lei come basi, o punti di partenza di
una trattativa?
Guardi, io, in quel momento lì, quando lui scattò
in piedi, mi disse, dice: ‘lei mi vuole morto.
Anzi, vuole morire anche lei?’, ebbi la sensazione
precisa che era in grado di fare una trattativa,
di imporsi come intermediario.
Prima no. Prima ritenevo che millantasse, o comunque cercasse di giocarmi, di portarmi dove voleva lui.
Ma in quel momento vidi che veramente aveva paura.
Cioè, che si preoccupava di…
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Però, a quanto intendo, è una conseguenza che lei formulò… una conclusione che lei formulò in quel
momento.
TESTE Mori: Era una impressione mia, del momento. PUBBLICO MINISTERO: Ecco.
TESTE Mori: Perché lui non esplicitò in maniera… PUBBLICO MINISTERO: Volevo sapere questo: se c’era
stata una
TESTE Mori:
Ebbi poi una conferma in sede di escussione da
parte dei magistrati di Palermo, quando venne
fuori il nome di Cinà, che lui sobbalzò e allora
si capì che l’intermediario con la controparte era
proprio questo Cinà.
esplicitazione anche…

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Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00 >
E gli veniva a mancare l’unico riferimento,
allora.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, generale, lei sarà sicuramente al corrente del fatto che, anche in pubblica udienza come è quella della Corte di Assise di Firenze, ci ha
TESTE Mori:
parlato di una certa qual definita trattativa,
trattativa con “papello”, o trattativa del “papello”, a seconda delle due scuole di pensiero, che avrebbe in qualche modo fatto riferimento, o per meglio dire, che in qualche modo è riferibile alle iniziative di Cosa Nostra e che specificamente di Riina da collocarsi come fatto storico, anche questo nell’anno ’92, nella seconda metà del 1992.
Ora, prescindendo dalla vicenda che lei ha illustrato, e guardando neutralmente a questa riferita storia di una trattativa e di un “papello”, lei, al di là del racconto di stamani, è in grado. . . e a prescindere, per essere più esatti, dal racconto di stamani, è in grado di
fornire una qualche indicazione in questa sede?
O non le consta altro, ripeto, in riferimento a
quel periodo storico lì.
No, nient’altro.
Mi rendo conto che quella Ftrattativa fra noi e di FILIP LLO

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -41-
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Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Ciancimino possa avere sollecitato dall’altra
parte qualche valutazione, qualche considerazione,
anche qualche analisi.
Ma io, a parte quello che ho detto, non so
nient’altro.
PUBBLICO MINISTERO: E l’ultima domanda, proprio, è questa: quando lei è stato esaminato davanti alla Corte qualche mese
fa, ha illustrato tutta una distinta storia, che,
diciamo pure, riguarda certi contatti, come lei
ricorda, intrattenuti dal maresciallo Tempesta che
glieli venne a riferire in occasione di un certo
incontro.
TESTE Mori: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Mi pare che le date, le epoche, tendono quasi a
sovrapporsi.
TESTE Mori: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Perché l’incontro col maresciallo Tempesta, lei ce
lo collocò…
TESTE Mori: Sarei in grado…
PUBBLICO MINISTERO: … con esattezza, il 25 di agosto del 1992.
Allora, il punto è questo: nella gestione del
rapporto con, del contatto con Ciancimino, fu
tenuta presente come elemento in qualche modo
dipendente, o collegato, fu tenuto presente da lei
nella gestione di questi contatti, di questa

TESTE Mori:
singolare situazione che le aveva rappresentato il
maresciallo Tempesta, oppure no?
Non attenni alcuna considerazione. Mi sembra di
avere già detto nella precedente testimonianza che
ritenevo il contatto con Bellini, da parte mia o
di elementi del ROS, pericoloso, perché Bellini,
se avesse preso contatto fattivamente con Cosa
Nostra, sarebbe stato immediatamente scoperto.
Perché come mandato dalle Forze di Polizia o da
altri.
Per cui era assolutamente improponibile un tipo di
rapporto tra noi con lui.
Quindi non lo collegai affatto, lo considerai
subito un fatto che non mi doveva interessare, che
per me era pericoloso.
Pericoloso nel senso che poteva portare il nostro
reparto fuori strada.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -42-
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– Gen.Mori P.5/81 Cap. De Denno P.81/136 –
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Ma considerava che fosse pericoloso anche per Bellini?
TESTE Mori:
Al limite, sì. Se prendeva contatto con quei
persona…
Se cioè avesse ottenuto, come lui mi sembra di
ricordare voleva, gli arresti domiciliari e ospedalieri di Ciccio Madonia, di Luciano Leggio, di Gambino e di qualche altra. E chi era

PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE Mori:
PUBBLICO MINISTERO:
PRESIDENTE:
l’autorità in Italia che poteva ottenere questo?
Bellini? No di certo.
Quindi, Bellini moriva, a mio avviso.
Questa era la mia valutazione.
Questa è la valutazione che lei formulava all’epoca.
Certo.
E’ questa la spiegazione, o meglio…
No, io proprio non le collegai neanche proprio dal
punto di vista del ragionamento. Posso dire, forse
sarà stata la mia…
E’ questo che io avevo bisogno di capire, infatti,
generale.
Sarà stata una mia lacuna, ma proprio li tenni
completamente separati, i due fatti. Ho capito. La ringrazio.
Le parti civili hanno domande?
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -43-
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Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
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AVVOCATO Ammannato: Avvocato Arnrnannato, difensore di parte civile. Quindi, generale, proprio per graficamente,
TESTE Mori:
proprio cronologicamente, il primo contatto lei ha
spiegato fra De Denno e Ciancimino, la figura di
questo Ciancimino quale doveva essere?
Se ho capito bene, infiltrato nel mondo della
imprenditoria? Per sintetizzare…
No, quello si offrì lui a infiltrarsi.

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -44- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
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Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Ammannato: Sì.
TESTE Mori: De Donno andò a contattare Ciancimino per vedere
di capire e di avere qualche notizia, qualche
informazione, qualche spunto, di tipo investigativo.
E fece una serie di due, tre contatti.
Comunque De Donno è qua, potrà essere inteso al riguardo.
E’ in quel contesto che fu Ciancimino a offrirsi
come, diciamo così, testa di ponte in questo
ambiente a pro dell’attività investigativa.
AVVOCATO Ammannato: Ecco, quindi diciamo, la prima fase si presenta come testa di ponte, ha detto lei.
TESTE Mori: Sì, sì.
AVVOCATO Ammannato: Ecco, poi veniamo agli incontri che ebbe a tre,
lei con De Donno e con Ciancimino.
Mi pare che il 29 agosto del ’92 lei ebbe a dire
la famosa frase: ‘perché muro contro muro?’
TESTE Mori: Sì.
AVVOCATO Ammannato: Non si potrebbe, appunto, parlare?
E lui dice: ‘io posso’.
TESTE Mori: Non ho capito…
AVVOCATO Ammannato: E Ciancimino afferma: ‘io posso, cioè, lo posso
fare’.
TESTE Mori: Sì.

TESTE Mori:
intermediario.
No, non necessariamente. Diventa uno che… che
noi stiamo contattando.
Tutte queste fasi successive, intermediario, fonte, le possiamo fare adesso a distanza di cinque anni. Allora era uno che parlava con noi,
avvocato.
E noi volevamo sapere più notizie possibili, in
estrema sintesi; valutarle, vagliarle, vedere quelle che ci interessavano e quelle che no. Sapevamo che era un gioco particolare, perché dall’altra parte c’era la testa lucidissima quanto e più di noi. E quindi sapevamo che era un gioco sempre sul filo del rasoio. E quindi…
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -45-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Ammannato: Ecco, quindi a questo momento del 29 agosto ’92, diciamo, la veste per voi di Ciancimino diventa un
AVVOCATO Ammannato: Certo. Per capire la Corte, nel senso, nell’interrogatorio appunto… nell’interrogatorio, nell’esame del 1 agosto del ’97, davanti al P.M., quando appunto parlava di questa frase “c’era un muro contro muro”, mi ricordo che usando questa espressione “muro contro
muro” e gli dicemmo: ‘lei è un personaggio, lei è
nato a Corleone, lei ha tutta una sua storia,
insomma’.

TESTE Mori:
Certo.
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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Ammannato: ‘Ma non può lei avere un tramite per arrivare a questi personaggi, per vedere di parlare, avere un
dialogo, una trattativa?’
E lui disse: “Io posso”.
TESTE Mori: Sì.
AVVOCATO Ammannato: Ecco, quindi diciamo, quindi se ho capito bene –
PRESIDENTE:
ma per capire la Corte – cambia, diciamo, la veste
di Ciancimino da colui che si era autoproposto
come testa di ponte, e a questo punto 1ui vede,
chiaramente, questa trattativa anche perché sempre
su questo incontro, il secondo, questo sempre
della frase “muro contro muro” e quindi il dialogo
alla trattativa, lei ebbe a chiarire davanti al
Pubblico Ministero qual era il vostro progetto?
Cioè, sempre a pagina 33, dice:
“Ciancimino si offerse di fare l’intermediario.”
Le leggo proprio:
“Fare l’intermediario, cosa significava?”
“Che lui aveva bisogno di noi in qualche modo. Cioè, non era in una posizione forte, veniva in qualche modo a patti; può darsi che avesse qualche debolezza, qualche defaillance. 11
Scusi, avvocato, ma io volevo sapere se lei sta facendo delle domande, o…

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -47- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Ammannato:
Sì. No, la domanda è questa.
PRESIDENTE:
…delle contestazioni.
AVVOCATO Ammannato:
La domanda… No, no, no.
PRESIDENTE:
Ricordavo quanto aveva già detto per fargli
appunto la domanda in modo chiaro. Quindi…
Scusi… Mi scusi.
AVVOCATO Ammannato:
Prego.
PRESIDENTE:
Qui noi dobbiamo sempre tener presente che siamo
in un’aula.
AVVOCATO Ammannato:
Certo.
PRESIDENTE:
Dove vanno rispettate le regole.
Avvocato Ammannato:
Certo.
PRESIDENTE:
Questo suo richiamo a precedenti dichiarazioni del
teste che stiamo esaminando, si può fare solo in
sede di contestazione.
AVVOCATO Ammannato: Allora le dico che, in questo esame, parlava in
questo momento,
siamo al 29 agosto
’92,
di
Ciancimino come intermediario. Cioè, ha usato espressamente, ma anche qui, d’altra parte, oggi. Cioè, in questa fase, ripeto, dell’agosto del ’92, voi come prospettiva era questa: che lui era intermediario, proprio per questo dialogo “c’era il muro contro muro”, ecco.
Ma domando a lei. Quindi era così. Cioè, ho capito
bene?

TESTE Mori:
Ecco, per avere chiara la Corte la cronologia
temporale.
Guardi, avvocato, quello che ovviamente lei prima
ha detto, che ha letto, chiaramente lo confermo.
Per me Ciancimino poteva fare l’intermediario, la
fonte, poteva portarci qualcuno in macchina e ce
lo faceva arrestare. Per me non cambiava nulla.
Io
volevo sfruttarlo, tra virgolette, come ufficiale di Polizia Giudiziaria che cercava di guadagnare qualche punto rispetto alla conoscenza
del fenomeno Cosa Nostra.
Poi, cosa fosse Ciancimino, le parole, non contano
nulla in quella sede lì, perché è un rapporto tra
due persone che cercano di guadagnare qualche cosa
di più, rispetto all’altro.
Usiamo intermediario? Sia intermediario.
A me interessava sapere qualche cosa, prendere
qualcuno e metterlo in galera. Sintesi estrema del
discorso.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -48- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Ammannato: Sì, ma la domanda appunto era questa: a quel momento del 29 agosto ’92, si rappresentò che anche Ciancimino e l’altra parte potesse fare la
stessa valutazione?
TESTE Mori: Ma io non lo so cos’è che valutava l’altra parte. A me interessava…

TESTE Mori:
PRESIDENTE:
Questo è il punto fondamentale. Se può chiarirlo
alla Corte.
Ma io… forse se il presidente… Non riesco a capire la…
Non la capisco neanche io, avvocato.
Generale, mi dispiace.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -49-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00 >
AWOCATO Ammannato: La valutazione che ci fosse una debolezza e una defaillance per cui si apriva una trattativa.
AWOCATO Ammannato: Sono confuso e cercherò di chiarire.
Se lei ha valutato positivamente, lei e De Donna
valutaste positivamente questa proposta di Ciancimino al 29 agosto ’92, perché disse: ‘io posso fare l’intermediario, o l’interfaccia’.
E la valutaste positivamente perché da parte di Ciancimino dimostrava una debolezza o defaillance, per cui…
Posso interromperla, così forse… AWOCATO Ammannato: Sì, prego.
TESTE Mori: Noi la valutammo positivamente, per il semplice fatto che ci consentiva di andare avanti nel
dialogo.
AWOCATO Ammannato: Certo, questo l’ho capito.
TESTE Mori: E solo per questo.
AWOCATO Ammannato: Generale, l’ho capito perfettamente. Ho capito
perfettamente i suoi intentFi chiaramente ottimi di FILIP ELLO
TESTE Mori:

TESTE Mori:
per servire la Nazione.
Su questo, non c’è dubbio.
Le sto dicendo, vi rappresentaste che, anche
Ciancimino e la persona con cui parlava, poteva
prendere questo vostro andare lì, a casa di
Ciancimino, come un segno di debolezza, defaillance e uno scendere a patti.
Ah, in quel momento?
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -50-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Ammannato: In quel momento, 29 agosto ’92, certo.
TESTE Mori: Ma io non mi ponevo nella testa di Ciancimino,
perché non mi interessava quello che pensava
Ciancimino, sotto questo aspetto.
A noi interessava di capire dove potevo portarlo
io, ai miei fini.
AVVOCATO Ammannato: Ecco. Poi, siamo al quarto incontro che c’è questa fase, diciamo, si rompe questo filo intermediario:
‘ah, ma lei mi vuole morto, o vuole morire anche
leiI • TESTE Mori: Sì.
AVVOCATO Ammannato: Poi, se ho capito bene, riprendono i contatti da parte del figlio Massimo Ciancimino. E, a questo
punto, Ciancimino si presenta a voi come, diciamo,
a fonte; quindi come confidente di P.G. quando
chiede le carte, le mappe di Palermo.
TESTE Mori: Diciamo così.

TESTE Mori:
AVVOCATO Ammannato:
TESTE Mori:
AVVOCATO Ammannato:
TESTE Mori:
AVVOCATO Ammannato:
TESTE Mori:
chiamiamolo, il 22 gennaio del ’93 a Rebibbia, in
cui Ciancimino a lei le dice, quando lei gli fa
presente la situazione: ‘deve collaborare formalmente, ovvero diventare collaboratore di Giustizia.’
Certo. Certo.
Ecco, così per avere chiaro.
Successivamente a quando lui divenne collaboratore
di Giustizia, mi pare, era il 22 gennaio del ’93.
E lei dopo lo riferì subito immediatamente al
Procuratore capo della Repubblica.
Io riferii prima del colloquio.
Prima. Sì. Anche l’autorizzazione, poi li riferì.
Sì.
Ecco. però, da quanto almeno risulta, questi
interrogatori cominciano a Ciancimino nel marzo
del ’93.
Marzo, febbraio, sì.
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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Ammannato: Ecco. No, per capire.
TESTE Mori: Sì.
AVVOCATO Ammannato: E poi, infine, c’è quel quarto passaggio,
AVVOCATO Ammannato: Marzo, mi pare, perché… mi pare che sia il 17 marzo.
Cioè, passano, mi pare, dal 22 gennaio, siamo
circa quasi due mesi.

TESTE Mori:
Come mai questo periodo abbastanza lungo di fronte
a un Ciancimino che si pente? Ecco.
Non lo deve chiedere a me, ma lo deve chieder alla
Procura di Palermo.
Io riferii ad horas, perché incontrai il Ciancimino il 22 gennaio nella mattinata, verso le nove, nove e mezza; all’una e mezza già riferivo i contenuti al dottor Caselli, informalmente.
Ma insomma, in quel periodo c’era stata la cattura
di Riina, c’era una serie di attività investigative, insomma, Ciancimino stava lì, era già dentro. Si poteva aspettare magari qualche giorno, come si è aspettato.
Non… già allora non attribuii nessun… non era
AVVOCATO Ammannato: Grazie.
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti:
prego.
Ci sono altre domande?
Avvocato Li Gotti, domande?
Due soli chiarimenti.
Quello che io vorrei cercare di capire
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Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
un ritardo, per me, ecco.
questo senso le chiedo uno sforzo, signor generale
che tipo di discorso poté arrivare a Cosa
Nostra.
Indipendentemente… F di FILI ELLO
e in

TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Non ho capito, scusi… Che tipo di…?
Vorrei cercare di capire…
Discorso.
…che tipo di discorso poté arrivare a Cosa Nostra a seguito di questi contatti.
Vedere dall’altra parte cosa si riuscì a capire. Lei, poc’anzi, mi pare che abbia detto che Ciancimino manifestò perplessità sulla vostra legittimazione a questo contatto.
Certo.
E lei fece capire che dietro c’era qualche cosa. Gli dissi, non si preoccupi…
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Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.S/81 Cap. De Donno P.81/136
AVVOCATO Li Gotti: Sì. Ecco, ma… chiaramente voi rappresentavate lo Stato.
TESTE Mori: Certamente. In senso lato, sì.
AVVOCATO Li Gotti: Il vostro interlocutore, quindi, lo sapeva. TESTE Mori: Io sono un funzionario dello Stato. AVVOCATO Li Gotti: Ecco, certo.
TESTE Mori:
Ma la domanda di Ciancimino di sapere esattamente
cosa c’era dietro di voi, e le sue risposte dicendo: ‘non chiare’, ma intese a far capire che c’era qualche cosa, esattamente che tipo di segnale doveva fare, doveva essere accolto da Ciancimino e riferito ai suoi interlocutori?
Ma intanto le dico la mia posizione e poi

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Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.S/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
eventualmente quella che penso fosse quella di
Ciancimino.
La mia posizione era chiara. Io rappresento solo
il colonnello Mario Mori e Ciancimino che si
considerava, si considera, un personaggio, un capo…
Gli avrei detto, va be’, allora arrivederla e grazie…
Quindi avevo bisogno di darmi la veste e una
qualificazione che consentisse di sviluppare, di portare avanti il dialogo.
Quindi io, senza fare affermazioni, mi manda qualcuno, gli dissi: ‘lei non si preoccupi, sono un colonnello. Comando un reparto investigativo. Quindi…
E lui, da parte sua, ritengo che voleva e capì,
penso anche in buona fede chi rappresentavo, sì.
Un tentativo di contatto, perlomeno uno sforzo per
andare a vedere che cosa c’era dietro questo muro
di cui avevamo parlato.
Quindi, che possa aver riferito a sua volta
l’altro intermediario che ha riferito, che c’era un tentativo di approccio con la controparte, può darsi benissimo.
E’ una interpretazione che lascia Ciancimino.

AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -55-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Può darsi che l’abbia fatta, non… non mi
interessava per altro.
AVVOCATO Li Gotti: No, certo. No, certo.
Lei ha, mi pare che aveva capito che
TESTE Mori:
l’interlocutore di Ciancimino era Totò Riina.
Beh, lui era vago su quello.
Avevo capito che era il gruppo dei Corleonesi,
perché per altro non poteva essere che così.
Ciancimino ci aveva un rapporto intanto, proprio
di nascita con Corleone.
Ma… sì, il gruppo corleonese. Non direttamente
Riina. Il nome di Riina poi lo facemmo noi quando… In un secondo tempo, Ciancimino chiese a De Donna: ‘ma che volete?’, e allora…
Se non sbaglio, nel secondo incontro che lei ebbe, Ciancimino disse: ‘i miei interlocutori sono disposti ad aprire questo discorso…’
No, nel secondo, disse: ‘sono scettici’, dice, ‘ma
chi rappresenta…’
AVVOCATO Li Gotti: Volevo sapere, appunto, quindi la richiesta di sapere cosa potesse esserci dietro la sua
iniziativa, proveniva dal gruppo dei corleonesi?
TESTE Mori: Sì, o perlomeno così me la rappresentò Ciancimino. AVVOCATO Li Gotti: Cioè, non era Ciancimino che voleva sapere, ma era il gruppo dei corleonesi che, attraverso

TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Ciancimino, faceva sapere a lei…
Che cosa rappresentavamo, chi eravamo, cosa…
E se c’era dietro alle vostre spalle qualcosa.
Sì. Perlomeno questo era, …
Questa era la richiesta…
Era la richiesta da Ciancimino.
Cioè, che Ciancimino si faceva portavoce del
gruppo dei corleonesi.
Sì, queste sono deduzioni, però…
No, queste sono le cose che leggo nelle sue…
Sì.
Nel suo interrogatorio.
Deduzioni nel senso che, queste sono cose che
Ciancimino diceva, dice: ‘ma sono scettici su chi
rappresenta…
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -56-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
AVVOCATO Li Gotti: E quindi, il gruppo dei corleonesi, a nome dei quali Ciancimino parlava, voleva sapere qualcosa
di più.
TESTE Mori: Almeno diceva Ciancimino.
AVVOCATO Li Gotti: La sua figura istituzionale, sicuramente elevata,
non era per loro sufficiente.
TESTE Mori: Non lo so. Penso di no. Insomma…
AVVOCATO Li Gotti: E lei dovette rispondere proprio per evitare che
si troncasse il dialogo dicendo…
TESTE Mori: Certo, vagamente. F di FILIP LLO

AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
…c’è qualche cosa dietro.
‘Non si preoccupi di questo’.
Ma Ciancimino mi diede l’impressione che non
aspettava altro, di avere una assicurazione da
parte mia. Perché aveva tutta la convenienza anche
lui di tirare avanti il discorso.
Quindi si accontentò di un “lei non si preoccupi”, che tutto sommato non lo dovevo accontentare in quella fase, penso.
Comunque si accontentò.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -57-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
AVVOCATO Li Gotti: Cioè, era… quindi, ebbe una risposta da poter poi riferire…
TESTE Mori: O che lui ritenne che…
AVVOCATO Li Gotti: …ai suoi interlocutori che era nel gruppo
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
corleonese.
O che lui ritenne sufficiente in modo da poter riferire.
Senta, una cosa che non mi è chiara, probabilmente perché una sua risposta, nel corso di interrogatorio, è stata interrotta da una domanda. Io, non sottoforma… Utilizzo l’istituto della contestazione solo ai fini della sollecitazione
del suo ricordo, in modo se può spiegare una frase
perché risulta interrotta.
Se me lo consente il Presidente.

PRESIDENTE:
Prego.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -58-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.S/81 Cap. De Denno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Li Gotti: Lei sta riferendo di questa pretrattativa. Nel senso, stabilire intanto il luogo dove incontrarci
per portare avanti il discorso.
TESTE Mori: Quarto incontro.
AVVOCATO Li Gotti: Ecco. E poi dice esattamente, cioè, i Pubblici
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
Ministeri chiedono se c’era già un contenuto nella
trattativa. E lei risponde:
“Non ci disse che c’erano già state delle
ipotesi.”
Non ho capito, scusi.
Può alzare la voce, avvocato?
Sì.
O si avvicina al microfono.
Lei risponde:
“Né ci disse…”, cioè, Ciancimino non esplicitò
il contenuto della trattativa, la merce di scambio.
Sì.
“Né ci disse che c’erano già state delle ipotesi.” Ecco, ce la può spiegare questa frase?
Mah, enucleato in un contesto così, se non mi dice
tutto il discorso… Ecco, così, non riesco a
seguirlo.
E cioè, il dottor Chelazzi chiede:

TESTE Mori:
PRESIDENTE:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -59-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
Gen.Mori P.S/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
“E quindi, tantomeno io capisco Ciancimino… 11 questo è il foglio 35 11Ciancimino fece degli accenni su quali erano le eventuali richieste?”
“Assolutamente”, la sua risposta.
Dottor Chelazzi:
“Di merito, per così dire”.
Sua risposta:
“Assolutamente.”
Dottor Chelazzi:
“Non si delineò nulla sotto questo profilo?”
Sua risposta:
“Né ci disse che c’erano già state delle ipotesi.”
Non mi dice nulla questa frase. Penso che faccia
parte del normale discorso…
Il problema è questo: Ciancimino non ci fece
nessun discorso che portava noi a pensare o a dedurre che ci fosse già una base preparata da qualcuno per trattare, ecco. Penso…
Il “papello”, non c’era?
Ma il “papelloII assolutamente non c’era. Né ho mai sentito parlare neanche di… di, ecco, di punti che potevano essere presi in esame. Se forse lei a questo si riferisce.
No…
Argomenti da mettere sul tavoFlo della trattativa. di FILI LLO
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)

AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
In questo senso, Assolutamente no.
Va bene. Poi un’altra, un altro chiarimento.
A un certo punto, siamo diciamo all’ultimo incontro, quello della rottura – anche se poi c’è una ripresa successiva – quello del 16 ottobre.
18 ottobre.
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
riferì che i suoi interlocutori, cioè il gruppo
corleonese, era disposto ad accettare delle proposte serie.
Accettavano la trattativa.
Ecco, volevano proposte serie.
Allora rammentiamo esattamente…
Sì, insomma, si passò alla fase… diciamo,
proposte serie.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -60-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
AVVOCATO Li Gotti: 18 ottobre, esatto.
In questo incontro lei ha riferito che Ciancimino
AVVOCATO Li Gotti: E esattamente, alla pagina 20 del… pagina 21. Cioè, pagina 20 e pagina 21.
TESTE Mori:
“Ciancimino afferma” – è la sua, stiamo parlando
dell’incontro, quindi, del 18 ottobre “Ciancimino afferma che ha ulteriormente preso contatto e che i suoi interlocutori accettano il dialogo, ponendo alcune condizioni.”
Vi sono…
All’estero… F di FILIP ELLO

TESTE Mori:
proposte serie.”
Quindi, questo… A questo punto vi è la sua
risposta. La sua risposta è::
“La nostra proposta è: arrendetevi.”
In pratica.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -61-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Li Gotti: Esattamente, esattamente.
“Su queste basi loro erano disposti ad ascoltare
AVVOCATO Li Gotti: Ecco, la resa era l’inizio della trattativa, o era il punto terminale della trattativa?
TESTE Mori:
La ringrazio per questa domanda, perché mi permette di chiarire una volta per tutte… Trattativa da parte nostra non ce n’è mai stata in questo senso, perché noi non rappresentavamo nessuno. Noi volevamo solo arrestare della gente che delinqueva.
Quindi, quando io uso questi termini, dicendo a
loro: ‘si consegnano, e noi tratteremo bene loro e
le loro famiglie’, “si consegnano”, significa si
consegnano a noi Carabinieri, che li arrestiamo in
base ad un processo verbale e finisce lì, per noi.
Poi ci sarà qualcun altro che tratta con loro.
E basta, perché noi, trattativa con Ciancimino,
con queste precondizioni mentali, non c’era.
La trattativa nostra con Ciancimino era solo per
vedere di sapere qualche cosa di più di Cosa

AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Nostra e arrestare questa gente. E basta.
E poi era di interrompere la strategia stragista.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -62-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
Certo. Certo, certo.
Cioè, perché lo scenario che voi davanti…
Ma non sulla base di trattativa…
Scusi, avvocato, abbia pazienza.
considerazioni non ci riguardano.
avevate
Ma le
AVVOCATO Li Gotti: No, no, Presidente. No, perché…
PRESIDENTE: Almeno ora.
AVVOCATO Li Gotti: Sì. Io allora provo, per sollecitare il suo
ricordo, leggo una sua risposta contenuta, proprio
su questo punto, alla pagina 21.
“A questo punto” – dice lei – “capii anche che non potevo tirarla molto a lungo la cosa, perché ormai lui aveva buttato giù le carte. E noi che cosa potevamo fare? Allora lui mi chiese: ma voi, allora, siete disposti. Ma qual è la base di partenza vostra?
Quindi dissi: la base di partenza nostra è che Riina e quanti altri si arrendano. E noi tratteremo bene i familiari.”
Cioè, sembra quasi che la risposta che lei diede a Ciancimino era che la base di partenza era
l’arresto di Totò Riina e di quanti altri.

TESTE Mori:
Avvocato, se lei mi parla di fiaschi, io non posso
rispondere con le patate; se lui parla, se la base
di partenza vostra qual è, io dovevo perseguire il
discorso che fa lui. La nostra base di partenza è
che quello si costituisca, si arrenda.
Se lui usava un altro termine, se… ‘qual’è la
vostra base di partenza?’, ‘Che Riina venga da noi
in caserma’, ecco.
‘Allora quando Riina sarà in caserma, noi lo
arrestiamo’.
Cioè, era un seguire discorso, non partire da
presupposti che noi non avevamo.
Questo è il… Se questo e…
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -63-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Li Gotti: No io… Anche a livello di strumentalizzazione di una situazione.
TESTE Mori: No, questo è seguire il dialogo.
AVVOCATO Li Gotti: Fu fatto intendere a Ciancimino che potesse
TESTE Mori:
esserci una base di partenza di una discorso
rappresentato dall’arresto di Totò Riina?
No. Guardi, assolutamente no. Lo dimostra il fatto
che schizzò in piedi con una energia che per un
uomo di 70 anni era veramente singolare.
E aveva paura, in quel momento.
E mi accompagnò rapidamente alla porta.
AVVOCATO Li Gotti: Lei, della restaurazione di un sistema tangentizio

TESTE Mori:
PRESIDENTE:
in tutta Italia, con la costituzione di due
società all’estero, gestite da Ciancimino…
A me non me ne parlò. Ne parlò a De Donno, penso. Avvocato, non scantoniamo fuori dagli argomenti, per cortesia.
Ha terminato? Ha terminato?
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -64-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Li Gotti: Sì, ho terminato, Presidente.
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
TESTE Mori:
AVVOCATO Traversi:
TESTE Mori:
La ringrazio.
Chi prende la parola?
Sì, difesa Vincenzo Ferro, avvocato Traversi.
Io vorrei capire una cosa, generale: ma Ciancimino
ha dato o non ha dato un contributo per l’arresto
di Riina?
Questa è la domanda?
Sì.
Non ha dato. Perché la vicenda relativa all’arresto di Riina è tutto un fatto diverso.
Se vuole il mio parere personale – ma le ripeto, è un personale parere se fosse continuato il nostro rapporto, ci avrebbe messo in condizione di fare una indagine seria, per arrivare alla cattura
di Riina.
Perché lo strumento era serio. Cioè, l’interlocutore di Ciancimino era Cinà che era il medico di Riina.

AVVOCATO Traversi:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Ecco.
Però, per la vicenda che riguarda l’arresto di…
non c’entra nulla.
Avvocato, mi scusi.
Sì.
I testi sono stati indicati dal Pubblico Ministero
su un preciso argomento.
E’ inutile che cerchiamo di fare domande su altre
cose che non ci riguardano.
No, era… No, ma non era… era un chiarimento su
una cosa…
No, no, ma non ci…
…che aveva detto prima.
Quegli interventi non ci interessano.
Spiego subito da dove nasce questa domanda.
E’ la seconda e ultima domanda che gli faccio.
Siccome ha parlato prima di mappe dell’ENEL,
dell’acqua, che Ciancimino specificamente chiese
con riferimento ad una zona di Palermo, lei ha capito a cosa dovevano servire queste mappe? Sono state poi utilizzate?
Le mappe non sono state utilizzate, sono nella disponibilità della Procura della Repubblica di Palermo.
Certamente la zona è molto ampia, ed è anche
TESTE Mori:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -65-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136

TESTE Mori:
Lui non lo spiegò, almeno a me personalmente.
Io ritengo che lui, attraverso le mappe dettagliate di acqua, luce e gas, potesse arrivare a farci, a indicarci qualche spunto che portava
all’abitazione di Riina.
Almeno questo era nella sua testa. Penso che…
Noi, perlomeno, l’abbiamo… io l’ho interpretata
così.
Non ha avuto…
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -66-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
comprensiva delle località che sono state a,
diciamo, protagoniste della cattura. Ma…
AVVOCATO Traversi: Cioè, erano nella zona dove poi, in effetti, stava Riina.
TESTE Mori: Sì, ma… lo so, ma se lei conosce Palermo, viale della regione Siciliana, verso Monreale, tutta la
zona di mezzo Monreale…
AVVOCATO Traversi: No, ma volevo capire solo perché mappe dell’ENEL e dell’acqua…
AVVOCATO Traversi: Che poi, in effetti, risultano nella zona compresa da quelle mappe?
TESTE Mori: Eh, va be’, ma sa… AVVOCATO Traversi: Sì. No, no, domando.
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
PRESIDENTE:
Avvocato, ma le ho detto che siamo fuori.
Grazie, ho finito.
Mi scusi…

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -67- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Traversi:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
PRESIDENTE:
Non ho altre domande.
Avvocato, le devo togliere la parola.
Non
può
continuare ad insistere su questo argomento.
Ha già risposto alla domanda…
Ho capito. Allora lei è inutile che insista.
E non ho altre domande.
Va bene.
AVVOCATO Traversi: E infatti, non ho mica fatto altre domande, Presidente.
PRESIDENTE: Avvocato, lei ha da intervenire sull’argomento che è stato introdotto dalla richiesta del Pubblico
Ministero.
AVVOCATO Traversi: Sì, Presidente, grazie.
AVV. Cianferoni:
Avvocato Cianferoni.
Dunque, generale, vorrei ricostruire, partendo
dalla sua affermazione circa la diversità dei
tempi tra 1’oggi, quando si celebra questo processo, e cinque-sei anni fa.
Allora le chiedo: ho capito bene che, dopo la strage di capaci, vi fu l’attivazione, la più diffusa possibile, prima della rete informativa dell’Arma.
No, non ho…
Rimaniamo al contesto siciliano.
TESTE Mori:
AVV. Cianferoni:

TESTE Mori:
AW. Cianferoni:
TESTE Mori:
AW. Cianferoni:
TESTE Mori:
AW. Cianferoni:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -68-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Geo.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
Non ho capito la domanda, scusi.
La domanda è: distinguendo tra attività informativa e attività investigativa, stamani noi qui abbiamo parlato, le chiedo se abbiamo parlato di attività informativa, prima di tutto.
Posso rispondere?
Prego.
Allora, guardi, la distinzione in un reparto come
il mio, ma non solo il mio, il mio è il ROS, ma c’è lo SCO della Polizia di Stato, o altri reparti, distingue la fase della attività
informativa da quella investigativa. E’ solo,
così, una espressione di carattere concettuale, ma
non pratico.
Ecco…
Nel senso che…
La ringrazio, generale. Perché noi ci stavamo
domandando da dove si ricava questa differenza, Perché sono pure parole vuote. Credo che nella attività ci sia sempre investigazione.
Certo.
Prosegua, avvocato.
Se c’è un reato prima, sennò c’è informazione. Ma
comunque…
Avvocato, mi scusi, è il teste che, tecnico, ha
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

AVV. Cianferoni:
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
dato una risposta.
Allora, il teste tecnico ci dice – la mia domanda,
se la Corte la ammette – dunque, come si riscontra
quella continuità tra il generale Subranni, l’oggi
generale Mori, l’oggi capitano De Donno, nella
vicenda Ciancimino quando, innanzitutto il generale Subranni, all’epoca maggiore, esercita il comando a Palermo.
Le rispondo… non ho capito bene la domanda.
Io le posso dire, le posso fare la cronistoria
delle vicende relative alla professione del generale Subranni.
Subranni…
Generale, mi scusi, abbia pazienza…
No…
non ci interessa. Mi scusi, abbia pazienza.
Non è mancanza di riguardo né per lei, né tantomeno per il generale… Ma, ai fini del nostro esame, non ha nessunissimo interesse.
Allora, Presidente…
Avvocato, passiamo avanti.
A me interessa, a me interessa…
Avvocato, che a lei interessi, non lo metto in
dubbio.
Se mi fa dire che cosa, Presidente.
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -69-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)

PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
TESTE Mori:
AW. Cianferoni:
TESTE Mori:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -70-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
E’ alla Corte che non in… Alla Corte ho detto
che non interessa.
Ma se non…
Mi può dare tutte le spiegazioni che vuole. Non
torno indietro, passi avanti.
La domanda…
Avvocato, mi scusi, passi avanti.
E’ un’altra domanda.
Bene. Faccia un’altra domanda.
La domanda è: vorrei capire come nasce il rapporto tra Ciancimino, la famiglia Ciancimino e gli investigatori che ci ha rammentato; prima, il Subranni e poi De Denno.
E’ facile rispondere.
Questo.
Ciancimino… il rapporto tra Cianci… Il rapporto, tra virgolette, Ciancimino-Subranni, nasce dal fatto che Ciancimino era un uomo politico regionale, tra l’altro è stato sindaco della città di Palermo; e Subranni ha sviluppato buona parte, come ho già detto, della sua attività professionale, comandando tra l’altro una Compagnia, la Palermo-San Lorenzo, e il Nucleo Investigativo. Prima come vicecomandante del colonnello Russo, era il vice di Russo. Poi come
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

AVV. Cianferoni:
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
comandante, alla morte del colonnello Russo.
Quindi, per forza di cose, si sono incontrati lì a
Palermo; Palermo non è un continente, quindi ci si
incontra.
Successivamente perché De Danno e Mori si imbattono in Ciancimino? Perché De Danno, sviluppando un’indagine sugli appalti relativi alla manutenzione strade e alla manutenzione degli edifici scolastici di Palermo, trova elementi sufficienti per chiedere l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Ciancimino più altri. Che vengono arrestati su ordinanza del Gip di Palermo.
Dopodiché, il resto l’ho raccontato al…
Bene. E questo le chiedo in quanto lei ci ha detto che, in quel momento, era difficile avere un filo da seguire.
Io ho fatto mente locale e le chiedo, la collaborazione di Gaspare Mutolo, che si verificò proprio in quel momento, prima della vicenda Borsellino triste vicenda Borsellino non poteva essere un filo molto più credibile e
investigativo, perché già noto agli inquirenti…
Avvocato, lei ha sempre la presunzione di insegnare ai tecnici che cosa avrebbero dovuto
PRESIDENTE:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -71-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)

AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
TESTE Mori:
AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
fare.
No, Presidente, io non ho nessuna presunzione, se
non quella di voler fare il mio lavoro.
E io dico, ma abbia pazienza, lei è stato mai
ufficiale di P.G.?
No. Io le chiedo…
Allora non le pare un tantino presuntuoso chiedere
a un generale, che credo abbia alcuni anni di
attività alle sue spalle, se non era il caso di
seguire una strada diversa da quella che ha
seguito? Prosegua pure nella sua domanda.
La questione è: c’era la collaborazione di Mutolo,
appena nata, e questa collaborazione…
Ma è probabile che le due cose abbiano potuto
avere il loro seguito, senza che una interferisca
nell’altra.
Ho capito. Ma volevo una risposta dal generale.
Peraltro, la gestione di Mutolo origina da un
altro organo investigativo; quindi io non avevo
titolo di inserirmi in quel contesto di indagini.
Io cercavo delle mie fonti informative, e le ho
trovate attraverso quell’altra via.
Siccome aveva detto…
Avvocato, non commenti. Prosegua ad un’altra domanda.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -72-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Va bene. Ma la cattura di Riina…
Attenzione, che non ci riguarda.
Presidente, io non sono in grado di fare serenamente il mio lavoro se lei non mi fa fare le domande.
Beh, avvocato, se lei non è in grado, a me è una cosa che proprio non mi crea nessun problema. Io le ho detto…
No, è un problema di diritto di difesa.
…inizialmente che il tema è la trattativa o quel
contatto che il generale Mori, con il capitano…
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -73- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
(voce fuori microfono) De Donno.
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
…De Donno, hanno condotto a un certo fine. Che è
finito… E’ iniziato in un certo periodo ed è
finito in un altro momento, pochi mesi dopo. Non
ha niente a che fare con la cattura di Riina, che a noi, per di più, non ci riguarda sotto nessun aspetto.
Posso almeno articolare la domanda? Perché io non chiedo…
No, l’ho già capito, lei ha parlato: la cattura di
Riina. Argomento che non ci interessa. Non continuiamo, perché sennò le tolgo la parola e passiamo ad altro argomento.
E’ un problema di diritto di difesa, Presidente.

PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Io… sono affari…
Certamente, avvocato.
…istruttoria dibattimentale.
Ma è anche un problema di stare alle regole del
processo. Il teste è stato sentito una prima volta su un certo terna, avete potuto fare tutte le domande che dovevate. A questo punto, è stato rintrodotto per un altro terna: la cattura di Riina non compare nei più piccoli particolari di questa vicenda. Non ha nessun legame con questa vicenda.
Ma io non voglio chiedere come è stato catturato Riina. Io vorrei chiedere, siccome il generale…
Avvocato, lei ha la qualità della insistenza.
Perché poi, alla fine, dice: mi esaspera, allora
per non fare una scena, le cedo la parola. Ma stavolta, le ho detto, lei cambia domanda! Perché questa non gliel’arnrnetto.
Ma non l’ho nemmeno articolata, Presidente.
Faccia quello… Non mi interessa, lei non…
Questo è il punto.
Lei potrà impugnare tutto quello che crede, io sono lieto se lo farà.
Questo è il punto.
Perché così imparerò che ho sbagliato.
Con tutta serenità. La domanda si cambia: qual era
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -74-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)

PRESIDENTE:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
TESTE Mori:
l’oggetto della trattativa con Ciancimino?
Ecco. Allora questa si può fare.
Penso di avere compiutamente Comunque, sinteticamente…
AVV. Cianferoni:
TESTE Mori:
AVV. Cianferoni:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
Molto riassuntivamente, generale. In quanto qui
ognuno ha l’intenzione di interrogare come se in
precedenza il teste non avesse mai detto niente.
Preciso che noi volevamo conoscere in senso lato,
quando iniziammo il contatto, tutto quello che ce
ne veniva andava bene. Nel senso che erano… se
riuscivamo a ottenere elementi che ci potessero
sviluppare le nostre indagini e portarle più
avanti. Per cui eravamo come, così, materia plastica che doveva essere formata da quello che ci andava dicendo Ciancimino.
L’orientamento, però, finale qual era? Arrivare alla cattura di qualcheduno.
Bene.
Questo è il concetto.
Allora le chiedo, la cattura di questo qualcheduno, che abbiamo capito essere il Riina Salvatore…
Ma non necessariamente.
Ma non solo lui.
E non solo lui.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -75- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
già
risposto.

PRESIDENTE:
Ha fatto altri nomi.
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
TESTE Mori:
PRESIDENTE:
stragi avvenute dopo la cattura di Riina.
Appunto.
Ecco, allora io le chiedo, questa cattura però non
ha risolto il problema: le stragi ci sono state lo stesso. La sua attività investigativa dove conduce, su questo problema di questo processo? Mah, guardi…
Guardi che lei può anche non rispondere. Questa è
proprio una di quelle espressioni che non so
qualificare. Perché diversamente, e mi dispiace,
altre volte ho fatto delle qualificazioni che non
dovevo fare.
Avvocato, per cortesia, non ponga delle domande che hanno già una risposta. Sappiamo tutti che quest’attività ha tentato di raggiungere un risultato. Ha raggiunto quello che poteva. Non ha niente a che fare con le nostre stragi.
Passiamo ad altro.
La domanda rimane. Il generale ha affermato che
nel ’92 un certo discorso brutale su Ciancimino
non si poteva assolutamente fare; queste sono sue
parole di poco fa. Allora io le chiedo di esporci
AVV. Cianferoni:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -76- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi > Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00 >
AVV. Cianferoni: Altri latitanti già individuati e ricercati. Benissimo. Noi oggi stiamo facendo un processo per

TESTE Mori:
AVV. Cianferoni:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -77- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi > Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
quali condizioni di fatto impedivano di dire con
chiarezza a Ciancimino: lei, o collabora, o non
ci interessa.
Perché, vede avvocato, nel 1992, dopo la strage di
Capaci e la strage di via d’Amelio, noi non
sapevamo nulla. Non era la mafia in ginocchio: era
lo Stato, con i suoi organi investigativi e
giudiziari, che era in ginocchio. Perché eravamo
veramente ciechi, sordi e muti.
Quindi non si poteva andare con iattanza da
Ciancimino e dirgli: adesso parla.
Lo potremmo fare adesso, perché adesso è Cosa
nostra che è in ginocchio è lo Stato che vince.
Questa è la differenza.
Bene. Le chiedo, la vicenda Bellini, di cui abbiamo già parlato e lei ha già offerto la sua versione della conoscenza dei fatti, rimane completamente disgiunta. Però forse non conosce che un particolare che ci ha portato il
maresciallo Tempesta.
Il maresciallo Tempesta ebbe a dire, sentito il 7
giugno prima di lei – ma ho riletto i verbali, non
le fu contestato ecco ora che lei è qui rappresentato perlomeno – ora che lei è qui, le dico: il maresciallo Tempesta, oltre a dare una
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00 >

PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
data diversa, come prima le diceva il Pubblico
Ministero, però disse che lei gli avrebbe parlato
del capitano Ultimo quale elemento da interessare
alla trattativa da condursi con Bellini. Ecco.
Scusi avvocato, ma si è reso conto che questo è un
argomento che non ha a che fare con il tema di cui
ci stiamo occupando?
Senta, io non so stamattina se… Non lo so che…
io, se abbia, come dire?, un particolare fluido negativo nei confronti della Corte. Ma la stessa domanda l’ha fatta il Pubblico Ministero. Non ha fatto la domanda sul capitano Ultimo, ma della vicenda Bellini ha parlato.
Non mi pare assolutamente. La domanda del Pubblico
Ministero…
Cioè…
…mirava a vedere se per caso, all’epoca in cui il generale qui presente ebbe colloquio – uno – con il maresciallo Tempesta, quanto dal Tempesta era stato rappresentato lei pensò che potesse essere inserito nello stesso filone di.
Il generale ha risposto: le ho considerate due
cose totalmente indipendenti l’una dall’altra. E ha anche aggiunto, con molta sincerità: potrei anche avere fatto un errore, ma io così mi sono
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -78- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)

AVV. Cianferoni:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
detto.
Mi pare che così sia stata la… Quindi, quello
che lei chiede ora, è un’altra cosa; appartiene a
un tema di indagine che abbiamo già sviluppato ed
esaurito.
Per cortesia, non mi faccia perdere la pazienza. Quindi, concludendo, generale Mori, mi è parso di capire che… Vorrei un chiarimento su sole ulteriori due circostanze.
Lei ha affermato che Ciancimino, rispetto al
vostro procedere, bruciò i tempi. Lei ha detto,
dice: si presentò pronto prima di quello che
pensavamo.
Ecco, vorrei capire bene il perché di questa
affermazione. Perché non avevate ancora qualcosa
di preciso da offrire?
No no.
O perché…
Assolutamente no.
Ecco.
Io pensavo, e ritengo di averlo espresso questo concetto, che Ciancimino avrebbe tirato alla lunga questa trattativa per vedere in effetti noi che cosa gli potevamo offrire come persona, non come soggetto inserito in una orgFanizzazione. Cioè, ai
TESTE Mori:
AVV. Cianferoni:
TESTE Mori:
AVV. Cianferoni:
TESTE Mori:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -79-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
di FILI LLO

AVV. Cianferoni:
TESTE Mori:
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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
suoi fini l’avrebbe tirata lunga, perché non
ritenevo che fosse in condizione, o che volesse
prendere contatto con Cosa nostra.
Per cui io ritenevo che invece lui cercasse di
sbocconcellarci il pane della sua sapienza, di fatti e di cose che potevano interessarci, su altri settori. Cioè imprenditoria mafiosa, appalti, polemiche relative… vicende giudiziarie relative al Comune di Palermo: ecco, questo era il settore dove io pensavo che lui andasse a finire.
E quindi rimasi sorpreso invece dall’indirizzo che
lui ebbe a dare al nostro…
Ecco, l’ultima domanda è se, allora, ho sempre
capito bene e preso nota esattamente del fatto che
un documento che qui si è nominato, da parte di
altre fonti ovviamente, come “papello” o “papiello”, “pezzo di carta”, eccetera, è mai passato per le sue mani come proveniente da esponenti di Cosa nostra ed è stato comunque oggetto di questa trattativa.
Guardi, non solo non è mai passato per le mie
mani, perché altrimenti sarebbe agli atti in
qualche Procura; ma non se n’è mai neanche parlato, in nessuna maniera, nel rapporto tra me e Ciancimino.
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
TESTE Mori:
AW. Cianferoni:
TESTE Mori:
AW. Cianferoni:
PRESIDENTE:
*TESTE Mori:
PRESIDENTE:
PRESIDENTE:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -81-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
Mi pare che l’avesse già anche chiaramente detto.
Abbiamo altre domande?
Una sola, sollecitata mi perdoni, generale dalla lettura del verbale che lei ha reso al P.M.. La bozza del libro di Ciancimino, che lei ricevette, può dirci se poi è stata conservata o meno?
Io l’ho buttata via.
Bene.
Però ce ne sono altre. Per esempio, una ce l’ha il
dottor Caselli. Penso che anche lui l’avrà buttata
via…
Non ho altre domande.
Ci sono altre domande per questo teste? Può
andare, generale. Grazie, buongiorno.
Grazie.
Facciamo una breve sospensione? Qui si finisce
alle due di questi passi, invece che a mezzogiorno.
<< DOPO LA SOSPENSIONE>>
Possiamo far entrare allora l’altro teste?
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Il capitano Giuseppe De Denno.
PRESIDENTE: Ci vuol dire, per cortesia, il suo nome, cognome,
luogo, data di nascita, residenza e qualifica?
*TESTE De Donno: Sì. Giuseppe De Denno, nato Sant’Eramo in Colle,

PRESIDENTE: TESTE De Donne:
PRESIDENTE:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -82-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
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provincia di Bari, 27/12/63; capitano in servizio
Raggruppamento Operativo Speciale di Roma, via a
Ponte Salario, 25.
Vuole leggere la formula?
Sì. “Consapevole della responsabilità morale e
giuridica che assumo con la mia deposizione, mi
impegno a dire tutta la verità e a non nascondere
nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Il Pubblico Ministero può cominciare.
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Capitano, buongiorno. Senta, corrisponde al vero che lei si è occupato come ufficiale di Polizia Giudiziaria, in anni passati, della persona di
Vito Ciancimino?
TESTE De Donno: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Ci vuol dare i riferimenti, per cortesia, di
quest’attività investigativa? Cioè in quale epoca
lei l’ha svolta, in quale veste ha compiuto
quest’attività, e con quali sviluppi. Ma, su
questo punto, può benissimo andare per grandi
linee.
Sì. Tra l ’88 e l ’89, ero in servizio al Nucleo
Operativo del Gruppo Palermo I. E gestimmo, con la
Procura di Palermo, una serie di indagini sulla
gestione di appalti del Comune di Palermo.
Nell’ambito di queste indagini venne fuori che le
TESTE De Donno:

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -83- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi >
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00 >
ditte aggiudicatarie di una serie di appalti di
notevole entità erano effettivamente, al di là dei
palesi proprietari, riconducibili a Vito Ciancimino.
Le indagini portarono a una serie di conclusioni su illeciti commessi nella gestione di queste gare di appalto; e, a fine della nostra indagine, vengono emesse due distinte ordinanze di custodia
cautelare per il Ciancimino, e una serie di altri
personaggi a lui collegati in questi appalti,
ecco.
PUBBLICO MINISTERO: E quindi sarà stato proceduto all’arresto di Ciancimino e delle altre persone colpite da
ordinanza di custodia cautelare.
TESTE De Donno: Sì, sì.
PUBBLICO MINISTERO: In che data siamo, se lo rammenta?
TESTE De Donno: Siamo nell’89.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi…
TESTE De Donno: No, chiedo scusa, l’abbiamo arrestato nel ’90. PUBBLICO MINISTERO: Ecco.
TESTE De Donno: ’90. Perché il dottore Falcone era Procuratore aggiunto, sì, ’90.
PUBBLICO MINISTERO: Ricorda anche il mese?
TESTE De Donno: Mah, sarà stato nella primavera ’90.
primavera, primi dell’estate.
Sì,

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -84-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25 Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140) Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. A seguito di questo arresto, lei ha continuato a seguire l’attività?
Sì, abbiamo eseguito poi tutte le deleghe connesse
con lo sviluppo delle attività con la Procura.
L’indagine poi ha avuto altri sviluppi su altre
faccende. C’è stata una richiesta di rinvio a
giudizio, accolta, dibattimento; e Ciancimino è
stato condannato poi, credo, a 7 o 8 anni di
reclusione sulla basse dell’attività. Almeno in I
Grado.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, lei ha detto che, quando ha avviato questa attività, era ufficiale al Nucleo Operativo.
TESTE De Donno: Nucleo Operativo di Palermo, sì.
PUBBLICO MINISTERO: Nel ’92, che incarico aveva?
TESTE De Donno: Nel ’92 ero già al ROS, nel fine ’90 ero
transitato al ROS.
PUBBLICO MINISTERO: Ricorda nell’anno 1992 di essersi in qualche modo occupato uso quest’espressione un po’ vaga,
TESTE De Donno:
TESTE De Donno:
impropria nuovamente della persona di Ciancimino?
Sì. Nel ’92, dopo la strage di Capaci, così, abbiamo provato ad attivare un canale investigativo che focalizzava l’attenzione su Ciancimino. Quindi, si…
PUBBLICO MINISTERO: In che senso, capitano?

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -85-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
TESTE De Donne: Sì. Il senso in pratica era questo: era nostra intenzione cercare di trovare un canale di contatto con il Ciancimino, per tentare di ottenere da lui indicazioni utili su quanto, sui fatti storici che si stavano verificando in quel periodo. E in ultima analisi tentare di ottenerne una collaborazione formale con l’autorità
giudiziaria.
PUBBLICO MINISTERO: Questa era una prefigurazione che aveva fatto lei?
TESTE De Denno: Sì. L’idea di contattare il Ciancimino era stata mia, perché io, a parte lo avevo arrestato tutt’e due le volte, quindi lo conoscevo per le vicende processuali e dibattimentali; ma avevo anche un rapporto con i suoi familiari, che mi avrebbero
permesso di tentare un approccio… un contatto.
PUBBLICO MINISTERO: Mi aiuti bene a capire questo passaggio.
TESTE De Donno: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Cosa vuol dire “avevo un rapporto con i
familiari”?
TESTE De Denno: Cioè conoscevo molto bene uno dei figli del Ciancimino. Quindi…
PUBBLICO MINISTERO: Cosa vuol dire che conosceva bene uno dei figli di Ciancimino? Su che basi l’aveva conosciuto?
Nell’ambito dell’attività investigativa?
TESTE De Denno: Sì sì, nell’ambito dell’attivFità.
di FILIP ELLO

TESTE De Donno:
No, l’avevo conosciuto nel corso dell’attività
investigativa perché chiaramente, investigando sul
Ciancimino padre, avevamo investigato un po’ su
tutta la famiglia. Era… Poi avevamo avuto numerosi contatti, per perquisizioni e atti.
E comunque, poi, nel corso dell’attività, io ho avuto modo di rincontrare uno dei figli del Ciancimino in alcuni viaggi aerei; perché io, all’epoca, ero a Palermo, quindi mi spostavo spesso da Roma a Palermo, e avevo incontrato il figlio con il quale, insomma, si era scambiata qualche parola, si era…
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -86-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.S/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: O lateralmente all’attività investigativa?
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, questo l’ho capito. Allora, ripartiamo dal punto di poco fa, cioè a dire che lei formula
TESTE De Donno:
l’ipotesi…
Sì, faccio questa ipotesi al mio comandante. Che
era, allora, il colonnello Mori. E così, proponendogli questa prova, nel senso insomma di tentare, nell’immediatezza della strage di tentare un – tra virgolette, così – “un avvicinamento” del Ciancimino. Col comandante concordiamo che questo tentativo possa esser fatto. E io, tramite un incontro casuale avuto in aereo con il figlio, gli
prospetto la mia intenzione dFi essere ricevuto dal di FILIP LLO

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -87-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
padre, nel caso in cui il Ciancimino padre avesse
accettato.
PUBBLICO MINISTERO: Prima di proseguire: ne ha parlato solo con il suo superiore, con il colonnello Mori?
TESTE De Donno: Sì, sì.
PUBBLICO MINISTERO: Seconda puntualizzazione. Il colonnello Mori
TESTE De Donno:
stabilì che la presa di contatto iniziale dovesse
essere esclusivamente opera sua? Sua, intendo dire
del capitano De Donno?
Sì, all’inizio sì. Perché pensavo, tutto sommato, di poter essere ben accetto dal Ciancimino; nel senso che nella nostra attività investigativa avevamo avuto una linea di correttezza formale e sostanziale che ci poneva al riparo, anche al di là della normale, diciamo così, dei normali sentimenti che comunque poteva avere il Ciancimino, perché l’avevamo arrestato due volte, però ci poneva al riparo da sentimenti di rivalsa
o di. . . così, di odio nei nostri confronti per
quella attività, diciamo così, al limite. Ma
eravamo stati molto corretti, quindi si poteva
tentare questo contatto.
E abbiamo provato il contatto che, tra la strage
di via Capaci e la strage di via d’Amelio,
avviene. Perché Ciancimino accetta di incontrarmi

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -88-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
nella sua abitazione di Roma. In quel periodo che
Ciancimino era libero.
Io vado dal Ciancimino e incontro il Ciancimino sempre nella sua abitazione di Roma, da solo, due, tre valte. Nell’intervallo tra le due stragi: la strage del dottor Falcone e del dottore Borsellino.
PUBBLICO MINISTERO: Sì.
TESTE De Donno:
Nel corso di questi contatti, ho cercato praticamente di creare un… potremmo dire un feeling, un rapporto col Ciancimino. Perché chiaramente trattavasi di una iniziativa estremamente particolare, cioè bisognava entrare nelle grazie, diremmo così, del personaggio; e quindi cercare di instaurare un minimo di rapporto di fiducia che permettesse comunque un dialogo tra la persona che l’aveva arrestato due volte, o comunque un ufficiale dei Carabinieri, e Ciancimino che tutti conosciamo quello che
rappresentava.
Quindi, nel corso di questi incontri, insomma ci sono stati momenti di studio reciproco, di… E io ho, così, motivato la mia presenza lì, nella sua abitazione, finalizzandola alla necessità professionale di avere elemeFnti di valutazione su
diFILIP LLO

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -89-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
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< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
quanto stava succedendo. Cioè su quanto andava
sviluppandosi in Sicilia.
Quindi, un approccio estremamente, diremmo così,
umile. Perché bisogna anche ben comprendere lo
spessore del personaggio.
Si crea questo rapporto, Ciancimino accetta, diciamo così, questo dialogo. E nel corso di questi incontri si discute in maniera molto part… in maniera, diciamo così, particolare, specificamente sui due aspetti che fondamentalmente in quell’epoca erano quelli più importanti: la strage di Capaci, e tutto lo sviluppo che c’era stato nel momento delle operazioni milanesi, il cosiddetto “Manipulite”.
In questo frangente interviene la strage di via
d’Amelio. A questo punto, al di là poi dei
discorsi, delle attività, delle idee che il Ciancimino poteva avere – che, tra l’altro, 1ui poi non riusciva in quel momento a dare una spiegazione logica a questi due gravi fatti di sangue – tentai di forzare la mano.
Cioè tentai di – riuscendovi – di fare accettare
al Ciancimino l’idea di fare intervenire a questi
incontri il mio comandante.
Questo, per una serie di motivi particolari. Primo

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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
fra tutti, la presenza del comandante rappresentava un livello nettamente superiore al mio, quindi rappresentava una sorta di riconoscimento del livello del nostro interlocutore.
E ritenevo che il Ciancimino potesse sbloccarsi di
più.
Tra l’altro, mantenendo ferma l’idea che la nostra
impostazione era comunque quella di ottenerne una
collaborazione, l’accettazione da parte del Ciancimino di un dialogo anche con il colonnello Mori era un passo in avanti verso questo obiettivo graduale che si doveva raggiungere.
Il Ciancimino accetta di incontrare il colonnello,
che nei primi…
PUBBLICO MINISTERO: Quindi, se io capisco bene…
TESTE De Donno: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Le tematiche di questi primi incontri…
TESTE De Donno: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: …rappresentarono, o finirono per rappresentare
un po’ l’argomento introduttivo?
TESTE De Donno: Certo. Certo. Il Ciancimino aveva una sua visione delle cose. Bisogna tener conto che Ciancimino è stato una delle persone più importanti nel panorama siciliano e palermitano degli ultimi

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -91- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
anni, almeno fino al nostro arresto del ’90, che
praticamente ne sanciva ancora l’attualità nella
gestione di appalti dopo tutto quello che già si
era conosciuto sul Ciancimino. Quindi era un
’90,
inserito pienamente nel contesto politico
criminale, diciamo così, istituzionale siciliano.
PUBBLICO MINISTERO: Sì, sì. Ma ha risposto alla mia domanda.
TESTE De Donno: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Alla mia richiesta di precisazione. Quindi, lei
ottiene da Ciancimino l’assenso a che il successivo incontro veda come partecipe anche il suo comandante, il suo superiore.
TESTE De Donno: sì.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, un chiarimento ancora. Ma era preventivato,
TESTE De Donno:
tra lei e il colonnello Mori, o comunque il
colonnello Mori aveva preventivato fin dall’inizio
che i contatti con Ciancimino comportassero magari
in un secondo tempo anche l’intervento diretto
dello stesso colonnello Mori?
All’inizio inizio, no. Nel senso che il tutto era
un’attività che andava sviluppata sul momento.
Però, chiaramente tutti i passi erano stati concordati col comandante. Quindi all’apertura, intanto bisognava sempre verificare a monte la
personaggio che, quantomeno fino al
era

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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
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< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
disponibilità.
Vista che questa c’era, constatata una certa possibilità di entrare sempre più nel dettaglio, convenimmo di spingere, cioè di andare fino in fondo.
PUBBLICO MINISTERO: Ma, se ho capito la sua risposta, non era previsto fin dall’inizio.
TESTE De Donno: No. No, no, no. Ma all’inizio non eravamo neanche certi che Ciancimino accettasse tutto questo dialogo; quindi, cioè, vorrei essere chiaro su
questo.
PUBBLICO MINISTERO: No no, ma io credo di aver capito bene. Faccio per mantenere l’esame in termini di sinteticità; le cose si capiscono meglio, se si riesce anche a
TESTE De Donno:
rappresentarle in maniera asciutta e lineare.
Allora, accettato da parte di Ciancimino questa
variante della situazione, ci spieghi esattamente
poi come si sono svolti i fatti.
Il primo incontro fu un incontro di… anche
questo di studio. Cioè Ciancimino chiaramente, da
persona intelligente qual era e qual è, cominciò
sicuramente a chiedersi il perché della nostra presenza effettiva. Cioè aveva sicuramente ben capito che il nostro non era soltanto un interesse così, discorsivo o di intrattenimento con lui.

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -93-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
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< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Nel… Quindi, a parte il primo incontro in cui ci
fu questa discussione, tornammo sui temi: Tangentopoli, stragi, queste attività che andavano svolgendosi. Noi gli facemmo già capire che era nostra intenzione quella di avere un suo parere, una sua guida di attività, di riscontri, di possibili iniziative di Polizia Giudiziaria.
Nel secondo incontro, a cui partecipò il colonnello Mori, andammo più in fondo. Nel senso che decidemmo questa linea d’azione: noi, il nostro obiettivo era quello di portare il Ciancimino ad una collaborazione ufficiale con la AG. Però dovevamo arrivarci per gradi.
Allora convenimmo che la strada migliore era quella di avvicinare sempre di più il Ciancimino alle nostre esigenze, cioè di portarlo per mano dalla nostra parte. E gli proponemmo di farsi tramite, per nostro conto, di una presa di contatto con gli esponenti dell’organizzazione mafiosa di Cosa nostra. Al fine di trovare un punto di incontro, un punto di dialogo finalizzato
alla immediata cessazione di quest’attività di
contrasto netto, stragista nei confronti dello
Stato.
E Ciancimino accettò. Accettò questa ipotesi con

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -94-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
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< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
delle condizioni. Innanzitutto, la condizione fondamentale era che lui poteva raggiungere il vertice dell’organizzazione siciliana, palermitana, a patto di rivelare i nominativi miei e del comandante al suo interlocutore.
Ma questo per una forma tipica di tutela e di
garanzia di questa iniziativa.
E noi… Anche perché, tra l’altro, questo ci
metteva tutti e tre sullo stesso piano, quindi
eravamo tutti e tre conosciuti dal nostro eventuale futuro interlocutore.
Noi accettammo, non ponemmo riserve a questo. E, nel corso di questi incontri, facemmo intuire al Ciancimino che chiaramente questa non era una nostra iniziativa personale. Perché, chiaramente, cioè era impensabile proporre al Ciancimino… Ma tra l’altro era addirittura… penso sarebbe stato oltremodo stupido pensare che Ciancimino potesse
accettare un’ipotesi di questo genere, ritenendoci
portatori di noi stessi.
Quindi, non entrammo nello specifico; tra l’altro
non c’è bisogno, con personaggi di questo tipo, di
parlare molto. Ma gli lasciammo intuire che eravamo lì, ma avevamo la capacità di fare questa iniziativa. Ci lasciammo su una… in attesa di

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -95-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25 Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140) Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
una risposta dal Ciancimino su questa presa di
contatti con i siciliani.
Successivamente il Ciancimino ci fece sapere che
voleva incontrarci, ci siamo reincontrati e praticamente ci disse che l’interlocutore, cioè la persona che faceva da mediatore tra lui e il vertice dell’organizzazione – che praticamente si identificava in Salvatore Riina voleva una dimostrazione, una prova della nostra capacità di intervento, ma soprattutto della nostra effettiva rappresentanza di qualcuno che poteva, diciamo così. E questa prova consisteva nella sistemazione
tra virgolette delle vicende giuridiche pendenti del Ciancimino, con conseguente concessione di passaporto al Ciancimino per la gestione di eventuali trattative fuori dal territorio dello Stato.
A questa richiesta noi obiettammo innanzitutto
questo: che le vicende giudiziarie del Ciancimino erano arrivate a un punto finale di giudizio che permettevano difficilmente una gestione a lui più favorevole. E comunque un nostro intervento, in questo momento, a suo favore avrebbe comportato sicuramente il rischio di svelare probabilmente la sua vicinanza a questa nostra attività. Quindi un

TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
Sì. Cioè praticamente facemmo in modo di convincere il Ciancimino che non potevamo fare niente, che non era opportuno fare niente perché lo avremmo posto in condizione di dover essere noto…
Scoprirlo.
ad altre persone…
Per scoprirsi.
Di scoprirsi sì. Perché avremmo comunque dovuto
parlare con altre persone, chiedere all’Autorità
di Pubblica Sicurezza un passaporto, parlare con
dei magistrati. E quindi in quella fase era
assolutamente…
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -96-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
pericolo immediato anche per lui di vanificare
questa attività.
PUBBLICO MINISTERO: Credo di aver capito, ma cerchi di essere più chiaro su questo punto.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi c’è il rischio che lo si scoprisse in ambienti istituzionali?
TESTE De Donne: Certo. Ambienti istituzionali che comunque, in questa fase, non era comunque opportuno che
conoscessero questa attività.
PUBBLICO MINISTERO: Uhm.
TESTE De Donne: Per cui chiedemmo al Ciancimino di ritornare nella
sua… dal suo interlocutore e di riprendere il

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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
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< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.S/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
discorso.
Effettivamente questa proposta, prima dell’altro
incontro, almeno del quarto incontro a cui venne
il comandante, ci lasciò per qualche verso anche
perplessi, perché, a parte che eravamo perplessi
anche sulle ipotesi che effettivamente Cosa Nostra
avesse un interesse a instaurare una trattativa
con noi. Ma ci lasciò perplessi il tono della
richiesta di prova, cioè aspettavamo forse qualcosa di più importante, di più concreto. E tememmo per un attimo che il Ciancimino, nel chiederci di sistemare le sue vicende, le sue cose, tentasse un bluff con noi.
Al quarto incontro, Ciancimino invece si fece
portatore di un messaggio di accettazione della
nostra richiesta di trattativa, di dialogo, di
discorso dei vertici siciliani. Cioè, ci disse:
‘sono d’accordo. Va bene, accettano. Vogliono sapere che cosa volete’.
E lì fummo un attimino impreparati. Nel senso che noi ritenevamo almeno io e il comandante ritenevamo che questa eventualità non si potesse verificare. Però avevamo anche per un attimo ipotizzato, si trattò lì di decidere subito e in poco tempo qual era la strada migliore da

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percorrere. E ritenemmo giusto, opportuno in quel
momento, lanciare una proposta ultimativa al nostro interlocutore, che fu quella di chiedergli, diciamo chiaramente a Ciancimino, che la nostra richiesta era quella di una consegna da parte di Riina e di Provenzano, vertici dell’organizzazione, a fronte di un equo trattamento giudiziario per loro e per i loro familiari.
Questa proposta non riscontrò assolutamente il
favore del Ciancimino, che anzi si adirò in
maniera particolare perché disse, dice: ‘se io
faccio questa proposta io sono morto, ma sono
morto io e siete morti voi’. Il che, in quel
momento, ci diede la certezza che effettivamente
il contatto c’era stato.
E allora, tra l’altro non avevamo nessuna possibilità e nessun potere e nessun mezzo particolare per intrattenere nessuna trattativa, perché poi, effettivamente, rappresentavamo noi stessi e quindi soltanto una volontà di contrasto immediato di Cosa Nostra.
Convenimmo col Ciancimino. . . anzi, il Ciancimino
decise autonomamente che di questa nostra richiesta non avrebbe assolutamente fatto cenno al

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< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
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< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
suo interlocutore. Ma per prendere tempo e non
vanificare questo rapporto e questo spiraglio che
si era aperto con Cosa Nostra, avrebbe soltanto
riferito che, per il momento, per esigenze, per
problemi, diciamo così nostri, il tutto veniva un
attimo congelato, sospeso e che quindi non se ne
faceva niente.
Quindi avrebbe dato sì un messaggio negativo, ma
non un messaggio ultimativo. Cioè, comunque restava aperta la porta ad un’eventuale ripresa di dialogo.
PUBBLICO MINISTERO: Ma la necessità di Ciancimino di rilanciare il messaggio in questi termini, che lei ha precisato,
si legava, per quanto fu detto, o comunque fu capito, al pericolo che Ciancimino riteneva di correre, per la propria incolumità=?
TESTE De Donno: Eh, certo.
PUBBLICO MINISTERO: Detto in altri termini: lei capì che Ciancimino si
TESTE De Donno:
poneva nella impossibilità di andare a riferire
quale era stata la controproposta, perché altrimenti avrebbe sul serio corso il rischio di vita?
Non era un discorso che si poteva fare al vertice di Cosa Nostra in quel momento. Cioè, Ciancimino sarebbe stato un uomo morto praticamente. Quindi

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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
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< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
lasciammo cadere la cosa, però lasciammo aperta la
porta a questo dialogo.
PUBBLICO MINISTERO: Cioè, a quel punto, lei ha fatto un’affermazione subito seguita da una precisazione. Ha detto:
‘convenimmo… no, anzi Ciancimino stabilì’.
TESTE De Donno: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Infatti volevo chiedere: ma in realtà quale poteva
TESTE De Donno:
essere 1’interesse vostro – e con questo vostro
intendo specificamente il colonnello Mori e lei –
a che Ciancimino riportasse ai suoi referenti
l’esito di questo incontro in certi termini,
piuttosto che in certi altri?
Sì. Perché praticamente in questo modo era dalla
nostra parte, cioè era legato a noi. Cioè, sostanzialmente, la prima parte della nostra idea di portarlo dalla parte della giustizia aveva avuto successo. Cioè, con questa esposizione del Ciancimino e con la certezza che la trattativa… che il contatto era veramente avvenuto, Ciancimino si era esposto. Perché comunque aveva dato la prova a Riina, praticamente, di avere avuto un
contatto con i Carabinieri, che comunque era finalizzato a un’attività diversa, ma che comunque i Carabinieri avevano scelto lui per questo contatto.

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -101- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Se la vogliamo mettere in altri termini, Ciancimino per certi versi era scoperto e in Sicilia a volte anche un minimo sospetto, una minima cosa
può
determinare conseguenze particolari. Questo noi lo sapevamo benissimo,
quindi… Ciancimino tra l’altro era consapevole
ormai, non dico di essere passato dall’altra parte
della barricata, però ormai di essere con un piede
da una parte e un piede dall’altra parte. Quindi
doveva gestirsi in maniera estremamente accorta.
PUBBLICO MINISTERO: Cioè, in qualche modo voi miravate ad isolarlo, questo è quello che vuol dire.
TESTE De Donno: Miravamo a rendere quasi necessaria la sua
collaborazione. Cioè, a portarlo dalla nostra parte, quindi a isolarlo da quel contesto e a rendergli obbligata questa scelta.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, questo incontro, il quarto lei ha detto…
TESTE De Donno:
PUBBLICO MINISTERO:
Sì.
si conclude in questo modo. Ora, prima di
occuparci delle fasi successive, se ve sono state,
cerchiamo di mettere a punto qualche dato. Lei, a
parte i due-tre incontri che ha avuto tra il 23 di
maggio e il 19 di luglio – queste sono le date
delle due stragi, come tutti sanno – per quanto
riguarda gli incontri successivi, è nella

TESTE De Donno:
TESTE De Donno:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE De Donno:
Il che vuol dire che lei non ha redatto un appunto
a…
No.
a memoria dell’avvenuto, di volta in volta. Non ha fatto nemmeno, diciamo all’esito di tutta questa fase, riepilogativamente?
All’esito di questa fase il Ciancimino riferì tutta questa attività che era stata…
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< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
possibilità di datarli in qualche modo?
Non ho memoria scritta, però ne furono fatti due
ad agosto e gli altri poi tra fine settembre e
ottobre del ’92. Poi, dopo l’ultimo incontro, io
ebbi altri incontri con il Ciancimino…
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Sì, ora quello ci arriviamo.
Non ne ha una memoria scritta, il che vuol dire
che lei non li ha annotati da qualche parte.
TESTE De Donno: No. PUBBLICO MINISTERO: No.
PUBBLICO MINISTERO: No, no, volevo sapere se lei, capitano, aveva o diciamo frazionatamente, o all’esito di questa vicenda, redatto un appunto, una memoria, una
TESTE De Donno:
relazione interna per l’ufficio.
No, no, per l’ufficio no. Però poi, su richiesta,
feci un’informativa alla Procura di Palermo, in
cui confermavo i fatti, con le date indicate nel

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< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
corso… sì.
PUBBLICO MINISTERO: Da questo apprendo che lei, su questa vicenda, ha relazionato in via ufficiale…
Sì. No, no, non feci relazione…
al Procuratore della Repubblica di Palermo.
Sì. No, non feci relazione scritta.
PUBBLICO MINISTERO: Un’altra cosa. Lei è al corrente del fatto, se il colonnello Mo… lo chiamo così perché era
colonnello all’epoca.
TESTE De Donno: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Anche se oggi è generale. Il colonnello Mori,
TESTE De Donna:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE De Donna:
TESTE De Donna:
prima di dare il via libera a lei, per questo
avvio di contatti, o anche successivamente, ha
rappresentato questa iniziativa presso comandi
superiori dell’Arma?
Sì, ne parlò col comandante del ROS dell’epoca, il
generale Subranni.
PUBBLICO MINISTERO: Le risulta che ne siano state informate altre autorità, all’interno dell’Arma dei Carabinieri, o
anche esternamente all’Arma dei Carabinieri?
TESTE De Donna: No, per quanto ne sappia io no.
PUBBLICO MINISTERO: Lei, poco fa, precisava che avete dovuto superare
una pregiudiziale costituita dalla verifica, si
potrebbe dire, delle vostre credenziali.
TESTE De Danno: Sì.

TESTE De Donno:
le vostre credenziali?
Noi stessi. Cioè, non avevamo nessuna credenziale
diversa dalla nostra persona e dalla nostra
iniziativa. Cioè rappresentavamo soltanto noi stessi, il nostro reparto e basta. Cioè, non avevamo nessun potere estraneo alla nostra capacità di gestione di questa iniziativa investigativa.
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Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
– Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Ma allora, quali erano le vostre credenziali? Quelle reali. Lei ci ha detto che cosa ha… come è stato risposto, come è stata data soddisfazione a questa richiesta da parte di Ciancimino. Ma nella sostanza, allora, quali erano
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Penso di tornarci sul punto, però è bene che a questo punto lei illustri la fase successiva
all’ultimo incontro del quale ci ha riferito.
TESTE De Donno: Sì. Successivamente all’ultimo incontro io sono tornato dal Ciancimino e…
PUBBLICO MINISTERO: Di sua iniziativa, capitano?
TESTE De Donno: Sì… No, no, di intesa con Ciancimino, d’accordo
con Ciancimino. Ciancimino mi richiamò, anzi mi
fece sapere che comunque voleva rivedermi.
PUBBLICO MINISTERO: Come glielo fece sapere?
TESTE De Donno: Tramite il figlio. Avevamo i rapporti tramite il
figlio Massimo.

TESTE De Donno:
E quando ci siamo rivisti col Ciancimino, ormai
insomma, siamo già fine ottobre, quindi inizi
novembre, io… ormai si era già creato, c’era
questo rappo… c’era questa possibilità di parlare, c’era questa, diciamo così, fiducia reciproca. Io andai subito al sodo. Cioè, chiesi di, fermo restando che quella ipotesi precedente era svanita, o comunque non era al momento praticabile, gli chiesi di darci subito degli elementi tra.mutabili immediatamente in attività di Polizia Giudiziaria. Praticamente gli chiesi di collaborare con noi per la cattura di Totò Riina.
E il Ciancimino accettò di fornirci informalmente
elementi utili a questo scopo.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -105-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Anche gli incontri che c’erano stati precedenti, erano stati fissati…
TESTE De Donno: Sì. Concordati… sì, sì. PUBBLICO MINISTERO: Prego.
PUBBLICO MINISTERO: “Accettò di fornirci”: ma accettò così, a cuor leggero, con qualche riserva, chiedendo eventualmente qualche cosa come contropartita di
questa.
TESTE De Donno: No.
PUBBLICO MINISTERO: Voglio dire, il quadro…
TESTE De Donno: Sì, è chiaro… F
di FILIP ELLO

TESTE De Donno:
gliene faccio una colpa. E’ che queste vicende
possono avere degli sviluppi così, quasi banali,
ecco. Allora…
Ma no, ma è chiaro che Ciancimino nella sua
accettazione di questa ipotesi, comunque si riproponeva poi di ottenerne dei vantaggi nelle sue vicende processuali, che quello che il suo… Cioè, Ciancimino aveva la necessità, la volontà, la disperata voglia di essere libero. Cioè, assolutamente non poteva, non voleva sopportare la detenzione ormai imminente per vari processi. Quindi è chiaro che la sua collaborazione mirava a
ottenere un ritorno.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -106-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: Mutava radicalmente insomma.
TESTE De Donno: Certo. E’ chiaro che comunque il Ciancimino… PUBBLICO MINISTERO: Sennò sembrerebbe proprio un rapporto così. Ma non
PUBBLICO MINISTERO: Uhm. Ma, abbia pazienza. Visto che l’ultimo precedente incontro si era chiuso con questa presa d’atto che le ipotesi di trattativa erano impraticabili per sostanziale mancanza di corrispondenza, fra quello che una parte voleva e quello che l’altra parte metteva a disposizione.
Nell’incontro successivo che lei ebbe con Ciancimino, tutto l’accaduto precedente fu dimenticato come ci fosse passato sopra un colpo

TESTE De Donno:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -107-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
di spugna, oppure Ciancimino, o lei, riprese
l’antefatto, lo commentò, lo approfondì, lo rielaborò?
No, no. E’ chiaro che comunque se ne parlò, tutto quanto, però lasciammo quelle ipotesi in stand-by. Noi non… Io, nei contatti successivi, non negai mai, né feci intendere al Ciancimino che tutta l’attività era un’attività che comunque svolgevamo come nostra iniziativa investigativa. Cioè, il tentativo di colloqui, chiamiamolo così, era rimasto fermo a una eventuale ipotesi di ripresa. Io tentati però, nell’immediato, di… ben sapendo
che comunque era un’attività quella che non
potevano in ogni caso ripristinare o portare ad
ulteriore risultato, tentato di convincere, e ci
riuscii, il Ciancimino a darci un segno immediato, non palese, della sua… non palese verso l’esterno, quindi del suo intervento, con la cattura di Riina. Cioè, lo scopo principale poi del nostro rapporto col soggetto era sempre quello poi di ottenerne un vantaggio e comunque un’attività investigativa. Quindi questo era il senso di questi incontri.
Comunque, tra l’altro poi tutta questa attività
che si era concretizzata in questi mesi, poi
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

PUBBLICO MINISTERO:
TESTE De Donno:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE De Donno:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE De Donno:
(voci sovrapposte)
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE De Donno:
PUBBLICO MINISTERO:
TESTE De Donno:
sostanzialmente, oltre ad avvicinarci, a fare
tutto quello che abbiamo descritto fino adesso,
però poi concretamente eravamo rimasti sempre lì.
Cioè, non c’era stato nessuno sviluppo che comunque ci permetteva di intervenire sul territorio poi.
Sì.
Questo era il problema fondamentale.
Sì. Allora ho capito che ci fu una specie di
trasformazione.
Sì.
Delle posizioni.
Sì. Ciancimino praticamente accettò di farci da,
diciamo così da confidente, insomma di darci
queste indicazioni…
In che cosa si concretizzarono poi queste indicazioni?
Lui ci chiese di avere dei documenti, che praticamente consistevano in alcune mappe particolareggiate di una parte della città di Palermo.
Sì.
E di alcuni documenti dell’azienda municipale per
la fornitura di acqua, quindFi contratti di acqua di FILIP LLO
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -108-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 – < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -109-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
– Geo.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
relativi a un certo periodo. Perché, almeno così
disse, da questi lui era in grado, in base a sue
conoscenze pregresse, a situazioni che lui comunque aveva nella disponibilità, di poterci indirizzare sull’abitazione del Riina.
PUBBLICO MINISTERO: Sì.
TESTE De Donno:
Io procurai questi documenti e glieli consegnai
nella sua abitazione, a metà dicembre, 19 dicembre
gli portai l’ultima parte di questi documenti.
Quello stesso giorno però il. Ciancimino venne arrestato, credo dalla Polizia di Stato, perché era diventata definitiva una sua condanna a sette- otto anni.
Questo praticamente interruppe chiaramente tutto
il dialogo, tutto il discorso che c’era stato e, a
fronte di questo arresto, quindi di questo fatto
improvviso, noi, su – io e il colonnello Mori – su
autorizzazione del dottor Caselli della Procura di
Palermo, chiedemmo di avere colloqui investigativi
col Ciancimino in carcere. E, a quel punto, forti
anche di questo sviluppo improvviso, tentammo il tutto e per tutto di convincerlo di collaborare ormai formalmente con l’Autorità Giudiziaria, considerato che questo intervento di questa misura, di questo provvedimento, praticamente lo

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -110-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
metteva al di fuori di qualsiasi possibile,
ulteriore collaborazione informale con noi.
La cosa fu un po’ travagliata, un po’ complessa.
Alla fine però il Ciancimino accettò di incontrare
i magistrati di Palermo.
PUBBLICO MINISTERO: Va bene. Senta, lei conosce il maresciallo Tempesta?
TESTE De Donno: No.
PUBBLICO MINISTERO: No. Si tratta di un maresciallo dell’Arma.
TESTE De Donno: Non lo conosco.
PUBBLICO MINISTERO: No. Ha mai saputo se, nel periodo in cui lei ebbe
i primi due colloqui con Ciancimino, presente anche il colonnello Mori, il colonnello si era incontrato, in prossimità di uno di questi incontri, con questo sottufficiale dell’Arma?
TESTE De Donno: No.
PUBBLICO MINISTERO: No. Non ho altro da chiederle.
PRESIDENTE: Ha finito?
PUBBLICO MINISTERO: Ho detto non ho altro da chiedere.
PRESIDENTE: Mi scusi, ero distratto.
PUBBLICO MINISTERO: Si vede che l’ho detto veramente a bassa voce,
perché vedo che nessuno aveva sentito. No, non ho
altro da chiedere.
PRESIDENTE: Le parti civili hanno domande?
AVVOCATO Ammannato: Avvocato Ammannato, difensoreFdi parte civile.
di FILIP LLO

TESTE De Donno:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -111-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
Quando, nei primi incontri con Ciancimino, ha
affermato parlaste di due argomenti: strage di Capaci e Tangentopoli. Volevo sapere: cosa disse Ciancimino su questi due argomenti? E come mai affrontaste questi argomenti?
Sì. Questi due argomenti erano praticamente gli
argomenti del momento. Ed erano comunque gli
argomenti che per un verso interessavano noi,
strage di Capaci, e per un altro verso ossessionavano proprio, diciamo così, il Ciancimino.
Cioè, il Ciancimino non aveva una sua visione delle cose. Visione nella quale non trovava una spiegazione logica, comprensibile per lui in quel momento, al perché della strage di Capaci.
Tra l’altro noi, su quello, chiedevamo anche aiuti
e lumi per comprendere le motivazioni, i tempi e
tutti i fatti utili. Quindi lui sulla strage non
ne comprendeva esattamente le motivazioni, perché
non riteneva, nella sua visione complessiva dei fatti, che la strage in quel momento fosse necessaria, ma anzi la vedeva come un fatto negativo per Cosa Nostra in quel particolare frangente. Tranne che la strage non scaturisse da situazioni, da interessi, da circostanze che
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -112-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
esulavano da un contesto prettamente mafioso.
Tangentopoli era un problema che Ciancimino sentiva in maniera particolare. Nel senso che, essendo lui stato uomo politico per decenni e essendo perfetto conoscitore delle dinamiche che avevano regolato il sistema di gestione tangentizio in Sicilia, ma credo anche in altre parti del territorio nazionale, per partiti politici e per le imprese, riteneva Tangentopoli una attività priva di sbocchi. Nel senso che, al di là dei meriti, diciamo così, pubblici che potevano essere riconosciuti all’attività del pool di Mani Pulite, così, in generale. Lui però comunque la riteneva un’attività che non poteva avere uno sbocco normale, non poteva avere uno
sbocco complessivo.
Perché considerava il sistema di distribuzione
delle tangenti, tra partiti e imprese, uno dei
meccanismi necessari per il funzionamento sia del
sistema imprenditoriale che del sistema politico.
Per cui non riusciva a capire, ed era ossessionato
da questo punto, fino a che punto Mani Pulite,
fino a che punto l’attività della Magistratura in
genere, potesse spingersi nel disvelare, nel colpire, nell’accertare queste responsabilità,

PRESIDENTE:
considerato però che comunque il sistema, politico
e imprenditoriale, non poteva esistere senza il
sistema tangentizio. Per cui lui non vedeva praticamente uno sbocco a questa attività.
Cioè, comunque questa situazione portava a un vicolo cieco, perché ricordo che lui faceva sempre l’esempio: che praticamente era come se ad una macchina si fossero tolte le ruote. Quindi dice: ‘noi possiamo togliergli le ruote per un sacco di tempo, tenerla ferma, tutto quanto, però prima o poi qualcosa per far camminare la macchina ci deve essere’.
E allora, aveva questa… da politico chiaramente, era interessato a comprendere fino a che punto questa attività poteva spingersi oltre, ad avere risultati, ad andare avanti, senza provocare il collasso praticamente dello Stato. Cioè, questa era la sua idea.
Va bene. Altra domanda?
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -113-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.S/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Ammannato: Ecco. Ma si era proposto… Prima il colonnello Mori ha detto si era proposto di fare testa di ponte? Cioè, si era proposto di fare cosa
esattamente? Se può chiarire questo.
TESTE De Donno: Sì, sì, era…
AVVOCATO Ammannato: … un ulteriore meccanismo…

TESTE De Donno:
un’idea
taglio
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -114-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
Il Ciancimino ebbe… aveva sostanzialmente… aveva un’idea di investigativo. Cioè, fermo restando quello che ho detto prima sulla sua idea sul sistema politico- imprenditoriale, quindi sistema tangenti, si era, proponeva di valutare le possibilità di operare per nostro conto, quindi per conto dei Carabinieri, per conto dello Stato, come una sorta di agente sotto copertura, con la funzione di
diventare il responsabile, il gestore della
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
ristrutturazione
imprese e partiti.
del sistema tangentizio tra
Riferendo chiaramente quanto andava apprendendo e
quanto andava succedendo a noi.
AVVOCATO Ammannato: Quindi lei aveva ben chiaro poi, quando nei colloqui successivi lui si propone o accetta di essere, appunto di farsi intermediario per questa trattativa, che dall’altra parte c’era chi? I
vertici di Cosa Nostra mi pare che abbia detto.
TESTE De Donno: Nell’altra…
AVVOCATO Ammannato: Dall’altra parte, sl.
TESTE De Donno: Certo.
AVVOCATO Ammannato: Quindi… Perché lui era corleonese e quindi
direttamente Riina insomma.
TESTE De Donno: Ciancimino non si è mai dicFhiarato uomo d’onore, di FILIP LLO

TESTE De Donno:
esempio di intercettare il telefono, intercettazioni telefoniche, o intercettazioni ambientali, o andare con un registratore per registrare queste conversazioni?
No. Anche perché tutta questa attività tra l’altro
Ciancimino non l’ha mai svolta personalmente, non
la svolgeva a Roma. La svolgeva quando si recava a
Palermo, per interposte persone. Quindi un’attività tecnica era difficilmente proponibile e comunque rappresentava il rischio che, in caso di qualsiasi inconveniente, bloccava il rapporto di fiducia che avevamo col soggetto. Quindi era un rischio troppo alto.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -115-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
comunque era in grado di arrivare ai vertici
dell’organizzazione corleonese, sì.
AVVOCATO Ammannato: Ecco. Poi lei, a domanda del Pubblico Ministero, ha chiarito che non ha fatto mai una relazione di Polizia Giudiziaria, né uno scritto per uso interno dell’ufficio vostro. Volevo sapere, ma avete proposto, vi siete posti il problema ad
AVVOCATO Ammannato: Grazie, non ho altre domande.
PRESIDENTE: Avvocato Li Gotti, le domande?
AVVOCATO Li Gotti: Due o tre domande soltanto, signor Presidente.
Per tornare sulla domanda dell’avvocato di parte
civile, io volevo capire: al di là di questa

TESTE De Donno:
sistema delle tangenti in campo nazionale.
Questo rientrava nel progetto di agente sotto
copertura, certo. Cioè, è chiaro che Ciancimino,
nel caso in cui si fosse materializzata l’ipotesi
che lo vedeva, diciamo così, infiltrato in questo
sistema su nostro input, chiaramente doveva avere
dei mezzi materiali che gli permettevano di poter
mascherare la sua funzione. Però non fu mai
attuata questa ipotesi.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -116-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
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Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
visione che aveva Ciancimino sul problema
dell’inchiesta di Mani Pulite.
TESTE De Donno: Sì.
AVVOCATO Li Gotti: Ma lui di concreto, propose a voi qualcosa? Ad
esempio, la costituzione di società all’estero,
alle quali lei doveva collaborare?
TESTE De Donno: No, Ciancimino …
AVVOCATO Li Gotti: Società all’estero che dovevano poi gestire il
AVVOCATO Li Gotti: No, no, no.
TESTE De Donno: Certo.
AVVOCATO Li Gotti: Cioè, in concreto, si parlò, senza mai attuarla,
TESTE De Donno:
di costituzione di società all’estero?
No, non c’era bisogno. Perché Ciancimino ci disse
che poteva usare come suo schermo di copertura
alcune società, già operanti in Italia, che gli
potevano dare questa facciataFdi copertura. di FILI LLO

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -117-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
– Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Li Gotti: Ora io vorrei capire, poi nel corso dei mesi, perché poi questo discorso con Ciancimino si
sviluppò sicuramente per circa sei mesi.
TESTE De Donno: Sì.
AVVOCATO Li Gotti: Questa idea di Ciancimino, cioè questa proposta
TESTE De Donno:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE De Donno:
che faceva, fu mai abbandonata?
Da parte di Ciancimino?
Sì.
No, no. Anzi, Ciancimino la ripropose pure ai
magistrati quando fu interrogato.
AVVOCATO Li Gotti: Cioè, quindi, nel momento in cui, diciamo, da parte vostra si iniziava una trattativa, si proponeva una trattativa, da parte di Ciancimino
TESTE De Donno:
c’era una sua proposta.
Sì, ma era una proposta che comunque non era…
cioè, era rimasta a livello di proposta; gli
avevamo detto che non si poteva fare e quindi
avevamo gestito quell’altro discorso. Cioè, quella
era una sua idea, di potersi attivare per nostro
conto in quel sistema, che però era rimasta
totalmente disattivata perché praticamente, poi,
all’atto pratico, irrealizzabile.
Per cercare dei termini proprio sintetici…
Sì.
In fondo questo progetto che lei, tra
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Li Gotti:

TESTE De Donno:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Li Gotti:
PRESIDENTE:
(voci sovrapposte)
PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti: No, no…
PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti:
Si fanno domande.
Chiedo scusa, Presidente.
E’ un passaggio probabilmente superfluo, ma nel
momento in cui si realizza questo nuovo sistema,
con al vertice Ciancimino e alcune società, la
collaborazione con lo Stato per far scoprire
del sistema non avrebbe provocato la morte del
sistema che si voleva ricreare?
Avvocato, mi scusi, abbia pazienza…
PRESIDENTE:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -118-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
virgolette, definì “geniale” – questo progetto di
Ciancimino era una restaurazione del sistema prima
dell’inchiesta “Mani Pulite”.
Esattamente. Con il controllo dello Stato, però,
attenzione.
Cioè, non per conto di Ciancimino; quindi con una
finalità investigativa.
Sì, ma non per distruggerlo…
Sì…
Cioè per controllarlo ma non per distruggerlo.
Scusi, eh… Come no. Allora il nostro…
Cioè…
Avvocato, mi scusi…
…non c’è la possibilità di un dialogo.
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

TESTE De Donno:
ad un’altra domanda.
Allora, nell’arco dei sei mesi Ciancimino non
abbandonò mai questo suo disegno. Quando chiese
che i suoi interlocutori, i vertici di Cosa Nostra, volevano avere, volevano ben capire chi erano gli interlocutori, cioè voi, e voi doveste dare una certa risposta, nel senso che c’era qualcosa dietro di voi, questo tipo di risposta riguardava anche assicurazione su questo progetto? Assolutamente.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -119-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.S/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Li Gotti: (voci sovrapposte)
PRESIDENTE: …ma mi pare che siano domande del tutto… AVVOCATO Li Gotti: No, no, sa perché…
PRESIDENTE: …fuori di ogni…
AVVOCATO Li Gotti: Prendo atto, Presidente. Ha ragione. Allora passo
AVVOCATO Li Gotti: Anche per sollecitare il suo ricordo, foglio 52 dell’interrogatorio, sua dichiarazione del suo
interrogatorio al P.M.:
“Non lasciammo intendere a Ciancimino che, diciamo
così, avevamo le spalle coperte; cioè nel senso
che non era una nostra attività a titolo personale del capitano de Donno e del colonnello Mori. Questo si rendeva necessario, perché altrimenti, chiaramente, chiedere un contatto con Cosa Nostra senza rappresentare nulla… Però Ciancimino non

TESTE De Donno:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
era persona stupida e con mezze parole ce lo
chiese e noi con mezze parole, diciamo così, alla
siciliana, gli facemmo intendere che effettivamente rappresentavamo a monte iniziative di più ampio respiro.”
Ecco, sulla base di questa lettura, lei dà la stessa risposta che ha dato o può integrarla?
“Le iniziative di più ampio respiro”, cioè, come
rappresentazione strumentale…
Sissignore, facemmo capire che…
Potrà significare qualche cosa di diverso?
No, no. Significa soltanto che facevamo capire a
Ciancimino che sopra di noi c’era qualcun altro.
Rappresentavate…
Rappresentavamo lo Stato, diciamo così.
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -120-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
AVVOCATO Li Gotti: Questo progetto mai abbandonato prevedeva un suo coinvolgimento personale?
TESTE De Donno:
Era un’attività che Ciancimino doveva fare per
conto dei Carabinieri. Cioè, noi chiaramente l’avrem… l’ipotesi era che poi ci sarebbe stato un intervento formale repressivo. Cioè, non era un’attività finalizzata alle cose di Tangentopoli con l’Arma dei Carabinieri.
Cioè, voglio dire, ammesso e non concesso che si
fosse realizzato l’iniziativa di Ciancimino e

PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -121-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
Ciancimino avesse fatto l’infiltrato per noi, lo scopo era comunque quello di ricostruire il sistema, accertare come il sistema era composto e chi ne faceva parte e fare un intervento giudiziario.
E comunque, ammesso e non concesso che l’ipotesi
si fosse mai realizzata, prevedeva chiaramente una
preventiva autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria.
Il mio coinvolgimento era necessario perché Ciancimino si fidava di me. E comunque qualcuno avrebbe dovuto poi fare le indagini.
Però, voglio dire, cioè, non fraintendiamo. Lo scopo era che, una volta ricostituito il sistema e conosciuto, noi saremmo intervenuti per la repressione di tutti i reati che si creavano. E comunque, eventualmente si fosse mai proposto, si doveva fare con l’autorizzazione del Procuratore della Repubblica competente per questo fatto.
Cioè, non era iniziativa mia e di Ciancimino di…
perché non vorrei che si confonda… Cioè, può
sembrare che…
( voci sovrapposte) avvocato, mi pare che ne abbiamo già parlato…
…noi, cioè…
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Li Gotti:
TESTE De Donno:
(voci sovrapposte)
AVVOCATO Li Gotti:
(voci sovrapposte)
Pure fantasie che poi non servono assolutamente a
nulla.
No, sicuramente, sicuramente.
No, ma io faccio queste domande, capitano, per
capire dall’altra parte, non quello che voi…
L’altra parte in questo progetto, avvocato, non
c’entra niente.
L’altra parte…
L’altra parte.
L’altra parte che cosa sapeva.
Questa è la terza parte.
L’altra parte in questa cosa non c’entra niente.
Avvocato, questa è la parte di Ciancimino, che
cercava di realizzare i suoi scopi. E a noi non
interessa.
L’altra parte in questa attività investigativa non
c’entra niente.
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -122-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00 >
AVVOCATO Li Gotti: Ecco, io ora… questo, appunto, è il passaggio e poi è l’ultima domanda.
TESTE De Donno: Sì.
AVVOCATO Li Gotti: Nel momento in cui Ciancimino ormai abbandona
questo suo progetto…
TESTE De Donno: Sì. Questo progetto non prevedeva il

PRESIDENTE:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -123-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25 Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140) Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
coinvolgimento di esponenti mafiosi, attenzione. Cioè, non è che era un’attività che si doveva fare con il consenso di Cosa Nostra, eh.
AWOCATO Li Gotti: Ma mi pare che lei abbia dichiarato che il terzo interlocutore era Cosa Nostra, nel sistema…
TESTE De Donno:
AWOCATO Li Gotti:
TESTE De Donno: PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
Il terzo interlocutore… Presidente…
Va be’, in ogni modo…
No, no, chiariamo il problema, perché non vorrei
che si faccia confusione e poi la questione venga
stravolta nei termini esatti.
Lo sarà lo stesso, non si preoccupi.
Non c’è problema, siamo abituati.
Allora, il
investigativa
investigativa,
prevedeva,
dell’esistenza di un sistema tangetizio per la sussistenza di partiti politici e imprese che non
possono esistere senza la creazione di fondi neri
e senza la disponibilità di somme che non siano
legalmente giustificabili, prevedeva di proporsi
quale garante nuovo alla creazione di un sistema
che succedesse, diciamo così, a “Mani Pulite” per
la distribuzione delle tangenti…
O a Tangentopoli.
problema è questo: sarò sinteticissimo
l’ipotesi
diciamo così, di considerata la
Ciancimino
l’ipotesi
necessarietà

TESTE De Donno:
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
…tra imprese e partiti.
Lui riteneva di poter fare questo. Perché riteneva di poterlo fare personalmente? Perché riteneva, intanto, di avere l’autorità personale per farlo; nel senso che la sua precedente attività in questo settore cioè distribuzione delle tangenti in Sicilia – lo aveva acclarato, lo aveva accreditato presso tutti come persona corretta, estremamente giusta e estremamente precisa nella distribuzione delle somme. Quindi, poteva vantare un prestigio personale che lo metteva al riparo da dubbi sulle sue intenzioni.
E prevedeva di coinvolgere in questa gestione di
questa attività così enorme, così grande, con funzioni di ordine interno per il rispetto delle norme che si sarebbero andate di lì a creare, esponenti di Cosa Nostra che, con la loro forza
intimidatrice avrebbero garantito.
Ma partiti politici, imprenditori e Cosa Nostra
coinvolti in questa attività erano chiaramente
all’oscuro del fatto che Ciancimino faceva questo
operando per noi e che il tutto era finalizzato a
un’attività repressiva dell’Autorità Giudiziaria. Non so se è chiaro.
Bene, ora mi pare che veramente abbiamo detto
PRESIDENTE:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -124-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)

PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti:
PRESIDENTE:
(voci sovrapposte)
questo progetto…
Va bene, ma, avvocato, ma a noi non ci interessa.
Lo so che non ci interessa Ciancimino…
Io non riesco a capire, cosa volete che interessi,
in un processo di stragi, che cosa voleva fare il
Ciancimino utilizzando i Carabinieri in…
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -125-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00 >
troppo. Va bene?
Avvocato, ha altre domande?
AVVOCATO Li Gotti: La domanda conclusiva che stavo facendo era: fermo restando che per sei mesi Ciancimino mai abbandonò
AVVOCATO Li Gotti: No, non mi interessa Ciancimino, Presidente. Non mi interessa Ciancimino.
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Li Gotti:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Traversi:
Nel momento in cui, però in questo contesto di
discorsi, si inserisce la trattativa falsa trattativa, lo sappiamo benissimo – ecco, le due cose hanno un punto di contatto, oppure sono due cose totalmente separate?
Sono due cose totalmente separate.
Bene.
Non ho altre domande.
Ci sono altri? Chi interviene?
Avvocato Traversi.
Senta, capitano, dopo gli attentati di Roma,
Firenze e Milano – che son quelli di cui si parla

TESTE De Donno:
AVVOCATO Traversi:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -126-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
in questo processo – lei ha avuto altri colloqui
con Ciancimino?
No, perché Ciancimino, dal momento del suo arresto, noi lo convincemmo ad avere un rapporto diretto e formale con l’Autorità Giudiziaria. Quindi lui fu, poi, diciamo così, interrogato dalla Procura della Repubblica di Palermo e noi poi non abbiamo avuto più nessun contatto di natura investigativa; anche perché lui rese delle
dichiarazioni su cui poi la Procura attivò le sue
attività.
Quindi, diciamo così, lo portammo allo scopo
originario: alla collaborazione e poi ha avuto un rapporto diretto con i magistrati.
Grazie.
Chi interviene?
Avvocato Cianferoni.
Vorrei dei chiarimenti. L’argomento introduttivo
degli incontri col Ciancimino fu la strage di
Capaci e “Mani Pulite”.
Sì.
Poi viene il problema di accreditarsi, da parte
vostra, agli occhi del Ciancimino con quelle mezze
frasi che prima lei ha detto.
Sì. F di FILIP LLO
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
(voci sovrapposte)
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
AVV. Cianferoni:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -127-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Allora le chiedo: quando Ciancimino espose questo
progetto di società all’estero per costituire un
sistema di spartizione delle tangenti e voi lo
leggevate per un intervento investigativo, lo fece
per accreditarsi a sua volta vostro interlocutore,
cioè dicendo: ‘in quel campo io posso fare…’.
No, no. Questa era… Ciancimino non aveva nessuna…
Capitano, la prego, dia una risposta la più breve possibile…
…necessità di accreditarsi.
…perché è un argomento che ripeto per la decima volta – non ci interessa.
Presidente, era un’idea del Ciancimino. Cioè, lui non serviva…
E’ ovvio…
…per accreditarsi con noi.
…fra persone…
Ci fece questa proposta e rimase lì.
ognuno cerca di raggiungere i suoi scopi.
Mentre il tempo passava si verificò la strage di
via D’Amelio.
Sì.
Questo fatto incise sulla trattativa? Fu argomento

TESTE De Donno:
AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
di discussione? Cioè, cambiò un po’ i termini del
discorso o no? I Certo. Dopo la strage di via D’Amelio forzammo la mano e facemmo intervenire il colonnello Mori.
Quindi fu oggetto di discorso anche col Ciancimino. In che termini?
Era un ulteriore elemento su cui… Cioè, eravamo
lì proprio per comprendere Capaci.
Via D’Amelio confermava la necessità di comprendere questo fatto, quindi chiaramente, a maggior ragione, le prospettazioni che avevamo fatto al Ciancimino si erano in questo senso, possiamo dire, raddoppiate, perché l’esigenza era doppia; quindi c’era stato un aggravarsi della situazione.
Oh, mi scusi, allora ora lei mi dice: ‘eravamo lì
per comprendere Capaci’.
Allora io le faccio una domanda e la Corte poi la
ammetterà o no, questo lo sentiremo: tra i tanti argomenti di grave e complessa attualità che potevano esservi, però il vostro scopo, ora lei ci dice, era comprendere Capaci e prima ci ha detto che parlaste di questo e di “Mani Pulite”.
In che termini il discorso “Mani Pulite” vi doveva
aiutare a comprendere Capaci?
AVV. Cianferoni:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -128-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -129-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25 Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
TESTE De Donno:
AW. Cianferoni:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Non c’entrava proprio, l’ho detto pure prima. Era
un problema dA cui Ciancimino era ossessionato.
Ah, va be’.
Cioè, quando Ciancimino cominciava a parlargli
bisognava dargli pure un po’ di spago.
Cioè noi volevamo parlare di una cosa e parlava; poi lui voleva parlare di un’altra cosa e parlavamo di…
Scusi, capitano, per chiarire…
Sì.
…anche la vostra espressione usata comprendere Capaci”, a voi interessava come scusa per contattare Ciancimino.
Certo, certo.
No è che aveste bisogno di capire, perché…
No, sì…
…era talmente lapalissianamente scoperta che
proprio…
No, cercavamo da Ciancimino delle indicazioni.
Certo, certo. Il tutto non lo si poteva andare a
dire apertamente, bisognava dirlo sotto una formula che lo potesse coinvolgere.
Presidente, Ciancimino in quel momento era libero,
non aveva pendenze…
Certo.
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140) Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136

TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
AW. Cianferoni:
TESTE De Donno:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -130-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
…non aveva problemi. Presentarci a casa sua e
dire: ‘signor Ciancimino, domani mattina venga con noi a Palermo da Caseglia a collaborare…’, dopo tre minuti stavamo un’altra volta a Piazza di Spagna.
Io volevo che la cosa risultasse chiara, perché
sembrerebbe che stessimo lì a tormentarci: ma cosa
vorrà dire “comprendere Capaci”.
Ha capito?
Sì. Ecco, quando poi lei ha detto che diceste a
Ciancimino, lei e il colonnello Mori, che era
meglio che i benefici suoi personali di processi o
di passaporto non si trattassero, perché sennò
voleva dire scoprirlo agli occhi delle istituzioni, mi pare lei abbia detto.
Ecco, le dico, ma così dicendogli non voleva dire, manifestargli che in realtà dietro di voi non c’era nessuno?
No. Una attività come quella che avevamo
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Ciancimino era chiaramente cioè, quando noi lasciammo Ciancimino che rappresentavamo qualcuno, sicuramente non rappresentavamo l’Autorità Giudiziaria; perché una trattativa con
prospettato
a
un’attività…
intendere al
Cosa Nostra è contro la Legge.

AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
TESTE De Donne:
AVV. Cianferoni:
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donne P.81/136 < Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Quindi, cioè, intervenire sulla Corte, quindi era
disvelarlo a magistrati, a persone comunque di un
circuito, estranee anche alla Procura della Repubblica, quindi Corti, Cassazione, quindi un circuito che comunque, sebbene istituzionale per un certo verso per la funzione ma non istituzionale nel senso di quelli che teoricamente potevano averci mandato a fare l’incontro.
Non so se è chiaro.
E’ chiaro.
E’ chiaro, è chiaro.
E’ chiaro.
Ma lui, che è quel personaggio che lei ci ha già
detto, sapeva che… Cioè, lei l’aveva arrestato
due volte.
Sì.
Quindi, sempre un Carabiniere era. Il Carabiniere
ha a che fare, prima di tutto, istituzionalmente
col Pubblico Ministero, col Tribunale, con la
Magistratura.
Allora i contatti con i politici, diciamo, come
potevate rappresentarglieli meglio? Mica eravate
Servizi Segreti, voi eravate persone che portavano
la divisa.
Non c’era nessun rapporto… Stiamo confondendo.
TESTE De Donno:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -131-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)

AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -132-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
Noi non dovevamo rappresentare nessun rapporto con
i politici. Noi rappresentavamo lo Stato, che è una cosa diversa dalla politica.
Noi, nella trattativa, eravamo lì in veste di rappresentanti dello Stato. Lo Stato non erano i politici. Lo Stato è una cosa diversa, quindi noi rappresentavamo, nella mente del Ciancimino, le persone istituzionalmente competenti o con il potere istituzionale che poteva garantire un
discorso di questo genere.
Be’•••
Non facciamo parte di nessun Servizio Segreto.
Va bene, va bene.
Un’ultima domanda è se le è mai risultato, nel
corso di questa trattativa, un ragionamento oppure
un qualcosa di più preciso a proposito di un pezzo di carta – che in questo processo si conosce come 11 papello11 proveniente dall’associazione da
destinare a questo Stato, come lei lo chiama.
No.
Non le risulta niente.
No. Il rapporto con l’altra parte si interruppe
senza che giungesse neanche la nostra proposta. Cioè, il rapporto… No, comunque non ci fu né dato niente, né consegnato niente, né…
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
II

(voci sovrapposte)
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
AVV. Cianferoni:
TESTE De Donno:
AVV. Cianferoni:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Florio:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
…”papello”, cioè di un documento in cui ci
fossero delle…
No. No, no, no, assolutamente.
Ha terminato?
Né, d’altra parte, a completamento, vi giunsero
oralmente delle richieste precise.
No.
Va bene. Grazie, non ho altre domande.
Ci sono altre domande?
Sì, avvocato Florio.
Buongiorno, capitano.
Buongiorno.
Io volevo sapere, innanzitutto, lei ha riferito
poc’anzi che avevate come garanzia – mi ha colpito
la frase molto rappresentativa, diciamo ‘noi avevamo garanzia soltanto della nostra persona, soltanto noi stessi’; perché lei in particolare, se ho capito bene, aveva arrestato Ciancimino due volte.
Ora, ma è possibile che, per quanto alto lei in
grado, per quanto alto in grado il colonnello
Mori, Ciancimino non vi chiese se venivate per
qualcuno? Perché era molto rischioso anche per lui, voglio dire, fidarsi in questo modo, sia pure
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Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
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Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

TESTE De Donno:
a mezze parole, sia pure a mezze intuizioni. Ciancimino aveva già una garanzia su di noi, perché nell’accordo preliminare Ciancimino, il colonnello Mori ed io eravamo sullo stesso piano, perché la trattativa iniziava con l’indicazione alla controparte dei nostri nomi e cognomi.
Quindi stavamo già tutti e tre sullo stesso piano. Cioè…
Abbiamo capito. Noi abbiamo… io ho capito.
L’universo siciliano è un universo particolare,
cioè, comprendo che forse possa essere…
(voce fuori microfono)
Chiedo scusa, Presidente…
No, mi scusi…
Non so se ho risposto alla domanda. Non ci ha
chiesto… Ciancimino non ci avrebbe mai e non ce
l’ha mai chiesto: ‘chi vi manda?’.
Sì, però credo che 1ui dovesse pur essere sicuro
che voi potevate fare qualcosa.
Ora, mi si presenta un colonnello, mi si presenta un capitano, devo capire…
Avvocato, vuol dire che siamo stati bravi
a convincerlo che…
Questo non…
…che si poteva fidare.
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
TESTE De Donno:
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Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
– Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

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Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
– Geo.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Florio:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
AVVOCATO Florio:
TESTE De Donno:
PRESIDENTE:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
Non c’è dubbio.
S’è fidato.
Avvocato, ma mi pare che non si possono fare
domande al teste su quello che pensava Ciancimino. No, la domanda, però, era diversa; forse non sono stato chiaro.
Se chiese se venivate per qualcuno, o a titolo personale, perché…
Lo abbiamo già detto, avvocato.
Il teste ha già detto più volte, come l’ha detto
il colonnello Mori, che la risposta era stata:
‘abbiamo qualcheduno alle spalle, veniamo per
conto di qualcuno’.
Mi pare, vero?
Sì.
Ecco, dopo la morte di Ignazio Salvo, quindi stiamo parlando del settembre-ottobre, se non vado errato, del ’92, la trattativa cambiò in qualche modo? Ebbe un’impennata, una frenata?
No, no, no. Si è svolta nei termini che abbiamo
descritto prima.
Lei sa, per averlo appreso appunto da Ciancimino, se questi contatti che lui prendeva con quella che lei chiama “l’altra parte” fassero sempre tenuti in prima persona o per interposta persona?

TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
Ciancimino questo lo disvelò nella fase della sua
collaborazione formale con la Procura di Palermo e
indicò nel medico di Salvatore Riina, il dottore
Cinà, il suo intermediario.
Ora, a una domanda di un collega che mi ha
preceduto, mi è sembrato che lei abbia escluso una
qualunque per quello che è la sua scienza diretta, beninteso – una qualunque comunanza, un qualunque collegamento tra le due stragi e Tangentopoli.
Però mi ha colpito – ed è l’ultima domanda, vorrei
un chiarimento, diciamo, su questo una sua frase: “facemmo intervenire il colonnello Mori dopo via D’Amelio”.
“Facemmo” chi?
Io e Ciancimino. Cioè, l’ho detto prima. Cioè,
chiesi a Ciancimino
di fare intervenire colonnello a questa discussione.
Quindi, nessun altro superiore, mi sembra….
No, no, no, avvocato. Assolutamente.
Nessun’altra domanda. Grazie.
Allora abbiamo terminato anche con questo teste. Può andare, buongiorno.
Grazie, Presidente.
Presidente,
all’esito dell’esame – sono l’avvocato
TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
TESTE De Donno:
AVVOCATO Florio:
PRESIDENTE:
*TESTE De Donno:
AVV. Cianferoni:
il
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Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>

AWOCATO Florio:
PRESIDENTE:
Cianferoni all’esito dell’esame dei testi odierni, chiedo che siano ammessi a deporre come testi, se non altro ai sensi dell’articolo 195 I comma, i signori Vito Ciancimino e Massimo Ciancimino sulle circostanze dedotte finora quanto all’esame del colonnello Mori, generale Mori, e del capitano De Donno.
Si associa anche questa difesa, naturalmente.
Il Pubblico Ministero vuole rispondere, o vuole
rinviare il suo intervento?
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Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
PUBBLICO MINISTERO: No, io posso rispondere anche subito.
PRESIDENTE: Risponda.
PUBBLICO MINISTERO: Nel senso che mi pare che il riferimento a quella
certa disposizione, che riguarda la cosiddetta
testimonianza de relato, sia un attimino inesatto,
sotto il profilo che il generale Mori e il capitano De Donno non hanno riferito di aver
appreso da Ciancimino
cose che Ciancimino conosceva per chissà quale diversa strada, nel qual caso la verità terza rispetto alle conoscenze del teste che ne riferisce deve essere mediata dalla escussione del teste, per così dire, che media la circostanza…
PRESIDENTE:
(voce fuori microfono)
PUBBLICO MINISTERO: …rispetto al testimone che è già stato sentito.

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -138- Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi>
Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
Qui siamo semplicemente alle prese con un problema
che è così strutturato: il teste riferisce di quello che è stato l’oggetto di conversazioni intercorse tra lui e una terza persona. Punto. Quindi il teste riferisce per scienza diretta, non per scienza mediata.
Ecco perché l’articolo 195 mi sembra sia inesattamente richiamato.
Ma a prescindere da questo che è un problema di
inquadramento, vediamo se comunque residua un
interesse processualmente meritevole di tutela
nella forma della introduzione di una nuova prova
legata all’esame, nella forma chissà quale, del
signor Ciancirnino padre e un esame come teste del
signor Ciancirnino figlio.
A me sembra, per esigenze di ricostruzione che
avevamo ai fini del presente processo, a me sembra
che tutte le esigenze di ricostruzione siano state
soddisfatte attraverso l’esame degli ufficiali di Polizia Giudiziaria dell’epoca, che abbiamo per l’appunto sentito oggi.
Nel senso che non credo proprio che, almeno allo stato, io non riesco a cogliere quale ulteriore interesse di conoscenza processuale ci sia per il terna di prova che sta a moFnte anche degli atti di FIL
LLO

TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -139-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
compiuti oggi.
Tema di prova riassumibile, molto semplicemente in
questo: la necessità di riscontrare se una certa
affermazione fatta da un imputato di questo
processo Brusca Giovanni, è un’affermazione che
poteva avere o meno un qualche riferimento con
accadimenti reali.
A me sembra che questa esigenza di prova, e come
il Pubblico Ministero se 1’era proposta, è stata
formalmente – il merito non lo tratto, a questo
punto – è stata formalmente soddisfatta.
Mi pare che una qualche integrazione, se di integrazione si debba parlare, finirebbe solamente per essere solo un’integrazione apparente, perché ci porterebbe verso discorsi che francamente poco hanno a che fare con la ricostruzione che si fa in quest’Aula di questi fatti.
Le parti civili hanno qualcosa da dire?
AVVOCATO Ammannato: La parte civile concorda
giuridica del Pubblico Ministero, nel senso che
non è un testimone che viene a riferire che ha
saputo da un altro collega, da un altro capitano,
PRESIDENTE:
di questo colloquio: è
testimonianza diretta,
direttamente svolti sotto i propri occhi e con la
con l’impostazione
venuto a riferire fatti percepiti

PRESIDENTE:
propria azione.
Pertanto credo che il richiamo all’articolo è
improprio, in quanto entrambi i testimoni di oggi
hanno riferito esattamente su quello che hanno
svolto e su quello che hanno visto e ascoltato. Quindi concordo nel rigettare la richiesta. Avvocato Li Gotti ha qualcosa da dire?
TRIBUNALE DI FIRENZE BUNKER AULA A – PAG.N. -140-
Proc. N. 12/96 R.G. – Contro/ Bagarella Leoluca + 25
Corte di Assise – Pres. Dott. A. Sechi
< P.M. Dott. G. Chelazzi – Dott. G. Nicolosi> Udienza del 24/01/98 – Fase. N. 296 ( di P/140)
Gen.Mori P.5/81 Cap. De Donno P.81/136
< Rinviato al 27/01/98 ore 09,00>
AVVOCATO Li Gotti: Sì, la difesa di Giovanni Brusca ritiene che il tema che doveva affrontarsi oggi era quello della verifica delle dichiarazioni fatte da Giovanni Brusca per quanto riguarda una certa ricostruzione dei fatti. Questa difesa ritiene di aver raggiunto
PRESIDENTE:
il risultato per noi necessario raggiungere,
ottimale; quindi riteniamo che ulteriori sviluppi in altre direzioni non siano per nulla conferenti. Bene, la Corte si riserva. L’udienza riprende martedì, ne abbiamo 27, alle ore 9.00. Traduzione degli imputati detenuti.
Buongiorno.